domenica 9 maggio 2021

“lemuria” (la festa dell’antica Roma)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

LEMURIA Si commemorava la morte prematura, perché in giovane età, di Remo come prematuro è il farro che vien raccolto in questi giorno dalle tre Vestali più anziane e trasformato in mola salsa da adoperarsi nei Lupercalia di Febbraio, nei Vestalia di Giugno e nella festa di Iuppiter alle Eidus di Settembre. Il farro raccolto è ‘ucciso’ ma adoperato ritualmente per riscattare la colpa, così come nei Fordicidia venivano uccisi i neonati delle vacche pregne ancora nel grembo materno per utilizzarne le ceneri nella preparazione del suffimen adoperato per la purificazione dei Parilia. Si tratta in ambedue i casi di uccidere ‘ciò che non è pronto, che è ancora giovane’ e quindi non ha un ruolo nella società . Nelle Lemuria il Pater Familias cacciava di casa i Lemures, gli spettri di coloro che son morti senza discendenti che possano onorarli, lanciando dietro di sé fave nere, cibo funebre ed espiatorio”, P. Galiano, L’Armonia dell’anno. La sapienza del tempo del Calendario di Roma antica, Summetria Edizioni, Roma 2007, p. 50, corsivi e maiuscolo in originale (*). Il significato “infero” – ma non necessariamente “infernale” – delle fave, in effetti, è ben noto. Di qui l’interdetto pitagorico.

Sui “lemuri”, poi, sempre in relazione al mese di maggio, si legge: “i Lemures, cui venivano dedicati tre giorni tra le Nonae e le Eidus, son connessi all’uccisione di Remo ricordata il primo giorno del mese: sono le anime, pericolose per i vivi, di coloro che son morti senza discendenza e perciò privati dai sacrifici dei Parentalia di Febbraio, ma proprio perché il loro prototipo è Remo, son anche morti non-romani o pre-romani”, ivi, p. 48, corsivi miei.

I “morti senza discendenza” son onorati da feste speciali anche in Cina, che spesso ha conservato gli antichi riti più che in Europa, e son chiamati – eufemisticamente – i “fratellini”; ad essi si brucia il famoso “denaro degli spiriti”, denaro – chiaramente – falso, ma in tutto simile a quello corrente, denaro che “sta per” i sacrifici di sangue che si facevano un tempo, di solito maiali. Non siamo affatto distanti dai suovetaurilia, eh. Interessante come il denaro stia per la “forza vitale” che un tempo era simbolizzata dal sangue che spillava. Peraltro, la cosiddetta “Caccia Selvaggia” – comandata da “Harlequin” (sì, poi sarebbe divenuto l’Arlecchino buffo della “Commedia dell’Arte”), in effetti all’origine trattasi di Odino (Wotan) – non era la “Masnada” di morti viventi che ritornano (“The Wilde Hunt” (**)).

A tutto ciò sono ricollegabili anche le “influenze erranti” di cui scrisse qualcosa Guénon: “Residui psichici Crediamo opportuno precisare, ora, quest’idea, cosa che ci permetterà di entrare in un ordine di problemi che già più da presso possono interessare i lettori di questa pagina. Ci si potrebbe infatti stupire che le vestigia di ciò che fu originariamente una tradizione autentica in certi casi si prestino ad una vera e propria azione di «sovversione». Un tale caso si può senz’altro paragonare a quello dei resti psichici che un essere umano lascia dietro di sé nel passare, con la morte, ad un altro stato e che, abbandonati, a partir da tal punto, dallo «spirito», possono essere usati in un qualsiasi modo. Spiritismo e magia han da fare essenzialmente con residui del genere. Che questi vengano utilizzati coscientemente da un «mago», ovvero inconsciamente dagli spiritisti che credono ingenuamente di aver a che fare con le anime dei defunti, gli effetti più o meno malefici che possono derivare da tale uso non hanno evidentemente nulla a che fare con le qualità dell’essere, al quale questi elementi hanno appartenuto precedentemente. Non si tratta d’altro che di un categoria speciale di quelle forze né materiali, né spirituali, che noi chiamiamo influenze erranti, residui psichici che, al massimo, di quell’essere conservano solo l’apparenza illusoria”, R. Guénon, Precisazioni necessarie, Il cavallo alato, Padova 1988, pp. 121-122, corsivi in originale.

 

 

 

 

 

 

 

 

Andrea A. Ianniello

 

 

 

 

 

 

(*) Tra l’altro, ieri son passato per Bellona, vicino a Triflisco, vicino Capua, piccola località, ma dal nome significativo: “BELLONA Consacrazione del Tempio di Bellona (da bellum) al Circo Flaminio, ‘luogo’ dell’azione rituale dei Fetiales, collegio di venti sacerdoti i quali agivano sotto l’egida di Iuppiter Feretrius, il cui Tempio era stato eretto da Romolo sul Campidoglio e presso il quale si deponevano le armi del condottiero nemico sconfitto, le spolia opima. Il primo di essi, il cui titolo era Pater Patratus, in caso di guerra decisa dal Senato contro una popolazione che in qualche modo aveva recato offesa  Roma, doveva intimare ad essa di dare soddisfazione del torto subito, in caso negativo scagliava una lancia sacra nel loro territorio per proclamare lo stato di guerra. Bellona era paredra di Marte d identificata con Neriena (dal sabino nèronas = virilità); più tardi ebbe connotazione profetica, come anche Juno Moneta”, ivi, p. 57, corsivi e maiuscolo in originale. Bellona si festeggiava nel mese di giugno.

 

 

 

(**) Cf. L. Petzoldt, Piccolo Dizionario di Demoni e Spiriti Elementari, Guida editori, Napoli 1995, pp. 47-48 per la voce “CACCIA SELVAGGIA”; anche pp. 48-50 per la voce “CACCIATORE SELVAGGIO”, che, come sappiamo, è stato variamente identificato, anche con Teodorico di Verona (cioè “Dietrich von Bern”) una volta cristianizzata la leggenda (Teodorico, essendo ariano, era il prototipo dell’ “eretico” …), ma in origine era Odino, come s’è detto. Nelle molte varianti, anche tarde, al posto di Odino v’è il diavolo e spesso l’inseguito  una donna, il che non mancava di dar toni farseschi – ma col vero diavolo l’orrore sta sempre ad un passo dalla farsa, cosa che i fanatici di Lovecraft non capiranno mai – alle storie: “Un’elaborazione novellistica dell’argomento si trova infatti anche in Boccaccio. In relazione al racconto di Nastagio degli Onesti (Decamerone, V, 8) e grazie ai tre dipinti su tavola che Botticelli (1444-1510) eseguì per rappresentare gli episodi più importanti delle novelle di Boccaccio (Prado, Madrid), la leggenda trovò una sua espressione anche nelle arti figurative”, ivi, p. 50. Con la Riforma si andò accelerando la “sostituzione” di esseri dell’ “antica religione” – superstiti per tutto il Medioevo e spesso “cristianizzati” – con il “diavolo”, che ci sta, ma non ogni essere “sottile”, in realtà, è “diabolico”, il tutto in un gran pasticcio, inziava quell’ “espulsione” delle forze “sottili” di cui parlava Guénon (e che doveva condurre alla “solidificazione”), prodromo dell’attuale loro sornione (ma costante) ritorno. Ma torniamo al punto: “Con Lutero il monaco della montagna [spiriti demoniaci della miniera …] (come quasi tutte le figure diaboliche delle credenza popolari) viene demonizzato. Lutero, che crede a un diavolo personificato e molto realistico, affonda penamente le radici nelle rappresentazioni demoniache della sua epoca, attribuendo all’intervento del demonio ogni disgrazia e ogni aspetto negativo della vita dell’uomo [un eccesso così palese doveva necessariamente provocare delle reazioni contrarie, già nel corso del XVII sec.]. Olaus Magno [scrittore svedese, 1490-1557, che spesso parla di “nani” e di mostri marini …, fu segretario per la Svezia al Concilio di Trento e si oppose alla Riforma, il che non toglie non ne fosse influenzato, come si vede da questi dettagli] riprende questa concezione e, dicosneguenza, rappresenta il monaco della montagna con gli attributi del diavolo”, ivi, p. 150, corsivi miei, mie osservazioni fra parentesi quadre. Anche il cosiddetto “poltergeist” in origine non era necessariamente demoniaco: “In origine i fenomeni di Poltergeist non erano attribuiti all’azione del demonio ed erano esperienze vissute anche al di fuori dell’ambito cristiano ma, con l’andar del tempo, sono stati paragonati sempre più spesso ad atti demoniaci”, ivi, p. 167. Quanto al cosiddetto “Popolo della notte” – o “Schiera notturna” – esso è legato, invece, direttamente alla “Caccia selvaggia”, cf. ivi, pp. 167-168.

Vi è anche una pagina Wikipedia su Nastagio degli Onesti, cf.

https://it.wikipedia.org/wiki/Nastagio_degli_Onesti.

In contesto celtico, invece, l’originario aspetto “de paura” rimane spesso intatto, a testimonianza della particolare “conservatività” del contesto celtico su tali temi: “Sluagh the, or the Hunt (La legione o Moltitudine). E’ la moltitudine dei morti non perdonati; son gli esseri più temibili della tribù fatata dell’Highland. Vi sono delle storie raccolte da Evans Wentz, in The Fairy-Faith in Celtic Countries, che in generale corrispondono a quella narrata da A. Carmichael in Carmina Gaelica: ‘Sono spiriti di esseri umani morti. La gente racconta molte storie curiose su di loro; secondo alcuni essi volano a frotte, su e giù come stormi d’uccelli, e rivedono le scene delle loro trasgressioni terrene. Nessuno di loro è senza peccati e nessuno può andare in Paradiso fino a che non abbia espiato le sue colpe terrene. Essi combattono nell’aria come fanno gli uomini sulla terra. Nelle notti di maltempo si riparano dietro gli steli dei fiori gialli e color ruggine [il che dà l’idea della loro dimensione …], mentre nelle notti gelide e stellate d’inverno li si può udire, in lontananza, combattere l’uno contro l’altro. Dopo una battaglia – così mi ha riferito la gente di Barra – si possono scorgere gocce di sangue sulle rocce e sui sassi. Questi spiriti uccidono cani e gatti, pecore e vitelli, scagliando dardi velenosi con precisione infallibile. Comandano agli uomini di seguirli e questi obbediscono non avendo alternative, e poi gli comandano di uccidere e di mutilare gli esseri viventi [ed ecco un interessante indizio sulle “mutilazioni d’animali” …]’. In uno dei passi di Evans Wentz, un tal Marian MacLean di Barra [nelle Ebridi Esterne, Scozia; Barra presenta molti megaliti, tra l’altro], distingue tra gli esseri fatati e la Moltitudine: ‘Generalmente gli esseri fatati si possono vedere dal tramonto in poi e camminano sulla terra proprio come noi umani, la Moltitudine, invece, viaggia nell’aria ed è solita apparire a notte fonda, intorno alla mezzanotte’”, K. Briggs, Fate. Gnomi. Folletti e altri esseri fatati, Lucarini Editore, Roma 1985, p. 249, corsivi e grassetti in originale, miei commenti fra parentesi quadre. Evans Wentz è l’autore anche della prima traduzione del Libro Tibetano dei morti in una lingua occidentale, ma era, in realtà, uno studioso di folklore, folklore celtico in particolare, cf.

https://deadbutdreaming.wordpress.com/2016/11/27/evans-wentzs-celtic-faeries/.

Il “Cacciatore selvaggio” – Arlecchino ed in origine Odino – è il capo della “Moltitudine”, della Masnada.

 

 

 

8 commenti:

  1. Mi scusi visto che lei è ferrato in materia vorrei chiederle un parere su un fenomeno inquietante che a me personalmente accade più o meno da qualche anno e anche altre persone denunciano lo stesso.Praticamente prima di entrare nello stato di sonno veglia ho visioni-non visive eh,roba che si vede "nella mente" sa cosa intendo come di arti lunghi e sottili e "fantasmini" come fossero ologrammi -ha presente ghostbusters?ecco molto simile-alcuni indossano dei vestiti tipo lanzichenecco altri hanno il naso lunghissimo e i denti affilati O_O.Tempo fa sono rimasta stupita di sentire la descrizione di entità simili in blog che trattano di antropologia culturale.Negli ultimi anni sembra che queste entità stiano molestando un po di gente...
    Distinti saluti ps non ho mai fatto sedute spiritiche eh ci sto ben lontana da quella roba lì credo sia una "sensibilità" che alcune persone anno,però quando si "percepiscono" ammaza il terrore O_o

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Beh certo, spaventano ed è difficile resistere alla loro “presa”, non è vero? Ma occorre farlo, la chiave sta anche nella respirazione … Son a conoscenza di tali “phenomena” e del fatto che siano sempre più diffusi, come del fatto che trattasi di “entità” ben note al folklore dei popoli, dunque **non** son novità, ma è solo l’interpretazione moderna e post moderna che confonde le acque. Non son “ologrammi” dunque, ma noi – oggi – possiamo interpretarli così, mentre in altra epoca senz’altro li avrebbero chiamati “fantasmi” o “spiriti” indeterminati. Va precisato che la forma deriva sempre da chi guarda, sebbene la caratteristica deforme chiara spia è della **natura** del fenomeno stesso. Queste sono, in realtà, **un typo** di “influenze erranti”, che in altra epoca sarebbero stati detti la “Masnada” o la “Moltitudine”, ma non son solo “spiriti dei morti” però, perché, se fossero solo tali, non si sarebbero manifestati da qualche anno. Alcuni li chiamerebbero “jinn negativi” – vi è una nutrita serie di “visioni” in tal senso – ed altri li considererebbero rappresentanti negativi del “piccolo popolo” cosiddetto: stiam parlando della stessa cosa, ed è solo la percezione culturale che cambia.
      Il suo accenno allo spiritismo è significativo: son convintissimo che lei ne sta sanamente alla larga da tali cose “infestanti”, eppure vi è qui la domanda chiave: ma com’è che, prima, uno doveva fare una seduta spiritica – e ribadiamo che quelli che si manifestano non sono gli “spiriti dei defunti” – ed oggi la cosa invece avviene da sé? Domanda chiave, cui si ricollega quest’altra domanda: che cos’è modificatosi nell’atmosfera **cosmica** perché si abbia questo cambiamento?
      Per avere degli indizi, van letti i riff. (numeri di pagina), detti nell’ultimo commento al secondo post aprile 2018 …




      Elimina
    2. Ribadisco due cose: 1) la fine che stiamo esperendo non è lo stesso della – typo, per dare un’idea – “fine dell’Impero romano”, perché non è solo la fine di un ciclo umano bensì anche d’un ciclo **cosmico** = nel cosmo qualcosa è cambiato e continua quindi a cambiare: no solo nella natura “corporea”, eh, quindi quest’ultimo punto non vien percepito pubblicamente oggi, ma viene percepito in modo privato” da varie individualità con un “mini minimo” di ricettività al fenomeno; 2) rimando all’ultimo commento del post aprile di tre anni fa, come detto qui sopra, per capir bene cosa stia succedendo e verso cosa si stia andando. Qui occorre porre quel che scriveva “illo tempore” Guénon su “La Grande Muraglia” (“symbolica”, ovvio) ecc. ecc. I “nani” ecc. ecc. Nani = “piccolo popolo”, chiaramente un eufemismo …





      Elimina
    3. La spiegazione dei “phenomena” che Guénon sviluppò, in breve, nel suo vecchio testo intitolato “Errore dello spiritismo”, faceva riferimento alla tradizione ebraica – l’ “ob” – e a quella cinese – le “influenze erranti” – dove occorre precisar bene questo punto: non tutto, però una parte non irrilevante della “religione popolare cinese” in realtà è una forma di “spiritismo”, laddove occorre ribadire che i “phenomena” in questione son noti “From time immemorial”, per dirla con Keats, mentre la loro **interpretazione** varia e, nella modernità (poiché quest’ultima confonde le acque tremendamente **basandosi sul rifiuto** del “sottile”, quindi ne vien fuori un **dannato** gran pasticcio), nella modernità l’interpretazione tutta è fuorviante. Ci si fissa sulle apparenze del fenomeno, discettando se sia “vero” o “falso”, quando lo studio delle apparenze **nessun lume** può dare sulla **natura** dello stesso. In altre parole: la domanda che pone la modernità è sbagliata alla radice, un domanda che non può trovare risposta. La risposta, infatti, sta sempre nella domanda.
      Una ultima osservazione: lei vede quelle forze che “prendono”, “fissano” giusto?, ed è difficile venir fuori dalla loro presa (: è questo l’effetto), “inchiodano” no?, allora che cos’è questa forza … Ecco la domanda giusta …






      Elimina
  2. Ora però: se questo è ciò che si prova, che cos’ha tutto ciò a che spartire con i “moostri” à la Lovecraft? Creature schifose ecc. ecc., beh, lei ha visto: c’è la stessa atmosfera? Per niente.
    A parte le fonti di Lovecraft – questo, sì, può avere un interesse – il resto è al massimo qualcosa di **onirico** ch’è diverso dalla “visione” di un essere che **oggi** noi chiameremmo “olografico” ed dunque quelle di Lovecraft non sono che cose **letterarie**, mere proiezioni …
    Niente a che spartire con la realtà; il suo spavento è reale, lei non vuol certo spaventarsi, manca il “morboso” dei fenomeni “à la” Lovecraft et similia.
    Questo è **molto importante** da precisarsi qui ed ora.
    Inoltre non sempre son possibili questi fenomeni: han cicli. Che divengano sempre più diffusi, o, meglio, che tanti – sempre di più - **vi pongano attenzione** (due lati della stessa medaglia), significa cose molto importanti.
    Cf.
    https://associazione-federicoii.blogspot.com/2013/12/frasi-scelte-utili-il-sogno-della.html
    (l’ultima frase) …







    RispondiElimina
  3. Interessante quello che afferma sulla respirazione,potrebbe approfondire?
    La ringrazio moltissimo per le risposte,sì la domanda cruciale è il perchè da pochissimi anni molte persone percepiscono stà roba.
    Sicuramente è dovuto all entrata in una specie di mini ciclo prima della "fine",già che ci siamo le confesso una cosa:sono molto giovane ma da un po di tempo sono accompagnata da una sensazione stranissima come se mi trovassi su una linea temporale"sbagliata" non so se ha visto il telefilm fringe ecco una cosa così,anche il sole mi sembra "cambiato" Mandela effect ;)? Questa sensazione mi accompagna già da adolescente attorno al 2003 o giù di lì-ma anche nel 2007 e poi nel 2013 ho percepito come un passaggio non so come spiegare...),sicuramente la causa è di natura sottile.
    Distinti saluti :)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. 1) Si sa bene della relazione fra gli stati d’animo mentali e la respirazione, relazione biunivoca: stati mentali > respirazione; respirazione > stati mentali. Quando si è “presi” da una certa forza, essa influenza il respiro. Calmando la respirazione, si ha quel minimo di “spazio mentale libero” che consente di “staccarsi” dall’unimirante concentrazione che tali forze, di solito, di fatto impongono … questa è una chiave della situazione, difficile “staccarsi” quando si è “presi”, ma, concentrandosi sul respiro, di solito è possibile “guadagnar” questo “spazio **relativamente** libero” mentale …

      Elimina
    2. 2) Infatti la domanda- chiave quella è, quella rimane: perché da qualche anno – pochi, per la verità – tutte ‘ste cose siano sempre più diffuse? Cosa vuol dire tutto ciò, esattamente (non a chiacchiere, niente isterismo please, ma in maniera precisa)? Un tempo era più diffusa “l’Onda”, ma l’onda sta lontano … Dunque, ciò significa che siamo molto più “vicino” … non parlerei però di “sottociclo” quanto piuttosto del “sandhya”, “l’interludio” ciclico, “fra due cicli”, alla lettera: crepuscolo. I sottopassaggi, se vogliamo – scherzosamente – chiamarli così … e il 2003 e il2007 son stati sicuramente delle fasi, come anche il 2013, tra l’altro segnati su questo blog non a caso, ed ora siam ben dentro questo “crepuscolo” ciclico, la cui durata è indeterminata, esattamente come i crepuscoli, e tanto più vai a Nord e tanto più lungo ed indeterminato è il passaggio: lo stesso. Alla faccia di chi vuole “date precise”, sta sognando. Nell’anno egizio antico c’erano i cinque giorni epagomeni, per arrivare a 365, in quanto l’orbita della Terra non è un cerchio preciso, nel qual caso sarebbe di 360 giorni esatti. La causa di tutto ciò è quella detta: la difficoltà del denso e del sottile nel relazionarsi pienamente, ovvero c’è sempre qualche cosa che non “passa” precisamente (per esempio, le apparizioni che hanno sempre qualche dettaglio stonato, peraltro ecco un modo per rendersi conto della natura negativa di alcune apparizioni, ma non sempre la cosa è così semplice); Guénon, per esempio, faceva notare come non vi sia mai un cerchio perfetto nella manifestazione corporea, ed ecco che l’orbita terrestre attorno al sole non è un cerchio perfetto, ed ecco che un ciclo non corrisponde mai pienamente al suo computo numero “ideale”, quindi dev’esserci un modo di “scaricare” i “resti”, ed ecco il crepuscolo, di durata indefinita. Quel che pone termine ad un crepuscolo ciclico non è un computo, bensì una manifestazione, un qualcosa che si manifesta, che si appalesa …


      3) Chiaro che i più giovani siano spesso più facilmente “presi” (meno distratti dalle “cose personali”), ma non riguarda per niente solo i più giovani d’età, è una cosa generale, conta molto al sensibilità personale, ch’è cosa personale, come dice la parola. E, sì, conosco “Fringe”, che inizia bene e poi “s’incasina” nel classico problema di tanta fantascienza: quello dei “futuri alternativi”, ma, senza giungere a tanto, è vero che è cambiata “l’atmosfera mentale” in questi ultimi anni. E cambierà ancor più, probabilmente …





      Elimina