Come non si può capire certe
cose senza conoscere la piccola, ma densa, opera Sun-tzu[1],
e non basta “leggerselo” – bisogna
invece studiarlo – allo stesso modo
il parlare di “fenditure”, senza una base culturale precedente, è inutile, allo
stesso modo richiedendo un minimo, e
dico un minimo, di conoscenza di certe cose, di certi temi.
Un buon consiglio – per
ben capire queste cose – sta nello studiare il
folklore, leggendo le fonti raccolte dagli etnologi e dagli antropologi,
con la preghiera di non accettare le
loro interpretazioni “socializzanti” o “sociologiche”, dove la “magia” – e la stregoneria
– sarebbero solo “un mezzo” per mantenere
la “coesione sociale”[2].
Non è così. E per i moderni questo
punto è incomprensibile: senza tuttavia cadere nell’eccesso
opposto della superstizione ottusa, va detto che i moderni sono in errore, in
errore grave. Per questo motivo certe cose non possono proprio capirle.
Seguendo questa “idea”
moderna – questa “pseudo-idea” – è come se, prima di loro, vi fossero state
solo allucinazioni: e, in realtà,
molti moderni l’ han detto chiaramente.
Il che, però, è un’ipotesi assurda.
E però, è chiaro che
questo pone degli interrogativi: come mai è stato possibile, ci si può
chiedere, che certe cose “funzionassero” fino ad una certa epoca, e poi non
più? Qui sta le risposta che Guénon diede[3],
dalla quale risposta deriva che si
giungerà all’ “apertura” delle cosiddette
“fessure” (della symbolica “Grande Muraglia”
che difende[va] il “nostro” mondo
dallo “psichismo inferiore”, quest’ultima
espressione è “a chiave” … e bisogna saper intendere
questa espressione “a chiave”, sennò non significa niente …).
Dunque, il folklore come guida. Questo è un buon
consiglio. Con la precisazione di qui sopra.
Ma con anche un’altra, e
non meno importante, precisazione,
altrettanto vitale: che le forme che “certe
forze” prendono e che viene – la forma
– loro data nelle varie tradizioni folkloriche, sono solo forme.
In altre parole: la “cosa”
che prende quella forma non è quella
forma. Per questo motivo, può prendere varie forme, il che non significa che sia una cosa differente ogni volta …
Andrea A.
Ianniello
[1]
Cf.
[2]
Per un esempio, cf. M. Gatti – M. Tassi, Religione,
magia e rito negli studi di Marc Augé, Ibos, Como – Pavia 2018. Quindi è un testo molto recente,
nel quale si discutono le posizioni di Durkheim, Levi-Strauss e van Gennep, sulla
posizione – vecchia davvero – di un Durkheim, che pure in parte viene
criticata, senza riuscire a venirne fuori. Son citati altri noti autori,
Malinowski o Evans-Pritchard, e soprattutto Frazr, criticato perché avrebbe
fatto solo un’opera di raccolta dati con poca interpretazione: ma questo è un
suo gran pregio, al contrario.
[3]
Ne Il Regno della Quantità e i Segni dei
Tempi, per la precisione.
“Frazr” (qui sopra) va cambiato in: Frazer.
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