domenica 14 marzo 2021

Due precisazioni

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ci son qui due importanti precisazioni da farsi, al riguardo de Il Regno della Quantità di Guénon, libro che, si è detto più d’una volta, è poco compreso.

 

 

1 [alpha]) Primo punto: il procedere del ciclo, con la “presa di comando” da parte dei seguaci di quelle forze che han costrastato il “System”, pur tra mille maschere, al contempo – sta tutta qui l’incomprensione sostanziale da parte di “complottisti & C.” [*]al contempo dando il potere al sistema della “Grande Prostituta (di ‘Babylonia’ [symbolica])”, porta verso la dissoluzione. Guénon è chiaro – nel passo (da Il Regno [chi legga se lo ritrovi da sé, sennò non è interessato e va tutto benissimo, nulla cambia eh: uno vuol comprendere per se stesso, non per altri, e se non vuole, come la stragrande maggioranza peraltro, vuol solo dire che non ne ha bisogno, ecco tutto]) – nel passo in cui afferma che proprio l’unimirante scopo della “contro-iniziazione” spinge fatalmente verso la dissoluzione. Vi è una premessa in quest’affermazione: che la “contro-iniziazione” non è che “voglia” la “dissoluzione” in quanto tale, proprio il contrario: cerca di “costruire”, ma quel che accade si è che, dopo un’iniziale “successo” – dove apparentemente (apparantemente) si ha un effetto positivo –, il processo di dissoluzione riprende, sino a giungere al suo fine. Sono allora le premesse che sono errate: per questo accade tutto ciò. Il punto, il “gran cambiamento” sta in questo: che le pubbliche amministrazioni – “all over the whole world – si ritrovano nella situazione di aver bisogno della – falsa, ma questo lo diciamo noi, attenzione, per loro è “vera” (e rimando alle varie discussioni, su questo blog, al riguardo della simulazione) – della forza che, in apparenza, può permetter loro di recupare quel controllo sulla situazione che, così evidentemente, gli è sfuggito. E, si noti, ciò molto più in Occidente che in Oriente. La causa? Quella detta varie volte: in Oriente dei “pezzi” di società continuano, nonostante tutto, a sussistere, residuali sinché si vuole; in Occidente, al contrario, la società si è spappolata: vittima del processo d’ “implosione”, analizzato da J. Baudrillard sin dalla fine degli anni Settanta! N’è passata d’acqua sotto i ponti! Ed abbiam visto queste società implodere, pezzettino dopo pezzettino: sino ad oggi, dove tu hai difficoltà nel chiamare a raccolta intorno ad un qualcosa – qualsiasi – di “comune”. E la tecnologia digitale, più avanza, più spappola le società, perché il suo modello – lo si è detto varie volte – non è se non quello di “dare” al cosiddetto “individuo” delle “possibilità” d’ “interazione” o “d’interfacciamento” – come dicono – tali da ridurre il ruolo dello stato ma non delle burocrazie, che solo cambiano forma ed aspetto, per cui tu hai il mantenimento dei gruppi al potere con loro crescente deresponsabilizzazione, che lo stato detto “moderno” ancor aveva, nei confronti del cosiddetto “cittadino”.

Questa deresponsabilizzazione nasce dal fatto che la tecnica digitale crescentemente si occuperà dell’interfacciamento fra privati e sistemi pubblici. Ogni individuo potrà, portando al limite la cosa, ovviamente inattingibile completamente, come ogni “limite” (ma rimane la tendenza, ch’è quella verso la dissoluzione delle strutture sociali), ogni individuo potrà scaricarsi documenti e qualsiasi altro atto pubblico, e di tale “scaricamento” sarà lui stesso responsabile, per cui le possibilità che l’individuo avrà di “scaricarsi prestazioni” avrà come controparte un ulteriore scarico di responsabilità da parte dele pubbliche amministrazioni.

Al limite – di nuovo: limite inattingibile – ogni individuo sarà il suo proprio controllore.

Tutto ciò in nome della “libertà” e della “democrazia”, e senza che costoro neanche riescano a percepire la flagrante contraddizione fra mantenimento di “rendite acquisite” e deresponsabilizzazione, contraddizione che non potrà durare a lungo. Essa prima o poi esploderà. Nella forma di una rivolta globale, poiché ogni sistema burocratico, che sia digitalizzato o non, necessita di qualcuno “in cima” che lo controlli. “Chi controlla i controllori” è – sempre – “il” problema centrale di ogni organizzazione “politica e amministrativa”, del tutto indipendentemente dalla forma che detta organizzazione ha, cioè se sia “democratica” o non lo sia. Ciò significa che questo fatto è parte della natura – della sostanza – del “potere politico ed amministrativo” in quanto tale.

Ed ecco la necessità di un princeps, ed ecco il falso “Monarca” e cioè “l’anticristo” come lo concepiva Guénon, il quale però non sarà il capo di detta “organizzazione”, che è uno stato digitalizzato senza il “grande fratello” orwelliano, senza lo stato totalitario, ma col controllo, controllo che, dunque, sarà operato da macchine digitalizzate, in regime di deresponsabilizzazione, come s’è appena detto. Come scriveva – in senso positivo, ma si può usare la cosa in senso negativo, come dimostra la vicenda del cosiddetto “populismo”! – una nota scrittrice: “Più lo Stato si sviluppa, serrando l’uomo nelle sue maglie fredde e rigorose, più la fiducia umana aspira a collocare al polo estremo di quest’interminabile catena l’immagine adorata d’un uomo protettore”, M. Yourcenar, Memorie di Adriano, Einaudi editore, Torino 1988 (edizione orig. 1963), p. 139, corsivi miei. Solo alcuni accademici – noti per la loro incomprensione – son capaci di non coglierne il punto centrale, disprezzandone il senso – evidente –, senso che rimane del tutto vero

E cosa potrà dire un “uomo protettore”, oggi, al termine della “catena interminabile” di procedimenti che prendono il posto di “dio”, perché questo sono le procedure informatiche, non fermabili (se falliscono il loro fine devono essere ripetute: in tal caso sono però un altro procedimento, un secondo procedimento che reca un numero differente dal precedente)? Cosa potrà mai dire: che bella questa gabbia weberiana, non di ferro ma di bit, e dunque “che non si vede”, come la minaccia di un virus, e quindi adattissima a disorientare la gente, che anche quando protesta, non riesce mai a focalizzare l’obiettivo davvero? Potrà mai dire una cosa simile? Due più due fa quattro: e quindi non dirà questo. Ed allora cosa potrebbe dire se non richiamare ad una sorta di “rivolta globale” o come la vogliamo definire? Non potrà che dire “le parole che daranno inizio all’esplosione del mondo” suggeritegli dal diavolo nell’orecchio come nell’affresco di Luca Signorelli. Dopo la lunga, lunghissima fase dell’ implosione del mondo, dunque, vi sarà quella dell’ esplosione.

Nel Taccuino allegato al libro appena citato, libro che fu scritto in prima stesura – solo dopo sarebbe stato ricorretto e ripensato – appena prima della Seconda Guerra Mondiale (dal 1937 al 1939), l’autrice così scriveva: “L’esser vissuta in un mondo in disfacimento mi aveva fatto capire l’importanza del Princeps”, ivi, p. 286, corsivo mio. Chi, oggi, è “ilPrinceps? Ecco la domanda centrale che questi manco s’immaginano si possa porre. Per questo, tutto ciò che tenteranno non farà che accrescere il problema. Il “Princeps” non è più quello moderno, non certo più il Principe machiavelliano dell’inizio dell’epoca moderna, ciò è certo, ma nemmeno più il succedaneo dell’ “epoca delle masse”, cioè “il partito”. E allora, chi è?

Nessuno. Nessuno. Nessuno.

Non vi è “Principe” nell’epoca postmoderna.

Non vi è “principe” nell’epoca della digitalizzazione totale, succeduta all’epoca dei “partiti di massa”, cioè l’epoca della “mobilitazione totale” (Jünger), ecco la risposta. Ma può durare una risposta che non risponde? Non può durare. 

 

 

2 [beta]) Secondo punto: perché il mondo termini davvero, e non si abbia – semplicemente – un ripetersi – ma molto peggiorato, eh – di un quadro di dissolvimento sociale simile, ma, di nuovo, non uguale, a quello del termine dell’Impero romano (cioè una società in dissolvimento ma una struttura statale, l’Impero, che riuscì a perpetuarsi, in ciò diversamente da oggi), perché il mondo termini davvero, è necessario – necesse est – che si appalesi un elemento che viene da fuori di “quell’ambito tutto sommato piuttosto limitato” de “Il Regno della Quantità”, e questo è un altro passo di Guénon (chi vuole se lo cerchi, trattasi di parafrasi ma d’un passo effettivamente scritto da Guénon). 

 

 

 

 

Mancando la comprensione – o almeno la percezione – di detti due punti tal libro permane chiuso.

 

 

Andrea A. Ianniello

 

 

 

 

[*] Cf.

https://associazione-federicoii.blogspot.com/2021/03/quando_12.html.

Anche cf.

https://associazione-federicoii.blogspot.com/2021/03/parlando-un-po-piu-seriamente-vecchio.html.

 

 

21 commenti:

  1. Secondo lei in cosa consisterà la "ribellione"? Quindi l'A.avrà un rapporto con le masse per mezzo internet?
    ps sono l'anonima che ogni tanto negli ultimi tempi commenta sotto al post di Galli :)

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  2. Sì grazie, ho compreso. Dal punto di vista nel quale ci si pone in questo blog, la risposta alla prima questione chiaramente non può essere altra se non: sì, ci dovrà essere una “relazione” **diretta** - cioè “carismatica”, in ciò ricordando Hitler **ma in maniera diversa eh**, niente si ripete uguale!, attenzione! – fra “l’A.” e le “masse” …

    Quanto alla seconda questione, se cioè Internet avrà un suo ruolo, al risposta è che oggi tal strumento è inevitabile, tanto da non esser più mero “strumento”, e tuttavia, tuttavia – se vogliamo dar credito a quanto scriveva Guénon “illo tempore” (al termine del Secondo Conflitto Mondiale, n’è passata d’acqua sotto i ponti!) –, sempre **se** vogliamo dar credito a quanto scriveva Guénon “illo tempore”, Internet è largamente insufficiente. Ma sarà comunque usata, in un qualche modo che oggi è difficile prevedere ... Si sa quanto il web sia ormai attraversato da correnti “strane” che influenzano la “psyche” delle “masse” … perché mai “l’A.” non dovrebbe farlo … solo che **non farà solo questo**, ecco il punto, che si riferisce al punto “2 [beta]” di qui sopra: l’aspetto “materiale”, per così dire, “non sufficit” a detta “azione” …






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    1. In realtà, è impossibile che troppe cose accadano nello stesso spazio temporale: pensarlo mi fa l’effetto di quelle sciocchezze di “profezie” anni Settanta e Ottanta del secolo scorso: in due, tre anni: anticristo, tempio, ufo e pandemie … guerre a iosa, continenti che salgono e scendono, ah ah: – ma ve sentite bene? – da ridere …
      Solo con la pandemia, dopo un anno: esaurimenti nervosi, pensare con tutto ‘sto “po po” de robba?
      Semplicemente impossibile. Il mondo infatti sparirebbe per questo solo fatto.

      Infatti la transizione – come tutti i crepuscoli – è, **teoricamente** parlando, senza limiti precisi, è indefinita …
      Non vi è un termine preciso al crepuscolo, ma è un oscurarsi progressivo, ed è chiaro che, in un mondo dove la qualità sempre diminuisce (Guénon), non vi son termini precisi; – e tuttavia, tuttavia … Achille raggiunge la tartaruga … – alla “fine”, “in fine” …
      I membri della “lunatic fringe” uniti con “laggente”, ma è chiaro che non puoi predicar Crowley esplicitamente se vuoi “laggente” – il problema è qui –, ci vuol Crowley anche, ma **non** da solo …
      Come si mettono assieme due cose sì diverse? Anzi, confliggenti?
      Movimenti che “preparassero” ancora, colpendo ai fianchi, son possibili (ne abbiam visti tanti, per la verità), ma qui discutiamo la questione precisa: vi è “maturità” **nella** situazione per consentire qualcosa di meno laterale?
      Ecco il punto, vero.
      Se “il” tempo è **quel** tempo, “ergo” vi è un aspetto di “fatum” che “necesse est” vi sia e dal quale aspetto proprio i nostri contemporanei son i più lontani, per cui non lo percepiscono proprio. Significa che – **nella** situazione in cui “si” (s)versa, e si sta riversi verso quest’avverso verso delle cose – vi è “un qualcosa” che non può esser spiegato come mera strategia o come sorgente **dalla** situazione stessa.
      In altre parole: *deve* poter intervenire un “qualcosa” di “diverso” che chiaramente, però, appartiene al mondo – vasto e multiforme – del “demoniaco”, demoniaco **non** in senso lovecraftiano: che seduzione potrebbe mai avere “il male” se avesse apparenze mostruose? C’hanno mai pensato? Mai …
      Al contrario, il “male” ha sempre un aspetto “magnetico” – che non vuol dire sessuale, eh, magnetico “lato sensu” inteso – che lo caratterizza. Hitler aveva un lato magnetico, checché ne dicano oggi, e ce l’ha l’ “affaire” di Rennes-le-Chateau, per fare un altro esempio: son solo esempi eh, capirne la ragion d’essere non certo la letteralità eh … Chi studia ‘st’ “affaire” spesse volte ne vien succhiato. Per tornare a Galli, studiava e ristudiava Hitler e, studiandolo, n’è stato sempre spinto ad approfondire; Trevor Roper fu costretto ad ammettere, come altri biografi, la natura magnetica dell’oggetto del suo studio: e parliamo di studiosi, gente seria. Studiosi di Rennes-le-Chateau ce n’è invece pochi, d’ “appassionati” tanti. Lo stesso per Lovecraft: presto ne diventan dipendenti. Ecco, la qualità **magnetica** del male diciamo ch’è la sua “firma” e non certo il “mostruoso” come tale.
      Questa qualità **magnetica** è quella del serpe che ipnotizza la preda che mangerà, della pantera che attira la sua preda col suo profumo dei “Bestiari” medioevali ricordati da Baudrillard nel suo “Della seduzione”, la pantera: l’unico animale dal profumo gradevole, ecc. ecc.

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    2. “E venne il giorno”, quella qualità di “fato”, d’ineluttabile, d’inevitabile, di “dev’essere” – quel manto – ecco ciò che i contemporanei non sanno cosa sia, non sanno dove stia di casa, di qui viene un chiacchiericcio inutile, senza senso. Ma ci sta questo manto? “Hic et nunc”? Ecco il punto vero …
      “Cosa importa ciò ch’è stato, se poi, oggi, …”; … e: “Questo passa sopra tutto”, ecco il “fatum”, ecco cos’è davvero. Sai dar questo senso? Davvero? Allora il mondo è ai tuoi piedi: sei come una macina che passa su delle uova, non c’è comparazione. Non sai darlo? Ed allora sono solo chiacchiere … Una situazione può essere “matura” quanto si voglia eppur non accadere nulla. L’uomo può “darsi” una cosa simile, questo “qualcosa”, questo manto? No!
      Per definizione non può darselo … e ritorniamo alle considerazioni di qui sopra. La situazione “non sufficit” perché possa darsi una cosa del genere … **Non** importa se “buono” o “cattivo” ma un tal elemento *deve* esserci, mancandosi del quale il resto – se **pur presente** – non è in grado di operare la “coagulatio” necessaria.

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  3. Cf.
    https://associazionefederigoiisvevia.files.wordpress.com/2017/11/59ed7-antichrist.jpg





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  4. Il Dajjâl (“l’Anticristo”) c’entra zero con la “razionalità” tecnica e scientifica – peraltro non poco irrazionale come i fatti dimostrano – e, buona o cattiva che sia, viene da un’ “altra parte”, piaccia o non (trattasi di cose da me dette “ad libitum”, ma le orecchie che non ascoltano tali rimangono) …






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    1. Come hai già detto di sopra, l' "A" non c'entra nulla con la razionalità ma potrebbe usare il "Web", l'Internet (La rete, appunto) per acchiappare tutti i pesci, ed io credo che lo farà. Spesso penso, spinto da immaginazione poetica, ad associare l'energia elettrica e tutto ciò che da lei deriva ad una "contraffazione" del simbolico e divino fulmine. (E del divino fuoco, di conseguenza). Certo non ho idea di come qualcosa di "altro" si possa; sempre poeticamente, muovere sui fil di rame, ma in un modo o nell'altro, la trama (letteralmente) dell'Internet sarà necessaria a l' "A" per dare inizio alla fase finale.

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    2. Senza dubbio hai ragione su Internet. Sulla possibilità di associare l’energia elettrica – come “contraffazione” – con “altro” si può dir questo: se vogliamo dar credito a certe teorie “ermetizzanti”, poiché vi è una correlazione fra differenti “energie” – pur ognuna d’esse rimanendo tali, e cioè **differenti** –, sarebbe possibile “ricollegare” i due piani … con inevitabili conseguenze …





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    3. Per esempio: si sa che le “apparizioni” di cosiddetti “fantasmi” spesso si accompagnano con degli squilibri nei campi elettromagnetici. Attenzione, non è che i campi elettromagnetici “generino” le “apparizioni” cosiddette, ma vi si “accompagnano” … “ergo” vi dev’essere una qualche relazione, al momento alquanto poco chiara (se non “oscura” …), ma “deve” poter esserci un qualche legame. Il che risponde alla domanda sulla relazione.








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    4. Lo stesso Guénon parlava – in relazione ai “condensatori” d’influenze (“erranti” cosiddette) – di un’analogia fra l’elettromagnetismo e le forze “sottili”, ma – va ribadito e non sarà **mai** ripetuto a sufficienza – trattasi d’analogia e **non** di equivalenza = i due insiemi di “forze” appartengono a due livelli ben diversi, ma conservano un’analogia di “funzionamento”, e cioè a riguardo del loro “modus operandi”, **non** della loro **natura** …
      **Se** così è, dunque (“ergo”) vi è possibilità di usare – nel senso d’un “misto” fra “scienza” e “magia” (che certe pubblicità ci perdonino … ah ah) – l’elettromagnetismo in funzione di “altro”, ma un tal “altro” **non è** affatto l’elettromagnetismo …



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  5. La ringrazio per aver fatto notare l aspetto magnetico del male portando come esempio Rennes.Sono molte le realtà di questo tipo basti pensare allo spiritismo-oggi va di moda andare a caccia di fantasmi in luoghi abbandonati per dire-,forse fenomeni come qanon per non parlare poi di internet strumento "magnetico" per eccelenza basti pensare alla dipendenza indotta da social oppure a fenomeni di realtà aumentata-che bisognerebbe definirla come una realtà diminuita visto che è simulata- come l app pokemon go che ha spopolato qualche anno fa.

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    1. Senza dubbio l’elettromagnetismo ha, in sé, un aspetto magnetico, appunto come si diceva qui sopra. Tal magnetismo può essere usato per altro e *da* altro? Senz’altro … La dipendenza: senza dubbio alcuno, la dà la Rete, la dà l’elettromagnetismo, e quindi vasti spazi si aprono per questa che potremmo chiamare, per così dire, “taluni aspetti de cosiddetto ‘magismo’ però applicati a ritrovati e forze della scienza moderna”.
      Che cos’è l’uso dei apparecchi elettromagnetici. Il magnetismo è parte della Terra = fa parte di energie che costituiscono la parte “vitale” dell’organismo corporeo che chiamiamo “Terra”. Cosa fanno lor signori illustrissimi: prendono delle forze della Terra e le convogliano – con varie modalità – dentro apparecchiature varie = certe forze che si trovavano in certe parti dell’atmosfera terrestre sono convogliate in apparecchiature che trovano spazio nelle società umane, che ne vengono modificate (cioè dall’uso di convogliare dette “energie” in apparecchi vari nel mondo delle società umane di oggi). Tutto ciò non può esser senza conseguenze per dette società umane.
      Ora però, poniamo che tali forze possano essere usate come “supporto” per convogliare sempre forze vitali ma non più meramente corporee … se pote facere? Se pote, si vogliamo dar credito alla **teoria** – teoria eh – “magistica” … lo spiritismo può dar degli spunti, ma ovviamente parliamo di cose di ben altra portata, come nella vecchia novellina del 2003 “I Golem” …






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    2. Per esempio: si sa che le “apparizioni” di cosiddetti “fantasmi” spesso si accompagnano con degli squilibri nei campi elettromagnetici. Attenzione, non è che i campi elettromagnetici “generino” le “apparizioni” cosiddette, ma vi si “accompagnano” … “ergo” vi dev’essere una qualche relazione, al momento alquanto poco chiara (se non “oscura” …), ma “deve” poter esserci un qualche legame. Il che risponde alla domanda sulla relazione.








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    3. Per esempio, una forte cosiddetta “emissione” o “presenza” di cosiddetti “fantasmi” – entità sottili vitali “al di presso” del mondo corporeo, “intrappolate” negli “anfratti” tra “i due mondi”, quello dei vivi e quello dei morti (1) – provoca degli effetti sui circuiti elettromagnetici e, qualora molto forti, possono anche farli “saltare”, come suol dirsi. Pertanto, il vero problema – se si vuol evitare contati estremi e si vuole unire “scienza” moderna e cosiddetta “magia” (in realtà, parliamo qui di “spiritismo”) – è attenuare le “manifestazioni”, soprattutto quelle ad “emissione” cosiddetta. La “materializzazione” già è un po’ meglio: se si “materializza” = vi è una “canalizzazione” per mezzo della quale la forza “sottile” prende forma corporea. Ma ciò richiede l’energia fornita dalle persone che sono presenti.


      (1) Prima v’è stata la divisione in “due mondi”, quello dei vivi e quello dei morti. Poi è venuta la divisione in “tre mondi”, dei vivi, dei morti e degli “dèi” o “spiriti” superiori, non derivanti né da frammenti “sottili”, sopravviventi, di uomini e né da forze della natura “personificate” – spesse volte gli “dèi” del paganesimo e, soprattutto, del cosiddetto “animismo” non son che questo – quanto, invece, forme realmente facenti riferimento a creature spirituali.








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  6. Direi di sì, direi proprio di sì: siamo al limite della “pressione” possibile, solo che ben pochi vedono ‘ste cose: che cecità gli uomini e che stupidità, soprattutto i sedicenti “tradizionalisti”, gente che vive nei propri desiderata e della proprie proiezioni: come se nelle condizioni di oggi fosse possibile “tornare” a …! qualsiasi cosa! Ma non si può “tornare” a nulla, poiché i ponti son stati rotti e, quando venivano rotti, si sentivano solo: clap clap clap … Si dirà senz’altro: “ma che cattivo ‘costui’ (dove “costui” è chi scrive ora …)”, “che crede di sapere tutto!”. Perché, se uno dicesse una cosa che non vi piace, lo ascoltereste! Suvvia! Non lo fareste mai: avete già deciso – come tutti eh – si decide sempre prima, e poi si cercano le “ragioni” a sostegno della già fatta decisione. Solo che la “decisione” potrebbe anche darsi sia errata … ecco tutto … “Aspett’aspetta! Fammi decidere! (‘poi te ne dico “il perché”’ ah ah …’)” … E la “decisione” sarà – sempre, immancabilmente – la più ottusa possibile: se tu vai da uno e gli dici: “Ok, va benissimo, continua così”, avrai senz’altro il successo assicurato. Poi si andrà però a ficcarsi dentro un pasticcio: il problema sorge solo se vuoi salvare quel qualcuno ma, se vuoi perderlo, la via, come si vede, rimane aperta e chiara, sguarnita direi: l’essere umano vede sempre i suoi desiderata e la loro soddisfazione sotto rosse apparenze, difficile gli passi per lo capite che proprio i suoi desideri sono **il** problema, difficile. Ora, cosa fa il diavolo? Cosa dice? “Ok, va benissimo, continua così”, dice … altro che “Dunwich Horror”!! Ridicolo, semplicemente ridicolo, è credere che “il diavolo” si qualifichi come tale, che dia delle sgradevoli apparenze, peggio, delle apparenze d’orrore, di certo dà errore ma non necessariamente orrore … Si maschera sempre d’angelo di luce, che razza di diabolico mai sarebbe sennò?? Domanda retorica … L’essere umano, in poche parole, **non ha possibilità di vincere i suoi condizionamenti**, questo è quanto. Per questa ragione qui è, quindi, facilmente manipolabile.
    Tornando a noi, dunque: se la pressione ha raggiunto l’intollerabile “then” (ovvero: “ergo”) **deve** poter esserci uno sfogo ad – o per – essa, cioè per la forza che preme. …

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    1. “Il diavolo non è cattivo come lo si dipinge. E questa non è l’ultima delle sue seduzioni”, parafrasi di una frase di Holmes, tratta da: E. Fortunia, La Valle del Pavone Blu (“Sherlock Magazine” n°15)

      [In altre parole, questo dimesso aspetto induce ad abbassare le difese. Cosa che non accadrebbe se vi fosse un aspetto negativo o laido … E qui sta la trappola …]

      Da cf.
      http://associazione-federicoii.blogspot.com/2021/03/tutto-sommato-2009.html





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    2. Lo stesso Guénon parlava – in relazione ai “condensatori” d’influenze (“erranti” cosiddette) – di un’analogia fra l’elettromagnetismo e le forze “sottili”, ma – va ribadito e non sarà **mai** ripetuto a sufficienza – trattasi d’analogia e **non** di equivalenza = i due insiemi di “forze” appartengono a due livelli ben diversi, ma conservano un’analogia di “funzionamento”, e cioè a riguardo del loro “modus operandi”, **non** della loro **natura** …
      **Se** così è, dunque (“ergo”) vi è possibilità di usare – nel senso d’un “misto” fra “scienza” e “magia” (che certe pubblicità ci perdonino … ah ah) – l’elettromagnetismo in funzione di “altro”, ma un tal “altro” **non è** affatto l’elettromagnetismo …



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  7. Grosso errore creder che le emanazioni di “pensiero” siano composte di onde elettromagnetiche: quel che accade, al contrario, è che – poiché l’ “emanatore” si trova in un corpo fisico – ecco che l’attività “sottile” del pensiero si manifesti, **nel corpo fisico**, “come” delle “onde elettromagnetiche”, ma ciò **non** autorizza, come invece eh visto fanno in tantissimi, a “dedurre” che il “pensiero” (cioè l’emanazione “sottile”) sia” composta da “onde elettromagnetiche”; di conseguenza, **non** si “concentrano” “onde elettromagnetiche” (per “ottenere” qualcosa), ma si concentra dell’attività “sottile”, la quale – conseguentemente – provoca delle modificazioni delle “onde elettromagnetiche”, le quali caratterizzano un qualsiasi corpo che sia vivente.
    Torniamo così alla relazione, che ci sta, fra l’elettromagnetismo e l’attività “sottile” ma – tale relazione –, di nuovo, **non** autorizza che se ne deduca che l’attività cosiddetta “di pensiero” sia composta di “elettromagnetismo” … Infatti, se l’attività “sottile” implica conseguenza nel campo dell’elettromagnetismo, non è altrettanto vero l’inverso …







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  8. Qui occorre fare un’altra osservazione, interessante. Che cos’è che ha significato, al netto – “al netto”, cioè: **togliendo** – gli aspetti più specificamente “storici”, ovvero caratteristici del periodo, e ****non** riportabili ad oggi meccanicamente** (il che significa: oggi **è diverso** e, dunque, non ci sarà proprio alcuna mera “ripetizione” di circostanze), che cos’è che ha significato la “vicenda Hitler” (dove anche qui – per favore – non usciamocene con le solite scemenze del paragonare qualche dittatore a Hitler, come s’è fatto con Saddàm Hussein: no, non ogni dittatore è “Hitler”, anzi Hitler è una caso **raro**, che raramente si vede nella storia)? Che cos’è che ha significato?
    Ha significato questo, precisamente: che le cose si erano fatte esplicite, quindi che un qualcosa – da “implicito” e “nascosto” – aveva preso una forma **pubblica**, la quale, pur continuando ad essere una forma **ingannevole**, nondimeno era **pubblica**, cioè ognuno poteva vedere “l’uomo che metteva paura all’intera Europa” (Alleau), ed aveva il consenso, all’interno, e all’esterno riceveva spesso ammirazione (non dimentichiamo **mai** questa decisiva circostanza …). Naturalmente – a parte pochi, ovvio – “laggente”, soprattutto i suoi **dirigenti**, aveva(no) gli occhi foderati di bistecche: ma questo è la norma nel “nostro” mondo, ed era senz’altro d’attendersi: “No Surprises” … Tant’è vero che uno dei pochi che “sapeva” (Churchill), durante il Processo di Norimberga, fece di tutto – riuscendoci – perché certi aspetti, cosiddetti “irrazionali”, non uscissero, e l’ “esplicitezza” **tornasse implicita** (l’ “implicitezza” di tali “fattori” **nella storia** – nella storia … – c’è, invece, *sempre* stata), naturalmente con il “consenso tacito” di **tutti** gli altri attori combattenti (degli Alleati come dell’Asse), nessuno escluso. Una siffatta “manifestazione dell’ ‘irrazionale’ (*cosiddetto*)”, manifestazione tanto **esplicita** – **appunto** – era del tutto insostenibile per le pubbliche opinioni, ed avrebbe impedito un ritorno alla “normalità” (se ne parla anche oggi, non è vero? …) come “si” voleva con forza (“… la pace ritornò/ ma il Re del Mondo/ ci tiene prigioniero il cuore”, dice un verso della canzone “Il Re del mondo” di F. Battiato …) fare “in quel” tempo.
    Bene siamo al punto: ecco cosa “deve” accadere – ma non è ancor accaduto –, e cioè che dall’implicito si passi all’esplicito, che vuol dire che in modo **manifesto** – ma sempre **ingannevole** (si ponga mente a questo punto!!) –, dove la manifestazione di un qualcosa (che, nella mentalità occidentale, viene definitiva “buona”, quando vuol solo dire che si manifesta in modo aperto e *visibile*) **non** implica la “verità” di quel che si sta manifestando. Qui è la radice della palese incomprensione di quasi tutti, che confondono i due piani: questi due piani si ricollegano fra loro, ma l’uno non è l’altro.


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    1. Chiaro che, naturalmente, perché un qualcosa del genere (il passaggio “dal nascosto al palese”, come scriveva – in una nota – Guénon ne “Il Regno”) si manifesti **apertamente** > (“implica”) che si siano verificati dei cambiamenti – anche “cosmici” (vera “clavis” del problema) – che, al momento, son solo **parzialmente** avvenuti (e d’essi trattasi, “en passant”, in “Maitreya e il New Age”) …
      E “chi ha orecchie per intendere, (vada) in tenda” …
      [“Il cosmo come tenda”, di Cosmas Indicopleùste]







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  9. Ma per avere l’ “attacco” Ufo cosiddetto – che è falso **non** perché sia falso in quanto attacco (come pensa Greer, che, però, almeno capisce cosa sia un “governo ombra” che **non è** il “deep state” di cui favoleggiano in tanti, in troppi) ma perché gli “Ufo” non son tali, il che è molto diverso … – occorre che siano avvenuti (tempo non casualmente: **passato**) dei cambiamenti cosmici (nell’ambito “sottile”, e dei quali si tratta nel fondamentale “Maitreya e il New Age”), cambiamenti cosmici che, sembra evidente, non ci sono ancora …





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