“Il “danno” dell’epoca bismarckiana, secondo il rassegnato bilancio che ne trasse […] Theodor Mommsen, lo storico dell’antichità, dal punto di vista del contemporaneo, “era stato infinitamente maggiore dei suoi benefici”: “Gli acquisti di potenza son stati valori che andranno di nuovo perduti alla prossima tempesta della storia del mondo; ma il servaggio della personalità tedesca, dello spirito tedesco è stata una sciagura che non può più esser riparata”. Il Reich quale Bismarck aveva creato […] aveva ristretto le possibilità storiche della nazione tedesca. Non solo. Aveva sfigurato la nazione stessa, perpetuandosi per così dire nelle sue conseguenze negative.[1] […] Ma il giudizio di Mommsen sottovalutava purtuttavia, nella suggestione dell’idea della continuità storica che era propria della fine del XIX secolo e degli inizi del XX, la forza delle circostanze storiche nuovamente e radicalmente mutate. In altri e più concreti termini: quanto compiutamente “gli acquisti di potenza” sarebbero andati perduti “alla prossima tempesta della storia mondiale”, questo nemmeno Mommsen poteva raffigurarselo e perciò nemmeno gli effetti che ciò avrebbe avuto alla lunga. Tali effetti, peraltro, si sono prodotti solo in modo esitante, non da ultimo perché la loro causa, avvertita come dolorosa, fu sostanzialmente di natura negativa, e consistette in […] detrimenti d’ogni genere […]. Si accompagnarono ad essi profonde crisi d’orientamento, delle quali nessuno sa se siano definitivamente superate”.[2]
L. GALL, Bismarck, Rizzoli Editrice, Milano 1982, pp. 678-679, corsivi e grassetti miei.[3]
“‘Le vie di Dio in Natura, come nella Provvidenza, non sono
come le nostre vie; né i modelli che noi costruiamo sono in alcun
modo commensurabili con la vastità, la profondità e
l’imperscrutabilità delle Sue opere, che hanno in sé
una profondità maggiore del pozzo di Democrito.
JOSEPH GLANVILLE”.
E. A. POE, “Una discesa nel Maelström” in Racconti del terrore, Newton Compton editori, Roma 1989, 2007, p. 83, corsivi in originale.
“È senz’altro possibile contenere i conflitti in uno o più di questi cinque ambiti [individuati come potenzialmente pericolosi per la stabilità del “sistema-mondo”]. L’interrogativo che occorre porsi è se ciò accadrà [il testo è – in italiano – del lontano 1997 …]. E qualora se dovesse avvenire, se sarà sufficiente.[4] In considerazione dell’ interazione tra i diversi ambiti [cioè quel che di solito si sottovaluta, e molto!], il contenimento dei conflitti in uno di essi può rivelarsi transitorio a causa dell’esplosione in un altro.[5] In una polveriera – è questo il quadro che abbiamo tracciato del sistema-mondo – il fuoco può diffondersi. Ed è questo che s’intende per caos sistemico [ho più volte ricordato queste precise parole del duo Wallerstein-Hopkins]. Certo, al caos sistemico seguirà un nuovo ordine, o nuovi ordini. Ma a questo punto dobbiamo fermarci. Non è possibile conoscere in anticipo qual sarà questo nuovo ordine. È solo possibile affermare ciò che noi vorremmo fosse, e lottare per renderlo tale”.
T. K. HOPKINS – I. WALLERSTEIN, Le traiettorie del sistema-mondo 1945-2025, Asterios Editore, Trieste 1997, p. 292, corsivi e grassetti miei, miei commenti fra parentesi quadre.
La crisi – STRUTTURALE – del “famoso” sfatto “occidente” sta precisamente nel fatto che non vi è ALCUN modello alternativo ma vi è solo e soltanto una chiusura “a riccio” nel vecchio cascante ordine. O sedativi, l’ultimo solo dei quali è il famoso “armiamoci e partite” (Totò) …
“Un profeta non è disprezzato che nella sua patria,
nella sua parentela e nella sua casa (6, 4).
Duemila anni di storia della chiesa dimostrano la forza profetica di questa parola del Messia”.
S. QUINZIO, Un Commento alla Bibbia III. Sui Vangeli e sugli Atti degli Apostoli, Adelphi Edizioni, Milano 1974, p. 162, corsivi in originale, “SU MARCO”.
Nel vangelo di Marco – quello che conserva i tratti più arcaici – Gesù Cristo è, ancora, il Messia …ed è anche il taumaturgo, il facitore di miracoli, che incute timore – o genera sospetto - proprio per questo motivo.
“Non c’è albero buono che faccia frutto cattivo, né, viceversa, albero cattivo che faccia frutto buono. Ogni albero, infatti, si riconosce dal suo frutto (6, 43-44).
Niente scuse storicistiche per la chiesa”.
Ivi, p. 176, corsivi in originale.
“73° MASSIMA AXIS IN MEDIETATE SIGNI […]
SISTO V o SISTO QUINTO: Felice Peretti, nato a Grottamare, vicino ad Ancona, il 13 dicembre 1521 […].
Papa dal 24 aprile 1585 al 27 agosto 1590. Durata del pontificato: 5 anni, 4 mesi e 4 giorni. Questa massima è […] una delle più importanti, se non la più importante, poiché […] permette di levare il velo che avvolge il mistero di questo testo del XVI secolo. Prima di affrontare il senso nascosto di “Axis in medietate signi”, esaminiamo i due sensi immediati che tutti gli esegeti han rilevato. La parola axis può rappresentare la fascia che comportano gli stemmi del papa […]. Nel 1589, Sisto Quinto fa collocare in mezzo a piazza San Pietro l’obelisco di Caligola e lo fa sormontare da una croce. Sulla base fa scrivere: “Christus vincit, Christus regnat, Christus imperat”. Quest’obelisco era stato tolto a Heliopolis [NB] da Caligola. Sisto Quinto trasforma così alcuni edifici della Roma pagana in monumenti cristiani. Fa anche esumare un altro obelisco e lo fa piazzare davanti alla Chiesa Santa Croce. Il significato più interessante di questa massima è quello che indica che Malachia è arrivato, con l’avvento di Sisto Quinto, a metà della sua profezia. Infatti, la parola “signum” significa anche presagio o pronostico. Questa metà ci permette di conoscere la fine partendo dal punto di partenza, cioè dalla data di salito al trono di San Pietro del primo papa della profezia, Celestino II (1° massima). Celestino II fu papa nel 1143 [E DUNQUE SI RICOLLEGA DIRETTAMENTE ALLE “VICISSITUDINI” DELLA “TIARA” – meglio detta: il “triregno” – PAPALE; difatti: dal 1130 al 1142 furono poste le tre corone – che per l’ appunto formano il “triregno” –, ma Celestino II sale al trono di Pietro nel 1143 …! coincidenza? Non credo proprio! Siamo qui, dunque. davvero al CENTRO della questione del “katèchon” di cui s’ più volte fatto cenno qui, su questo blog …! “tout se tient” dìs lè fransè!]. SE SI TOLGONO 1143 ANNI DAL 1585, DATA DELL’ELEZIONE DI SISTO QUINTO, SI HANNO 442 ANNI.
SE ORA SI AGGIUNGONO QUESTI 442 ANNI A 1585, SI TROVA LA DATA DEL 2026 che segnerà dunque la fine del papato [questa “DEDUZIONE” la fa de Fontbrune], essendo Roma stata distrutta [idem: altra deduzione semplicistica di quelle che tanto hanno dato tanta fama ai “Pronostici” di Malachia quanto ne hanno segnato la *cattiva* fama]. Questo dato è tanto più interessante che esso conferma esattamente il calcolo di tempo che Nostradamus ha fatto attraverso due quartine che ci portano così alla data del 2026”, J.-C. de FONTBRUNE, Le profezie dei Papi, Armenia Editore, Milano 1986, pp. 217-219, corsivi, grassetti e maiuscole in originale, maiuscole mie, mie osservazioni fra parentesi quadre.
La prima Quartina è la 72 del libro X delle Centurie di Nostradamus, ed è quella che parla di una delle – POCHISSIME, tra l’altro – date reali presenti negli scritti di Nostradamus: il 1999. E vi si parla del “Re del terrore” che sarebbe venuto nel luglio di quell’anno, che, per una serie di permutazioni di lettere – peraltro SBAGLIATE, poiché lo stesso de Fontburne scrive che, per ottenere questo cambio di parola, si devono abbandonare “le tre lettere a, u e i”, ivi, p. 220: cose da niente!
Trascuriamo quel che non ci piace … che razza di procedimenti son mai questi?! In breve, dall’originale “Angoulmois” – dell’ Angoulême, una regione della Francia – diventa “Mongolois” che sarebbe i Mongoli! Di qui una tirata senza fine, antesignana del “pericolo dall’est” che sempre ritorna in Occidente – un effetto dello shock dell’invasione mongola, reale, ma che si prese in gran parte la Russia! – e che, oggi, si proietta sulla Russia, quel “pericolo dall’est” che, di solito, ha MASCHERATO i REALI tentativi, coronati da successo come fallimentari, dell’Occidente d’invader l’est. Insomma: dei vecchi arnesi super extra notissimi.
Di seguito, l’autore parla di alcuni segni concomitanti, come la fine dell’Impero mongolo – di ciò che ne rimaneva – nel 1585, con Altan Khan. Tra l’altro, sia detto per inciso, fu proprio quest’ultimo imperatore mongolo a far sì che vi fosse il Dalai Lama in Tibet, come capo dell’intero territorio, anche se, naturalmente, la cosa era in quel tempo molto disputata e tutt’altro che immediata, e che, poi, fu sempre contestata dai Cinesi, ma in base ai diritti della dinastia Qing, che, a sua volta, non era certo cinese, ma era mancese! Piccoli problemi, per dire quanta storia è passata “sotto i ponti” e come NON SI PUÒ riprendere il passato per proiettarlo nel presente “tal quale” senza fare delle forzature davvero enormi! E che, poi, alla fin fine, NON spiegano proprio nulla. Tutto ciò serve a de Fontbrune per dire che dalla Mongolia verrà l’Anticristo! Un altro grosso, ma grossissimo errore basato sull’erronea traduzione del termine usato da Nostradamus: Tzerfat. Ma Tzerfat (ne parlò Guénon[6]) è il termine ebraico per **FRANCIA**. Cioè Nostradamus sta dicendo che NON è vero che l’ “A.” arriverebbe dalla Mongolia – poi per qual motivo …? –, ma dalla FRANCIA: la cosa è MOLTO DIVERSA …
Ma veniamo alla seconda Quartina di Nostradamus, d’importanza per certi versi maggiore, dalla quale Quartina deriva la data del 2026.
Naturalmente sia chiaro: FERMO RESTANDO l’anno 1999 come punto d’inizio del CALCOLO, ma questo NON è un procedimento illegittimo, poiché trattasi d’una delle poche date esplicite in Nostradamus.
“La seconda quartina indica la durata delle guerre dell’anticristo:
“L’anticristo tre quanto prima distrugge,
Venti e sette anni durerà la guerra:
Gli eretici morti prigionieri esiliati,
Sangue e corpi umani acqua arrossata devastare terra.”
La traduzione di questo testo è la seguente: “L’anticristo annienterà quanto prima tre (paesi) [CORRETTA TRADUZIONE: difatti ‘sta storia del “tre” posto qui ha fatto sorgere la storia dei “tre anticristi” … e giù a polemiche inutili se Napoleone vi debba esser incluso; insomma, un “pasticcio megagalattico” che non porta proprio a niente!: il mondo delle predizioni e delle profezie si può paragonare ad una foresta fittissima e pericolosissima, dove i sentieri son pochi e ben nascosti, e dove basta sbagliare un pochissimo che ci si perde per mai più ritrovarsi; si tratta di TERRENI MINATI! Attenzione, dunque]. La guerra che egli condurrà durerà per ventisette anni. Gli oppositori saranno messi a morte e i prigionieri deportati. Il sangue dei corpi tingerà di rosso l’acqua, la terra sarà crivellata di ferite (scoppi, bombardamenti).” Se si aggiungono ventisette anni al punto di partenza delle guerre dell’anticristo, cioè a 1999, si ottiene 2026, come nel calcolo realizzato per […] Malachia”, ivi, p. 220, corsivi e grassetti miei, mie osservazioni fra parentesi quadre. Quindi è l’interpretazione il punto debole, come nel caso pseudo “mongolo” detto prima: che cosa s’intende per “guerre dell’anticristo” …? Ecco il punto: le interpretazioni errate sull’anticristo, da me più volte segnalate: l’ “A.” NON È un “guerriero invincibile” che vuol “conquistare” la Terra (la Terra è già tutto sotto il dominio del male, che senso avrebbe “conquistarla” dunque? Anzi, potrebbe far nascere una resistenza, sicuramente un’ “Armata Brancaleone” da due soldi ed anche meno, ma, poiché il male vuole IL CONSENSO – è questa “la gioia segreta dell’inferno” – …) quanto, al contrario, vuole ingannare il mondo, presentando una falsa salvazione. Quindi trattasi di una sfida ben PIÙ SOTTILE, ben più insidiosa e molto meno appariscente di un’evidente conquista. Ma ciò, a sua volta, NON DEVE interpretarsi come assenza di quel che ne diceva Nostradamus, poiché questi anni son stati PIENI di mori uccisi, di persecuzioni varie e via dicendo: nella “bolla pseudo mentale occidentale” – come la chiamo: la “cittadella tecnologica” – NON si è visto, intenti ai social, quel che succedeva: il punto è qui. Persi dentro questo mondo, che nasconde la realtà, gli “occidentali” non hanno visto che il mondo, pian piano, affondava e stava finendo: continuano a NON vederlo e straparlano di PSEUDO “riforme” varie. Quindi si è realizzato TUTTO, ma NON visto e davvero “a pezzi” e non tutto in una volta: “diabolique” direi! Poi altra cosa: che senso dare alle guerre? Al termine guerra? Dal 1999 di guerre ce ne sono state tantissime, non si scherza su questo, ma qual è il loro “scopo” vero? Siamo depistati da mille apparenze fra loro discordanti: ma qual è lo scopo comune a tutte queste differenti, depistanti apparenze? Evidentemente indebolire il Sistema, perché si realizzasse una difficile transizione di potere … In tal caso, le depistanti apparenze cominciano a “consistere” – a far segno –, ad acquisire una sostanza ed un piano, sicuramente che va oltre l’umano, per quanto un sovrumano malefico, perché vi si richiede una visione davvero vasta.
Peraltro nel 17-18 agosto del 1999 si verificò una “Grande Croce” nei cieli, e di seguito vi fu devastante terremoto in Turchia: alcuni avevano interpretato il “Re del terrore” nei “cieli” come alludente a tale formazione celeste … le cose non si escludono: era il segno dell’inizio
In ogni caso, stabilite queste cose, vediamo di fare, se possibile, una seconda parte, sempre partendo da de Fontbrune che alcune cose le dice giuste, altre le sbaglia, e non poco. Ma, per ora, sufficit …[*]
Andrea A. Ianniello
[*] Rimane la questione – che si vedrà se affrontarsi potrà – della relazione fra questo computo e quello estratto dalle “Profezie” del Re del Mondo … In ogni caso, non si escludono. Inoltre, legato alla Mongolia – ma NON COME TALE! – vi è la questione del “Re del Mondo” appunto, ma che NON coincide con la Mongolia per niente! Ed anzi è legato più alla regione del Gobi che alla Mongolia tout court. Ed il malinteso sta nell’attribuire all’Impero mongolo quel che attiene al “Re del Mondo” invece: un altro errore! Ciò non significa che a Gengis Khan il “Re del Mondo” non diede un aiuto, ma ristretto al suo mandato, che pur era specifico e passeggero. Di nuovo, dunque, NON confondiamo piani E livelli fra loro differenti.
https://associazione-federicoii.blogspot.com/2025/04/possiamo-dir-che-2-ovvero-una-data-tata.html
[1] NON DEVE, DUNQUE, AFFATTO STUPIRE IL “RIARMO TEDESCO” …!
[2] Parole del – lontano! – 1 9 8 2, ma oggi possiamo dirlo: NO che NON sono superate, a giudicare dalla Germania contemporanea …
[3] “Di per sé, i pontefici non sarebbero stati peggiori governanti degli imperatori, al contrario, forse sarebbero stati anche migliori, se non fosse che nella loro visione escatologica, i barbari costituivano una spada divina che castigava un impero peccatore, in quanto empio nei costumi ma, soprattutto, tollerante verso le eresie. Il papato impose agli imperatori d’Occidente di dedicare quelle risorse vieppiù scarse per edificare Chiese ed Oratori e combattere le eresie, piuttosto che per difendere militarmente l’impero agonizzante”, A. TRIVERO RIVERA, Ex nummis historia: agonia e morte di un Impero. Gli ultimi anni d’esistenza dell’Impero Romano d’Occidente raccontati attraverso le sue monete, Libreria Classica Diana, Cassino 2013, p. 20. Va precisato che “piuttosto che” = “invece di” PIUTTOSTO CHE “allo stesso modo di” come oggi vien di solito inteso erroneamente …
[4] A distanza di tempo, possiamo tracciarne un bilancio: è, sì, avvenuto il “contenimento” ma in modo INSUFFICIENTE, LARGAMENTE insufficiente! Non solo. Ma esso è avvenuto sino ad un CERTO momento; DOPO quel momento – inaugurato ma NON PRODOTTO! (attenzione complottomani!) dalla pandemia del Covi19 (e cioè a partire dal 2020) – qualsiasi apparente “contenimento” ha invece prodotto escalation, ha cioè prodotto l’esatto contrario. E su ciò cf. “Impolitiche Considerazioni” …
[5] Che poi è precisamente quel che vediamo a partire dal 2022 … E su ciò – di nuovo – cf. “Impolitiche Considerazioni” … Copertina:
https://associazionefederigoiisvevia.files.wordpress.com/2023/06/impolitiche-con.jpg
[6] Cf. R. GUÉNON, Recensioni, Luni Editrice – Oriental Press, 2005, p. 47.
Dunque ho fatto la correzione su quella incoerenza - del tutto apparente, peraltro - che mi è stata gentilmente segnalata: si tratta di quel passo, in qesto post, posto in maiuscolo.
RispondiEliminaE i conti tornano.
Su Tzerfat (o Tserphath, altra traslitterazione della **stessa** partola), cf.
RispondiEliminahttps://kabbale-kabbalah.blogspot.com/2016/06/le-secret-de-la-france-tzarfat-et-le.html
Anche cf.
https://judaism.stackexchange.com/questions/79849/tzarfat-and-france-in-rabbinic-literature
Sul fatto che “l’anticristo distrugge tre **paesi** - cosa peraltro molto prossima col realizzarsi … -” è chiaro il parallelo nel Libro di “Daniele” dove dice che “il piccolo uomo” - che “dirà cose grandi” - “abbatterà tre re” cioè – nel linguaggio di oggi – tre “paesi” …
RispondiEliminaLa dis-visione trasumanista pare sempre più fuori epoca - e con essa tutte le sciocchezze colle quali i “complottisti” han depistato il mondo! Pace o guerra diventa il tema centrale. ...
RispondiEliminaUna visione “popolare” del Papato e degli intrighi che ci sono spesso stati, quindi anche ironica e “da ridere” - riso amaro e non allegro a volte, ma comunque ironia - ma con qualche spunto:
RispondiEliminaIl Santo Soglio
https://www.youtube.com/watch?v=qaPJ5CKRnvQ
28 feb 2013
Sisto V, Sacro soglio
https://www.youtube.com/watch?v=PYjODU6QOng
21 gen 2015
Il Santo Soglio Parte 3
https://www.youtube.com/watch?v=OsGKP4xTvCg
20 apr 2009
Ovviamente **non** si va verso la ripetizione di queste cose, che sarebbero anacronistiche. Ma, per esempio, mentre Bergoglio aveva riconosciuto lo stato di Palestina dieci anni fa - ed è da quel momento che viene sempre più duramente attaccato, non a caso! -, ci vuole ora un papa più centrista, più equilibrato (nel **loro** senso) su tali questioni: basterebbe questo.
Le quistioni interne, invece, alla Chiesa rimangono di sua pertinenza: a chi conta davvero non interessanto. Interessano le posizioni del Vaticano su certi snodi, al contrario. Queste sì che importano loro ...
Sisto V è stato un rappresentante, tra i massimi, del ruolo del papa-re quindi del ruolo che Bergoglio non amava, ma che gli è toccato di rappresentare -, tanto è vero che lo han fatto sfilare per i Fori Imperiali, cosa sommamente “symbolica” direi ...
RispondiEliminaIl ruolo regale del papa - del quale Sisto V è stato tra i massimi rappresentanti - si è visto nella centralità degli obelischi nel papato di Sisto V - che, tra le altre cose, fu il papa che fece della città di Roma una capitale al livello delle altre città del tempo -, cf.
Guarda Roma - Gli obelischi di Sisto v
https://www.youtube.com/watch?v=qgZwPFi08Bs
4 nov 2024
Il “katèchon” è ciò che fa parte del male - la “spada” che si “deve acquistare” cioè il potere temporale -, ma **frena** il male stesso dal proporsi “pienamente” sulla scena del mondo. Ruolo “katecontico” lo hanno avuto, nella storia, le potenze “imperiali” **ed anche** la Chiesa cattolica nella moisura in cui ha “supplito” ad un “Imperium” in crisi o in decadenza o semplicemente sparito, per varie vicissitudini storiche sulle quali, qui, non ci si può concentrare, poiché qui è interesse solo il venire agli “snodi” di fondo, senza troppo perderci in particolari, pur importanti eh: non è che li si neghi.
Quando il “katèchon” sparisce, può manifestarsi, duqnue, “a.” ...
Alla radice delle potenze “imperiali” nelal storia ci sta - semrpe! - l’Impero Romano, una parte del quale - consapevolmente - veniva considerata - però andava cristianizzata! - parte dell’ **eredità** della Chiesa di Roma.
E ciò si evince *chiaramente* dalla questione degli obelischi.
Purtroppo funziona così la cosa - e fa specie che chi tanto parla di “manipolazione” non se ne accorga! -, che ti pongono davanti sempre un pericolo reale ma minore, per mascherarne uno ben più grande, ben più grave! Che oggi è il falso ritorno al sacro e non la prosecuzione del moderno, che continua sulla sua vita chiaramente, inoltre con l’iper digitalizzazione si giunge al limite dle moderno, ma sempre deve intervenir un qualcosa che non ha niente a che partire col moderno stesso! Per cui possono sbattere la testa di qua e di là criminalizzando questi o quello: non ne usciranno mai. Quando danno tutte le cosiddette “colpe” (dimenticando il fondamentale consenso umano! e che da qui viene tutto poi!) ai “massoni” (non ben precisati) o ai “gesuiti” (idem) o alle “lobby” (stesso, che ci sono, non lo nego) stanno solo materializzando e quindi costruendo una “simia philosphiae” ad “usum delphni” per così dire … **SE** tutto fosse così semplice, si sarebbe già non risolto, stra risolto, e da tempo. Invece “NULLA è come sembra” - un’altra frase che ripetono a pappagallo, e subito dopo stanno appresso e seguono **letteralmente** “ciò che sembra”! -, e quindi si aspettano sempre il “pericolo” da una costruzione artefatta, poi viene il tram: da dove tu non lo vedi, da dove non te l’aspetti. Tutto questo si chiama: fase di attrazione-deviazione dell’attenzione - “prodromo” per, poi (poi) far arrivare il colpo vero. Da tutt’altra parte! L’attenzione viene deviata perché concentrata su di una “cane di paglia” e così si può manipolare, senza pericoli, sulla parte subconscia della mente delle masse, dopo aver “cortocircuitato” la parte “cosciente” cosiddetta. Così funziona. Se n’è detto varie volte. Ma la difesa non è semplice: devi stare attento al boccone gustoso che ti viene offerto, a ciò che **pare** della “tua parte” e che non immagineresti mai che sia avvelenato: invece lo è avvelenato!
RispondiEliminaCosa introdurranno dipende dalla risposta alla seguente, precisa domanda: in quest’ordine di cose che cosa può favorire ila “giunzione” tra la corrente iper digitalizzante e quella **realmente** sottile? Sta tutto qui. Ma “il sottile lavora male con lo spesso” (Dion Fortune) per cui mica è facile! Eh no che non basta schioccare le dita e si realizza: eh no! Non funziona così …
Direi che stan facendo esperimenti! Esperimenti di “carica” di certe app digitali, che devono però aver raggiunto un minimo di sofisticazione, più primitive non supportavano la “carica” per così dire! Non si presenta niente come si pensava un tempo! Niente proprio. Quando gli esperimenti - cosiddetti! - avranno avuto successo, ecco che non perderanno più tempo: nell’attesa devono fare altri cambiamenti.
RispondiEliminaLa durata del “Regno dell’ ‘A.’” = più o meno tre anni e mezzo, cifra “symbolica” chiaramente, ma questo ci dà “l’ordine di grandezza” come dicesi in matematica. Come già vediamo, tutto è precario perché falso, falso all’estremo, e lo sarà sempre di più ...!
Cf.
RispondiEliminahttps://associazione-federicoii.blogspot.com/2023/04/lotta-dei-magi-maghi.html