“«Caro signore, c’è un momento in cui chi ti cerca ti trova, hai voglia ad iscriverti a Logge e fare liste, oppure a travestirti o creare reti di amicizie e protezioni nel mondo, chi ti cerca con la carta del destino in tasca ti trova sempre, dovunque …»”.
Dall’Intervista di M. Dolcetta a Licio Gelli, “Il Tempo”, 20 ottobre 2008, corsivi e grassetti miei, risposta finale di Gelli; fonte online, cf.
http://www.vuotoaperdere.org/Articolo_Leggi.asp?ArtID=82.
Su certe ricerche di personaggi “eccellenti”, ancorché nefasti, che però non hanno dato alcun buon esito, delle due l’una: o a) non l’han mai voluto trovare, o b) in tasca non avevano “LA CARTA DEL DESTINO” … Questo detto da qualcuno, come Gelli, che “se ne intendeva” del “campo” dello “sparire” … “Personalmente” penso che, sì, è vero: alcuni davvero non volevano che “altri” fosse trovato, però il grosso che cercava, in realtà, NON AVEVA IN TASCA “LA CARTA DEL DESTINO” …
“E’ l’eterno problema dell’origine della metamorfosi: quando e come Hitler ha acquisito il suo demoniaco carisma?”. (*)
R. ROSENBAUM, Il mistero Hitler, Mondadori Editore, Milano 1999, p. 431. (**)
“So bene che il dio così si comporta: ai sapienti egli propone enigmi. Agli ingenui, parla semplice e breve,
SOFOCLE”.
P. VANDENBERG, Oracoli, Longanesi & C., Milano 1982, p. 160.
“I greci credevano nei loro oracoli, non perché fossero degli sciocchi superstiziosi, ma perché senza questa fede non potevano sopravvivere.
ERIC ROBERTSON DODDS, studioso dell’antichità”.
Ivi, p. .173.
“Drago babilonese. Sale mercuriale volatile e fusibile. Termine usato da alcuni alchimisti per identificare la materia filosofica da cui essi partivano”.
M. FUMAGALLI, Dizionario di alchimia e di chimica farmaceutica antiquaria, Edizioni Mediterranee, Roma 2000, p. 75, grassetto in originale.
«L’America è solo un esempio, in tutto il mondo, il potere del Quarto Reich non s’incarna più – o non ancora – in un preciso movimento politico (sebbene ci siano movimenti politici che a esso più o meno esplicitamente fanno riferimento) ma in una rete d’ idee, mitologie ed influenze diffuse. La sua forza risiede nella sua potenzialità e non nelle sue espressioni manifeste. Il mito unifica persone lontane e diverse, si colloca al di fuori del tempo e dello spazio, è quindi inattaccabile e difficilmente identificabile. Questa è la ragione della sua sopravvivenza. Ed è anche il motivo per cui è difficile descriverlo, e per cui, quindi, mancano ad oggi analisi precise. Non ci sono confini politici né categorie fisse [punto quest’ultimo così difficile per tanti, oggi, da capire], ma una pletora di personaggi del passato e del presente […]. Nella mia ricerca mi son trovato come in un mosaico, in cui ogni tassello rinviava ad un altro, che fosse un luogo, un evento, un fuggiasco, un erede. La mappa del Quarto Reich si è delineata emergendo come un disegno fatto con l’inchiostro simpatico […]. Riavvolgendo il filo d’Arianna dalla fine del Terzo Reich alla nascita di quello che chiameremmo il Quarto Reich, filtrate dal tempo e dalle peripezie rimangono le testimonianze di un modo di pensare e di una volontà di esistere che nessuno ha potuto ma soprattutto voluto prendere in considerazione. […] Quindi, volendo definire una mappa del Quarto Reich, si può cominciare dai testi del defunto Terzo Reich: personaggi come quelli che abbiamo citato, Carl Schmitt, Martin Heidegger, Ezra Pound, Knut Hanmsun, Sven Hedin, ma non solo. Uomini meno noti ma non secondari, matematici, fisici nucleari, economisti, filosofi sopravvissuti al crollo e operanti nel dopoguerra in tutta Europa ed anche nelle Americhe, hanno raccolto il testimone e, chi di nascosto, chi apertamente, hanno consolidato l’ eredità culturale del Terzo Reich [che c’è stata, checché se ne dica o pensi]. Di alcuni di loro seguiremo le tracce scoprendo che vi risaltano due categorie: la prima è formata dall’apparato economico, industriale e finanziario che discretamente, nel secolo passato, ha attraversato indenne la monarchia, la repubblica, il nazionalsocialismo e poi il socialismo e la democrazia; la seconda è costituita da intellettuali meno tradizionali: i servizi segreti, che in un mondo sotterraneo [un “sottosuolo”, per dirla con Dostoevskij] come il Quarto Reich assumono una importanza primaria. E sono al centro di un’altra dimensione del Quarto Reich: quella delle fughe, dalla mitica fuga di Hitler a quelle documentate dei gerarchi nazisti di tutte le nazionalità [in nazismo fu fenomeno europeo, non solo tedesco: si tende a dimenticarlo]. Ho incontrato ex nazisti francesi, rumeni, belgi, croati, italiani; semplici combattenti o membri dell’apparato poliziesco, giornalisti o leader politici. Scoprendo che l’internazionale nazionalsocialista è stata ed è tuttora un’organizzazione non ufficiale che sotto diverse denominazioni come Odessa o Die Spinne (“La ragnatela” [più precisamente: “il ragno”, parola di genere femminile in tedesco, non in italiano]) si prefigge la realizzazione del Quarto Reich. In mille modi, sotto differenti etichette (***) e alleanze di comodo questi gruppi clandestini agiscono in solo apparente autonomia e mancanza di coordinazione reciproca. La rete Gehlen agì di concerto con gli Stati Uniti, mentre Bormann e Müller si legarono al Kgb e agli Stati membri del Patto di Varsavia. La rete Die Spinne di Otto Skorzeny rappresentò il ponte fra Stati Uniti, Spagna franchista e Argentina peronista. In Germania sopravvivono [scritto nel 2007] […] i Volontari, l’associazione degli ex combattenti delle SS, che ha anche una rivista periodica in lingua italiana: “I volontari”, edita mensilmente in Piemonte [per quel che ne so, la pubblicazione di questa rivista “di storia militare”, si legge sarebbe terminata nel 2014]. La società Stille Hilfe [“Aiuto silenzioso”, oppure “tranquillo”] garantisce invece una mutua assistenza ai “pensionati” del Terzo Reich. Tutte queste realtà dispongono di denaro, spregiudicatezza politica e di un’indubbia volontà di potere [nessun dubbio al riguardo], anche se stentano a trovare corpi politici [il loro grosso problema è sempre stato questo], individui e Stati che possano farsi veicolo di una vera e propria “reincarnazione” dell’ideologia che accompagnò l’esplodere della potenza tedesca negli anni Trenta [ciò proprio perché son troppo legati a quel passato]. Per questo il Quarto Reich rimane una potenzialità che non riesce ad identificarsi in un territorio […] – l’eccezione fu […] l’Argentina di Perón. Il suo punto debole è il fatto che ancora si appoggia ai “funzionari” del defunto Terzo Reich, nostalgici del passato [senz’alcun dubbio, è sempre stato anche quest’altro il loro punto debole], privi d’una guida capace di pensare in grande e riunificare gli orfani di quell’idea sparsi per il mondo [si tratta, per l’appunto, di “riunificare (ma ci vuole un ALTRO SCOPO, mica “la Germania”!) ciò ch’è sparso”, detto iniziatico, ma parodiato]. […] La vicenda del Quarto Reich comincia con il crepuscolo del Terzo Reich. […] Dopo aver visto quale fu la strategia e il destino dei fuggiaschi – incontrando il cacciatore Simon Wiesenthal e fra i cacciati Mengele, Eichmann, Sima, Bormann, Müller e altri – racconteremo che cosa costruirono nei luoghi in cui s’insediarono. Dal sistema spionistico che permise loro di sopravvivere ai poteri economici che portarono con sé e che oggi sono nel cuore del sistema capitalistico che ci governa e che del nazismo ha riciclato personalità, industrie e denaro. Vedremo come l’apparato culturale e ideologico nazista, che per tanti anni è stato sottaciuto o negato, sia stato in realtà recuperato dal mondo filosofico cambiando di segno ma lasciando inalterata la sostanza, allo stesso modo in cui a suo tempo l’Occidente fece man bassa di scienziati e talenti nazisti reimpiegandoli senza tanti scrupoli nelle ricerche mediche, biologiche e anche spaziali che hanno dato forma al mondo contemporaneo. I sopravvissuti ci racconteranno che sono riusciti, chi più chi meno, a condurre la loro vita in tempi nuovi e in terre nuove ma che il sogno, il gran desiderio, non si è realizzato. Il Quarto Reich è nelle loro menti, prenderà una forma concreta solo quando si materializzerà la nuova guida [guida …, che in tedesco si dice “Führer”], il nuovo Führer [che NON sarà MAI la REPLICA del passato: attenzione a questo PRECISO punto]. Che forse sta solo aspettando il suo momento [e ma non sarà “Hitler redivivo” (come ci fu, in altra epoca, il “Nero redivivus”]», M. DOLCETTA, Gli spettri del Quarto Reich. Le trame occulte del nazismo dal 1945 a oggi, BUR, Milano 2007, pp. 11-15, corsivi miei, mie osservazioni fra parentesi quadre.
Sul “nuovo Führer” (di cui Dolcetta qui su parlava [2007]) occorre far chiarezza, cioè su quali gli scopi reali di chi manipola certe altre forze presenti nel mondo, poiché chiaro si è che il sogno di queste ultime forze “nostalgiche” non si è realizzato, non si realizza né mai si realizzerà. E tuttavia, sono una forza nel mondo, una forza operante, poco capita, poco vista per ciò ch’essa davvero è. Dunque: qual è lo scopo di chi USA tali forze? Ecco la VERA domanda, legata con l’altra: “chi mai” potrà essere questo nuovo “Führer” che non è né MAI sarà la REPLICA – “virale” – del Führer del Terzo Reich, Terzo Reich definitivamente defunto? Siamo dunque al “nodo” … Non è causa sui, tutto ciò, ma è MASCHERA per “altro”; DI COSA esso è, dunque, la “MASCHERA” …? ?
Dunque sono ETICHETTE, dunque sono MASCHERE, per cui NON È MAI nell’ APPARENZA che occorre vedere i movimenti profondi – ovvero quelli reali – delle cose che, poi, soltanto dopo, appaiono (“fenomeno” vuol dire appunto “apparenza” di una causa più profonda).
Andrea A. Ianniello
(*) Non c’è alcun dubbio che Hitler fosse coraggioso, il suo vero problema era “l’ossessione per l’occulto” (cosa peraltro ben nota a Churchill, ma, durante la Seconda Guerra Mondiale, a pochi altri nota), che lo rendeva un “dittatore diverso dagli altri”, cosa “presentita” – ma NON certo CAPITA – da qualcuno, il cui errore ne segnò irreversibilmente la sorte: “La frase è di Benito Mussolini: «Hitler ha un cuore d’acciaio … d’indomabile acciaio. Il cervello tuttavia è confuso. Ha del mago e del filosofante da mercato rionale. Si è fatto, a suo uso e consumo, una storia, una politica, una geografia del mondo, e non beve che da quel pozzo». […] il giudizio di Mussolini indica che la sua cultura, positivista e della vulgata marxista [esattamente: da queste due fonti solo beveva, si osservi, poi, dalla “vulgata” marxista], non riesce a comprendere la cultura esoterica banalmente [questo è un altro punto decisivo: banalmente] assimilata da Hitler”, G. GALLI, Hitler e la cultura occulta, BUR, Milano 2013, p. 162, corsivi miei, mie osservazioni fra parentesi quadre.
(**) R. Rosenbaum è anche autore di un articolo – vecchio, del lontano 1977 – sugli Skull&Bones, cf.
http://www.thestacksreader.com/the-last-secrets-of-skull-and-bones/.
Qui è il sito che riporta online il vecchio numero del settembre 1977, ma occorre iscriversi per vederne la forma originale, cf.
https://classic.esquire.com/the-last-secrets-of-skull-and-bones/.
Sugli Skull&Bones, ancor oggi, rimane lo studio migliore quello del compianto A. C. Sutton, sul quale, su questo blog, si può fare una ricerca, cf.
https://associazione-federicoii.blogspot.com/search/label/Antony%20C.%20Sutton,
e, più specificamente, cf.
https://associazione-federicoii.blogspot.com/2016/05/reminder-economia-e-finanza.html.
Non vi era, in quel tempo, l’oppressivo “complottismo” stolto che oggi tutto impesta, confondendo le acque cosicché non si capisca più dov’è il vero e dove il falso (ma questo era lo scopo nel dare via libera a tutte queste cose, davvero, spesso, paranoiche, nient’altro che paranoiche).
Di Sutton abbiamo il Masterpiece” intitolato: America’a Secret Establishment, scaricabile al link:
https://ia904509.us.archive.org/17/items/pdfy-2cmFoB22NG1pZnWL/Americas%20Secret%20Establishment%20An%20Introduction%20to%20Skull%20and%20Bones%20Antony%20Sutton.pdf.
Sutton è stato uno dei pochissimi – pochissimissimi – che abbia capito che il sistema funziona con la contraddizione, cioè per mezzo di essa: una parte E l’altra, tutt’e due, AMBEDUE (come si legge nell’Introduzione dell’autore). Senza questa comprensione – che non è la pseudo onnipotenza postulata dai “complottardi”, al riguardo delle forze – davvero storicamente sopraffacenti, questo sì, ma non onnipotenti – che dominano il mondo, e senza il necessario postulato secondo cui le due vie contraddittorie VANNO PER LA LORO STRADA, esse sono reali, cioè, dunque non “fatte a tavolino”, senza queste due cose, ogni discorso è futile, inutile, impreciso, fallace, incapace di andar oltre le isterie di massa.
Si supporta sempre tutt’e due le parti, ma con modalità diverse: la tattica è ciò che Vallée chiama “il rinforzo”, poi si lascia spazio al gioco delle forze, sorvegliandone l’esito, rafforzando il risultato, ma è la “terza cosa” che sorge nell’insieme influenzato quella che darà il risultato, quello vero. Questa è la clavis, quella vera, ed una volta detta non aspettiamoci che venga capita: grecum est, non legitur … infatti può essere capita solo e soltanto da chi abbia una determinata cultura” dietro. Sennò, di nuovo, grecum est, non legitur …
(***) «L’Ombra è prima di tutto un’energia, ma non bisogna dimenticare che l’energia spesso ha bisogno d’incarnarsi, e in questo caso è proprio così: […] operano sotto terra da milioni di anni, non perché siano attratti dal male — perché dominio, potenza e perfezionamento di una sola ed unica razza sembra loro un bene — ma per fare del pianeta un luogo dove possano essere soddisfatte le loro esigenze mentali e fisiche [ecco la ragione dei cambiamenti subiti dal pianeta negli ultimi secoli, in particolare TRE, chiaramente operati da CHI conosce la LEGGE CICLICA, ed dunque sa che gli interventi si assommavano inevitabilmente con dei processi che comunque la Terra stava già operando di suo, rendendo però questi ultimi “catastrofici”, cioè rapidissimi (sempre su scala della Terra eh, non nei termini della lunghezza “media” della vita umana, sia detto chiaramente) oltre che irreversibili]. Recentemente [si ricordi che si sta riportando un passo del lontano 1990!], il loro progetto più elaborato si è nascosto dietro l’etichetta nazista, un’etichetta che è scomparsa in parte perché ha finito con lo spaventare gli uomini … Ma che cos’è un’ etichetta? Una forza decisa ad imporsi può portare tutte le etichette che vuole, a seconda di come gira il vento: nessuno può eliminare un’idea semplicemente cancellandone il nome, così vi dico che la potenza nazista è più che mai attiva sulla Terra [frasi del 1990!]; si è rivestita di abiti onorevoli [nessun dubbio], e s’è perfezionata nella padronanza d’una tecnologia che sarà ben presto capace di modificare i climi [frasi del 1990 …], quindi l’ equilibrio economico delle nazioni [chiaro]; si basa anche e soprattutto sulla scarsa resistenza fisica ed emozionale [nessun dubbio al proposito] delle persone che sono in risonanza [clavis] con ciò che potremmo chiamare “una certa lunghezza d’onda”. […] Il nazismo è sciamato in tutte le latitudini [questo è vero, sotto mentite, cangianti spoglie, ma NON È più il “nazismo” storico, quanto al contrario è il “mythus nazi”, cioè IL VERO “mito” del Ventesimo Secolo, per cui Hitler non è mai morto ma vive sotterraneo, come fantasma] e l’unica possibilità, per le vostre civiltà, di non vederlo ricomparire più alla luce del sole [troppo tardi, ormai è ricomparso, sotto mentite spoglie, anche sotto qualche vecchia nostalgica spoglia, ma soprattutto sotto mentite spoglie …], con un altro nome ancor più insidioso [la ricerca del nome per loro è, attualmente, “il” problema] è che vi liberiate tutti dello “spirito di massa” che le ideologie coltivano sapientemente in voi […] ma non potrà esser così se non vi tirerete fuori dalla ronda delle argomentazioni dei media [e dei “social”], siano esse filosofiche, politiche o dogmatiche. Quanti di voi dicono di esser certi di vederci chiaro [con la voga dei “complottardi” e l’ “infodemia” rafforzata dalla pandemia, la quantità di costoro si è moltiplicata e a dismisura, replicantesi come un virus …], quanti pensano di non cadere nella trappola delle forze oscure … allora, vi dico che non tutti i nazisti erano coscienti di essere tali, e di cosa significasse il nazismo [anzi: pochi]; gli uomini e le donne che hanno sostenuto quel movimento spesso erano uomini e donne simili a voi che credevano di “far bene” [nessun dubbio al riguardo]; non sapevano di essere in realtà gli incoscienti trampolini di una forza che andava infinitamente al di là di loro stessi. Una parte di voi, uomini della Terra, è ancora troppo poco matura per evitare lo stesso abisso [abisso in forme diverse, chiaro, anche molto diverse: questo va ribadito, l’attenzione NON DEVE puntarsi sulla forma (dove nulla ritorna uguale, per principio), quanto piuttosto sulla sostanza, sulla direzione, sugli scopi] perché, siatene certi [ed è successo], l’ostacolo cambierà abilmente aspetto [nessun dubbio, così è stato]: questo non semini il terrore in voi … cominciate a scostare il velo», A. e D. MEUROIS-GIVAUDAN, L’incontro con Lui, Edizioni Àrista, Giaveno (TO) 1990, pp. 121-123, corsivi miei, mie osservazioni fra parentesi quadre.
PS.
Su Dolcetta, due link, cf.
https://web.archive.org/web/20180114020809/http://www.facktotum.blog/interviste/intervista-marco-dolcetta/intervista-marco-dolcetta-parte/;
e cf.
https://web.archive.org/web/20180114021542/http://www.facktotum.blog/interviste/intervista-marco-dolcetta/intervista-marco-dolcetta-parte-ii/.