domenica 18 agosto 2019

Come …




















Come non si può capire certe cose senza conoscere la piccola, ma densa, opera Sun-tzu[1], e non basta “leggerselo” – bisogna invece studiarlo – allo stesso modo il parlare di “fenditure”, senza una base culturale precedente, è inutile, allo stesso modo richiedendo un minimo, e dico un minimo, di conoscenza di certe cose, di certi temi.
Un buon consiglio – per ben capire queste cose – sta nello studiare il folklore, leggendo le fonti raccolte dagli etnologi e dagli antropologi, con la preghiera di non accettare le loro interpretazioni “socializzanti” o “sociologiche”, dove la “magia” – e la stregoneria – sarebbero solo “un mezzo” per mantenere la “coesione sociale”[2]. Non è così. E per i moderni questo punto è incomprensibile: senza tuttavia cadere nell’eccesso opposto della superstizione ottusa, va detto che i moderni sono in errore, in errore grave. Per questo motivo certe cose non possono proprio capirle.
Seguendo questa “idea” moderna – questa “pseudo-idea” – è come se, prima di loro, vi fossero state solo allucinazioni: e, in realtà, molti moderni l’ han detto chiaramente. Il che, però, è un’ipotesi assurda.
E però, è chiaro che questo pone degli interrogativi: come mai è stato possibile, ci si può chiedere, che certe cose “funzionassero” fino ad una certa epoca, e poi non più? Qui sta le risposta che Guénon diede[3], dalla quale risposta deriva che si giungerà all’ “apertura” delle cosiddette “fessure” (della symbolicaGrande Muraglia” che difende[va] il “nostro” mondo dallo “psichismo inferiore”, quest’ultima espressione è “a chiave” … e bisogna saper intendere questa espressione “a chiave”, sennò non significa niente …).
Dunque, il folklore come guida. Questo è un buon consiglio. Con la precisazione di qui sopra.
Ma con anche un’altra, e non meno importante, precisazione, altrettanto vitale: che le forme che “certe forze” prendono e che viene – la forma – loro data nelle varie tradizioni folkloriche, sono solo forme.
In altre parole: la “cosa” che prende quella forma non è quella forma. Per questo motivo, può prendere varie forme, il che non significa che sia una cosa differente ogni volta …























Andrea A. Ianniello










[2] Per un esempio, cf. M. Gatti – M. Tassi, Religione, magia e rito negli studi di Marc Augé, Ibos, Como – Pavia 2018. Quindi è un testo molto recente, nel quale si discutono le posizioni di Durkheim, Levi-Strauss e van Gennep, sulla posizione – vecchia davvero – di un Durkheim, che pure in parte viene criticata, senza riuscire a venirne fuori. Son citati altri noti autori, Malinowski o Evans-Pritchard, e soprattutto Frazr, criticato perché avrebbe fatto solo un’opera di raccolta dati con poca interpretazione: ma questo è un suo gran pregio, al contrario.   
[3] Ne Il Regno della Quantità e i Segni dei Tempi, per la precisione.





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