In relazione al vecchio
post sull’ “uomo straordinario” secondo Gurdjieff [1], vi è un interessante passo da Frammenti di Uspenskij, sempre nella nostra ottica che potremmo
chiamare, non casualmente, “frammentaria”, per così dire, e senza nessuna pretesa di sorta.
“Da qualche
conversazione fortuita con G. [= G. I. Gurdjieff] potei farmi un’idea di
com’era stata la sua vita. Egli aveva trascorso la sua infanzia alla frontiera
dell’Asia Minore, in condizioni d’esistenza strane, arcaiche, quasi bibliche.
Greggi d’innumerevoli pecore. Spostamenti da un luogo all’altro. Incontri con
gente straordinaria … La sua
immaginazione era stata colpita in particolar modo dagli Yezidi, gli
‘Adoratori del Diavolo’, che avevano attirato
la sua attenzione con i loro incomprensibili costumi e la loro strana
dipendenza da leggi sconosciute. Per
esempio, mi diceva di aver osservato, quando era bambino, che i ragazzi Yezidi
erano incapaci di uscire da un cerchio tracciato per terra attorno a loro. I
suoi primi anni erano trascorsi in un’atmosfera di fiaba, di leggende e di tradizioni. Attorno a lui il
‘miracoloso’ era stato un fatto reale. Predizioni sul futuro che egli aveva
intese ed alle quali tutti, attorno a lui, accordavano piena fiducia, si erano
realizzate e gli avevano aperto gli occhi su molte cose. L’insieme di tutte
quelle influenze aveva così creato in lui, fin dalla più tenera età, una
tendenza verso il miracoloso, l’incomprensibile e il magico. Mi disse che aveva
molto viaggiato in Oriente quando ancora era giovanissimo. Cosa vi fosse di vero nei suoi racconti non potei mai precisarlo.
[…] Gradatamente, mi disse, le sue assenze da casa e i suoi viaggi cominciarono
a seguire una direzione definita: andava alla ricerca della conoscenza e delle
persone che la possedevano. Dopo grandi difficoltà, scoprì infine la sorgente
di questa conoscenza, insieme a parecchi compagni partiti, come lui, alla
ricerca del ‘miracoloso’. In tutte le storie che egli raccontava di se stesso, vi erano molti elementi contraddittori e
poco credibili. Ma mi ero già reso conto che […] non poteva essere
applicato a lui nessun criterio di misura corrente. Con lui non si poteva esser sicuri di nulla [corsivi miei]. Poteva
dire oggi una cosa e domani un’altra completamente diversa, senza che si
potesse mai, in un certo senso, accusarlo
di contraddizione: bisognava comprendere
e scoprire il legame che univa il tutto.
Parlava raramente, e sempre in maniera elusiva, delle scuole e dei luoghi dove
aveva trovato la conoscenza che indubbiamente possedeva. Citava i monasteri
tibetani, il Chitral, il Monte Athos, le scuole Sufi in Persia [attuale Iran], a
Bukhara e nel Turkestan orientale [nell’attuale Xinjiang cinese]; citava ancora
i dervisci di vari ordini che aveva conosciuto, ma sen amai precisare molto” [2].
In seguito, questi
stessi luoghi non sono stati così “intoccati” come potevano esserlo in quei tempi nei
quali G. parlava …
Di seguito, Gurdjieff -
Monsieur G. - spiega ad Uspenskij come la conoscenza,essendo “materiali”, e cioè
limitata in un certo momento del
tempo, non può con utilità essere diffusa fra tutti; un po’ di conoscenza come
vediamo molto bene oggi, non solo non cambia la vita delle persone, anzi spesso
la rende più difficoltosa …
Poi: “Vi sono periodi
nella vita dell’umanità, che generalmente
coincidono con l’inizio del declino delle civiltà [e noi vi siam dentro da
un bel po’, non siamo certo nell’ “inizio”
di un tal periodo; nota mia], in cui le
masse perdono irrimediabilmente la ragione e si mettono a distruggere tutto ciò
che era stato creato in secoli e millenni di cultura. Tali periodi di demenza, che spesso coincidono con cataclismi
geologici, perturbazioni climatiche, ed altri fenomeni di carattere planetario,
liberano una grandissima quantità di
questa materia della conoscenza. Ciò
che, a sua volta, rende necessario un lavoro di ricupero, sena la quale essa
sarebbe perduta. Così, il lavoro
consistente nel raccogliere la materia sparsa della conoscenza, molto spesso coincide con il declino e la distruzione di culture e civiltà. Quest’aspetto della questione è
chiaro. Le masse non si preoccupano della conoscenza, non vogliono saperne, e i loro capi politici, nel proprio interesse, non lavorano che a rafforzarne l’avversione, la paura del nuovo e dell’ignoto. La schiavitù nella quale vive l’umanità è
basata su questa paura. E’ persino difficile
immaginarne tutto l’orrore. La gente non comprende il valore di ciò che perde. Ma
per capire la causa di questa schiavitù basta osservare come vivono le persone,
ciò che costituisce lo scopo della loro esistenza, l’oggetto dei loro desideri,
delle loro passioni e aspirazioni, a che pensano, di cosa parlano, cosa servono
e adorano. Guardate dove va a finire il denaro della società colta dei nostri
tempi, a parte la guerra, considerate ciò che impone i prezzi più alti, dove si
riversano le grandi folle” [3]. La Prima
Guerra Mondiale era iniziata da pochi anni, che cosa direbbe Monsieur G. del
mondo di Oggi?
E se così è - così è -,
tutte queste belle storielle di “riforma”
dell’umanità dove vanno a finire, o, per dir meglio, come possono soltanto iniziare
ad iniziare?
NOTE
[1] Cfr. il link http://associazione-federicoii.blogspot.it/2016/05/un-uomo-straordinario-secondo-gurdjieff.html.
[2] P. D. Ouspensky, Frammenti di un Insegnamento sconosciuto, Astrolabio Editore, Roma 1976, pp. 43-44, corsivi miei; si tratta di ben quarant’anni esatti fa. Ricordiamoci ben bene che queste conversazioni fissate su carta da Uspenskij, afferiscono all’epoca appena precedente alla Rivoluzione russa, che Uspenskij avversava, essendo del partito borghese, mentre sulla quale Mister G. aveva una posizione ben più sfumata, pur essendo stato anche alla corte zarista di Nicola II, dove sembra volesse contrastare l’influenza di Rasputin; e tuttavia, conobbe anche Stalin da giovane. In ogni caso, vantava molte conoscenze negli ambienti più diversi ed opposti, al punto da poter passare indenne nel Caucaso in fiamme di quei tempi nel lasciare la Russia.
[3] Ivi, p. 46, corsivi miei.
Inoltre: “L’umanità,
considerata come un tutto, non può mai sfuggire alla natura, poiché l’uomo
agisce in conformità agli scopi della natura, anche quando lotta contro di
essa. L’evoluzione di grandi masse umane è opposta alle finalità della natura,
mentre quella di una piccola percentuale può essere in accordo con tali finalità.
L’uomo contiene in se stesso la possibilità della propria evoluzione, ma l’evoluzione
dell’umanità nel suo insieme, cioè lo sviluppo di questa possibilità in tutti, gli
uomini o nella maggior parte di essi, o anche in un grande numero, non è
necessaria ai disegni della terra o del mondo planetario in generale: questo
anzi potrebbe esser pregiudizievole o persino fatale all’umanità. Vi sono di
conseguenza speciali forze, di
carattere planetario, che si oppongono all’evoluzione di grandi masse
umane e che le mantengono al livello
in cui devono restare. Per esempio, l’evoluzione dell’umanità oltre un certo
limite, o più esattamente oltre una certa percentuale, sarebbe fatale alla luna. Attualmente la luna si nutre della
vita organica […]. L’umanità è una parte della vita organica; questo significa
che l’umanità è un nutrimento per la
luna. Se tutti gli uomini diventassero troppo intelligenti, non vorrebbero più
essere mangiati dalla luna. Ma, allo stesso tempo, le possibilità di evoluzione
esistono e possono essere sviluppate in individui distinti, con l’aiuto di conoscenze e metodi appropriati. Tale
sviluppo può soltanto avvenire nell’interiore dell’uomo, in opposizione alle forze
e, si potrebbe dire, agli interessi del mondo planetario. […] le forze che si
oppongono all’evoluzione di grandi masse, si oppongono anche all’evoluzione del
singolo. Spetta a ciascuno di eluderle. E se un uomo può sottrarsi ad esse, l’umanità
non lo può. […] Ciò che è possibile per
il singolo è impossibile per le masse” (ivi,
pp. 66-67, corsivi in originale, grassetti miei). Quivi havvi, in nuce, il concetto d’ “élite”, ma cosa
- oggi - una cosciente “élite intellettuale”
- non certo economico-politica o d’altro
genere - possa (e direi debba) “fare”
lo si è detto “tra le righe” in qualche “Commento” altrove …
Una cosa che - apparentemente - non c’entra nulla (ma centra, invece).
In una Postfazione a dei vecchi
fumetti di vent’anni fa, circa, posti a tre a tre e ripubblicati recentemente,
in relazione a questo vecchio fumetto dove si
fumava liberamente, si legge: “Certi divieti sono forse esagerati, ma altri
non posso che condividerli: indipendentemente dal fatto che io abbia o meno
smesso di fumare, mi sembra davvero incivile farlo in un ristorante accanto a
chi non fuma, e mi pare incredibile
vedere, in certi vecchi film, sale cinematografiche, e altri luoghi pubblici,
tribunali compresi, in cui il fumo si può tagliare col coltello. Mi chiedo come questo potesse essere
permesso e mi sorprendo del fatto
che io stesso mi fossi seccato quando sono scattate le giuste proibizioni” (A. Castelli, “L’ENNESIMA SIGARETTA. I molti modi per (Non) smettere di fumare”,
in Martin
Mystère ZONA X. Nuoce gravemente alla salute, “Maxi Martin Mystère” n. 7, Sergio Bonelli
Editore, Annuale 2016, pp. 177-178, corsivi miei). Questo perché vi è un “clima”
dell’epoca, dove certe cose son tollerate in certe epoche, e in altre non più.
Tra l’altro, in uno scritto aggiunto all’originale, si parla della propaganda
fatta da Hearst che rese la canapa indiana la “marijuana” - o “marihuana”, come
si scriveva all’epoca - un qualcosa di proibito: prima la canapa indiana si
fumava e non era reato e questo fu ottenuto da Hearst non per la “salute”, ma, invece, perché la carta tratta dalla
canapa indiana era di maggiore qualità di quella estratta dagli alberi, pioppo
in testa, e Hearst era proprietario di vasti terreni adibiti alla
trasformazione della cellulosa di alberi in carta, cfr. ivi, p. 84 …!
Il punto è che ci si “sorprende”
sempre di ciò che era possibile in una certa
epoca … dopo quell’epoca stessa! Si
è comunque
legati al “clima” dell’epoca, piaccia o non. Tra l’altro, Gurdjieff fumava liberamente.
Sempre in un “album” contenente
tre vecchie storie, sempre ZONA X,
insomma,ma dell’anno 2014, vi è una storia appena posteriore alla Prima Guerra del Golfo, e che s’ispira
alle frasi dell’ Apocalisse di
Giovanni sulla Grande Prostituta “di Babylonia” interpretata, ovviamente,
letteralmente.
Bene, la “Babylonia” eluse di avvenire, anche quella volta, e si sa di ambienti della “destra religiosa”
americana e dei “neocon” che s’ispirarono a quell’evento per la Seconda Guerra del Golfo (2003, con
conseguenze fino ai nostri giorni).
Senza che “si” decida,
il gioco continuerà “sine die”, per
la presenza delle “dette forze” dei passi di qui su …
Se ci si pensa, su
queste cose, seriamente,non si può ce
rendersi conto che: La pazienza di Giobbe è sciocchezza
rispetto alla pazienze che ci vuole per
queste cose qui …
Sempre in quest’ “album”
del 2014, nell’Introduzione all’album stesso (p. 4) si parla dell’epoca di circa
vent’anni fa, quando on c’erano telefonini ed Internet era cosa per pochi, ecc.
ecc., insomma il solito carnet di
affermazioni. Risulta difficile, se non impossibile, per tantissimi comprendere
come proprio l’ assenza di queste
tecnologie rendesse la società più “consistente”, mentre sono state diffuse allo scopo di “migliorare” la società
stessa, mentre, al contrario, hanno avuto com’effetto di “polverizzarla”, in
questo confermando quanto scritto illo
tempore da R. Guénon ne Il Regno della Quantità. Guénon,
tuttavia, vi aggiungeva una quisquilia di nessun
valore: che tale “polverizzazione” che segue all’epoca della “solidificazione”
- che noi neanche più siamo in grado d’immaginare, quando persino le guerre
erano più “solide” di oggi, dove tutto è “liquido” (per dirla con il famoso
sociologo Sygmunt Bauman - il quale, comunque, conserva il “ricordo” e il “desiderio”
della “solidità” - impossibile) -, che
tale “polverizzazione” sarebbe stata insufficiente. Ci voleva “dall’ altro” per poter giungere alla vera dissolutio verso cui si sta, infine, andando …
RispondiEliminaInteressante che si parli di Gurdjieff in A. ZNAMENSKI, “Shambhala Rossa. Magia, profezia e geopolitica nel cuore dell’Asia”, Edizioni Settimo Sigillo, Roma 2015, p. 94.
Si tratta della “forza (**sottile**) di Shamballah” - oggi noi siamo sotto scacco della “forza (**sottile**) delle Sette torri”, di qui l’aria “strana” che impera in Europicina - quest’ultima (la “forza (**sottile**) delle Sette torri”) è solo negativa, la prima, invece, si caratterizza per i suoi due volti. Vi è stato abuso da parte bolscevica della “forza (**sottile**) di Shamballah”. come pure vi è stato un analogo, e forse più noto, abuso da parte nazista (cfr. C. HALE, “La Crociata di Himmler. La spedizione nazista in Tibet nel 1938”, Garzanti, Milano 2006).
Ma esiste ‘sta forza? ? A quando parrebbe, sì … .
Poi Znamenski tenta di difendere il Buddhismo tibetano e certi abusi cui ha dato luogo, **non solo** in senso “nazista”, ma, pure, “bolscevico”, come s’è visto, anche se cita il sito di ‘Victor’ e ‘Victoria’ “Trimondi” (evidenti pseudonimi), un sito molto interessante (tra l’altro, nel loro (di Victor et Victoria Trimondi) sito havvi anche un interessante link con un’intervista fatta proprio a Znamenski, cfr. http://www.trimondi.de/EN/Znamenski-Interview-II.htm).
Nonostante queste sue (di Znamenski) difese (e la critica dell’invece interessantissimo libro di D. LOPEZ, “Prigionieri di Shangri-la. Il Buddhismo tibetano e l’Occidente”, Ubaldini. Roma 1999 - libro, in realtà, piuttosto interessante -, anche se, poi, ha scritto lui stesso (Znamenski) un articolo “critico” sul tema, cfr. http://www.trimondi.de/EN/New_Opium.htm), pure vi è un passo che merita di esser citato: “La letteratura contemporanea sul buddhismo tibetano che si è conformato alle idee occidentali dei diritti umani e della pace universale non menziona questi fatti delle vite passate di quegli esseri terribili, cosa che è perfettamente giusta: la gente che non vuole rimanere bloccata nel tunnel del Medioevo [sic!!], in genere cambia la propria religione e va avanti. […] Il culto degli irati ‘dharmapala’ [corsivo in originale] era ed è tuttora molto popolare nel mondo buddhista tibetano. La gente comune ritiene che le preghiere per le divinità tremende siano più efficaci di quelle rivolte agli dèi benevoli che sono comunque buoni [cfr. R. GUÉNON, “Il Regno della Quantità”, cap. sullo “Sciamanesimo”; nota mia]. Nel passato per compiacere gli orecchi di Palden Lhamo, Mahakala, Begtse ed altre divinità irate, i lama suonavano trombe realizzate con i femori umani o di tigre, ed egualmente gradevoli a quelle divinità a quelle divinità erano i suoni prodotti da tamburi ottenuti tirando pelle umana sopra due crani umani” (A. ZNAMENSKI, “Shambhala Rossa. Magia, profezia e geopolitica nel cuore dell’Asia”, cit., pp. 44-45).
RispondiEliminaAncora questo è particolarmente importante: “La gente poteva sollecitare l’aiuto di questi dèi mediante varie offerte fra cui quella più efficace, almeno in passato, era il sangue, possibilmente umano. Il sangue migliore era quello preso da un cadavere o estratto da persone con una malattia contagiosa, per esempio la lebbra, ma anche il sangue mestruale di vedove o prostitute era considerato molto efficace. Un altro tipo di sangue buono era quello proveniente dalla lama di una spada o da un giovane di buona salute ucciso in battaglia [qui in nota, Znamenski cita l’opera classica di Nebesky-Wojkowitz; neanche lo stesso Znamenski ha potuto evitare si ritrovare, nel Buddhismo tibetano, un’attrazione verso il “morboso”, come lo chiama lui; nota mia]. Il testo di una preghiera sacrificale del 1903 [poco più di cent’anni fa, non tantissimo; nota mia] rivolta a Gengis Khan (che era stato trasformato in una divinità protettiva) per tener lontano i nemici della fede, ladri e persone disoneste, recitava: ‘Mescolare quanto segue al brandy, in parti uguali: sangue di un uomo ucciso, truciolo di una sbarra di ferro con cui è stato ucciso un uomo ed offrire tutto questo con farina, burro, latte e tè nero. Quando viene offerto questo tipo di sacrificio, senz’alcuna omissione, allora una persona sarà sicuramente in grado di controllare ogni cosa, che siano atti di guerra, nemici, rapinatori, briganti, le maledizioni di odiati nemici, o qualsiasi avversità” (ZNAMENSKI, cit., ivi, p. 45).
Qui ci si chiede di Ariel Toaff e “l’accusa del sangue”, di Ginzburg e la “stregoneria”? Che cos’era cambiato alla fine del Medioevo e all’inizio dell’epoca moderna?
RispondiElimina“Il grande mito politico [del “Leviatano” di Hobbes, ripreso da C. Schmitt] interpretato come costruzione dello Stato totalitario al quale lo stesso Schmitt ha contribuito, si trasforma in qualcosa di diverso. […] Un’ombra scende sull’opera di Hobbes e di Schmitt, che potrebbero aver insegnato invano. Il giurista [Schmitt] percepisce qualcosa di oscuro nel passaggio dal Medio Evo all’età moderna, René Guénon vi ha visto una misteriosa ‘volontà direttrice’ ostile alla cultura (cattolica) nella quale Schmitt è cresciuto. Si potrebbe pensare alla volontà illuminista, alla congiura delle società pre-giacobine che hanno preparato la rivoluzione francese. Sarebbe un’interpretazione nota e consolante per il filosofo politico, che ha esaltato tutta la cultura controrivoluzionaria, da De Maistre a Donoso Cortés che invoca apertamente la dittatura contro la degenerata società liberale. ma vi è qualcosa di più, qualcosa di diverso e preoccupante che si riferisca a Guénon, che studia e discute d’iniziazione e contro-iniziazione, che ha cominciato come massone, ma che ha presto scoperto i limiti della massoneria, che segnala l’ambiguo rapporto tra i buoni e i cattivi maghi della tradizione dell’Agarthi [e/o Shambhala]. E Schmitt è colto dal dubbio che anche nel nazismo aleggi uno spirito diverso da quello che egli ha apprezzato, condiviso, rafforzato, volto alla creazione dello Stato totale” (G. GALLI, “Hitler e il nazismo magico”, BUR RCS Libri, Milano 1994, p. 186).
RispondiEliminaIl libro [di Znamenski] è ricco di rare fotografie. Una didascalia di una d’esse così recita: “L’ottavo Bogdo-gegen [è questo https://it.wikipedia.org/wiki/Bogd_Khan, e la foto che il libro presenta è quella del link della pagina Wikipedia appena citata: https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/2/26/Sharav_bogd_khan.jpg, solo in bianco in nero], leader dei buddhisti mongolo-tibetani e capo dello stato mongolo dal 1911 al 1924, Sebbene fosse considerato una reincarnazione di Taranatha, il grande studioso tibetano, era un forte bevitore e un notorio grande amante delle donne, fatto che sembra non essere in sintonia con la sua vita passata” (A. ZNAMENSKI, “Shambhala Rossa. Magia, profezia e geopolitica nel cuore dell’Asia”, cit. p. 163). Su quest’ultimo punto, cfr. passo di A. DAVID-NÉEL, “Mistici e maghi del Tibet”, Astrolabio Editore, Roma 1965, p. 97, dove si dice che “t’ülku” può perfettamente **non** essere affatto “spirituale” e che spesso il “lignaggio” si perde nel corso del tempo. In realtà, i cosiddetti “Buddha viventi” **non sono** un fenomeno di “reincarnazione”, come si pensa comunemente, ma “metempsicosi”. Infatti, parlando della “trasmigrazione”, in nota, Schuon così - giustamente peraltro - precisava: “Da non confondere [la “trasmigrazione”] con la metempsicosi, dove elementi psichici in teoria perituri di un morto s’inseriscono nell’anima di uno vivo, cosa che dà l’illusione di una ‘reincarnazione’. Il fenomeno è benefico o malefico, a seconda che si tratti di uno psichismo buono o cattivo; d’un santo o di un peccatore” (F. SCHUON, “Sulle tracce della religione perenne”, Edizioni Mediterranee, Roma 1982, p. 96). Dunque **non** si tratta dell’ “essere tutto intero” (per dirla col Guénon di “Erreure spirite”), ma di **elementi psichici** che passano **in un altro essere**, il che spiega benissimo la tendenza di tali “elementi” a degenerare nel tempo. Dunque **non è** che “ritorni” uno “stesso essere”, ma delle influenze passano di essere in essere. Che, poi, ci siano delle “memorie” che “passino” non dice proprio **nulla** contro quest’idea, in quanto parti dello psichismo che “passa” possono perfettamente contenere parti della memoria dell’essere che “metempsichizza”, per di così.
RispondiEliminaInteressante che “t’ül-ku” s compone della prima sillaba uguale a “t’ül-pa”, che è l’essere composto “magicamente”, le “materializzazioni” (cfr. A. DAVID-NÉEL, “Mistici e maghi del Tibet”, cit., p. 234). E questo son gli “alleati” della tradizione “magistica” del “don Juan” di C. Castaneda, cfr. http://wanderling.tripod.com/ally.html.
RispondiEliminaLa Lhasa dell’epoca, cfr. http://associazione-federicoii.blogspot.it/2015/04/due-immagini-da-l-austine-waddell-lhasa.html.
RispondiEliminaCette nuit infinie qui ne se transforme jamais en plein lumière du jour, https://www.youtube.com/watch?v=ZbitIVNOyN4.
Peut-elle durere sans fin … Oui … We ….
RispondiEliminaSu A. Toaff, cfr. F. CARDINI, ‘Il “caso” Ariel Toaff. Una riconsiderazione’, Medusa edizioni, Milano 2007.
RispondiEliminaUn errore di Znamenski è di affermare che i bolscevichi volevano la rivoluzione sin dall’inizio. Volevano la rivoluzione ed erano anche per la “violenza proletaria”, nessun dubbio al riguardo, ma non erano favorevoli al “coup” dell’un tempo “glorioso Ottobre rosso” ed oggi svalutatissimo poiché oggi nessuno vuol fare “coup d’état” ma tutti vanno secondo la “democratizzazione” (= inerzia totale perché in realtà nulla si può cambiare), in quanto il Partito bolscevico si atteneva rigorosamente all’idea marxiana che si dovesse passare per una fase borghese democratica. Fu il solo Lenin a pensarla diversamente, e lungo il tragitto del “treno piombato”, tra l’altro. Questa è una cosa storicamente molto poco chiara, ma qualche lume lo si trova in vecchi libri, cfr. A. ROSENBERG, “Storia del bolscevismo”, Sansoni editore, Firenze 1969 (che pone il cambiamento subito dopo esser Lenin giunto in Russia), e M. PEARSON, “The Sealed Train” (cfr. http://cdn.preterhuman.net/texts/religion.occult.new_age/occult.conspiracy.and.related/Pearson%20-%20The%20Sealed%20Train%20(Lenin's%20secret%20journey%20from%20Switzerland%20to%20Russia)%20(1975).pdf), che lo pone *sul* treno piombato.
Vi fu, nel 1988 - esattamente l’anno prima che il sistema comunista crollasse - “Il treno di Lenin”, un film interessante (cfr. https://it.wikipedia.org/wiki/Il_treno_di_Lenin), che apertamente chiarisce il ruolo di “Parvus” (cfr. https://en.wikipedia.org/wiki/Alexander_Parvus). In ogni caso, Lenin cambiò idea ed affermò e andò in Russia con l’idea di far ciò che aveva detto si sarebbe dovuto fare solo in futuro.
RispondiEliminaGiusta l’osservazione, invece, di Znamenski sulla **necessità** del bolscevismo di tentare di usare “la forza di Shambhala”, perché la rivoluzione aveva azzerato le borghesie e la nobiltà, e spostato l’asse verso l’Asia, dopo le sconfitte in Europa, e dunque i bolscevichi **dovevano** cattivarsi le grandi masse rurali e pastorali dell’Asia profonda. Di conseguenza, dovevano poter usare anche i miti dell’Asia centrale - compreso quello di Shambhala - cercando di far sì che non fosse a sua volta usato dalle forti sempre forti, pulsioni “nazionali” asiatiche. Queste ultime rimangono fortissime ancor oggi, che l’Asia è **prondamente** nazionalistica, in questo la differenza con l’Occidente, a parte l’America, che è stato inzuppato e dissolto dalla post modernità, è grande, fortissimo ed è evidente, più che evidente.
Ho finito di leggere il libro di A. David-Neel "Mistici e maghi del Tibet" giusto quattro giorni fa, anch'io avevo notato la somiglianza delle parole "tulku" e "tulpa".
RispondiEliminaQuindi devono esserci stati contatti tra i bolscevichi e i "rappresentanti" delle forze sottili di "Shamballah", al pari di come ce ne furono, più notoriamente come da te segnalato, tra i nazisti e queste stesse forze.
Anche per i russi si tratterebbe di contatti con i tibetani o comunque con forme di sciamanesimo dell'Asia Centrale (anche se poi si vede come le "sette torri" siano tutte interconnesse, se ne tratta chiaramente ne "La valle del pavone blu")?
Tutto ciò è interessante perché non è così facile sapere quale "cerchio interno" dei bolscevichi abbia avuto questi contatti, a differenza appunto dai nazisti; forse per la veste di "materialismo" a cui generalmente si associa la dottrina marxista. Vero è che non ho approfondito molto in merito.
Una cosa che mi ha colpito delle descrizioni che Alexandra David-Neel fa in "Mistici e maghi del Tibet" è che ne se ricava un quadro in cui, in quel periodo, coabitavano tranquillamente e spesso a poca distanza gli uni dagli altri, sia persone che seguivano un percorso di consapevolezza, esclusivamente spirituale senza perdere tempo approfondendo aspetti del mondo sottile, sia maghi neri e vari stregoni a cui della conoscenza non importava nulla.
RispondiEliminaSembrava che ci fosse una specie di equilibrio precario che in apparenza era mantenuto, ma si poteva pure immaginare come "dietro le quinte" invece fosse in atto una vera e propria guerra. Non so perché, ma questa apparente "normalità" della coesistenza dei due tipi di persone (e di intenti) mi ha fatto riflettere.
‘Anche per i russi si tratterebbe di contatti con i tibetani o comunque con forme di sciamanesimo dell’Asia Centrale (anche se poi si vede come le “sette torri” siano tutte interconnesse, se ne tratta chiaramente ne “La valle del pavone blu”)?’ Yes of course (de corsa) …
RispondiElimina‘Una cosa che mi ha colpito delle descrizioni che Alexandra David-Neel fa in “Mistici e maghi del Tibet” è che ne se ricava un quadro in cui, in quel periodo, coabitavano tranquillamente e spesso a poca distanza gli uni dagli altri, sia persone che seguivano un percorso di consapevolezza, esclusivamente spirituale senza perdere tempo approfondendo aspetti del mondo sottile, sia maghi neri e vari stregoni a cui della conoscenza non importava nulla.
RispondiEliminaSembrava che ci fosse una specie di equilibrio precario che in apparenza era mantenuto, ma si poteva pure immaginare come “dietro le quinte” invece fosse in atto una vera e propria guerra. Non so perché, ma questa apparente “normalità” della coesistenza dei due tipi di persone (e di intenti) mi ha fatto riflettere.’
Beh perché significa che il “precario equilibrio” si è rotto, e **per mezzo della mdoernità** si è rotto, il che ci aprirebbe a considerazioni che i vari “tradizionalisti” dementi ci fucilerebbero. Basti però dir che le cose **non** son come appaiono, e questo tante volte, come pure per i bolscevichi … dei e nei vichi …
Ma senza vicari ...
Si tratta della “storica frattura interna” fra il cammino “metaphysico” e quello che sviluppa le forze “sottili”. Si tratta di quella divisione interna cui Guénon ha dato alcuni nomi e della quale ha così spesos trattato, in contesti differenti. Come per esempio, “Grandi” e “Piccoli” Mysteri.
RispondiEliminaAttenzione! Diversamente dall’incomprensione di Guénon, che ha tenuto banco (l’incomprensione) per tanti anni!, **non è** che il cammino “metaphysico” non passi per la zona sottile, ovvero quelal dei Piccoli Mysteri; ma, invece, vi passa senza sviluppare appieno la conoscenza e le capacità d’influenza nel/del mondo sottile. Vi è, al contrario, il pieno sviluppo delle possibilità “sottili”, con il rischio - grosso, e che si è tanto spesso realizzato nella storia - d’impantanarcisi. Il che, ancor più, ci fa comprendere come la divisione fra iniziazione e contro-iniziazione sia interna all’àmbito dei Piccoli Mysteri - cosa che Guénon puntualizzò, senza che, però, a quanto apre, sia stato capito, per cui si vede spesso che i sue àmbiti “mysterici” sian cosniderati come due cammini differenti: in realtà, lo diventano solo ad un certo punto, e da un certo punto in poi, per quanto quella temporale sia, comunque, una metafora.
In una parola, la contro-iniziazione non è altro che una “discesa agli Inferi” senza la parallela risalita - ah, senza “descensus ad Inferos” non vi è “trasmutatio”, cosa che dovrebbe ben esser tenuto a mente in relazione al mondo contemporaneo...
RispondiEliminaNell’ultimo numero di “Archeo Misteri Magazine” vi è un articolo sull’ “Apocalisse”, dal titolo interessante: N. BIZZI, **L’Apocalisse. Il futuro del nostro passato**, in “Archeo Misteri Magazine”, agosto, n.22 Anno 2016, pp. 28-35. Il sottotitolo - come in uso su giornali e riviste - recita: “Terremoti, eruzioni vulcaniche e caduta di meteoriti in vertiginoso aumento, fenomeni meteorologici sempre più estremi e distruttivi e collasso della magnetosfera: siamo sull’orlo della fine?” (ivi, pp. 28-29, il sottotitolo estendendosi su due pagine).
Ovviamente - manco a dirlo - e ********SENZA PROPRIO NEGARE I CRESCENTI DISASTRI, CHE CI SON DAVVERO********, siamo, però, nei soliti articoli della “fine”, sempre evocata da centinaia d’anni e danni innumerevoli, e, tuttavia, mai veniente, mai. Prima di venire al punto, va detto, di nuovo, che non è che le informazioni siano del tutto sbagliate, per esempio il discorso di Obama al MEETING FEMA del maggio scorso (sempre 2016) sono vere (cfr. https://www.dollarvigilante.com/blog/2016/06/05/now-obama-warns-americans-prepared-disaster-know.html; il sito ufficiale è: https://www.whitehouse.gov/the-press-office/2016/05/31/remarks-president-hurricane-preparedness-fema-national-response; anche: http://www.activistpost.com/2016/06/barack-obama-warns-americans-to-be-prepared-for-a-disaster.html).
Altre son **false**, come quelle relative al “collasso temporaneo” del “Campo magnetico terrestre” del 23 aprile, sempre 2016 (cfr. a tal proposito, http://earthsky.org/earth/did-earths-magnetic-field-collapse-for-2-hours-on-april-23). Non è necessario conoscere la “scienza rinascimentale” - di cui s’è detto brevemente in Commenti ad altro post - ma semplicemente un po’ quella moderna, solo un po’, per rendersi conto che un simile “collasso” avrebbe avuto conseguenze ben peggiori di quanto avvenuto … Certo è **verissimo** che, dal I sec. d. C., il campo magnetico terrestre si stia indebolendo, ma questo non significa si sia vicini al collasso, salvo che un evento improvviso non lo inneschi.
Da questo genere di discorsi, si fa sempre risultare l’idea di chiudersi in casa e prepararsi al peggio, e cose simili, che non hanno mai funzionato.
Il punto è sempre lo stesso: **che cos’è l’ “Apocalisse”** - come dice qualcuno (credo Incànus), da qualche parte - l’ “Apocalisse” (“la poca lisse”, sempre molto poca …) **non è** i “disastri”, che ci sono, che **crescono**, ma non sono il punto. Né si tratta di seguire il “disinnesco” religioso del “pericolo Apocalisse”, la “minimizzazione”, a sua volta nata dall’inevitabile “politicizzazione” del tema, dalla fine del Medioevo e poi esplosa con l’epoca della Riforma, per poi ogni tanto risalire quando ci so grossi problemi politici.
Il punto è qui.
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RispondiEliminaSempre nell’articolo su citato (N. BIZZI, **L’Apocalisse. Il futuro del nostro passato**, in “Archeo Misteri Magazine”, cit., p. 30), si parla delle due crisi di 10.800 anni **circa**, ed a.C. e di 9.600 anni **circa** - sempre **a.C.**, dunque **OCCORRE AGGIUNGERVI CIRCA 2000 ANNI PER FAR CORRISPONDERE QUESTA DATA CON IL COMPUTO ATTUALE**, NON DIMENTICHIAMOLO - si parla sia della glaciazione di del 10.800 circa a.C. che di quella di 9.600 anni a.C. **circa**, il cosiddetto “Dryas recente” (cfr.
https://it.wikipedia.org/wiki/Dryas_recente e
https://it.wikipedia.org/wiki/Impatto_cosmico_del_Dryas_recente).
Inoltre si cita Edward SPENCER, “Younger Dryas Comet” (cfr. https://www.scribd.com/doc/299285321/Younger-Dryas-Comet), dove, in quest’ultimo scritto, si parla dei frammenti di cometa che potrebbero ritornare, quei frammenti ricordati dai Maya.
(Anche lo stesso scritto su scribd ma in formato .pdf ed immediatamente scaricabile al link:
https://onecellonelightradio.files.wordpress.com/2016/02/younger-dryas-theory-spencer.pdf).
Quest’ultimo evento - che però sarebbe dovuto ad un asteroide di non grosse dimensioni (“oggetto Apollo”) e non a frammenti di cometa, come sostiene Spencer (ma le due cose potrebbero esser meno in contraddizione di quel che possa sembrare, potrebbero esser infatti frammenti di comete, secondo una vecchia teoria: http://download.kataweb.it/mediaweb/pdf/espresso/scienze/1979_129_2.pdf) - avrebbe, secondo F. Barbiero, portato alla fine la civiltà atlantidea, civiltà, quest’ultima, che comunque è rimasta il “modello” delle civiltà successive. Un “excursus”: che si ritrovino pochissimi reperti di quell’epoca è sia dovuto al tempo assai remoto, rispetto ad oggi, sia ad un altro fatto: che, essendo emersa parte della cosiddetta “piattaforma continentale” (cfr. https://it.wikipedia.org/wiki/Piattaforma_continentale), si trovano attualmente in gran parte sommersi. Ora sott’acqua, le ricerche son ben più difficili, senza contare la massa di sedimenti che potrebbe aver coperto tali reperti.
Ma torniamo a noi, dopo l’excursus. I tempi corrispondo, il “Dryas recente” corrisponde più o meno alla data della fine dell’ “Atlantis” (9600 più 2000 = 11.600) secondo Barbiero: circa 11.500 anni fa. Si pone, tuttavia, un quesito, molto importante. Chiaro che qui si faccia riferimento al ciclo della precessione degli equinozi, del quale il semiperiodo è, “esattamente”, di 12.960 anni, il “Grande Anno” degli antichi, come puntualizzò Guénon. Ad ogni termine del “Grande Anno” vi sarebbe una cosiddetta “catastrofe”, vuoi per acqua - il Diluvio, ovvero l’evento “Dryas recente” che terminò esattamente, si sa, con un enorme scioglimento improvviso dei ghiacci che inondò la Terra - oppure con un evento “di fuoco” (l’ “ekpyrosis” degli Stoici), in forma d’eruzione o d’altro typo, il tipo d’evento eruttivo che, secondo i Maya, dovrebbe por termine a questa presente età. Presente ciclo … Ma, poiché la caduta di Atlantide sarebbe avvenuta **non** all’inizio del presente “Grande Anno” ma nel suo corso (non l’evento del 10.800 a,C. circa, ma quello del 9.600 - “circa” sempre -), se ne deve dedurre che la civiltà atlantidea sia ***interna*** al nostro presente “Grande Ciclo”!!
Il che spiegherebbe, tra l’altro, l’esser - quella civiltà - sostanzialmente un **modello** per quelle successive.
Ora però, noi non stiamo assistendo ad un cambiamento, per quanto grosso, **all’interno** del presente “Ciclo umano” ma, invece, alla **fine** di quest’ultimo Ciclo umano.
Se ne deve dedurre che il paragone con l’Atlantide, per quanto possibile in termini di similarità di “guai” e di devastazioni ambientali - ma pure qui con una differenza: sebbene il livello delle acque si stia accrescendo, sembrerebbe il nostro essere un’ “ekpyrosis”, non ancora sviluppatasi, e non un “diluvio” - **non lo è** in termini di significato.
Dunque un parallelo troppo stretto è fuorviante. Vi è solo un parallelo di forma, pure qui con grosse differenze, ma **non** di significato.
Il grosso errore sta nel credere alla “fine-come-descritta-da-registi-e-romanzieri” e, dunque, credere che vi sia il “nostro” esercito e il “loro” esercito, forse quello del male più forte, ma il “nostro” esercito rimane bello grosso … Han troppo preso sul serio “Il Signore degli Anelli”, come dico: NON VI È **ALCUN** “NOSTRO” ESERCITO, questo è il punto.
RispondiEliminaQuel che Sri Aurobindo suggeriva - che la “mente superiore” potesse controllare la “mente istintiva” (“Riuscirà l’umanità a sopravvivere alla catastrofe incombente? Quello che verrà potrà essere un mondo migliore, se non ci autodistruggeremo prima. Nella misura in cui i problemi da affrontare sono creati da noi, hanno la loro origine nella mente umana e possono essere risolti da essa, ma un problema non può trovare soluzione allo stesso livello in cui ha avuto origine: lo sfruttamento indiscriminato delle risorse non rinnovabili e delle popolazioni meno sviluppate, la corsa cieca verso il potere e la ricchezza, l’abuso della tecnologia e il problema dello smaltimento dei rifiuti, il consumismo dilagante, l’avidità ... tutta la gamma dei desideri egoistici e delle sciocchezze generati dall’egocentrismo dell’uomo. Se vogliamo alleviare ed eliminare questi disagi, la scienza e la tecnologia non sono sufficienti. E’ necessario qualcosa di più, qualcosa che provenga da un livello di consapevolezza più profondo, che superi l’io e la sua ‘forma mentis’. Il problema vero è la mente inferiore; la risposta è la mente superiore: ossia un radicale mutamento di consapevolezza nella razza umana”, diceva Aurobindo.)
Le forze del male hanno **già** vinto, esse non sono meramente la “guerra”, come vuole la “vulgata” di oggi, ma sono alla radice di un modo di vivere **falso** nel *****profondo*****.
In ogni caso, l’umanità a sopravviver riuscirà, ci riuscirà ... in maniere insospettate, data la situazione venuta, ahinoi, a generarsi, e che ha preso questa negativissima forma per molti gravi motivi …
Non si può più passare per la vecchia ottica dell’evitare “l’autodistruzione” che, poi, “de facto”, ti pone sotto il ricatto dell’Avversario, che fa gambetto col cavallo, e pian piano ti fa a pezzi tutto il famoso “nostro” esercito, che più non esiste. Penosa la situazione del mondo “iniziatico”, anche per mezzo di tonnellate d’illusioni, come quella su von Ungern-Sternberg in Mongolia, illusioni che Znamenski, per fortuna, smaschera, ma quanti vi son caduti … anche lo stesso Guénon vi cadde, che è quanto dire, ovvero la persona meno incline all’immaginazione ed al cadere nelle illusioni che si conosca pubblicamente. Il bilancio del XX° sec. **è negativo**, per quanto il XX secolo abbia **ricevuto molto**, più del XIX e più dell’attuale XXI, eppur alla fine la mente superiore ha perso la partita: è un fatto. Come Skanderbeg ha vinto tante battaglie ma perso la guerra: sarebbe interessantissimo discuterne (“perché non basta condannare gli errori, ma occorre capire da che cosa si generano”, diceva Guénon)
Il tentativo post Seconda Guerra Mondiale di far sì che la mente inferiore fosse illuminata e **guidata** da quella superiore è fallito.
RispondiElimina“Si” vincerà comunque, “Si” riuscirà a sopravvivere, ma **per mezzo dei disastri e delle cosiddette “catastrofi”**, e NON EVITANDOLE, com’era l’illusione della “spiritualità”del XX secolo. Occorre passarci attraverso. Solo da questo vi sarà il cambiamento: lo stesso Aurobindo diceva che spesso le cose si realizzavano anche per mezzo di veri e propri disastri e fallimenti, che tutti fan capo alla difficoltà che ha la mente superiore nel porre ordine ed imporsi a quella inferiore e a quella istintiva: poi, con la massa di masse di oggi, la cosa è ormai fuori discussione.
Interessante una trasmissione di ieri, un documentario del 2009, se non erro, che parlava delle Olimpiadi del 1936, quelle dette di Hitler, e faceva vedere come lo style delle Olimpiadi dopo di allora fu quello pensato e concepito dal nazismo. Sempre come diceva Aurobindo, in apparenza la Germani ha perso ma in realtà la Germania nazista è alla radice del mondo contemporaneo. E, non fosse stato per Churchill e pochi altri in un momento cruciale, Hitler avrebbe vinto ****anche**** nel piano del dominio esteriore e non del condizionamento sottile delle menti istintive, ove ha di certo stravinto.
Questo la dice lunga su che razza di pianeta siamo. Per cui si vincerà sì, alla fine, ma dopo giganteschi disastri, nei quali siamo e che continueranno, per le cose che sappiamo: il sistema dovrà fallire del tutto **con una qualche modalità**, che (“guénonianamente”) si lascia “alla fantasia e al gusto” di ognuno di dipingersi.
NON IMPORTA LA MODALITÀ, insomma.
E dopodiché, si sa “chi” - on cero il “chi” dell’ “élite” di cui s’è quivi discusso - si “dovrà” manifestare, ma **di nuovo** - di nuovo e sempre -, non quel “chi” come-descritto-da-registi-e-romanzieri … Il “chi” reale, che **non** segue quello descritto-da-registi-e-romanzieri …
RispondiEliminaQuesto **NON** SIGNIFICA che qualunque cosa sia fatta per il bene si perda: nulla si perde. Significa solo che lo squilibrato equilibrio che mena alla “dissolutio” **non è stato alterato in alcun modo**, o - per dirla nel linguaggio di Aurobindo -: significa che LA MENTE SUPERIORE NON SI È IMPOSTA A QUELLA INFERIORE, di più: che LA MENTE SUPERIORE NON SI PUÒ PROPRIO IMPORRE CON LA CORRENTE ATTUALE.
L’epoca delle masse, infatti, è l’epoca dove la “mente istintiva vitale” è praticamente ingovernabile, ma non “in-sfruttabile” - anzi **sfruttata** da parte delle “forze del male”, per l’appunto.
Occorre aver chiarissimo che cos’è (“tì estì”) la dissoluzione: essa è quando **un sol processo avviene**, essendo *due processi* necessari per poter avere un organismo in vita. Come un’acqua che “spugni” la cosa finché la dissolve, il processo verso l’ “indefinito” (l’otto rovesciato) secondo “L’Alchimia” di E. ZOLLA, parte iniziale.
RispondiEliminaNon mi ripeterò a riguardo di quel che s’è detto altrove, cioè la mancanza **OGGI** (= DA QUALCHE DECENNIO) di “chi” (come Mère o Sri Auribindo) possa davvero intervenire in un processo, né il fatto che il “tergversare” continüi, purtroppo, imperterrito, qualche volta interrotto da fasi “critiche” ma relative.
Vi è, infatti, una “stubborn resistence” che non fa che peggirare, e molto, le cose, senza produrre alcunché di buono in ordine al cambio di corrente e di modifica dello “squilibrato equilibrio”, la cosa spugnata e decomposta dalle “acque corrosive”, non stiamo parlando d’altro, nonostante le belle e brutte chiacchiere a iosa dei nostri tempi, chiacchiere che nulla posson cambiare, “squilibrato equilibrio” che ci mena alla “dissolutio” (e “totalis”, **non** la “guerra”, che è epifenomeno del fenomeno reale).
La “legge dell’energia sottile” recita così: una volta che essa s’incorpori e giunga propinqua alla dimensione del corporeo, **IL RISULTATO È CERTO**, vale a dire ch’essa non può non prendere una forma corporea “aka” MANIFESTARSI “CORPOREALMENTE” IN QUALCHE MODO.
Se non si manifesterà in modo “buono”, “ergo” si manifesterà in modo detto “cattivo”, se non si manifesterà in modi costruttivi, “ergo” si manifesterà in modi negativi. In questi giorni, le cronache son piene della storia dei due fratelli, uno dei quali terrorista e l’altro atleta di arti marziali alle Olimpiadi di Rio de Janeiro. Ma È LA STESSA FORZA! ! La stessa violenza ed aggressività, nel primo caos, però, espressa in odo costruttivo e nell’altro non costruttivo.
Questo illustra molto bene gli effetti della “legge dell’energia sottile” …
Dunque finché si “tergiverserà”, finché ci sarà il fenomeno dello “scarico di tensione” su chiunque su chi passa, su Tizio Caio o Tal de’ Tali (sorta di “terrorismo sottile” …) NULLA potrà DAVVERO esser fatto. E la corrente rimarrà negativa …
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RispondiEliminaMiliardi di menti istintive focalizzate su pochi punti esercitano una “pressione psychica” non indifferente, il che spiega tante cose.
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RispondiEliminaIn ogni caso, siamo nella posizione di poter dire che “LA TRASFORMAZIONE E’ INIZIATA”, NEL PEGGIOR MODO E NELLE PEGGIORI CONDIZIONI, MA TANT’E’, QUESTA E’ LA SITUAZIONE REALE SUL CAMPO.
RispondiEliminaPERDERANNO SI’, MA SOLO **DOPO** LA TRASFORMAZIONE ...
ESAGRAMMA N°23 DELL’ “I-CHING” - SOLO QUANDO SI RAGGIUNGE LA LINEA “YANG”, L’UNICA TALE..., PUO’ INIZIARE IL CAMBIAMENTO DI CORRENTE, E COSI’ E’, E COSI’ SARA’ ...
RispondiEliminaIn una parola, “Colui/ciò” che “trattiene” - “‘‘o/tò’ katèchôn” - **NON ESISTE PIÙ**, e **NON** da ieri, da molto tempo, ormai …
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RispondiElimina"Ma, poiché la caduta di Atlantide sarebbe avvenuta **non** all’inizio del presente “Grande Anno” ma nel suo corso (non l’evento del 10.800 a,C. circa, ma quello del 9.600 - “circa” sempre -), se ne deve dedurre che la civiltà atlantidea sia ***interna*** al nostro presente “Grande Ciclo”!!"
RispondiEliminaOh, ecco aperto un lucchetto che mi serrava il cervello da tempo! Ragionando in termini della divisione in quattro Yuga del Manvantara infatti, se ne deduceva che la caduta di Atlantide fosse stata circa a metà dell'Età del Dwapara Yuga: come poteva rimanerne anche solo il ricordo viste tutte le "barriere" della storia che ci separano da un tempo così remoto? Il punto è che prendevo come riferimento il "ritmo" sbagliato. Incredibile, e anche affascinante, come un minimo spostamento della visuale renda il paesaggio diverso completamente.
"Siamo nella posizione di poter dire che 'LA TRASFORMAZIONE E’ INIZIATA'".
Cos'è che rende possibile dire ciò?
RispondiElimina**One**. ‘Oh, ecco aperto un lucchetto che mi serrava il cervello da tempo! Ragionando in termini della divisione in quattro “Yuga” del “Manvantara” infatti, se ne deduceva che la caduta di Atlantide fosse stata circa a metà dell’Età del “Dwapara Yuga”: come poteva rimanerne anche solo il ricordo viste tutte le “barriere” della storia che ci separano da un tempo così remoto? Il punto è che prendevo come riferimento il “ritmo” sbagliato. Incredibile, e anche affascinante, come un minimo spostamento della visuale renda il paesaggio diverso completamente’. Sì è così.
**Two**. ‘“Siamo nella posizione di poter dire che ‘LA TRASFORMAZIONE E’ INIZIATA’”. Cos’è che rende possibile dire ciò?’
Qui la questione è quella dei “limiti” (“’o/tò katèchôn”) che impedi/scono/vano a “certe” forze “avverse” di pienamente manifestarsi apertamente, a sua volta ricollegabile al “processo di crollo della coscienza ciclica” di una determinata ‘Età’”, processo a sua volta ricollegabile al “crepuscolo ciclico”, a.k.a. “sandhya”, crepuscolo in atto dall’inizio del Terzo Millennio nel computo attuale. E’ un processo, ***non*** un momento preciso, e, senza dubbio, il 2012 ha segnato una fase più acuta, ma **non** per questo ha segnato un “momento”: bisognerebbe finirla con queste storie di date troppo precise, che focalizzano un intero processo in un momento, nel famoso giorno di deposizione dell’ultimo imperatore romano d’Occidente Romolo Augustolo nel 476 **non accadde nulla di particolarmente rilevante**, il processo di crisi e caduta, peraltro **parziale**, era iniziato molto prima e **non finì** se non circa due secoli dopo!!
Quindi parliamo di processi, e “momenti topici”ma nel corso di **processi** a volte anche più lunghi dei soliti tristi complottisti o sognatori inguaribili che sognano d’impossibili eserciti della “nostra” parte ed impossibili confronti frontali che stan solo nei loro piccoli cervellini rattrappiti.
In tali processi la “consapevolezza ciclica” e le sue vicissitudini son decisivi. Ogni epoca ha un suo “pedigree ‘sottile’”, come disco scherzosamente, un suo “clima mentale” suo proprio e caratteristico, ed intrattabile, assoluto e pervadente, cui non si può sfuggire: ci si può opporre, certo, ma non sfuggirgli. Il “sandhya” è quando tale caratteristica unica e distintiva che costruisce “un’epoca”, crolla e sparisce, ed ogni tendenza tenta di manifestarsi “liberamente”, il che acuisce la dissoluzione, ovviamente, dissoluzione che **non è** un momento preciso, ma anch’essa è un processo complesso che ha fasi alterne (ritmo “solve et coagula” o “yin/yang” / se si preferisce) …
Ai Commenti - l’ultimo di essi - al post https://associazione-federicoii.blogspot.it/2016/07/lontra.html?showComment=1470292490991#c4700313840922451044, vi sono delle consierazioni “pratiche”, **anche** pratiche, a riguardo del problema systemico attuale, che rende sempre meno “aggiustabile” la tenuta generale systemica, ovvero l’ **allontamanento** - o anche la mera **gestione** - della crisi systemica che, già alla fine degli Anni Novanta, Wallerstein e Hopkins vedevano chiaramente avvicinarsi: per loro, era la tendenza alla fine dell’**intero** “sistema-mondo” nato dall’epoca di ciò che si è convenuto chiamare “Età delle grandi scoperte geografiche”, a.k.a. - o alias -: è **la fine del mondo moderno**, la fase fiale della guénoniana “Crisi del mondo moderno”.
RispondiEliminaSempre in relazione a “LA TRASFORMAZIONE E’ INIZIATA”, un’altra motivazione - se la “misura” sia colma per dar inizio alla “transformatio” - si può forse ricavare da questo link:
RispondiEliminahttps://chinkinthegreatwall.wordpress.com/2009/09/29/%e2%80%9csecond-bridge-bro-built%e2%80%9d/
"The “Second Bridge” is about a crucial point: We know that the destruction of this world can start if and only if the “sum” of existing forces to be reached in order to resist to the wave of cancelation of the Last Day Judgment. In this case only, in fact, it would be assured that something can pass to the next cycle."
RispondiEliminaManca un verbo?
Traducendo: "...Sappiamo che la distruzione del mondo può iniziare se e solo se la "somma" delle forze esistenti che deve essere raggiunta in modo da resistere all'onda di cancellazione del Giudizio Finale. Solo in questo caso, infatti, sarebbe assicurato che qualcosa possa passare al prossimo ciclo".
"It is this: The expression of some part of esoterism will act as a factor of division allowing so the Final Judgmnent to be acted in the world.
It was this that never happened and thatw as looked for in Middle Ages…"
Qui ci si riferisce a Hasàn-i Sabbah e a "nothing is true, everything is possible" di qualche post fa?
Oh yesss. Il a eu, il y a (et aura) ce même lien (sans lion e pas a Lyon). Torniamo a “quel” che non “Si” doveva “dire” ma che “Si” deve “poi” dire (“quand le temps est mûr pourquoi le mur n’y a pas et sans murmure”).
RispondiEliminaDai commenti su quel blog si e-vince che di “quel e di “Ciò” e di “Si” si ha la consapevolezza scarsa - per non dir pari a zero (non “en conduite”) …
RispondiEliminaSempre in relazione a San Benedetto da Norcia e il “modo di vita” in risposta alla sfida della crisi: https://chinkinthegreatwall.wordpress.com/2016/08/09/a-humble-proposal/.
“Orbene esiste un passaggio. C’è una comunicazione. Non si passa d’un balzo dalle vette della mente al puro silenzio senza forma dell’eternità, altrimenti non ci sarebbe speranza, saremmo destinati esclusivamente al superuomo capace di fare superquartetti e superequazioni e superchiese; lo stesso girotondo di giù, ma glorificato, gonfiato, titanizzato, come una specie di millepiedi umano che s’inventasse un secondo migliaio di scarpe, o magari un quarto cervello e delle supermacchine per supplire alla sua fatica di vivere finché, sfiniti, si sia pronti finalmente a compiere il balzo e ad addormentarci per sempre o a dissolverci in un’eternità bianca da cui mai avremmo dovuto uscir fuori. Perché tutti questi gradini ‘supremi’ che ci affascinano e c’ispirano son semplicemente gli strati più chiari o le acque più superficiali di uno stesso vaso, il vaso mentale - la mente è il vaso -, si tratta dello stesso principio e della stessa legge fattisi più efficaci e più tonitruanti, se così si può dire […] perché non c’è infine che una miseria, quella di esser separati in un corpo in un quadro mai finito. E al di sopra, il gran balzo nel senza-quadro: il che è evidentemente una soluzione per i pigri dell’evoluzione. Ma **c’è** un’altra cosa. E Mirra cominciava a riscoprire sperimentalmente la stessa cosa che avevano scoperto i Rishi vedici sette o diecimila anni prima, all’inizio di questo sventurato (?) ciclo, quella stessa cosa che cercavano Théon e che Sri Aurobindo cominciava già a scoprire nella grande foresta vergine della Shakti. Perché i Rishi vedici non erano dormienti dello spirito, erano grandi conquistatori ed eroi non ancora contaminati dalla fretta e dall’impotenza dell’Età del Ferro, in cui uomini appesantiti hanno sostituito la padronanza di sé con la padronanza delle macchine e la luce potente con morali sociologiche e paradisi all’acqua di rose” (SATPREM, “Mère. Il materialismo divino”, Ubaldini Editore, Roma ********1978********, pp. 130-131, corsivi (segnati con **) i originale).
Davvero "l'eternità bianca da cui mai avremmo dovuto uscir fuori" è il peggior attaccamento mentale che uno si può fare.
RispondiEliminaRiguardo all' "Humble proposal", estremamente interessante, sul punto 5 ti vorrei chiedere: le "proofs of spirituality in forms of books", come vanno intese? In senso simbolico (i germi del ciclo futuro)?
La settimana appena trascorsa l'ho passata all'Eremo di Calmaldoli, luogo molto interessante e piuttosto aperto (relativamente al panorama cattolico): molti eremiti infatti praticano forme di meditazione orientale, yoga e anche l'esicasmo.
Ne ho approfittato per leggere un libro di Bede Griffiths, monaco benedittino poi trapiantato in India, che lì è un po' il loro esempio, e ne ho tratto alcuni spunti. Ovviamente i suoi scritti risentono della sua formazione culturale e del periodo in cui sono stati partoriti (negli anni Ottanta): http://namaqua-land.blogspot.it/2016/08/alcuni-spunti-per-la-risposta-creativa.html
RispondiEliminaEh sì, quei tempi erano anche quelli di una tendenza al riavvicinamento fra le religioni, riavvicinamento reale e non meramente formale, che poi l’esplosione dell’ “integralismo islamico” ha glaciato … sì, i Camaldoli …
Quel link è un tentativo - ma CONCRETO, “HIC ET NUNC” - di riprendere la “risposta” di Benedetto “il Norciano” (**non certo** norcino …), ma OGGI, “HIC ET NUNC”. E non è che possa essere la mera “copia carbone” di un’epoca passata quanto, piuttosto, **prender spunto** dal passato ma per “l’Hora”.
Grazie del tuo link (http://namaqua-land.blogspot.it/2016/08/alcuni-spunti-per-la-risposta-creativa.html).
Quanto al punto 5 del link https://chinkinthegreatwall.wordpress.com/2016/08/09/a-humble-proposal/, tü chiedi: ‘le “proofs of spirituality in forms of books”, come vanno intese? In senso simbolico (i germi del ciclo futuro)?’.
OH YES …
La cosa è alquanto chiara, in ordine a tal punto …
‘Davvero “l’eternità bianca da cui mai avremmo dovuto uscir fuori” è il peggior attaccamento mentale che uno si può fare’.
RispondiEliminaVero, verissimo.
Ma quanto è diffuso?
E quanto ha **favorito** il giungere in questa crisi con poche vie d’uscita?
Ma perché mai si è diffusa quest’illusione di concedere al Nemico la terra intera??
Vi è la storia di Buddha che ormai ha raggiunto l’illuminazione ed ha passato le tentazioni di Mâra, il dio del male. Qualsiasi cosa Mâra quindi abbia tentato, non servì a nulla.
RispondiEliminaEd allor, Mâra tentò l’ “ultima tentazione”, al Buddha dicendo: tu sei ’l Buddha, va’ dunque nel tuo Regno ché hai vinto!!
Ma il Buddha non si fece trascinare nella trappola.
Non diede a Mâra l’intera sovranità del mondo ....
Certo, perché non c'è altro "Regno" che il qui-e-ora. "SEMPER SIMPLEX VERITAS TAMEN..."
RispondiEliminaDa qui il perché del diverso focus di obiettivi del Manifesto: il fattore aggregante non sarà il tipo di spiritualità (anche perché a questo punto dovrebbe già essere chiaro che la spiritualità è otlre i tipi) ma lo stile di vita. Questo cambia la prospettiva: lo stile di vita, ad esempio nel mondo monastico, è inteso come mezzo per giungere allo scopo, ed estremizzando lo si può vedere come una "fuga dal mondo per giungere al cielo". Qui si tratta invece di riunire ciò che è sparso vivendo nel qui e ora uno stile di vita non falso, eliminando le false finalità della vita capitalistica.
Sarebbe estremamente interessante approfondire ed elaborare tutto questo. La domanda che ti faccio allora è questa, che profilo hanno queste persone che vogliono conservare e preservare i germi del ciclo futuro? Sono persone "avanzate" oppure devono essere rappresentative di tutti i tipi?
Esiste solo l’ “HIC ET NUNC”, esiste solo l’ “HIC ET NUNC”, l’ “HIC ET NUNC”, l’ “HIC ET NUNC”, l’ “HIC ET NUNC”, l’ “HIC ET NUNC”, l’ “HIC ET NUNC”, l’ “HIC ET NUNC”, l’ “HIC ET NUNC”, l’ “HIC ET NUNC”, l’ “HIC ET NUNC”, l’ “HIC ET NUNC”, l’ “HIC ET NUNC”, l’ “HIC ET NUNC”, l’ “HIC ET NUNC”, l’ “HIC ET NUNC”, l’ “HIC ET NUNC”, l’ “HIC ET NUNC”, l’ “HIC ET NUNC”, l’ “HIC ET NUNC”, l’ “HIC ET NUNC”, l’ “HIC ET NUNC”, l’ “HIC ET NUNC”, l’ “HIC ET NUNC”, l’ “HIC ET NUNC”, l’ “HIC ET NUNC”, l’ “HIC ET NUNC”, l’ “HIC ET NUNC”, l’ “HIC ET NUNC”, l’ “HIC ET NUNC”, l’ “HIC ET NUNC”, l’ “HIC ET NUNC”, l’ “HIC ET NUNC”, l’ “HIC ET NUNC”, l’ “HIC ET NUNC”, l’ “HIC ET NUNC”, l’ “HIC ET NUNC”, l’ “HIC ET NUNC”, l’ “HIC ET NUNC”, l’ “HIC ET NUNC”, l’ “HIC ET NUNC”, l’ “HIC ET NUNC”, l’ “HIC ET NUNC”, l’ “HIC ET NUNC”, l’ “HIC ET NUNC”, l’ “HIC ET NUNC”, l’ “HIC ET NUNC”, l’ “HIC ET NUNC”, l’ “HIC ET NUNC”, l’ “HIC ET NUNC”, l’ “HIC ET NUNC”, l’ “HIC ET NUNC”, l’ “HIC ET NUNC”, l’ “HIC ET NUNC”, l’ “HIC ET NUNC”, l’ “HIC ET NUNC”, l’ “HIC ET NUNC”, l’ “HIC ET NUNC”, l’ “HIC ET NUNC”, l’ “HIC ET NUNC”, l’ “HIC ET NUNC”, l’ “HIC ET NUNC”, l’ “HIC ET NUNC”, l’ “HIC ET NUNC”, l’ “HIC ET NUNC”, l’ “HIC ET NUNC”, l’ “HIC ET NUNC”, l’ “HIC ET NUNC”, l’ “HIC ET NUNC”, l’ “HIC ET NUNC”, l’ “HIC ET NUNC”, l’ “HIC ET NUNC”, l’ “HIC ET NUNC”, l’ “HIC ET NUNC”, l’ “HIC ET NUNC”, l’ “HIC ET NUNC”, l’ “HIC ET NUNC”, l’ “HIC ET NUNC”, l’ “HIC ET NUNC”, l’ “HIC ET NUNC”, l’ “HIC ET NUNC”, l’ “HIC ET NUNC”, l’ “HIC ET NUNC”, l’ “HIC ET NUNC”, l’ “HIC ET NUNC”, l’ “HIC ET NUNC”, l’ “HIC ET NUNC”, l’ “HIC ET NUNC”, l’ “HIC ET NUNC”, l’ “HIC ET NUNC”, l’ “HIC ET NUNC”, l’ “HIC ET NUNC”, l’ “HIC ET NUNC”, l’ “HIC ET NUNC”, l’ “HIC ET NUNC”, l’ “HIC ET NUNC”, l’ “HIC ET NUNC”, l’ “HIC ET NUNC”, l’ “HIC ET NUNC”, l’ “HIC ET NUNC”, l’ “HIC ET NUNC”, l’ “HIC ET NUNC”, l’ “HIC ET NUNC”, l’ “HIC ET NUNC”, l’ “HIC ET NUNC”, l’ “HIC ET NUNC”, l’ “HIC ET NUNC”, l’ “HIC ET NUNC”, l’ “HIC ET NUNC”, l’ “HIC ET NUNC”, l’ “HIC ET NUNC”, l’ “HIC ET NUNC”, l’ “HIC ET NUNC”, l’ “HIC ET NUNC”, l’ “HIC ET NUNC”, l’ “HIC ET NUNC”, l’ “HIC ET NUNC”, l’ “HIC ET NUNC”, l’ “HIC ET NUNC”, l’ “HIC ET NUNC”, l’ “HIC ET NUNC”, l’ “HIC ET NUNC”, l’ “HIC ET NUNC”, l’ “HIC ET NUNC”, l’ “HIC ET NUNC”, l’ “HIC ET NUNC”, l’ “HIC ET NUNC”, l’ “HIC ET NUNC”, l’ “HIC ET NUNC”, l’ “HIC ET NUNC”, l’ “HIC ET NUNC”, l’ “HIC ET NUNC”, l’ “HIC ET NUNC”, l’ “HIC ET NUNC”, l’ “HIC ET NUNC”, l’ “HIC ET NUNC”, ….
RispondiElimina‘Da qui il perché del diverso focus di obiettivi del Manifesto: il fattore aggregante non sarà il tipo di spiritualità (anche perché a questo punto dovrebbe già essere chiaro che la spiritualità è oltre i tipi) ma lo stile di vita.’
RispondiEliminaESATTO, LO STYLE DI VITA È AL CENTRO. ‘Questo cambia la prospettiva: lo stile di vita, ad esempio nel mondo monastico, è inteso come mezzo per giungere allo scopo, ed estremizzando lo si può vedere come una “fuga dal mondo per giungere al cielo”. Qui si tratta invece di riunire ciò che è sparso vivendo nel qui e ora uno stile di vita non falso, eliminando le false finalità della vita capitalistica’.
ESATTO, “RIUNIRE CIÒ CHE È SPARSO”.
Se così è, la risposta sta nella domanda stessa, come spesso accade, ed è la domanda n°2 delle due da te (= da the …) fattemi.
Ma chiaramente, DEVE ESSERCI un LIMITE MINIMO, al di sotto del quale NON SI PUÒ FAR PARTE di detto “PROJECTUM” …
Quindi vi è del vero anche nella domanda n°1 da te fattami …
RispondiEliminaTra l’altro, cfr. https://associazionefederigoiisvevia.wordpress.com/2016/08/22/link-interessanti-tra-cui-merrill-lynch-sul-petrolio-astrologia-ed-elezione-clinton-trump/, in relazione al problema: http://associazione-federicoii.blogspot.it/2015/02/apocalisse-cap-16-leufrate-liraq-e-le.html.
Ricorderei poi, tra l’altro, inoltre che:
http://associazione-federicoii.blogspot.it/2013/12/gli-imperi-nascono-gli-imperi-muoiono.html.
Infin per non dimenticare:
“L’intera notte a languire nelle segrete del circo, e le forze ormai allo stremo. Terrore, persecuzioni, arresti, interrogatori, torture, profanazioni come preludio. Durante la notte le belve avevano squassato le sbarre; la loro agitazione e le loro urla s’imprimevano profondamente negli animi. Ancor più terribile, il vociare della gente che già alle prime luci del giorno cominciava a riempire l’anfiteatro. Era un vociare allegro, impaziente di curiosità. Un contendersi i posti. Rivenduglioli vantavano a pieni polmoni le loro bevande. Più tardi arrivavano i notabili, i cavalieri e i senatori, infine il Cesare in persona. Coloro che pensavano e sentivano altrimenti erano in assoluto soprannumero. Poi si sollevavano le grate; il pugno d’uomini veniva spinto nell’arena. Il sole abbacinava. E tuttavia era più debole della luce interiore.
Così crollano gli imperi, così il mondo si trasforma”
(Ernst Jünger, Al Muro del Tempo, Adelphi 2000, p. 155, corsivo mio).
(Dal link: http://associazione-federicoii.blogspot.it/2013/11/amphitheathrum-brevi-noterelle.html).
Interessante come Norcia, patria di San Benedetto, sia, in parte almeno, sfuggita al destino di altre località della zona del recente terremoto del 24 agosto (Marte e Saturno cong. su Antares, il 24 agosto del 79 d.C. avvenne la famosa eruzione del Monte Somma che seppellì Pompei, il 23 i “Vulcanalia”, il 24 uno dei giorni in cui si apriva il “Mundus Cereris” (cfr. https://it.wikipedia.org/wiki/Mundus_Cereris), ecc. ecc.).
RispondiEliminaParlando - più di un secolo fa! nel **2012**! - del potenziale di energia liberabile, e dopo aver puntualizzato che le cose viventi son ben più potenti di quelle “materiali”, così continuava Ouspensky [vecchia traslitterazione di Uspenskij]:
“In merito all’energia latente nei **fenomeni della coscienza** [corsivi in originale, da ora segnati con **], vale a dire nei pensieri, nei sentimenti, nei desideri, scopriamo che la sua potenzialità è ancora più incalcolabile, ancor più significativa, ancora più sconfinata. Per esperienza personale, dall’osservazione e dalla storia sappiamo che le idee, i sentimenti, i desideri, quando si manifestano, son in grado di liberare enormi quantità d’energia e di creare serie infinite di fenomeni. Un’idea può funzionare per secoli e per millenni, può soltanto crescere e divenire più intensa, suscitando sempre nuove serie di fenomeni, liberando sempre nuova energia. Sappiamo che i **pensieri** seguitano a vivere e ad agire anche quando il nome stesso dell’individuo che li creò è stato convertito in un mito, come i nomi dei fondatori di antiche religioni, dei creatori delle immortali opere poetiche del passato, di eroi, di condottieri, di profeti. Le loro parole corrono su innumerevoli bocche, le loro idee vengono studiate e commentate. Le loro opere che si conservano vengono tradotte, stampate, lette, approfondite, rappresentate, illustrate. E questo si fa non solo con i capolavori dei geni, ma anche una singola poesia può vivere per millenni” (P. D. OUSPENSKY, “Tertium Organum. Una chiave per gli enigmi del mondo”, Casa Editrice Astrolabio, Roma 1983, pp. 135-136, corsivi in originale, segnati con **).
Ed è così per San Benedetto, di nuovo, in un’epoca di crisi profonda, produce qualcosa di presente, però, oggi, non ieri, e dunque centrato sul “modo di vita” come risposta **concreta** alla crisi - **esiziale**, finale della civiltà -, in quanto egli visse tra la fine del V e la prima metà del VI (morì nel 547), e cioè quando la crisi era ormai davvero totale, e il sogno di “tornare al passato”, come oggi vediamo nelle inutili “nostalgie” della “società dei consumi”, era ormai tramontato, e tramontato davvero. Costantino, Teodosio, fino a Giustiniano I (morto nel 527) avevano - ***TUTTI*** - ancora IL SOGNO di PRESERVARE la “classicità”, ovviamente “IBRIDANDOLA” con la “cristianità”. Benedetto, questo SOGNO, NON CE L’HA PIÙ, ecco il grande, il **VERO** “TAGLIO” (“coupure”) con l’epoca precedente. E “noi” **OGGI** questa illusione **NON CE L’ABBIAMO NEMMENO PIÙ “NÖI”**, ecco quel che oggi - DAVVERO - “sceglie”, scevera il grano dalla pula. La VERA “différence” OGGI.
Ma o questo diventa un vero “modo di vita”, o son chiacchiere, e noi VIVIAMO nel MONDO delle CHIACCHIERE INUTILI …
RispondiEliminaInteressante che la “Monaca di Dresda” pre-“vide” le date di terremoti, evidentemente relativi alla “nostra” zona del mondo, e che vi sia il 2016. Significativamente, tale sequenza inizia con il **1693** e cioè con quel terremoto che è stato “ripetuto” a distanza in quest’anno (2016) e **nelle stesse zone**, tra l’altro (cfr. R. BASCHERA, “Le profezie della monaca di Dresda”, Casa Editrice MEB, Padova **1986**, p. 77, **con tutti i limiti d’interpretazioni fatte trent’anni fa e quindi tutte viziate dallo spaventapasseri e gran “produttore di consenso” **in Occidente** detto “comunismo”, una cosa è quel sistema *com’era*, ben altra l’**immagine** che proiettava e che ha continuato ad esistere, come logoro strumento di costruzione del consenso, che, però, ormai (il consenso intendo) si costruiva con “altri” mezzi).
Tra l’altro, il prossimo grosso terremoto è previsto dalla “Monaca di Dresda” nel 2020.
Conviene precisare **tre** punti: 1) queste sono “pre-visioni” e **non** profezie, quest’ultimo termine dovendosi riferire ai soli Testi Sacri: in altre parole, **parliamo di futuri possibili** (futuri rispetto all’epoca in cui furono “visti”), e non di futuri **necessari**; 2) le interpretazioni lasciano spesso a desiderare, essendo la **mera proiezione** del presente nel futuro: se così facile fosse, tutti potrebbero vederlo, invece occorre aprirsi a due considerazioni importantissime: A) il futuro può avere modalità imprevedibili quando ci si limiti a “proiettare” il presente; B) le cose possono sì realizzarsi, ma con forme del tutto paradossali rispetto alle **interpretazioni** che ci si fa in un determinato momento; 3) il “veggente” **non “vede” il futuro**: come s’è detto nel post in cui s’è riportato un passo di G. Colli, il “veggente” vede un qualcosa che “deve” o solo “può” essere, **non** le circostanze in mezzo alle quali quel “qualcosa” dovrà o potrà “materializzarsi”, il che spiega le sempre presenti piccole “discrepanze”, che ci son anche per le vere “Profezie” dei testi Sacri. In breve, nessuno vede mai “tutte le cose come saranno”, ma si limitano a vedere “oltre” il “filtro” spazio-temporale. Decisivo, allora, diventa comprendere la “SORGENTE”, i grado di “elevatezza vertical-metafisica” della “sorgente” di ciò che il “veggente” dunque “VEDE”.
RispondiEliminaDetto questo, ci son considerazioni interessanti in questo libro, come la crisi della Chiesa la cui riforma è stata soprattutto formale, esteriore, ma non ne ha toccato certi pilastri, o gli “aquilotti”, i pianeti attorno al Sole (sì, con più di quelli noti, ed è la questione del cosiddetto “Nibiru”), con i quali la Terra entra in contatto e ci vien detto se hanno vita (in una qualsiasi forma, anche micro-cellulare, ovvio). Interessante vi sia il 1978, quando la prima sonda toccò Marte, e ci si dice che su Marte la vita vi fu, ma non c’è più, il che corrisponde a quanto recentemente venuto in luce (ivi, p. 89). Tra l’altro, l’unico altro pianeta col quale si entrerà in contatto diretto sarà Giove, e su di esso vi è vita secondo la “Monaca di Dresda”, l’***unico**** altro nel sistema solare, a parte Marte, dove però è sparita. Oggi si pensa che germi di vita potrebbero ritrovarsi su di un satellite di Giove …
Altro interessante esempio è quello relativo all’ “Ultimo Papa”, ivi pp. 15-17 (dove tra l’altro si legge: “Tre sono gli ultimi anni della palude: 1914, 1942, 1989. Sono tre piaghe che insanguineranno la terra” (ivi, p. 16), dove, nella **********totale********** “naiveté” dell’epoca, s’interpretava come “invasione sovietica”, quando, invece, avendo provocato la caduta del Muro di Berlino, si dava inizio ad una lunga crisi, che **mica è finita**, mica!!). Anche ivi, pp. 39-40, dove si dice che “l’Ultimo Pietro” sarebbe stato tedesco, ovvero Ratzinger, ma, secondo altre “vedute”, “l’Ultimo Pietro” avrebbe sul suo stemma un albero: ora, si sa, che l’attuale Papa, Francesco, ha sul suo stemma un nardo, pianta erbacea che però può diventare un piccolo albero e, come piccolo albero che ha tronco legnoso, fu usato da Giuseppe, padre “putativo” di Gesù, per il suo bastone (com’è in uso in Medio Oriente), ed è in tal senso che Francesco l’ha sul suo stemma. Qui Baschera la “imbrocca”, cosa che gli accade quando si distacca dal suo tempo: “Ed eccoci alla grande Profezia che deve maturare: l’ultimo Papa verrà dalla Prussia Sarà cioè tedesco [vero ma bavarese, piccola discrepanza, il significato, però, si è realizzato; nota mia. Gli interpreti del Messaggio non son però tutti concordi nel far combaciare l’ultimo pontefice con ‘Petrus Romanus’, secondo il Messaggio di Malachia. Potrebbe invece corrispondere a ‘De gloria olivae’ […]. C’è invece la concordanza circa il valore politico e religioso di quest’uomo” (ivi, p. 40, l’interpretazione di Baschera). E Ratzinger **ha corrisposto** a “De gloria olivae” in quanto si è chiamato Benedetto, e cioè dell’ordine “olivetano”, ed è stato persona di valore, nel bene come nel male, con scarso “appeal” comunicativo tuttavia, e cioè mancante della cosa che “l’età delle masse” valuta di più: rimane che le sue dimissioni sono state un terremoto, una mossa molto intelligente, un intelligente sasso nello stagno. Ma la realtà è ancora più paradossale: in realtà, vi son due papi (come qualcuno “vide”, tra l’altro, e che sarebbe stato - questo - il “sego della venuta dell’Anticristo”), e cioè che abbiamo sia il Papa con l’alberello sullo stemma sia il Papa “emerito” Benedetto.
Le cose si realizzano **non** come la gente pensa, né come vorrebbero i vari commentatori …
RispondiEliminaVi è anche la classica “profezia” (= **visione**) del Papa che “va esule oltre il mare” (ivi, pp. 167-168), ma questa è davvero oscura d’analizzarsi, pur non essendo impossibile: parliamo tuttavia di FUTURI POSSIBILI, NON NECESSARI. La crisi della Chiesa, al contrario, fa parte dei futuri - RISPETTO ALL’EPOCA DELLA “MONACA DI DRESDA”, **necessari**: questo può far comprendere la differenza tra i due livelli, che c’è, ANCHE SE SPESSO È SOTTILE ASSAI.
RispondiEliminaVi è anche la **visione** intitolata: “SAN MARCO TORNERÀ AGLI INFEDELI” (ivi, pp. 173-714), su cui è bene NON pronunciarsi …. oppure quella intitolata “QUANDO VOLERANNO LE IMMAGINI” (ivi, pp. 179-180), beh OGGI ….
RispondiEliminaUn esempio d’errata interpretazione da parte di Baschera è quello relativo alla VISIONE (**NON** PROFEZIA) intitolata: “GLI ULTIMI DEMONI” (ivi, pp. 189-190), dove si legge: “Tra il 1940 e il 2010 Lucifero trasferirà sulla terra il suo duca [alias l’Anticristo, se 2+2=4; nota mia]. E **sulla terra dominerà la gerarchia satanica**, ” (ivi, p 189, ‘**’ da me aggiunto, che sarebbero il corsivo che nei Commenti non è consentito applicare), da Baschera erroneamente interpretato, con la solita “naiveté”, che questo “dominio dei demoni” ci sarebbe stato dal 1942 al 2010, e, dunque, col **2010** tutto SAREBBE TERMINATO …! Ma SE È APPENA COMINCIATO! … Nel 2011.
Infatti dice, chiaramente, il passo del testo appena riportato: “Tra il 1940 e il 2010 Lucifero trasferirà sulla terra il suo duca”, che vuol dire che il processo - iniziato con la reale intenzione **dietro** il nazismo (e qui altre “naiveté” a iosa commesse dai “tradizionalisti” non fan ridere, fanno piuttosto piangere, e continuano …!!) - si sarebbe **********compiuto********** nel 2010.
E’ un caso che dal 2011 le cose comincino a “srotolarsi” …? …? Ciò significa che questa “trasferenza” è stata COMPIUTA, REALIZZATA. Or dunque, se noi compariamo questo con la data che si estrae dalla “PROFEZIA del RE DEL MONDO” avremmo davvero fatto l’en plein …
Anche interessante questo passo: “La corte del duca segnato [sic!!] dominerà trionfalmente sulla terra per 6666 giorni” (ivi, p. 190).
Or dunque, 1666 giorni = 18 anni e rotti (18 anni e 24 giorni, per l’esattezza). Se noi andiamo a vedere quanto durerà la “guerra” prevista dopo il 2011 nella “PROFEZIA del RE DEL MONDO” troveremo ch’essa durerà … 18 anni …
Eh beh sì, abbiamo fatto l’ EN PLEIN …
En plein bello tosto! Ricordavo da altrove la questione dell'arbusto nello stemma di Papa Francesco, non conoscevo invece la parte su Ratzinger. Immaginavo comunque una sorta di "sdoppiamento", perché la verità è che ci sono appunto due papi in vita, non che banalmente uno ha succeduto all'altro, e visto che non ci sono ancora secoli e millenni di storia di fronte a noi ad attenderci...
RispondiEliminaL'esempio di Giuseppe Flavio e del come si sia realizzata poi la sua predizione – esattamente al contrario dei desiderata dei dottori della legge! – mi è rimasta impressa, molto indicativa sul grado di fluidità mentale di cui c'è bisogno approcciandosi a queste cose. E visto che non l'avevo ancora, ho preferito aspettare.
Su San Marco che torna agli infedeli, invero è tema scottante! Anche se ormai bisogna avere proprio gusto per il rifiuto della realtà per rendersi conto che tra non molto l'Europa sarà islamica. Non ci sarà neanche lo "scontro tra culture", l'Europa non avendo una cultura da far cozzare. Poi il passo potrebbe anche simboleggiare qualcos'altro.
Ricordavo vagamente la questione "vita su Europa", il satellite di Giove; il trascorrere di questa frase nella mente mi ha fatto una certa impressione, visto che parallelamente sembra esserci la "morte in Europa", quella più piccola però, l'Europina...
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RispondiElimina“L’esempio di Giuseppe Flavio e del come si sia realizzata poi la sua predizione – esattamente al contrario dei desiderata dei dottori della legge! – mi è rimasta impressa, molto indicativa sul grado di fluidità mentale di cui c’è bisogno approcciandosi a queste cose. E visto che non l’avevo ancora, ho preferito aspettare.”
RispondiEliminaPensavo precisamente a Giuseppe Flavio ...
‘Non ci sarà neanche lo “scontro tra culture”, l’Europa non avendo una cultura da far cozzare. Poi il passo potrebbe anche simboleggiare qualcos’altro.’
Ma l’Europa **non esiste**, si è svuotata n questo Lungo Ventennio senza fine, il cui germe è il famoso ’89.
Rispecchiamento naricistico, chiusura a riccio, propaganda di un modello svuotatosi di senso, ecc. ecc.
Quindi c’è il vuoto spinto in Europa, salvo tonnellate di chiacchiere ...
Cfr. commento che inizia “Uno spunto interessante, seppur da “acque non chiare”, ma torbide, ma non significa che anche “acque torbide” non possano, in se stesse, avere anche spuntini che siano interessanti.
RispondiEliminaSI NOTI la DATA di PUBBLICAZIONE del passo qui sotto riportato … !!”, al post: http://associazione-federicoii.blogspot.it/2013/12/gli-imperi-nascono-gli-imperi-muoiono.html?showComment=1472367975754#c6895061544652861934.
RispondiEliminaIeri - dopo qualche anno -, rivado in una località sciistica dismessa: vi è quella caratteristica “aria da ‘fine estate’”, ma **non** come quella che poteva esserci quando vi era la “società dei consumi” (la gente non ha il benché minimo sentore del “momento cosmico”, ed anche quest’ottusità perdurante rientra nel “mondo moderno” alla fine …).
Non soltanto, dunque, “fine estate”, ma “fine mondo”, pochissima gente, si contava sulle dita, di certo pace, ma un’aria da “energie esaurite” dell’Occidente …
Diceva Confucio: “E’ nel freddo dell’inverno che ci si accorge di quanto verdi sono i pini e i cipressi” (“I Detti di Confucio”, a cura di S. Leys, Adelphi Edizioni, Milano 2006, p. 78, detto 9.28).
Chi volesse farsi un’idea della differenza tra futuri possbili e futuri necessari, dovrebbe pensare al “passaggio dell’Eufrate”, che facendo parte dell’ “Apocalisse” di Giovanni, è parte dei futuri che **devono** essere = necessari.
RispondiEliminaHo visto oggi al telegiornale che Erdogan ha chiamato le sue truppe in guerra "Scudo dell'Eufrate".
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RispondiElimina… Già!! Punto nodale … Ma credo che su tali temi, volenti o nolenti, avremo modo di tornarci su, man mano (o pie’ piede) che questa fase di “vacatio augustina” passa, e si ritornerà, da settembre (lontano da noi ère geologiche … scherzo), a trattare dei temi tipici di tal blog, di natura socio-economico-politica, ci si è concessi una serie di “vacationes” in quest’agosto, e non solo …
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RispondiEliminaIn ogni caso, credo che su tali temi, volenti o nolenti, avremo modo di tornarci su, man mano (o pie’ piede) che questa fase di “vacatio augustina” passa, e si ritornerà, da settembre (lontano da noi ère geologiche … scherzo), a trattare dei temi tipici di tal blog, di natura socio-economico-politica, ci si è concessi una serie di “vacationes” in quest’agosto, e non solo …
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