sabato 8 aprile 2023

Frammento 3

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ma è vero che risulta molto difficile immaginare “milioni di morti”, questa sarebbe una delle cause della “cecità all’apocalisse” (G. Anders) che, tra l’altro, è tanto diffusa oggi quanto in altra epoca (quella di Anders, per esempio), sempre accompagnata con il “desiderio dell’ ‘APOCALISSECOME-DICO-IO”, altresì detta: “l’apocalisse-secondo-i-desiderata”, apocalisse che, chiaramente, NON È  MAI sarà l’ APOCALISSE  VERA. (CIOÈ QUELLA IN CUI SIAMO EFFETTIVAMENTE …)

E qual è questa causa? L’ incapacità d’immaginazione fa sì che, oltre una certa soglia, vi sia l’ “indistinto”; per esempio, massimo 100 morti si percepiscono comunemente, qualcuno – già eccezione – ha la soglia sui 1000 morti. Oltre, che siano 10.000, 100.000, un milione, dieci o cento milioni, un miliardo o anche di più è sempre pari a zero: NON SON PERCEPITI perché NON percepibili.

Ma una bomba termonucleare ucciderebbe qualche migliaia di persone in un piccolo lasso di tempo, senza contare quelli che morrebbero, in un più vasto lasso di tempo, per le conseguenze della radioattività diffusa dall’esplosione. Per questo motivo – argomentava illo tempore Anders (oltre al cosiddetto “progresso” ed alla divisione completa del lavoro, che parcellizza le decisioni in catene sempre più sminuzzate) – siamo “ciechi all’apocalisse”, sosteneva. Personalmente, delle tre cause, questa della mancanza d’immaginazione la conterei come la prima: si può lanciare una bomba nucleare senza capire per niente l’effetto reale che si ha, ed è sempre stato così, ciò a causa della forte immaginazione, di solito assente o almeno molto carente, che ci vuole per “figurarsi mentalmente” l’effetto reale di una deflagrazione termonucleare che, oltre all’effetto immediato effetto – e non piccolo – ne ha uno ben più vasto, nel corso di lunghi tempi.

«Coraggio? Mancanza di fantasia!» (Espressione molussica)”, G. ANDERS, L’uomo è antiquato, Il Saggiatore, Milano 1963, p. 233. Appunto!

Sul “lavoro”, sminuzzato perché “mediale”: “Mentre colui che agisce e progetta realmente, progetta con la sua azione uno spazio di tempo, il fare dell’ «uomo mediale» segna il passo. La circostanza che con il suo lavoro egli si assicuri il futuro, non costituisce una contraddizione, perché il lavoro stesso costituisce in una ripetizione di passi sempre uguali. In realtà dunque l’uomo vive «senza tempo» – «your future is taken care of» – senza quell’orizzonte […] entro il quale soltanto potrebbe apparire la fine del futuro, cioè la possibile catastrofe. Ciò significa: egli non è in grado di afferrare l’idea del gravissimo pericolo della fine del futuro, perché non conosce futuro”, ivi, p. 288, corsivi miei. Notata la retorica del “futuro”, che imperversa, quando NON VI È FUTURO? Un altro simulacro.  

 

 

 

 

 

Andrea A. Ianniello

 

 

 

 

 

 

 

 

 

3 commenti:

  1. giovedì 6 aprile 2023
    4 link del 2017





    Cf.
    https://associazione-federicoii.blogspot.com/2017/03/in-relazione-al-commento-al.html.


    Cf.
    https://associazione-federicoii.blogspot.com/2017/03/ragionando-su-alcuni-link.html.



    Cf.
    https://associazione-federicoii.blogspot.com/2017/03/in-un-mio.html.



    Cf.
    https://associazione-federicoii.blogspot.com/2017/03/la-contraddizione-fondamentale.html.

    Risoluzione della contraddizione: **anche** i capitali vengono - e verranno - controllati nel loro sedicente “libero” movimento ...




    @i




    PS

    Un link di commenti dell’inizio ddi quest’anno, cf.

    https://associazionefederigoiisvevia.files.wordpress.com/2023/04/altri-commenti-sparsi-riuniti-e28093-fine-2022-e28093-primi-giorni-del-2023.pdf

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  2. Certo che il conflitto termonucleare è possibile, non parlo di un conflitto geopolitico globale, che già ci sta, ma uno proprio nucleare: lo di è detto che sinora non si è verificato solo e soltanto perché la Cina se ne sta lontana dal conflitto. Ma con la corrente attuale, vi è la possibilità che tale lontananza non sia definitiva.
    Per cui, è possibile.


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  3. 3 commenti:

    Gestore20 marzo 2023 alle ore 02:14

    A tantissimi proprio non gli entra in testa che la politica si (**dovrebbe**) fare per “progettualità”, ma invece si fa per “ricettine” fisse, per slogan, per direttive immutabili decise da entità che con la politica, spesso, non hanno niente a che spartire. Per questo *credono* di “dover” prendere partito, quando è tutto una fanghiglia, una palude infetta. “Si fa così”, e fine della questione. Unanimità di fatto, stop. Chi non si allinea, semplicemente, non esiste. Non so come vogliamo chiamare una cosa così, ma così funziona, oggi.
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    Gestore20 marzo 2023 alle ore 02:40

    Prima bomba ad orologeria: i saudti, come si diceva, Altra bomba ad orologeria: il Giappone. Attenzione a buttar soldi dai pubblici bilanci. Non han capito che il problema è strutturale, non episodico, come si dice nel libretto: “IMPOLITICHE CONVERSAZIONI”, la crisi È SISTEMICA, non si risolve con pannicelli caldi … Ce ne sono altre di bombe ad orologeria, eh …


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    Gestore24 marzo 2023 alle ore 04:02

    Tra i segreti di Pulcinella ci sta il cosiddetto “abbandono” del cosiddetto “first strike” da parte Usa: mai stato vero, e non è certo pericolo solo per la cosiddetta “Europa”, ma per tutto il mondo. Solo che così è sin dal principio di tale vicenda. Ecco tutto.
    Di ciò si parla - **anche** - in “Impolitiche Conversazioni”. Seza né giri di parole né cosiddetti “peli” sulla lingua, ma con chiarezza. Perché la vicendaè chiara. Si sa, poi, e si è detto qui, che solo la Cina può farsì che il terzo conflitto mondiale “a pezzi” si volga i conflitto con uso di armi termonuelceari. Peraltro, il patto di Parigi (2015) fu come un ultimo tentativo - falso e sbagliato, però - di frenare la deriva.



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