martedì 14 maggio 2024

Frammento 7bis (da Ibn ‘Arabî)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Secondo il suo significato spirituale (hikmat), l’uccisione dei bambini maschi [degli Israeliti, ordinato da Faraone] con lo scopo di sopprimere il profeta [la cui nascita gli era stata predetta] (1), avvenne affinché la vita di ogni bambino ucciso con questo fine affluisse a Mosè; difatti ciascun bambino fu ucciso appunto supponendo che fosse Mosè; ora non vi è ignoranza [nell’ordine cosmico]di modo che la vita [ossia lo spirito vitale] (2) di ognuna di queste vittime dovette necessariamente tornare a Mosè. Era vita pura, primordiale, non ancora contaminata da desideri egoistici. Mosè era quindi [per la sua costituzione psichica] la somma di coloro che erano stati uccisi nell’intento di sopprimerlo. Pertanto tutto ciò che era prefigurato nella predisposizione psichica di ogni bambino ucciso, si ritrovava in Mosè, e questo rappresenta un favore divino eccezionale che nessuno aveva ricevuto prima di lui (3)”, MUHYI-D-DÎN. IBN ‘ARABÎ, La Sapienza dei Profeti (FUÇÛÇ AL-HIKAM), Edizioni Mediterranee, Roma 1982, cap. XI “LA SAPIENZA SUBLIME (AL-HIKMAT AL-’ULUWIYA) NEL VERBO DI MOSÈ”, p. 115, corsivo in originale, grassetti miei, commenti fra parentesi quadre del curatore, T. Burckhardt e le note – con i numeri (cioè a pie’ pagina) – sono sempre del curatore. Ora, è chiaro che un fenomeno del genere può avvenire nel bene come nel male … Ed è chiaro che anche ciò che di male vi era nella “predisposizione psichica” dei bambini uccisi era in Mosè, ivi comprese le attitudini assassine: così Mosè uccise, non è un caso. Ed era molto testardo, cosa che, secondo le leggende ebraiche, sarebbe alla radice del fatto che non entrò nella “Terra Santa”, condusse il popolo ad essa ma NON POTÉ in essa entrarvi, a causa dei peccati commessi, in primis quello dell’assassinio, che gli fu in certo modo “estorto”, vi fu indotto, eppure lo commise; e a causa della sua “testardaggine”, che fece sì che resistesse al “Comando divino” di andare in “Egitto” a liberarvi il “popolo” … Il “favore divino eccezionale” tuttavia rimane (NÉ mi consta degli altri l’abbiano ricevuto, **perlomeno** in/con simile “amplitudine”). Ma, ripeto, così come ciò avvenne nel bene, così DEVE avvenire nel male … “colui che ha orecchie per intendere, in tenda” (vada) …

 

Le note al testo, sempre di Burckhardt:

(1) Riferisce una tradizione che gli astrologi egizi avevano predetto a Faraone la nascita d’un profeta israelita che lo avrebbe annientato [lo sui legge nelle leggende degli ebrei, per esempio].

(2) Lo spirito vitale (ar-rûh) è intermedio fra l’anima immortale e l’organismo fisico. Generalmente si dissolve dopo la morte [precisamente, anche se i morti uccisi – che son morti prima del compimento “dato” del loro ciclo vitale – appunto, mo’ ce vo’ (ciclo vitale) – permangono di più e resistono al processo dissolutivo, peraltro processo DEL TUTTO naturale, sia ben chiaro]; in talune condizioni può trasferirsi in tutto o in parte in un uomo vivente, come un insieme di forze recanti l’impronta dell’anima del defunto; è quel che accade nella successione delle gerarchie lamaiste denominate Tulku [“sprul-sku” - ed è quel che probabilmente in parte fu anche Guénon, secondo J. Robin]. Al-Qashâni aggiunge che Faraone [qui considerato come una singola individualità e non come “titolo” e cioè funzione], il quale aveva voluto sconfiggere la predisposizione divina uccidendo i bambini maschi israeliti, favorì proprio con questo [per nemesi] l’epifania del profeta, che doveva essere la sintesi delle anime del suo popolo [vero]. Si noterà la reciproca relazione tra sacrificio e discesa salvifica.

(3) Mosè, secondo lo Zohar, non era soltanto il rappresentante del popolo d’Israele, ma il popolo stesso davanti a Dio [importante]”, ibid., corsivi in originale, grassetti miei, mie osservazioni (stavolta, e non del curatore) fra parentesi quadre.

 

 

 

 

Andrea A. Ianniello

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

4 commenti:

  1. Risposte
    1. Dunque come la cosa è successa nel bene, succede nel male . . .



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  2. Sono sicuro di averlo accennato mesi fa, ma sempre riguardo ad Ibn Arabi, interessante il capitolo secondo del testo trattato sopra, ch'è riguardo al Seth biblico (è vero che stiamo parlando di Mosè, ma con "l'aria che tira" mi sembra necessario ricordare anche questo passo):

    “[…] Sulle vestigia di Seth si manifesterà l'ultimogenito del genere umano; egli sarà l'erede dei misteri di Seth; non vi sarà dopo di lui nessun altro essere generato, cosicché sarà il sigillo dei generati [come Seth ne era stato il primo santo]. Con lui nascerà una sorella; essa lo precederà [mentre la prima donna fu manifestata dopo il primo uomo]; ed egli la seguirà avendo la testa ai suoi piedi. Il luogo di nascita sarà la Cina [il paese più orientale], ed egli parlerà l'idioma del paese natio. In quei giorni la sterilità si diffonderà nelle donne e negli uomini, di modo che vi saranno molte unioni senza procreazione. Egli chiamerà le genti a Dio, ma non avrà risposta. Quando Dio avrà chiamato a Sé il suo spirito e avrà preso l'ultimo credente di quel tempo, i sopravvissuti saranno simili a bruti che non distingueranno più il lecito dall'illecito; agiranno solo secondo gli istinti naturali, seguendo il desiderio indipendentemente dalla ragione e dalla legge; e su di essi si leverà l'ora finale.” IBN ARABI – LA SAPIENZA DEI PROFETI (II – la sapienza dell’ispirazione divina nel verbo di Seth.)

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    1. Grazie della segnalazione, pare anche a me che avevi già segnalato. peraltro, anche io ho citato esattamente quel passaggio altrove . . .
      Passo molto importante, infatti, che spiega tante cose. Ma, prima di giungervi, deve accadere/cadere ancor altro . . .
      Come dicevo in altro commento, è la presenza delle cosiddette “stirpi” a fare la differenza fra noi e l’epoca del “Diluvio”.







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