Dunque niente “Terza” guerra “mondiale”, nonostante le solite tiritere, le solite illusioni.
Vi è chi vive di
proiezioni, e non imparerà mai e poi mai.
Quel che abbiamo, in
realtà, è un cambiamento – profondo
ed irreversibile[1] –
delle relazioni internazionali, focalizzato al cambiamento
systemico.
Ma sempre tanti vivono
di proiezioni di desiderata, sempre.
Come la Russia
sovietica doveva portare “i cosacchi a
san Pietro” – e s’è visto – e doveva “invadere la (buona, buonissima ed
innocente) Europa occidentale”, ed anche questo s’è visto … il contrario!! Che poi tale contrario si
stia a sua volta riversando nel suo opposto, è chiaro ed evidente, ma ciò nasce
proprio dalle illusioni dell’ ’89 e dalle idee illusoria sull’ “esportazione”
della “democrazia”, e dal fallimento – inevitabile – di quelle illusioni che, a
sua volta, si è trasformato nella debolezza del sistema rappresentativo, la cui
crisi continua. Non avendo altro modello – né concependone altro – ecco che son
legati alla crisi di quel modello, la cosa è semplicemente una verifica del
tutto assiomatica delle premesse in atto.
Veniamo ad un altro
punticino.
Il “Terzo Tempio”, ma
come farlo? Per mezzo d’una guerra? … Sarebbe l’eventualità più difficile da
gestire, la più difficile.
Ora poi: qual è il “cambiamento systemico” in oggetto?
Quale lo “scopo”, tèlos?
Qual è lo scopo nelle intenzioni, intendo, ché la realizzazione non potrà mai esser totale, checché ne pensino i
tipici “complott®isti”, ed è bene precisarlo; eccolo, cf.
La realizzazione di
tutto ciò non potrà mai essere completa.
Ma è l’ intenzione di far arrivare a quel punto
ciò che, inevitabilmente, non può che
portare – ed accelerarne il processo – alla dissoluzione.
“In soldoni”, come suol
dirsi, questo sosteneva Guénon.
Andrea A.
Ianniello
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