giovedì 10 marzo 2022

La “‘Pro.’ del ‘R. d. M.’” – “aggiornata”, direi: “annottata” … – cioè ‘La situazione “straordinaria”’ SENZA LEADERSHIP

 

 

La “‘Pro.’ del ‘R. d. M.’” – “aggiornata”, direi: “annottata” … –  cioè ‘La situazione “straordinaria”’ SENZA LEADERSHIP: dunque, “CHI” farà passare il mondo dallo “stato d’emergenza” perenne alla “stato d’eccezione” (Schmitt), ed ecco la “PRESA DEL POTERE” (potere che **non** sta più nei sedicenti “palazzi” del cosiddetto “potere”) da parte **non certo** di Luigi XIV …

 

 

 

 

 

 

 

 

La “Profezia del ‘R. d. M.’ [ovvero: ‘L. o. (T.)W.’ - Lotu(-S)]”, della – e sulla – quale si è detto qualcosa in passato (anche nella vecchia community, chiusa nel 2008) sosteneva che il vecchio ordine mondiale sarebbe terminato nel 2011, quello nato dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale, basato sul patto NON scritto fra i vincitori di quel conflitto. Il NWO è stato il tentativo – FALLITO –, cominciato nel 2001, di far sì che quell’ordine sfociasse nel dominio da parte DEL PATRIZIATO degli USA, fallimento qui annunciato nel 2018. Ma era tutt’altro che difficile il rendersene conto, e l’esclusione della Russia dal novero della “grandi potenze”, senza dubbio, è stato un errore clamoroso (e “voluto” da “certe” forze) che oggi questo stesso mondo paga, comunque vadano le cose, inoltre al tempo stesso lasciando un membro dell’ex Kgb al potere: la combinazione perfetta per il disastro. Chiaro che l’intenzione vera è che “’o/tò katèchon” sia tolto di torno del tutto. Attenzione! Il “katèchon” NON È “BUONO”, esso È “male” – quella “spada che si deve ‘comprare’” del passo evangelico –, solo ch’è un “male minore” rispetto al “male maggiore” dell’ “avvento” dell’ “A.”, il quale – a sua volta – non è altro SE NON l’ **emersione** del mysterium iniquitatis, “mysterium” = emersione di ciò che è “nascosto” NEL “PALESE” (ritmo yin/yang, passaggio dal “nascosto” al “palese” di cui si dice, in una nota a pie’ pag., ne Il Regno di Guénon); insomma: c’è sempre stato questo “mysterium”, solo che quel qualcosa – che è un male, ma minore – che lo “raffrenava”, pian piano vien tolto di mezzo. La Russia dove sta andando? Al default. Casuale? No, per niente. E il mondo riva in recessione dopo esserne appena uscito.  Di nuovo: casuale? No, per niente. 

Ed è ovvio che oggi la nozione di “nuovo ordine mondiale” sia (ab)usata, tanto in relazione alla pandemia che in relazione alle conseguenze della guerra in Ucraina e via dicendo: il punto è – sempre – che cosa s’intenda per “nuovo”. Questo è il punto. E non parlo qui di alcun “Reset”. Neanche la categoria che qui s’è tentato di usare – l’ “Iperset” – è sufficiente. Qua, infatti, si rischia di bruciarlo proprio, il “set” … “Reset”, più che altro, non fa che “acclimatare” la seconda sillaba del termine (“Re Set(h)” …), con lo scopo che tale seconda sillaba divenga “Re” in senso **non** moderno, chiaro (altro punto poco chiaro a molti, di questi tempi …). Serve al massimo a questo, ma non v’è alcun “Reset”, anzi. Il virus nazionalistico sta “mettendo a terra” la globalizzazione, signori: non so se qualcuno se n’è accorto (non credo).

Ma torniamo al punto.

 

Chi sta dietro le varie forze “in lizza” nel mondo, apparentemente opposte (il che NON SIGNIFICA PER NIENTE che esse non lo siano, ma significa che lo sono solo in un determinato ambito: “chi” stia oltre quell’ambito NON È governato da quell’opposizione, può dunque influenzare ambedue i gruppi, che poi è, precisamente, il punto che i “complottisti” NON possono capire NÉ accettare – e qui tra i pochissimi ad aver capito che il “plan” È DIALETTICO – è stato A. C. Sutton, e cioè non si può basare su di una forza sola, quella postulata dai “complottisti”, ma che al contrario è un gioco di opposizioni, pilotato però, cioè che ha un fine comune. Due forze “a tenaglia” si oppongono, è vero, ma incidono su di un sol punto. Se tu, infatti, fai tutti gli scenari, vedi che son orientati allo stesso fine. Tutti. Ed è quel che qui s’è chiamato – “in tempi non sospetti” – “il punto d’indecidibilità”, dove qualsiasi decisione tu possa prendere, le cose vanno sempre sullo stesso cammino, e, finché tu hai più d’una opzione, non ci sei. Anche se ne hai due non ci sei, ma ci sei prossimo allora … E così, che sia così o cosà, che sia zuppa o pan bagnato, si giungerà finalmente al punto in cui – per far funzionare “quel che resta della balena” – dovrai ricorrere al famoso “n.d.b.” (che non ha niente a che spartire coi vaccini, i certificati digitali al massimo ne sono stati un lontano ballon d’essai). Ed allora vi sarà la “Pace”, dunque. Come ciò potrebbe accadere: non è né sano né utile dirlo: ci son vari scenari possibili, ma se tu vai a Roma per l’Appia o per la Casilina, per la Cassia o per l’Aurelia, comunque a Roma vai.

Il sistema attuale, in ogni caso, è cotto (il “grado di cottura” è abbastanza noto, qualche indicazione la si è data, ma È CHIARO che solo chi lo sta cuocendo lo conosce precisamente …). Dietro tutto ciò vi son dei gruppi cosiddetti **pseudo** “neo imperiali”, che puntano – ed in parte hanno già ottenuto – ad una società col minimo di classe media possibile: una casta superiore, dei vassalli e una massa senza volto, questa sarebbe la loro intenzione, inevitabilmente votata, però, al fallimento.

E tuttavia, il danno è davvero enorme, con costi sociali enormi: ed ecco la “situazione straordinaria” ma senza leadership, questa la loro intenzione, peraltro in gran parte attuata: tuttavia ciò rimane un mezzo (qual è il fine?). Ora, questi gruppi odiano la “G. P.”, ecco cos’è, per cui questi odiano il “System”, odiano il “patto sociale” – in realtà già in gran parte autodistrutto dalle dirigenze occidentali – che seguì alla fine del Secondo Conflitto Mondiale (perché, in realtà, certe forze, cambiando forma, si sono mantenute: il nazismo non è che un’etichetta, come si è detto altrove riportando, in un post precedente, un passo da un vecchio testo del 1990), patto sociale che è terminatoda tempo –, ed è quella “fine del riformismo incrementale” di cui parlavano Wallerstein e Hopkins, qui spesso citati, all’inizio della seconda metà degli anni Novanta, quasi trent’anni fa, ormai. Essi “odiano” tutto ciò, e vogliono che la balena si spiaggi, che “Moby Dick” infine “cada”.

Vi è dunque, dietro tutto ciò, un’ “intenzione” che non fa parte né d’interessi né di “razionalità economica”, ed è su questo punto che falliscono tutte le analisi, pur valide, dei vari studiosi di geopolitica. Vi è dell’ “altro”, di natura politica di tipo economico. Quanto a “chi” usare, queste forze hanno una vasta scelta: non si fanno scrupolo d’usare chiunque sia disponibile, di usare vecchi fantasmi novecenteschi così come spettri ottocenteschi: non c’è problema per loro, ciò che conta è l’ intenzione, infatti. Ciò che conta è la direzione da seguire, NON la forma con la quale essa intenzione si riveste: questo i nostri contemporanei si vede chiaramente che hanno difficoltà semplicemente INSORMONTABILI a capirlo. Questo è un dato di fatto. Per questo il “quanto si può dire” si trova, di fatto – inevitabilmente –, disincentivato. E questa crisi sistemica non ha certo in vista il NWO – che non c’è già più, ormai –, ed intacca la “globalizzazione” famosa questa crisi; la “globalizzazione” fu il modo per mezzo del quale il sistema del capitale risolse la crisi degli anni Settanta del secolo scorso. Ed oggi non può più riusare la stessa carta, per questo vediamo che le filiere si accorciano, che i sistemi finanziari vengono colpiti, che un’instabilità crescente – **systemica**, cioè proprio quella ricordata illo tempore da Wallerstein e Hopkins! – si va diffondendo dovunque. In modo crescente.

 

 

Veniamo dunque alla “PROFEZIA” del “R. d. M.”, si diceva – in essa – che, dopo il 2011, si sarebbe succeduti “diciotto anni di guerra”, CHE NON VUOL DIRE STARE A FARE GUERRA TUTTO IL TEMPO!, ma è tipo la “Guerra dei Sette Anni”, o cose del genere, cioè una lunga fase d’instabilità – costellata di guerre (ma non un’unica guerra continua!) –, fase d’instabilità che, poi, è proprio ciò che abbiam vissuto dal 2011, e che stiamo continuando a vivere; questo movimento storico è, solo in parte, contrastato dai residui del vecchio sistema, i quali tentano – senza mai, però, davvero riuscirci – di ripristinare uno stato più stabile del sistema perturbato. Tal stato perturbato, tuttavia, ogni azioni perturba di più, mentre – questo è il punto decisivo – nessuno, cioè NESSUNA FORZA PALESE DEL (E NEL) MONDO È OGGI CAPACE DI RIMETTERE IL SISTEMA IN UNO STATO DI “NON EBOLLIZIONE”. Ecco il punto vero! Quando vi fu la ristrutturazione degli anni Settanta del secolo scorso, immediatamente si verificò una diminuzione della rissosità “strutturale”, della guerra civile strutturale moderna, e in “Occidente” si ebbero anni di grossa crescita economica e di relativa stabilità sistemica: la ristrutturazione, dunque, aveva avuto successo (ad essa seguì la “caduta del comunismo”, cioè l’ Urss pagò per la stabilità sistemica, ecco quel ch’è successo, fatto che, da quelle parti, a quanto pare, qualcuno si è segnato sul “libro nero” e ne sta facendo pagare il costo …). Oggi, al contrario, ogni intervento, in luogo di diminuire l’instabilità, l’accresce! Al massimo la sposta soltanto! Questo è il vero segno decisivo. E parlo qui degl’ interventi fatti per stabilizzare, non di quelli destabilizzanti: gli interventi che vorrebbero stabilizzare oggi al massimo spostano il problema, cioè nessuna forza oggi nel mondo è in grado di stabilizzare il sistema. Questo è decisivo ed ha conseguenze incalcolabili proprio perché sistemiche, estese cioè all’intero “sistema mondo”.

Dunque torniamo alle date, sempre indicative, chiaro: 2011 + 18 = 2029, insomma 2030.

Ci DEV’ esser dunque un qualcosa in cui sbocca, in cui “sfocia” il caos crescente sistemico, e NON può essere la mera replica del passato, non può quindi essere un cosiddetto “Reset” – come lo chiamano – accrescerebbe solo il disordine, il caos e l’instabilità sotto l’apparenza di un “ordine” perché non cambierebbe l’orientazione del processo (ma le autorità dirigenti l’ “Occidente” solo quest’ultimo possono fare: l’ “iper digitalizzazione”, solo che non gli risolve alcunché!). Deve, di conseguenza, intervenire qualcosa che viene da “fuori” quell’ “ambito, tutto sommato limitato, al quale appartiene il ‘Regno della Quantità’” (parafrasi di Guénon).

Questa data (2030) va posta in relazione con il 2025 che si estrae dalle analisi di Wallerstein e Hopkins (peraltro anche da un altro testo …). Per cui si può dire che l’attuale sistema sta terminando, e con esso – ciò sostengono i due autori citati – sta terminando tutto il “sistema-mondo”, iniziato con l’espansione dell’Europa nel mondo, per mezzo prima delle “scoperte geografiche” (cosiddette), poi del capitalismo, poi di capitalismo-più-tecnica, poi tecnica sopra tutto (“über alles”). Cosa segue? NON CERTO una “riforma”, è fuori discussione: questi non son capaci di “riformare” una sciocchezza – e in trent’anni manco c’han provato seriamente! –, figuriamoci se son capaci di far di più! Ma è fuori questione. Segue allora il “R. A.”, ecco cosa segue, che, ovvio, è cosa ben diversa da quel che di solito si pensa, sull’onda d’isterismi diversi e di proiezioni varie, cioè, voglio dire, nate dal proiettar il passato su eventi futuri.

Le solite cose isteriche lasciamole dunque perdere.

Come ho detto, il “R. A.” sarà la PARODIA dell’ “Imperium” tradizionale (e NON “tradizionalistico”, non la forma degenerata inventata nella modernità), e NON parodia degli stati MODERNI (altro punto che oggi è zero capito).

 

Sul titolo e la domanda ch’esso esplicitamente pone, cioè la domanda sullo “stato d’emergenza” perenne, come lo si è chiamato in questo blog, e della sua impossibile perennità, che, dunque, porta solo all’implosione, anzi all’accrescimento potenziale dell’implosione in atto; e nessuno conosce davvero tali potenzialità. Una sola risposta rimane, a questo punto, ed una sola è la soluzione dell’equazione: se lo “stato d’emergenza” diventa stato “ordinario”, per poter interromperlo davvero si necessita dello “stato d’eccezione”, che – OGGI – NESSUN cosiddetto “POTERE” SULLA TERRA, VERO O PRESUNTO che sia, può imporre sulla Terra. Di conseguenza: le forze che possono davvero agire nel senso dello “stato d’eccezione” NON POSSONO provenire dai “poteri” – veri o presunti – sociali del mondo contemporaneo.

A buon intenditor … 

 

Andrea A. Ianniello

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

15 commenti:

  1. questo è un tuo post della vecchia community
    Messaggio 19 di 31 nella discussione Da: firfis conan Inviato: 13/01/2406 15.25

    Dolcetta trascura del tutto il Jebel Sindjâr e per lui è fondamentale Qom, che invece è un luogo di "espansione" delle influenze della più potente Torre, quella yezide irakena. Per Dolcetta è fondamentale Bàssora, che lo è meno. Occorre distinguere con accuratezza fra le Torri-seme e le zone di "espansione-potentizzazione".
    Come ultima osservazione possiamo dire che la Torre russa Guénon la pone sul lato siberiano degli Urali polari, al contrario Dolcetta parla del Dnieper, che sfocia nel Mar Nero, al massimo il lato occidentale e meridionale degli Urali. Detto tutto ciò, e segnalati gli errori di Dolcetta, rimane fermo che trattasi di un lavoro interessante e raro al giorno d'oggi. Tutta, sono giuste le osservazioni del commentatore sui "Khlysty", di cui l'energumeno Rasputin fece parte, Rasputin che fu "l'anima nera" di Nicola II e contribuì non poco a generare la situazione in cui doveva verificarsi, come ultima e sola alternativa alla sconfitta totale da parte della Germania, l'esplosione rivoluzionaria.
    Si fanno vedere dei vecchi filmati dell'epoca dei Soviet, che rappresentano questo basso clero deviato, ed orgiastico. Si veda il capitolo e le osservazioni di Evola su Rasputin e i Khlysty contenute in "Metafisica del Sesso" (Mediterranee).
    Non sempre quei filmati erano unicamente capziosi, ma talvolta riecheggiavano cose che il popolo ben sapeva e che l'attuale revival pseudo-ortodosso tende a coprire come se non fosse una "pagina nera" della Russia.
    Il legame fra Yezidì e Slavi russi, del quale parla il commentatore del dvd, non è casuale. A *mio* avviso, è mediato dai Khàzari. Fate una ricerca su Internet, anche su Wikipedia, su tale popolo assai particolare, dal quale la gran parte degli Ebrei "Ashkenazìm" deriva (si riconoscono dal cognome tedesco o tedesco-russo, per esempio: Sharon era uno di loro).
    C'è un libro, vecchio, in parte posto online, del romanziere inglese Arthur Koestler (origini ebraiche anche lui), sulla "Tredicesima Tribù" ("The Thirteenth Tribe").
    Infine, c'è una pagina in inglese e russo, sugli scavi nella "Khazaria", che poi sarebbe la "Terra di Gog".
    E' interessante notare che i Khàzari furono il solo popolo "convertito" all'Ebraismo, come se legge nel "Kitâb al-Khazarì" di Jehudah Ben Levì.

    Urali---> Dnieper la 7^ torre , ed Ucraina -----> Khazaria ------> Yezidi
    tutto si tiene

    Ovviamente non è da pubblicare ;)

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    1. In quel tempo era, per così dire, troppo presto, oggi è troppo tardi, dunque . . . non pubblichiamolo . . .

      O pubblichiamolo: è inutile.

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    2. Naturalmente trattasi di battuta, non Ibn Battuta, dici amo: freddura, cioè Free Dura, la libertà eh! Non si amai! (ah ah)

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  2. n quel tempo era, per così dire, troppo presto, oggi è troppo tardi, dunque . . . non pubblichiamolo . . .

    O pubblichiamolo: è inutile.

    Il punto è proprio questo ... l'inutilità...ovvero il non aver un mandato :) ... ma questo è ;)

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    1. Mio caro lei, non è questyo il porblema vero: il problema vero è “l’inutilità” di chi il mandato **ce l’ha**, se non l’hai ancora capito, svejete . . . e cioè il fatto che le cose vadano per inerzia.


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    2. In pratica, siamo come ad un secondo lockdown, ma stavolta imposto da ragioni economico politiche senza uan espressa dicitura, ma la contrazione si sente, forte, dappertutto.


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  3. Che diceva Gurdjieff? Che, quand’anche chi ne avesse le conoscenze sapesse che si arriverà ad una qualche catastrofe, non potrebbero far niente: perché, come una strada, finché non c’è un prossimo bivio, non vi è alcuna scelta.
    E qual è il prossimo “bivio”? Che il “gioco” si manifesti … prima d’allora, si possono far solo interventi “lenitivi” ma **non** risolutivi (cosa che **fu detta** “illo tempore” anch’essa …), interventi “lenitivi” che, come la situazione di oggi ci dice con grande, ma grandissima chiarezza, son divenuti sempre più difficili. E chi ha il cosiddetto “mandato”, dove sta? Non ci sta. E il perché lo disse, **apertamente**, lo stesso Guénon: le funzioni iniziatiche sarebbero divenuto sempre più chiuse, si sarebbe verificato un “allontanamento” della **vera** “Traditio” – non dei “tradizionalisti” – dal flusso dell’umanità in generale. Cioè quel che ormai vediamo – costante – da decenni. Ed anche questo fu detto …







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  4. Mio caro lei, non è questyo il porblema vero: il problema vero è “l’inutilità” di chi il mandato **ce l’ha**, se non l’hai ancora capito, svejete . . . e cioè il fatto che le cose vadano per inerzia.

    Chi ha il mandato dal "basso", agisce , cribbio se agisce :) ovvero le azioni della GP sono ormai manifeste , forse fin troppo ; la B. invece ancora non è manifesta... ma la suaazione si ; e questa tenaglia si stringe sempre di più...ed ho l'impressione che non ci siano più ne "arpe eoliche" , ne "trattenitori" e "muraglie" che tengano . In ambito occidentale è palese tradimento dell'exoterismo(qui questo rimaneva ).

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    1. Agire? Lasciamo perdere … Ci sono “quantità nascoste” nell’equazione finale. Ciò che non si vede conta.
      Peraltro “piccoli Saruman” crescono, ed anche questo fu detto. In altre parole: i “cattivi fratelli”, ecco chi ha contribuito non poco all’attuale situazione. Di tutto ciò che il XX sec. ha dato – ed ha dato, va riconosciuto – si è fatto ben pochissimo. Questo è un semplice fatto.

      Le “arpe eoliche” …? probabile stiano per star zitte, probabile davvero. “Trattenitori” non se ne vedono in giro, anche questo è vero, ma ciò implica un cambiamento **qualitativo** del quale, peraltro, “illo tempore” qualcosa fu pur detta. Ma è meglio vivere che parlare, poiché, poi, ognuno è diverso. Un effetto uguale, “corale”, non è possibile. La fine “separa”, in effetti. Essa divide.

      Tornando al tema, credo che qui ci si stiano giocando le ultime carte. Poi c’è il finale di partita.
      Nel finale di partita “la strategia supera la/e tattica/he”, si usa dire nel giuoco (colla “u”) degli scacchi.
      Quando certe cose si manifestano è possibile un’ “azione” che sia davvero incisiva, sempre nel senso della separazione, sia ben chiaro … ma cambia proprio la natura del fenomeno.


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  5. *ma ciò implica un cambiamento **qualitativo** del quale, peraltro, “illo tempore” qualcosa fu pur detta*

    Si sicuramente ci vorrà la "qualità" e secondo me il discrimine è veramente sottile al limite dell'impercettibile.... ovvero lo scontro sarà sul piano fisico ma il "martirio" sul piano sottile ...ecco cosa intendevo con "mandato"

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    1. Molto sottile, ed è il punto vero in questione: allora non chiamiamolo “mandato” ma è il “discrimen” – di cui pure si disse … – che opererà lo “Finale Judicio”, et tuttavia ciò viene dopo la fase attuale per quanto **già** ora la “seminagione” si sta vedendo “in filigrana”, ogni fase avendo le sue radici nella precedente: vi è un filo logico, spesso più che meramente cronologico …



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    2. ##Molto sottile, ed è il punto vero in questione: allora non chiamiamolo “mandato” ma è il “discrimen” – di cui pure si disse … – che opererà lo “Finale Judicio”, et tuttavia ciò viene dopo la fase attuale per quanto **già** ora la “seminagione” si sta vedendo “in filigrana”, ogni fase avendo le sue radici nella precedente: vi è un filo logico, spesso più che meramente cronologico …##

      Mandato, investitura, legittimazione dell’atto, cambia il nome ma quello è; questo momento particolare evoca in me i ricordi degli insegnamenti della Gita e della Mundaka Upanishad : la difesa del Dharma e la liceità e la consapevolezza dell’azione .
      Questo è “discrimen”, certo che lo è; tuttavia essendo dei “mleccha” i dubbi ci sono sempre, ovvero basta il discernimento, la comprensione anche profondissima, o tutto deve compiersi nel campo dell’azione ?

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    3. La risposta sta sempre nella domanda: senza discriminazione, la cosa è chiara ed evidente, **non si va da nessuna parte**, questo è poco ma sicuro. Solidamente istradati “su” di essa, viene il problema dell’azione: qui non c’è il “manuale per ‘fini del cyclo’” – peraltro noi non sappiamo nulla delle precedenti (è un ‘caso’, no, è sempre una sorpresa … ah ah) – solidamente istradati su terreno (finalmente!) solido, vi è la **scelta**, come ho detti: quelli che si **sentiran “chiamati”** cioè non tutti (sottinteso: fra quelli che avranno sviluppato il “discrimen” …).
      quindi un’ulteriore specificazione però +dento* un gruppo che già le cose, gli eventi, la comprensione, sta selezionando “hic et nunc”, piaccia o non. E’ un processo “cosmico”, non una volontà individuale.
      Quelli che così si sentiranno chiamati, faranno “bene” o “male”? Nessuno può dirlo, men che meno chi scrive, che non s’azzarda nemmeno. L’unica cosa che può dirsi: sarà costui – costoro saranno – “sinceri”? Bene. Non lo saranno? Male.
      Qualcuno chiedeva, in qualche commento precedente, delle conseguenze “sull’ ‘anima’” delle vicende della “fine” (qualunque cosa noi si voglia intendere con un tal termine). Eccole le conseguenze. Le scelte che questo processo, gigantesco ancorché semplice, implica sono “significative” per “l’ ‘anima’”, quindi.
      Pertanto quando nella vecchia community, in sostanza e fuor di metafora, era come se dicessi: “ma lasciate stare, voi non sapete di cosa parlate” a fronte dei soliti “amanti della (cosiddetta) ‘poca lisse’” o della cosiddetta “fine”, parlavo con cognizione di causa: non è né “un pranzo di gala” né “Il Signore degli anelli”, cioè due campi – ben distinti – che si fronteggiano con il male che dice: “io sono ‘il’ male”, oh no! Mica è così. Ma se proprio hai bisogno del “solvente” per “separare” il sottile dallo spesso! E ci sta questo solvente? L’avete visto? Sono cose molte differenti dalle immagini che se ne sono date “da parte di registi e romanzieri”, che nella vecchia community prendevo in giro. Come no?, la “replica” del Secondo Tempio erodiano, ma che senso ha? Il senso degli eventi è tutt’altro e la battaglia è per lo spirito umano, che non ha niente a che spartire con questo o quel sistema politico, tanto per esser chiari.



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  6. Certo si è che quel che si diceva anni fa, che il cavallo di rincorsa doveva entrare nel Palio, è successo: questo è il significato della guerra in Ucraina, che il tempo è venuto, e che il tempo è poco; non sappiamo quanti sono i giri del “Palio del mondo”, certo si è che non possono esser illimitati . . .


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