mercoledì 22 maggio 2024

Gemelli II

 

 

 

Nelle ultime righe del passo citato del Brihadâranyaka è raccomandata agli asceti la creazione e  distruzione ininterrotta della loro opera come la vera via della salvezza. Queste frasi rispecchiano la fase della dottrina sacrificale su cui sono edificate l’antica cosmogonia, le forme cultuali e gl’ ideali di vita. La vittima è il veicolo, la freccia sibilante è la sillaba OM”.

M. SCHNEIDER, Il significato della musica, Rusconi Libri, Milano 1979 (seconda ed. 1981), p. 25, corsivo in originale, grassetti miei[1].

 

Nella tradizione greca, Artemide, dea della caccia, e Apollo con l’arco son i protettori della musica. Nei Veda è considerata come freccia la preghiera cantata”.

ID., Gli animali simbolici, Rusconi Libri 1986, p. 267, corsivo in originale.

 

Sia nelle tradizioni primitive sia nelle alte civiltà, i gemelli (Aswin vedici, Mitra-Varuna, Iside e Osiride, Apollo-Artemide, Castore-Polluce, Anfione-Zetos, Arione-Orione) son esseri mistici, che nacquero da una madre mortale e da un padre immortale, ossia il fratello mortale da un padre mortale e il fratello immortale da un padre divino [son “esseri duplici” e cioè mediatori fra Cielo e Terra]. […] Secondo la mitologia romana Rea Silvia diede alla luce i due gemelli Romolo e Remo nella grotta di Marte [SI NOTI]. Il fratello chiaro suol essere un cacciatore feroce; l’altro, il fratello oscuro, un mite pastore. Anfione era un suonatore di lira, suo fratello Zetos un cacciatore dalla forza straordinaria. Questa ripartizione delle qualità (fratello chiaro, celeste e feroce-fratello oscuro, terrestre e pacifico) permette di scorgere il dinamismo che delle due linee che formano il tamburo a forma di clessidra dei Gemelli [la legge “ad ‘X’’” che caratterizza il simbolismo come tale; inoltre, va detto che trattasi dei Gemelli costellazione, NON di quelli zodiacali dunque]. Il fratello chiaro e celeste corrisponde alla linea chiara che si propaga dal cielo alla terra, dove il fratello chiaro diventa oscuro e pacifico nello stesso modo che il fuoco chiaro del cielo vedico produce tracce nere sulla terra. Così il fratello oscuro, cacciatore feroce nel cielo, diventa chiaro dirigendosi lungo la seconda linea del tamburo, come la pioggia, nera nel cielo, diventa chiara quando cade sulla terra. Questi gemelli [zodiacali e “reali”] vivono ora nel cielo, ora sulla terra [son “esseri duplici” appunto, come s’è detto, come i Templari, con la bandiera dai due colori – bianco e nero – e il simbolo dei due cavalieri sullo stesso cavallo, dome Feirefiz, il cavaliere “duplice” cioè bianco e nero ad un tempo]. La loro posizione celeste è sulla montagna [la “zona intermedia”, cioè anche quella della “mediazione” fra Cielo e Terra], dove devono occupare un luogo simile all’aquila o al gallo bicefali [aquila bicefala = simbolo dell’ Imperium, non a caso]. Non sono identici ai Gemelli [costellazione]”.

Ivi, pp. 253-254, mie osservazioni fra parentesi quadre.

 

 

 

La remissione di questo peccato è prerogativa del medico celeste che assolve il paziente della sua colpa nel segno del Toro e dei Gemelli [zodiacali cioè]. […] Poiché agisce in modo contrario al corso del sole per allontanare il male, egli si trova costantemente in contraddizione con la vita normale e così avviene che, nel curare il malato, egli compia azioni veramente grottesche. […] Il medico è un folle, un acrobata che compie l’inverosimile […]. Il popolo spagnolo definisce un tal medico prodigioso […] come ‘grazioso’, e con questa parola non intende un semplice bontempone, bensì […] un santo comico. Uomini simili possono incontrarsi particolarmente tra i gemelli [sempre quelli zodiacali]. La forza misteriosa di questo gemello consiste nella capacità di sacrificar se stesso per il malato ‘estraendo’ lo ‘spirito maligno della malattia’ (avversario fisico e psichico a un tempo) dal suo paziente e trasferendolo nel proprio corpo. Perciò si dice che questo ‘pazzo’, con la sua viva partecipazione alla sofferenza del paziente, è in certo modo colpito anch’esso dal male. Da quest’assorbimento della malattia e del peccato del paziente egli può liberarsi solo alla fine della cerimonia e, in generale, solo in seguito, mediante un particolare rito di purificazione. […] Fra i numerosi riti terapeutici di Spagna ricordiamo in particolare […] la danza delle spade e la tarantella [ben nota quest’ultima pure in Italia, come si sa]”, M. SCHNEIDER, Pietre che cantano, SE, Milano 2005, pp. 64-65, mie osservazioni fra parentesi quadre. Si sa, peraltro, che “gli esseri del tuono” – tra gl’ “indiani” d’America (soprattutto “delle Pianure”) – son dei “contrari” e gli uomini “signati” da tali “esseri del tuono” son anch’essi dei “contrari” che, dunque, debbono far tutto “al contrario”, come anche accade tra i bambini (o accadeva: oggi sono, questi ultimi, sempre più “signati” dalla tecnica digitale)

 

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[1] Quella freccia – nella sua “triplice forme” – che sta sulla copertina del mio libretto su s. Tommaso e l’alchimia …

 

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