martedì 11 ottobre 2022

“What doth that ‘G’ denote?”, ed altre foto del 3 ottobre c.a. – un’ “ottobrata” – **NON certo** un’ “Octobriana” (de ‘sti tempi! NON sia mai!)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

In una piacevole “ottobrata” – **NON** “Octobriana” eh no, no di certo! –, con qualche nuvoletta, e facendo riferimento ad un passato post, cf.

https://associazione-federicoii.blogspot.com/2022/07/cosi-scappando-dalla-calura-cittadina.html

(Link di luglio scorso) 

 

Ricordavo d’aver visto (a Cusano Mutri, cioè proprio non lontano da Pietraroja, ovvero il paese oggetto del link testé citato), ma molto tempo addietro rispetto alla recente (luglio scorso) visita invece a Pietraroja, due davvero interessanti edicole, con le date accluse nelle scritte sopra queste stesse edicole.

Una prima volta recentemente, a fine agosto, avevo chiesto ad un gentile locale dove fossero (queste particolari edicole), e mi ha detto molto di più. Non avendo meco la macchinetta digitale (qui occorre precisar bene che **non son affatto** fotografo e non me ne interesso: l’interesse di queste foto è solo e soltanto documentale, stop), non potei, però, fare alcuna foto di quanto m’interessava.

Il 3 ottobre scorso, a dunque, giravo, e stavolta colla detta (“proletaria”) macchinetta, quando un altro locale mi ha fermato proponendomi di fare altre foto rispetto a quelle sull’argomento che m’interessava, quelle finali qui di seguito; colgo l’occasione per ringraziarlo, così come anche l’altra persona del luogo (per i nomi: credo sia necessario chiedere il permesso ad altri di esser citati in extenso, dato il caos legale italico no ‘l fo, rimanendo però sempre aperto al poterlo fare, senza problemi, se del caso). Fa sempre piacere al visitatore, in ogni caso, l’esser accolto da persone che abbiano interesse alla propria località: ve ne fossero di più, sarebbe di certo meglio. Ma il mondo è, ahi noi, ciò ch’esso è, come ben si sa. Il Sud, si sa bene, poi, com’è, l’abbandono vi è sin troppo diffuso; dunque si accoglie con piacere quest’attenzione che alcuni locali hanno per il proprio paese, cosa non sempre usuale, giù da noi.

Or dunque, addiveniamo, finalmente, alle dette foto.

 

Le prime sono quelle delle edicole, le altre di altre cose che ho trovato, alcune delle quali, come detto, suggeritemi, interessanti. Le foto delle edicole pongono un problema, ed ecco la ragione della loro presenza qui.

Mi scuso sin d’ora per la scarsa qualità delle foto stesse: lo spazio antistante alle edicole, spazio necessario per poterle fare, non è sufficiente; la cosa è, poi, peggiorata da dei lavori che interessano proprio quella via, v. Tiberio, se non erro (nomen omen).

Spero siano, tuttavia, sufficienti, o almeno bastevoli (le foto), per poter “dare un’idea” della cosa. La ragione del titolo - “What doth that ‘G’ denote?” (domanda del “Catechismo” massonico) - sarà, quindi, a quel punto (dopo aver visto le foto), piuttosto chiara.

Altra premessa utile: nel link citato qui sopra si riportava un passo da una Guida “Touring Club”, alla regione Campania dedicata, dove si diceva, di tali edicole, che derivavano dal lavoro del maniscalco, lì molto diffuso, ed ecco perché “su molte case e anche sui fonti battesimali si vede spesso l’insegna del ferro di cavallo”, cf. Campania, “Guide d’Italia - Touring Club”, Touring Editore - Mondadori, Milano 2007, p. 280 (va detto che le case con tale insegna vi sono, sì, ma non poi così “molte” … comunque vi sarà, di seguito, una foto in tal senso). In altre parole, le si ricollega con una “confraternita di fabbri”, cosa che, in parte, può essere vera, poiché Cusano Mutri era effettivamente famoso per la lavorazione del ferro. Ma ciò NON BASTA per spiegare la “G”, praticamente massonica.

Tra l’altro, l’Appennino – in alcuni paesini – presenta delle “tracce” massoniche o – come il caso in questione – anche solo “massonizzanti”, tra l’altro spiegabilissime, poiché la VERA Massoneria – quella OPERATIVA, precedente a quella “speculativa” inaugurata dalla Grande Loggia di Londra nel 1717 – era davvero e realmente “operativa”, cioè si costruivano, davvero, delle cose (soprattutto, ma non solo, le cattedrali), e quindi si aveva necessariamente accesso a tanti “mestieri” artigiani. Che, poi, l’artigianato, in tempi neanche troppo lontani, fosse legato a “confraternite”, con anche il loro lato strettamente “iniziatico”, è certo, e quest’oggi ne sono rimaste solo delle lontanissime “vestigia” nelle organizzazioni “corporative” o di “categoria”, però quelle artigianali.

Tra l’altro, ricordo – ma tanti anni fa – ad Albano Lucano vidi sulla pietra chiave di un arco di un palazzotto chiari segni massonici. Occorrerebbe cercare di farne una cernita, su tanti paesotti: di certo si è perso tantissimo, tantissimo, ma qualcosa sarà pur rimasto … Quei simboli massonici appartenevano, tuttavia, ad epoche tra la fine del Settecento e l’Ottocento preunitario, dove la Massoneria – e non dimentichiamo la Carboneria, che, illo tempore lessi, sarebbe stata fondata a Capva (come la chiamo, scherzando sulla “v/u” antico romana / in realtà, etrusca: in etrusco non si distingueva tra la “u” e la “v”, e non esisteva, strano, la “o”) – dove la Massoneria, nel Settecento ed Ottocento, era presente come tale, cioè facente già riferimento alla “Loggia madre” di Londra e varietà, più o meno ad essa vicine.

Voglio dire: quei simboli massonici sono di un’epoca ben diversa da quella delle edicole in questione! Per questo le edicole di Cusano Mutri sono un qualcosa di, davvero, molto ma molto interessante.

Per questo, pur avendole viste tanti anni fa, finalmente avendo un po’ di “tempo mentale” libero da altre preoccupazioni, e le cose andando nel mondo come, più o meno, si diceva da tempo, me ne son ricordato, ma in una prima prospezione non essendo riuscito a trovarle, ne chiesi, come ho detto, quest’ultimo agosto, non appena il caldaccio malefico die’ ‘n po’ di respiro.  

Ma veniamo alle prime foto, quelle delle, appunto, edicole, pur con tutte le specificazioni quanto alla non grande qualità di esse foto.

 

Foto

 

 

 

 
 

 

 

Si vede la “G”, ma dentro l’incudine. La “G è anche visibile in altre parti dell’edicole stesse, come si vede dalle altre foto (peraltro la data è visibile: 1519).

Eccole qui di seguito.

 
 

Commento. “Il simbolo è antico. È probabile che nella tradizione operativa G significasse Geometria. Guénon ha ipotizzato God (Dio), per trasformazione fonetica della lettera ebraica iod, altri hanno proposto Gnosi”, in Storia d’Italia Annali 21, La Massoneria, a cura di G. M. Cazzaniga, Einaudi Torino 2006, p. 9, nota n.11 a pie’ pagina, corsivi in originale. (1) Questo ci dice come qui siamo probabilmente tra i pochissimi segni rimasti dell’origine – pre massonica (Massoneria “scozzese”, Londra 1717) – dell’uso seguente della “G”, per l’appunto, massonica. Essa “G” derivava, dunque, da delle forme iniziatiche di “mestiere”, peraltro ricollegabili all’uso del ferro, che, dal punto di vista “tradizionale” – ma NON “tradizionalista” – ha un suo statuto symbolico” ed un suo senso specifici. E caratteristici.

Ma d’altro canto, è davvero difficilissimo che, a Cusano Mutri, all’inizio del XVI secolo, qualcuno sapesse parlare inglese! Dunque la lettura di “G” come “GOD” è, senza dubbio, dal punto di vista della Massoneria speculativa – cominciata in Inghilterra nel 1717 – una lettura giusta. Ma essa “sta per” – è un “termine sostituto” (Guénon) – già come “G”! La lettura come una sorta di “latinizzazione” dello yod ebraico, è senza dubbio, più plausibile. Non havvi alcun dubbio al riguardo e tuttavia, tuttavia essa lettura la “G” come yod – è ancora parziale. La lettura della G come Geometria è, senz’alcun dubbio, caratteristica delle forme operative di Massoneria, diverse da quelle “speculative”, ampiamente successive a quelle operative. Rimarrebbe, però, da capirsi bene perché tale “G = Geometria” sia ricollegabile, a sua volta, con la lavorazione del ferro. Vi è qui, senza dubbio alcuno, un punto dirimente, una spia interessante, anche relativa al “significato simbolico dei metalli” (Guénon), e del ferro in particolare (metal di Marte). “G” per “Gnosi” è molto meno credibile. La lettera yod è la più piccola dell’alfabeto ebraica, quella di cui disse Cristo che nemmeno “una iota” sarebbe passata (Mt, 5, 18).

Peraltro è proprio il XVIII secolo che vede la nascita del sentimento anti-russo del quale l’anticomunismo è stato una parziale maschera, sentimento che vediamo risorto ai suoi fasti nei nostri giorni, e che “unisce” l’Europa – “dall’Atlantico agli Urali” – nell’assenza di qualsiasi “altra Europa” – di cui si disse in una recensione precedente. L’ “Europa” è solo l’espansione del “contingente americano” (per dirla con Giorgio Galli) che l’ha formata, stop. Il resto non sono che parole, inutili, anzi: dannose tanto più quanto fanno balenare – siccome bianca balena – delle “alternative” che non esistono se non in certi cervelli, ma non esistono nella realtà effettiva.

 

 

Altre foto. 

 

 

 
 

Il vicolo attiguo.

 

Di nuovo, l’edicola.

 





 
 

 
 

La porta d’ingresso che separa la “parte bassa”, e più recente del paese, da quella “alta”, più antica e con i palazzi delle famiglie più importanti (e, poiché le edicole stanno nella parte di sotto, si conferma, così, che trattasi d’iniziazione “di mestiere” cosiddetta).

 


La porta vista, stavolta,


da sopra (due

 foto).

 

 


Porta con decorazione, sopra, con motivo di templi precristiani (quella pietra e triangolo, su), infatti ve n’era uno – di tempio precristiano nelle vicinanze.

 

 

 


Animali apotropaici (resti).



Due simboli sul portale della locale chiesa dedicati ai SS. Pietro e Paolo.



Simbolo sull’architrave d’una porta laterale della chiesa.


 




Foto di quanto sta dietro l’altare (secc. XVII e XVIII).


Resti d’una lastra.



Veduta del paese (da dentro).


Ferro di cavallo su d’un portale.

 

 


Qui è la targa per la nascita del cittadino più illustre di Cusano Mutri: l’ “astronomo Giuseppe Cassella (1755-1808)”, Campania, cit., p. 280.

 

 

 

 

Andrea A. Ianniello

 

 

 

(1) Ci si può chieder quanto – nella Massoneria del XVIII – vi fosse di davvero reiventato e di effettivamente tradizionale. In realtà molto era “ricostruito”. Tuttavia: “Questa coscienza ‘costruzionistica’ peraltro va di pari passo con la credenza di una primitiva sapienza o rivelazione che il rito scopre e commemora. Vi è dunque un’ambiguità irrisolta fra inventare e riscoprire, ambiguità che poi costituisce l’essenza del ‘mistero’ massonico che nel pensiero del massone risulta incomprensibile per chiunque non sia iniziato e che per Federico II [di Prussia], che pure fu iniziato e protettore dell’istituzione, si risolveva ‘in un gran niente’”, ivi, p. 10. Ma questo perché si tratta d’iniziazione solo virtuale, non reale. Si è ammessi a far parte dei segni e simboli di un “mistero”, non certo al disvelamento del mistero stesso!

 

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18 commenti:

  1. Ieri mentre ero alla guida stavo ascoltando radio1, l’argomento era “Roma”, interviste a personaggi più o meno noti, anche a sconosciuti, ed ognuno diceva la sua …hanno anche citato E. Flaiano ed il suo “Marziano a Roma”. Al termine della trasmissione, o forse mentre arrivavo a destinazione, hanno intervistato C. Augias e costui “pontificava” sulla zona che da Piazza del Popolo, attraverso Via del Corso arriva al Colosseo e fin qui bene ... vi sono i resti di Roma Imperiale, di quello che rimane del Foro etc etc … ma l’inciso di questo intervento è stata la descrizione della Chiesa di San Lorenzo de’ Speziali in Miranda che è stata edificata all’interno del Tempio di Antonino Pio e fin qui tutto perfetto , successivamente si è perso tutto, prima il tono stupito dell’intervistato ( Augias) riguardo al fatto che una chiesa cristiana fosse stata edificata in (dentro) un tempio “pagano” come se il Sacro avesse limiti…ovvero l’ignoranza della “continuità” Tradizionale e poi le parole che ha usato Augias , “come se dei marziani, degli alieni , avessero calato la chiesa dentro il tempio”.

    Tutto si tiene, purtroppo!

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    1. Infatti la tupefazione dove sta? Perché stupirsene? Tuttavia tanta, tantissima gente non ha la benché minima idea della “continuità” **tradizionale** (**non** tradizionalistica, eh, la continuità reale). Purtroppo, “tout se tient”, dicono lè fransè . . . Nessun “marziano”, dunque, ha calato alcunché . . . Quanto, poi, ai cosiddetti “marziani”, qua il discorso si farebbe del tutto diverso . . . Ma ci fermiamo “ivi quivi” (quanto al tema “marziani”, eh) . . .




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  2. fabbri ( maniscalchi) e massoni condividono il "grembiule" come "strumento" di lavoro....

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    1. Certo anche questo, ma queste vere e proprie reliquie passate, chissà come salvatesi nei vari naufragi dei quali è costellata la storia, attestano come la G famosa sia ben precedente la massoneria speculativa fondata nel 1717 a Londra. Ed ovviamente dimostra come la massoneria - spesse volte senza capirlo - abbia ereditato tutto un patrimonio dalle varie iniziazioni di mestiere - cosiddette -, che un tempo esistevano.


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  3. Grazie delle foto davvero materiale interessante...Chissà se qualche accademico stia facendo qualcosa per raccogliere testimonianze di questo tipo magari concentrandosi sull'architettura vernacolare e gli antichi mestieri ma visto com'è messa l'univeresità oggi ne dubito...Se penso che neanche un secolo fa nelle accademie erano presenti figure come Ananda Coomaraswamy cado in depressione...Possibile che non ci sia nessuno a parte lei e pochi altri ad accorgersi di certi patrimoni dimore filosofali direbbe FUlcanelli,ma dopotutto siamo a fine di un ciclo...Colgo l'occasione per chiederle un parere -visto che ho tirato in ballo Coomaraswamy che aveva molto da dire sulle "decorazioni" nelle società tradizionali-chissà se sono passati dei residui di tradizione nei villini di fine ottocento inizio novecento quelli in stile liberty ad esempio in lombardia ma anche in scilia,a volte se ne trovano con motivi geometrici particolari e fregi per non parlare del ferro battutto...mi sono sempre chiesta i cancelli a punta di lacia giglio a cosa sono collegati,spesso si trova la forma dell embrione nei motivi del ferro battuto dei cancelli....Purtroppo non so come si linkano le immagini altrimenti si capirebbe meglio cosa intendo dire.Certo bisogna distinguere-nei villini intendo-quello che è solo stile eclettico barocco dai veri residui di tradizione...

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    1. Grazie ma, sulla questione, l’accademia oggi in uno stato davvero molto negativo: non appena le ricerche comincio vagamente a virare verso certi temi,sono fermate o costrette a “coprirli” – come dico – di così tanti “e tuttavia, però, forse, ma”, da rendere la ricerca del tutto ineffettuale, un mero “divertissement” colto, “e nulla più”, per dirla con Poe. Ma è difficile oggi aspettarsi altro. Per cui, non lamentiamoci, ma limitiamoci a osservare la cosa, e “passarla definitivamente agli atti”, come suol dirsi – ma in senso **del tutto** NON legale, sia ben chiaro –, e con “giudizio definitivo” … sempre giudizio NON legale, ma sostanziale: “laggente” crede sempre che ciò che fa non abbia conseguenze, che nessuno ne “misuri” le azioni e da un punto di vista che, come detto, con le leggi umane NON ha proprio alcunché a che spartire … vi è, infatti, un punto di vista sostanziale che ha così tanta difficoltà nel “perforare” le spesse calotte ghiacciate delle menti umane! In ogni caso: un Coomaraswamy – o simili – un tempo NON lontano poteva insegnare nelle università, oggi è **fuori questione**, fuori questione proprio. Da questi piccoli particolari si misura quanta **vera** “libertà” ci sia, non dagli eventi macroscopici, quanto, invece, da quelli microscopici! “Sic transit libertas mundi”, si potrebbe aggiungere. Sulla questione posta: non vi è alcun dubbio che “residui di ‘Traditio’” sian sopravvissuti in Occidente – quello vero! – ben più di quel che non si pensi, ma occorre distinguere fra residui **reali**, che, come detto, son più di quanto se ne pensi, da mero eclettismo, eclettismo che, tra l’altro, proprio nella stagione liberty raggiunse un suo culmine, assieme alla riproposizione di **alcuni aspetti** - non tutti! Eclettismo di frammenti e “vestigia sparse” di tipo esoterico o, più spesso ancora, occulto …! Come si distingue fra le due cose, in concreto? “Hic Rhodus. Hic salta” … ovvero: “Quivi si varrà de la tua nobilitate”, in altre parole: non è facile, non lo è affatto. Un “criterion” – fra gli altri (“inter alia”) – può esser quello temporale: tanto più si vada indietro, tanto più “affidabile” la cosa, in ordine al manifestar qualcosa che provenga da un effettivo ambito cosiddetto “esoterico”; un altro “criterion” può esser quello **spaziale**, tanto più lontano dagli itinerari che un tempo eran più battuti, tanto più “autentico” e meno “eclettico” è il senso **symbolico** della “decorazione” cosiddetta … Son solo punti, anzi: spuntini …







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  4. Pare più plausibile che la G stia per geometria piuttosto che per God, oltre per la datazione, anche per la conoscenza dei poliedri e del calcolo delle superfici che è necessaria per il mestiere del fabbro. Almeno suppongo, perché personalmente non so accendere il forno neanche per fare la pizza!
    Però ecco, l'antecedenza del patrimonio sapienzale delle iniziazioni di mestiere mi sembra innegabile, soprattutto in Italia.

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    1. Bentornato ad uno “storico” commentatore di questo blog! Sì, la relazione con “Geometria” è assai probabile, un senso “‘pre’ massonico” – poi “massonizzato” – fatto che, poi, attesta quel che dici: “ l’antecedenza del patrimonio sapienziale delle iniziazioni di mestiere mi sembra innegabile, soprattutto in Italia”, Infatti, **soprattutto** in Italia ...
      Tra l’altro, un altro senso del “symbolus” della “G” è la spirale, in tal caso **destrorsa**, come c’è la “sinistrorsa” che non necessariamente ha un senso “negativo”, come Guénon spiegava a riguardo de **lo** “swastika”, quest’ultimo essendo il Sole che ruota, in senso, appunto, sia destrorso che sinistrorso, con valore tanto “positivo” che “negativo” in ambedue i casi, fermo restando che, però, tale “negatività” come tale “positività” non si equivalgono nei due casi. Detto altrimenti: il “negativo” come il “positivo” dello swastika sinistrorso ha un una valenza diversa dal “negativo” come dal “positivo” dello swastika destrorso. In pratica, ogni cosa conserva la sua “qualità”, però assume valenze tanto negative quanto positive. Ora, perché il “G” è di solito destrorso, SIA nella sua “declinatio” – **posteriore** – massonica SIA nella sua “declinatio” – **anteriore**, temporalmente parlando – di “mestiere” cosiddetto? “Questioncella” di non piccolo memento né di piccola importanza, invero ...





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    2. Essere uno "storico" commentatore mi ha ricordato un tuo vecchio post, in cui citavi la frase latina "fugit irreparabile tempus" che non ricordo dove avessi visto.
      La direzione della spirale (che a maggior ragione richiama al pitagorismo e quindi a quello che stavamo dicendo, sopratutto in questa foto dove è priva di angoli sostanziamente), potrebbe indicare la direzione Uno-molti e viceversa il movimento di riassorbimento? Non so di preciso in verità su questo.

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    3. “Fugit irreparabile tempus”! Quante cose del Novecento non han trovato esito! Per avere dei mostri al comando del mondo: “evoluzione” … Ah ah. Decisamente: involuzione.
      Vi è un’ironia della storia in tutto ciò – un’ironia tremenda, salace, sardonica, feroce, cruda e crudele, tagliente come un rasoio, ma in un guanto di velluto –, un sarcasmo quasi “divino”. Ma, signori, Dio ci attende al varco, dice: “Sto attendendo”, “I am waiting” … “Credevate di poter fare a meno di me? Vediamo!” … Ah ah. E non parlo di cose religiose, di regimi religiosi, che sono la stessa solfa di tutti, anzi spesso peggiori. Parlo invece qui del destino umano …
      Intanto però, l’ “Hydra verde” ha acquisito – definitivamente – il dominio del cosiddetto “Occidente”, e sta realizzando “the lost, last and greatest dream of the Third Reich”, cioè il “regime change” in Russia, perché questo è sempre stato – sin dall’inizio (2021) – lo scopo. Non sta funzionando un granché il “regime change” in Russia – ma diamo tempo al tempo: altro proverbio sul tempo ... – ma, intanto, si può provare al “regime change” in Iràn, non perché le proteste siano artificiali: no, quel regime fa pena, ottusi e rigidi, facili che generino malcontento a iosa, ma perché, in realtà, le varie rivolte che vi si sono succedute non hanno mai avuto il pieno sostegno “occidentale” (americano), stavolta potrebbero averlo. E poi, “spazio libero” alla fantasia …
      Gli esiti possibili son diversi, ma le forze in opera **non s’interessano** dei “possibili esisti”, mai pensato? Mica son “analisti”!! In un modo o nell’altro, che “sia zuppa o pan bagnato” – altro detto proverbiale – gli accordi Sykes Picot collasseranno. E la torre centrale sarà libera ... Che sia in un modo o nell’altro … Poi questa storia del “modo” fa pure un po’ ridere, tutti a pensare al “modo”, al “come” – ossessione “scientista” moderna – e non al “perché”, allo scopo, al **fine** del movimento in atto: la “cecità all’Apocalisse” di cui diceva – ma in **tutt’altro contesto** – Anders negli anni Sessanta del secolo scorso, quando vi era un briciolo d’autonomia di pensiero in più, oggi, al contrario, non ce ne’è rimasta molta …
      E così, di caduta in caduta, di deriva in deriva, si giungerà al termine, al “punto d’indecidibilità” del quale si disse qua “illo tempore”, ricordi? Ad esso le agenzie – con sempre meno potere, con sempre più paura: **per questo** stanno reagendo così istericamente – reagiranno nelle maniera che sappiamo, con la “falsa invasione”, che, però, ahi noi!, sarà pure “vera”, cioè continueranno – da bravi “apprenti sorcier” – ad evocare forze che **non sanno** controllare. Peraltro è quel che sta succedendo nella deriva della cosiddetta “escalation” in atto, ma ciò in piccolo, in piccolissimo. **Se mai** vi sarà una “finta invasione”, ciò avverrà, sì, ma in grande! … Oh se in grande!
      Dunque – davvero – “Fugit irreparabile tempus” …





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    4. “E venne il tempo” … disse qualcuno … “E venne il tempo in cui …” ecc. ecc.

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  5. Il simbolismo massonico "speculativo" lo conosciamo bene, ovvero si può risalire a parecchie fonti, più o meno autentiche; per il simbolismo "operativo" credo sia diverso...poichè le fonti "scritte" sono rare se non introvabili, quindi cosa significa la "G"? Bhe... Geometria...DIO ( GOD ) il simbolismo massonico si rifà cmq alla "Bibbia" , ergo per deduzione ...lingue semitiche (aramaico) che nel nostro “mondo” sono state tradotte in greco antico e latino , e successivamente nelle lingue "volgari" (qui si dovrebbe aprire un discorso su lingue sacre e liturgiche, sulle quali ho solo nozioni, e non ho il tempo per approfondire) sullo "iod" ebraico ( aramaico) si è già detto molto , ergo si arriva al greco (antico) con il "gamma" maiuscolo che si scrive come una "L" rovesciata ( una squadra a 90°) che si usava in sinergia con la squadra a 60°, che come forma ricorda il compasso aperto,( altra notazione anche oggi in ogni officina di fabbro oltre agli strumenti moderni, gli attrezzi che non mancano mai sono la squadra a 90°. il compasso, l’incudine e la forgia).
    Fatta questa digressione quale conclusione?
    La lingua inglese (con il tutto il rispetto), essendo una lingua “moderna” non ha valenza sacra e tantomeno liturgica, ergo secondo me è da scartare l’ipotesi di “GOD”, anche perché pur essendo l’Iniziazione massonica indirizzata ai “Piccoli Misteri” , è pur sempre “Iniziazione” è quindi va oltre il concetto di “Dio Personale”.

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    1. Sì la spiegazione God è una “parola sostitutiva”, come si dice; quanto al “gamma”, è assai probabile, invece. ma la cosa interessantissima è che qui abbiamo tra le poche manifestazioni di simbolismo “operativo” rimaste.

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  6. ho appena finito di rileggere "17. La lettera G e lo swastika" e sono rimasto stupito... di cosa vi chiederete ? Di ciò che "riCORrdavo", che poi è quello che ho scritto nel precedente intervento .
    Perchè scrivo queste parole ?
    L'accademia...
    In illo tempore rinunciai agli studi universitari , e più passa il tempo più non mi pento della mia scelta... all'epoca fu una scelta "istintiva" ...ovvero il testo di sociologia..mi fece cadere "le braccia" ...Oggi diciamo che la scelta istintiva è stata ampiamente supportata da altro.

    PS
    Ancora qualche accademico "non allineato" (r)esiste ... Uno per tutti
    il Professor FRANCO CARDINI .

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    1. Sì certo. Peraltro è un progetto, in realtà lungamente costruito, niente a che spartire coi “vaccini” o altre amenità, che oggi sta dando i frutti: le “società” – in realtà “implose” senza rendersene conto – sono completamente “normalizzate” oggi, cosicché puoi anche rischiare di mandarli sul lastrico e non succede nulla, sorta di anestesia sociale diffusa, mentre protesteranno per cose del tutto “virtuali”, come dei drogati. Le proteste, sempre che ve ne siano, rientrano (senza eccezioni) nel quadro generale: sei all’ “insovvertibile”, che, poi, era lo scopo.



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    2. Ma certo, che “qualcuno” lo farà, che qualcuno, alla fine, “metterà le cose a posto”, al posto dove dice lui!! Ah ah ...

      E ‘sta gente “provvidenzialista”, cioè passiva, dirà quindi: ah! E finito tutto sarà! Per questo motivo da islamici e da altri orientali – diversissimamente dai “guénoniani”, ma senza andare agli “evolomani” ché Roma è da “un pochettino” di anni (!!) che non c’è più e mai più – **mai più** – vi sarà!! –, da islamici e da altri orientali non mi son mai aspettato niente, né mai niente verrà, tranne dai cinesi, gli unici, ma **se faranno una massiccia emigrazione**, il che vuol dire che l’attuale regime collassa. Quindi dal punto di vista finanziario, come si vede, la Cina reggerà il gioco finché potrà, invece qui son i sauditi e quelli degli Emirati – ed altri di quel genere – ad esser potenzialmente quelli che possono: il problema della Cina sta proprio – nei termini del funzionamento del System di oggi – che ha il potere produttivo ma che ne ha poco di potere finanziario, un po’ sì, ma poco: oggi, però, la finanza è, in pratica, tutto (il che **non significa per niente** che non subisca gli effetti degli eventi politici: non è affatto così!, ma solo che può reagire sui politicanti e far loro molto ma molto male, se messa alle strette, come sta succedendo!) ...





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  7. Grazie all utente vajra per la segnalazione dello studioso non allineato non lo conoscevo,meno male che qualcuno resiste nell'università italiana.Bisognerebbe creare delle università centri di studio per così dire paralleli alle università ormai decadute.

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    1. Senza dubbio si dovrebbe, soprattutto dove gli orientamenti di studio siano - ma davvero - liberi, con la possibilità, ma reale, non meramente formale, di **rimettere in questione** tante, ma tante, ma super stra tantissimissimissime cose, tanto orientamenti di studio senza uscita, tanti vicoli ciechi, tanti vecchi paradigmi stantii e via dicendo; solo che costerebbe un occhio della testa, dunque non si farà niente. La libertà, non è vero? **Questa** è la libertà, la libertà vera, la democrazia reale non teorica: la libertà di dir di sì, e il resto sono solo chiacchiere.



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