“Per molto tempo sono stato convinto che le organizzazioni responsabili della nostra sicurezza collettiva stessero conducendo un’indagine su larga scala, seria e discreta, per comprendere la natura dei fenomeni paranormali che si manifestano attorno a noi. Se lo credessi ancora, non pubblicherei questo libro. Quando ho visto i gravi errori del Progetto Blue Book e le sue conclusioni prevenute ho immaginato che fosse solo uno studio di facciata [eh no!], per impedire agli scienziati non militari di ficcare il naso in questioni molto serie cui le alte sfere attribuivano grande importanza. Quando mi son accorto che dagli archivi del Progetto Blue Book erano spariti dei documenti, ho razionalizzato la delusione formulando il rassicurante pensiero [davvero rassicurante, ma oh quanto depistante!] che qualcuno, da qualche parte, stesse raccogliendo quelle prove per studiarlo a fondo [EH NO!]. Quando poi ho visto che diverse basi dell’Aeronautica militare sparse per il mondo stavano inviando a delle organizzazioni governative copie di tutte le informazioni in loro possesso sugli UFO, l’ho considerato una conferma della teoria del depistaggio [ed ecco il famoso cover up!, sul quale tanto inchiostro e tante parole si sono sprecate!] e non ho creduto fosse mio compito, come scienziato inesperto, denunciare la cosa [è comprensibile]. Oggi son cresciuto ed ho perso la mia fiducia senza riserve nelle fonti ufficiali [ci fa piacere: mai avuta], quando si tratta di ricerca avanzata [quindi solo in tal campo, come ho già detto, “personalmente” non ne ho mai avuta]. […] Lungi dal rivelare autorità governative intente a svolgere una ricerca segreta [esatto, esatto!], tali testi danno il quadro dell’incoerente irrequietezza in ogni paese [idem, idem!]. Incontrandosi a porte chiuse, scienziati e militari si scambiano storie spaventose [eh già …!], mentre il vero fenomeno non viene studiato […] e rimane NON IDENTIFICATO. […]
Ora la vedo in maniera differente. Ormai in pericolo non è solo la nostra libertà [che sta da tempo prendendo calci nel di dietro in nome di se stessa], ma anche un certo concetto di umanità [direi di sì]. E non è più alla scienza che dobbiamo rivolgerci [EH NO!] per comprendere la natura di questa crisi paranormale [che si accrescerà, ma questo è: una crisi paranormale, e vallo a far capire]. Né potremo trovare la risposta in qualche documento segreto a Washington [sembra però difficilissimo far capire anche questo semplice punto, ed è difficilissimo farlo capire a tantissimi: ma è proprio così che stanno le cose]. La soluzione è dov’è sempre stata: dentro di noi. E possiamo raggiungerla in qualsiasi momento [se lo “Si” vuole, ma se davvero lo “Si” vuole]”, J. VALLÉE, Il Collegio invisibile, Venexia Editrice, Roma 2017, pp. 200-201, corsivi e maiuscoletto in originale, grassetto miei, miei commenti fra parentesi quadre; dalla riedizione del 2014 dell’originale, a sua volta del 1975.
Andrea A. Ianniello
PS. Ma chi sta davvero “in sala comando” (non parlo certo dei dirigenti apparenti che seguono le direttive immutabili ed indiscutibili), chi sta “in sala comando” cos’ha davvero in testa? Una guerra termonucleare? Potrebbe volerlo e nessuno direbbe nulla, e dunque si verificherebbe: con le opinioni pubbliche anestetizzate dei regimi democratici possono permettersi ogni cosa. Sembrerebbe di no, però. Quindi, cosa? Ai poster l’ardua risposta.
In ogni caso: l’orso è un lupo e l’aquila è un grizzly.