Il
fatto che molti, a livello “emotivo”, molti
si siano resi conto che quel che si “vedeva nei film” è potuto accadere nella
realtà, è un cambiamento significativo.
A
questo punto, alcuni pensano potrebbero venire anche i cosiddetti “alieni” … Lo
si è detto qui da tempo … Ed il fatto che una tale sensazione si sia diffusa in
molti è significativo.
Possiamo
dirlo, allora, chiaramente: “verranno”, ciò accadrà …[1]
In forme sorprendenti, e del tutto imprevedibili: sarà così, come sempre, “same as it ever was” (Talking Heads, “Once
in a lifetime”).
Anche
qui se n’è parlato: in relazione al fatto che la crisi data dall’ “Effetto Covid”[2]
è stata come l’ultimo “avviso”, una sorta di “prova”, peraltro miseramente
fallita; e si ricordava, tempo fa, il famoso discorso di R. Reagan sull’ “universal threat”[3],
la cosiddetta “minaccia globale”, da un “altro pianeta” – insomma, gli “alieni”,
qualunque cosa siano (e si sa che qui
non si pensa che siano “astronavi”
da un “altro” pianeta … ma non è “il punto” in questione) – che avrebbe unificato
le “differenze”, ma qui è tutta la differenza tra un Reagan e un Trump:
nonostante quest’ultimo stia lì a richiamarsi al primo, si tratta solo di
retorica e narrazioni da parte di Trump.
La
prova, l’ultimo avviso, comunque ha dato esito negativo.
Non
sarà così, quindi, ed il mondo non si unirà, ognuno andrà in ordine sparso. Non
sono in grado di unirsi neanche per
rimettere in moto l’economia mondiale! Si uniscono contro gli “alieni” (ognuno
se li dipinga come vuole)?! Ma non diciamo sciocchezze!
Quindi
non solo sappiamo che cose “da film” possono entrare nella realtà quotidiana,
sappiamo anche che, in caso di “prova estrema” – ripeto: che ognuno se la
dipinga come gli pare –, la risposta sarà lo scollamento delle società, lo
scollamento “finale”, la dissolutio,
appunto. E noi ciò lo sappiamo in base a prove di fatto, non sono più mere ipotesi.
Il
mondo è stato messo alla prova, ed ha fallito la prova.
Il
resto sono chiacchiere. Che noi si viva nel mondo “infodemico” e dominato dalla
“doxamania” non toglie che le cose stiano esattamente così; anzi, tutto quest’oceano
di parole al vento non fa che mascherare
lo stato delle cose, in tal mondo facilitando il mantenimento del consenso …
Lo
stesso sistema tecnico si è inceppato, non sul lato efficacia, ma sul lato “predittività”,
cioè risulta molto difficile fare previsioni. Ma la previsione è fondamentale
al sistema tecnico per poter “rodare” in modo conveniente. E cos’è che l’ha
fatto inceppare? Un virus, finora mai conosciuto (ecco che, dunque, non può
essere stato assemblato in modo artificiale[4]),
una cosa semplicissima, una “trottolina da bambini” (come la chiamo), anzi
mezza trottolina: un RNA parziale – nemmeno il già più complesso DNA –, che si
replica, ha messo kappaò un complicato sistema tecnologico …
Una
cosa incredibilmente semplice ha messo a terra una cosa molto complicata e
macchinosa. Incredibilmente semplice, ma davvero!
Servirebbe
allora la tecnica in caso di pericolo “ultimo”??
Domanda
retorica …
Ecco
cos’è ch’è cambiato. Ed è cambiato in modo irreversibile, non si può revertere, far rigirare sul “vertex” perché torni allo stato precedente: lo stato precedente non c’è più …
Dunque
il cambiamento è irreversibile …
Questo
non ferma, per niente, lo sviluppo della tecnica: anzi, accade l’inverso. Lo rende
ancor più ingovernabile: proprio perché il sistema tecnico ha mostrato una sua
falla strutturale, sostanziale, o come la si vuol chiamare, deve replicarsi. Come
un virus … Ma non è stata la natura che l’ha costruito: ecco la grossa
differenza …
Sappiamo
ch’è possibile una crisi “finale”, che ognuno se l’immagini come crede: l’immagine
non ha senso, l’immagine non è che un simulacro e la perenne corrente stagnante
di questo sistema di doxamania. E sappiamo che, nel caso di una tale crisi, non
vi sarà unità, ed essa crisi “finale” non potrà che andare per il suo cammino.
Qualunque
sia esso.
@i
PS. Sullo stato di
emergenza globale, anche d’esso se n’è parlato, e in “tempi non sospetti”, era
chiaro che il mondo sarebbe andato in questa direzione, cf.
[1]
Anni fa se ne parlò, in maniera “narrativa”, cf.
[3]
Facilmente reperibile su Youtube, e qui glissiamo sulle solite tiritere sul “com’è
facile oggi reperire le informazioni”, mentre prima no … Strano: non ti dicono
mai, però, del pagamento, non
necessariamente in denaro, che c’è sempre, sempre nel sistema. Come mai si
occulta questo fatto? E lo si fa sistematicamente? Sta tutto qui, da ciò nasce
il consenso: questo è uno dei meccanismi di detto consenso.
[4]
Ovviamente da quei “cattivoni” dei “cinesi” – dei quali si fanno un’immagine caricaturale,
style “Fu Manchu” (tra l’altro, mancese,
non cinese, ma lasciamo perdere …) –
mica dagli americani, che, per definizione, son “bravi” … Eh sì, c’è la democrazia,
dunque tutto è permesso. “Mi ha sparato!”. “Ma democraticamente eletto?”. “Beh,
sì”. “Ed allora, caro, ti devi stare”. Che razza di mentalità, dove il
funzionamento delle cose conta di più della natura delle cose stesse!: se uno
spara, spara, indipendentemente dal fatto che sia “democratico” o non. Se una
cosa funziona, funziona; se non funziona, non funziona: questo con le elezioni
non ha niente a che spartire. Tu ti curi non per mezzo di elezioni. La bravura
di un medico non è una cosa da sottoporre ad elezioni, non è “doxa”. Ma per i
nostri contemporanei tutto è “opinione”, appunto: “doxa”, ed ecco la “doxamania” …! Tanto più le poste in
gioco si riducono, o spariscono, tanto più le elezioni diventano una specie di fissazione,
dappertutto: nelle trasmissioni televisive si vota per le cose più ridicole;
Baudrillard già ne parlava “in tempi non sospetti”, dove il voto sarebbe
divenuto una specie di test. E si testa tutto, ogni cosa va sottoposta a questa
perenne sollecitazione. Ma ciò perché, in realtà, le cose non rispondono: è il
loro “silenzio” il problema. Le si
“deve” far “parlare”, dunque … Doxamania
…
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