giovedì 24 ottobre 2019

Due passi da ….




















Non c’è nulla di mistico nel ninjutsu. A volte la mente è sostanziale e la forma e la realtà sono insostanziali, questa è l’idea di verità e di vacuità. Colui che è maestro del ninjutsu parla sempre in modo consono alla situazione.
[…] Ciò che è insostanziale include anche ciò che è sostanziale, questa è una chiave per la realizzazione della vera via dello shinobi, dunque non perderti sul sentiero sbagliato e non essere accecato da false idee, aiuta te stesso a capire che devi seguire i veri principi di questa tradizione”[1].

Non farti coinvolgere troppo dalle cose. Rimani irretito in un problema perché non riesci a lasciar andare, ma sei ansioso di ottenere solo il tuo beneficio. […] Devi realizzare la somma ragione.  Questo è incutere rispetto e soggezione senza il bisogno di una dimostrazione di forza, manifestare il proprio potere esclusivamente attraverso lo spirito allo stato puro, senza violenza e senz’agire, come un’aura di supremazia. Un’altra metafora […] è il frutto che cade dall’albero [metafora symbolica usata da Guénon ne Il Regno della Quantità a proposito della fine del cyclo, “chi ha orecchie per intendere, in tenda”]. Per il frutto è impossibile rimanere sull’albero quando è maturo e pronto a cadere [chiave di volta]. Se agisci troppo prematuramente, le cose non saranno pronte e fallirai e, se è troppo tardi, fallirai parimenti. Per essere in grado di capire la mente degli uomini devi agire con l’esatto tempismo. […] Mostra l’abilità di fronteggiare i nemico e penetrare i sui piani. Con le parole più sottili puoi uccidere senza una lama o salvare senza un farmaco, tutto questo grazie al valore della tua mente, del tuo intuito e del tuo eloquio. […] Tutto questo si ottiene grazie alla tua mente[2].








Andrea A. Ianniello















PS. Oggi la “porta” ai “re dell’Oriente” è stata finalmente aperta, e non si è verificata nessuna “terza” guerra mondiale – o già si è verificata, solo che non è stata la mera “copia” della seconda – “come-se-l’immaginano” i soliti illusi.
A tal proposito, cf.











[1] Natori Masazumi, Shonin-ki. L’insegnamento segreto dei ninja, Feltrinelli Editore, Milano 2019, pp. 64-65, corsivi in originale. Nell’Introduzione, di M. Panatero e T. Pecunia, si dice che la ben nota iconografia dei ninja nel costume nero ben poco hanno a che fare con i veri ninja, cf. ivi, Introduzione, p. 31. “L’obiettivo dei ninja era la sopravvivenza, non la conservazione dell’onore”, ivi, p. 41, corsivo in originale. Il famoso “Goemòn” – sì, quello della serie di cartoni giapponesi “Lupin” ed incorrettamente pronunciato (à l’italienne) “Ghèmon” – era in realtà un “ninja” (meglio detto: shinobi), cf. ivi, p. 35.
Dal Glossario, è correttamente tradotto kami: “Spiriti della natura nella religione Shinto”, ivi, p. 174, dunque non come deus o theòs, perché così è, son concetti differenti. In realtà, i ninja sono le spie giapponesi, e la base si trova anche nel Sun-tzu – cap. finale dell’opera. Chiaro che, poi, essi fossero specialisti nel “far apparire” cose che non esistono, nell’usare l’ illusione, insomma: “Tendo chido: l’arte di lasciar apparire nel cielo qualcosa di sospetto o di creare cose strane o distraesti nel territorio per sviare l’attenzione delle persone verso l’alto o verso il basso e lontano da ciò che si vuole tener nascosto”, ivi, p. 176, corsivi in originale.
[Su questo tema dell’ illusione “magica” – come distinta da quella “cosmica” e dalla quella “sociale” – cf.
[2] Natori Masazumi, Shonin-ki, cit., pp. 166-167, corsivi miei, mie osservazioni tra parentesi quadre.  






2 commenti:

  1. Il post il cui link si riporta alla fine poi è satto cancellato, ma salvato qui, cf.
    https://associazionefederigoiisvevia.files.wordpress.com/2021/04/altro-materiale3-del.pdf

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