venerdì 21 aprile 2023

Frammento 6

 

 

 

 

 

 

 

 

Per conoscere la vita umana bisogna andare in profondità

 sotto il suo aspetto solare; 

e  per conoscere quel mare estivo che è la Fede nelle Fate

bisogna indossare un’armatura e tuffarsi sotto le sue onde

e osservare i coralli preziosi e le mobili palme di mare

e tutte le creature brillanti che si agitano tra quei coralli

e quelle palme di mare, e anche le creature orrende e terribili,

creature che vedere divorerebbero l’uomo se la sua armatura

non fosse d’acciaio

che si mescolano tutte insieme nelle profondità di quel mare …

celate alla nostra vista mentre navighiamo sulla superficie

delle sue acque illuminate dal sole.

Walter Wents, Fate. Una fede celtica”.

J. VALLÉE, Passaporto per Magonia, Venexia Editrice, Roma 2021, p. 77, corsivi in originale, edizione originale in inglese: 1969. Quest’edizione  del 2021 in Italia viene, a sua volta, dalla riedizione in inglese, del 2014.

 

 

La mente d’una persona che esce da FairyLand

di solito è svuotata di ciò che è stato visto e fatto lì”.

Ivi, p. 121, corsivi in originale.

 

 

 

 

 

«Per quanto possa essere interessante speculare sull’origine di queste antiche credenze, l’opportunità di osservare il folklore “in divenire” è ancora più attraente per chi è incline alla ricerca. Quando le moderne voci sembrano ricadere negli stessi schemi che hanno sconcertato generazioni di scienziati, teologi e studiosi di letteratura,, la sensazione che si prova è un misto di gratitudine ed entusiasmo. […] Siamo in una posizione davvero privilegiata. Né Wentz né Hartland sono stati in grado d’intervistare persone che avevano appena osservato i fenomeni da loro studiati. La maggior parte dei loro testimoni ricordavano eventi passati, storie sentite vicino al caminetto. Noi sentiamo, invece, che possiamo quasi raggiungere ed afferrare quelle entità in agguato nella notte. Siamo sulle loro tracce; l’aria vibra ancora per l’eccitazione, l’odore di zolfo è ancor presente quando la storia viene riportata. […] Durante il periodo novembre-dicembre 1966, il West Virginia fu infestato da una sorta di “uccello” ribattezzato “The Mothman” da fantasiosi reporter», ivi, p. 110, corsivi miei. In realtà, il “Mothman” – cioè l’ “Uomo falena” – non risale alla metà degli anni Sessanta del secolo scorso negli Usa, bensì ha radici nel XIX secolo, a Londra, cf. ivi, pp. , dove, ovviamente, aveva un altro nome, però era la stessa cosa …

 

 

 

 

Andrea A. Ianniello

 

 

 

 

 

PS. Evans Wentz è stato colui che, assieme a lama Kazi Dawa Samdup (nativo del Sikkim), ha reso noto il Bardo Thödöl in Occidente, con la sua traduzione del lontano 1927 – peraltro, fu anche l’anno della pubblicazione, come libro, de Il Re del mondo di Guénon, che, come articolo, però, era apparso già prima sulla rivista italiana “Atanòr” – “syncronicità” junghiane?, forse … A proposito di Jung, cf. Il libro tibetano della grande liberazione, a cura di W. Evans Wentz, con un commento psicologico di C. G. Jung, Newton Compton, Roma 1992, dalla cui Introduzione generale – di Evans Wentz – vien estratto questo passo: “Per raggiungere il Bene dobbiamo ascendere al grado più alto e, fissando qui il nostro sguardo, gettar via le vesti che indossavamo scendendo quaggiù; proprio come, nei Misteri, coloro a cui è consentito d’entrare nei luoghi più segreti del santuario, dopo essersi purificati, mettono da parte ogni indumento, e avanzano completamente nudi”, in ivi, p. 41, corsivi e grassetti miei. Dal folklore celtico al Buddhismo tibetano: un itinerario non infrequente, nel quale Evans Wents fu, senz’alcun dubbio, pioniere.

 

 

 

 

 

1 commento:

  1. Dove si legge: “a Londra, cf. ivi, pp. [spazio vuoto]” occorre aggiungere i nn. di ppp., numeri che, dunque, sono: pp. 112-113.


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