Recentemente
su “La7” vi è stata la presentazione dell’ultimo volume della rivista “Limes”
intitolato Chi comanda nel mondo –
forse vi ritorneremo, “se v’en sarà la possibilitade” (essendo che “il tempo è
tiranno”) -, con L. Caracciolo; e vi era presente anche M. Tarchi, autore di
vari studi sul “populismo” cosiddetto.
Ebbene
condivido la posizione di Tarchi al riguardo del fatto che l’attuale “populismo” è profondamente difensivo, come natura. Ed è questo che
me ne separa irrimediabilmente.
Sostanzialmente
trattasi di “difendere l’Occidente” ovvero quell’ “orientamento” criticato
dallo stesso Guénon illo tempore già (in Crisi del mondo moderno,
del lontano 1927).
Andrea A. Ianniello
Non so se hai letto il numero di Limes in quistione, c'è un articolo sull'apprezzamento del dollaro che ho trovato un po' ridicolo e volevo saperne il tuo parere.
RispondiEliminaPraticamente l'autore sostiene che il dollaro rimarrà nel lungo periodo la moneta di riserva perché il resto del mondo manca di democrazia, unico sostrato che rende possibile per altri Paesi rendere candidabile la propria valuta a quella di riserva.
EliminaAllora l’articolo è: G. ARFARAS, “Il dollaro resta imperiale”, Limes 2017/2 “Chi comanda il mondo”, pp. 49-54. La distinzione di fondo è tra moneta come “mezzo di scambio” (p. 53) e moneta come “moneta di riserva”, nostra traduzione: bene sistemico. Dunque, alcune cose sono interessanti, come osservazioni: per esempio, che il dollaro in sostanza rimane al suo valore del 1973, e cioè dalla fine del “Gold Exchange Standard”, ovvero della “parità aurea”, che – appunto - **trasformò il dollaro per l’appunto in “moneta di riserva” sistemica**, cosa che fu “illo tempore” notata da Triffin, a favore del sistema, e da Baudrillard, in senso “critico” chiaramente. **Non ne siamo ancora fuori**. Trattasi di ciò che qui si chiama il “System” della “Grande Prostituta” di “Babilonia” o “Babylon” che dir si voglia.
Insomma e differenza l’autore riportato sostiene questo: né Russia né Cina – né potenzialmente India – sono in grado di garantire che i soldi che allochi lì come “riserva” siano garantiti: li puoi perdere. Il dittatore di qualche paese “in via di sviluppo” (verso dove?? …) non porta i suoi soldi in un altro paese del genere, e nemmeno in Russia, Cina, India, ma negli Usa: ecco il meccanismo della “moneta di riserva” secondo lui.
Che Cina, Russia e, in futuro, India vogliano proporre/imporre le proprie monete come “mezzo di scambio” non significa che possano sostituire la “moneta di riserva” sistemica, che è – e rimane – il **dollaro**, e veniamo al punto. Mi chiedevi se l’autore citato sostenga che sia “la ‘democrazia’” – intesa da lui in senso “legale” come “certezza della proprietà” delle somme allocate (negli Usa, in tal caso) – a render gli Usa il cento della “moneta riserva”; eh sì, l’autore intende questo, e sbaglia. La ragione la si vede nei vari articoli del volume della rivista, dove si sostiene – giustamente, peraltro – che gli Stati Uniti siano in una fase di chiusura ed insieme d’affermazione “nazionale”, ma ciò rende il ruolo “imperiale” degli Usa minore. Bene, il dollaro è “moneta di riserva” nasce dal destino pseudo-imperiale “sui generis” degli Usa, ovvero da ciò che **ora** è in recessione. Punto secondo: il sistema che ha centro negli Usa – ed è così ancor ora – non si equivale meramente all’ “America”, col kappa e senza kappa. Quello è un sistema.
EliminaAltro punto, decisivo: vero che, al momento, il dollaro sia insostituibile come “moneta di riserva”, e che **nessun altro paese** possa sostituire, con la sua valuta, il dollaro. Ora, o si ritorna alla “parità aurea” – in modi diversi – o nulla sostituirà la centralità sistemica del dollaro, pur nella crisi – che continua – degli Stati Uniti. E che sta portando gli Usa nella situazione di stallo, nata dalle lotte intestine, ovvero al fine del sistema della “Grande Prostituta” di “Babilonia”, fine sistemica che stiamo esperendo Qui ed Ora. Né tien conto – come mi pare sia l’orientamento prevalente nel e del volume – dei fattori intrinseci di debolezza degli Stati Uniti: si cita, qua e là, l’idea della crisi dell’Europa e degli Usa, ma sempre con l’idea che qualcosa ne prenda il posto: e se ne prende il posto una variante di “Caoslandia” che loro pensano legata solo alla fine degli stati nella fascia dal Medio Oriente a parte dell’America Latina e a grandissima parte dell’Africa?
EliminaInfatti così termina: “Gli Stai Uniti – fin tanto che i paesi aspiranti ad avere una moneta di riserva saranno ‘frenati’ nello sviluppo democratico – possono star tranquilli. Il dollaro resterà la moneta di riserva” (p. 54). Ma lui stesso non può garantire sulla certezza ed affidabilità **non** delle “regole ‘democratiche’” ma sulla tenuta sistemica degli Usa?? Il capitalismo può sussistere senza democrazia, ma l’inverso non è altrettanto possibile, come ci dimostra la storia …
E se nulla, dunque, prende il posto della “moneta di riserva” alias il dollaro? Dice: non può essere, vie è l’ “horror vacui” in geopolitica qualcosa ne prende il posto. Ceto, una variante “in piccolo” di “Caoslandia”, oppure il ritorno ad una qualche forma di “parità aurea”, la qual cosa – quest’ultima -, però, costituirebbe un grosso freno agli scambi finanziari. E torniamo alla fine della globalizzazione” … Da dove la vediamo, il sistema presente non può durare, qual che ne sia l’esito dopo la fase “critica” che si sta vedendo, fase critica **peggiorata** in modo **decisivo** dalla **totale** assenza di classi dirigenti (alias “élite” o “aristocrazie” nient’affatto necessariamente “del sangue”) consapevoli dello stato critico del sistema-mondo in cui si sta.
Proprio oggi ho preso il numero di “Limes”, e leggeròllo. Infatti ho subito notato l’articolo sul dollaro ...
RispondiEliminaInteressante link: http://associazione-federicoii.blogspot.it/2015/03/quinto-potere-frasi-da-wikiquote.html.
RispondiEliminaLe frasi ivi riportate sono del lontano **1976**, il che dà una chiara idea dei tempi di un certo “piano” sul quale, da sin troppo poche informazioni, si è giunto ad un “information overload” ma **depistante**, volutamente o meno ...
Bene dunque: quel sistema, che in quell’epoca si andò costruendo, ora è in crisi esiziale ...
Questo è il punto dirimente.
Condivido anch’io la preoccupazione per le sorti del sistema finanziario, sfatto e disfatto, potremmo dir ormai ...
RispondiEliminaE che questo s’intreccia cn le sorti della debolissima “Grosse Coalition” anti Daèsh ...
E comunque, alcune truppe stan già superando l’Eufrate, occorre vedere dove - e come si svilupperà - condurrà questo movimento cosmico appena inziaito ....
Sempre in relazioen a quest’utimo volume di “Limes”, da sottolinearsi come si riporta l’intervista del **1990** di Trump, per dire come “certe cose” abbiano radici lontane ....
RispondiEliminaQualcuno mi ha chiesto della recente scomparsa di David Rockefeller, l’ultimo discendente **diretto** del patriarca della dinastia **economica** dei Rockefeller e se è un “signum”, tra l’altro morto con un cospicuissimo patrimonio e a ben 101 anni. Certo che sì, certo che è “signum”, ma di cosa è segno ...
RispondiEliminaNon certo delle fesserie che si leggono sul web, infatti occorre capirne un po’ davvero di queste cose ...
Chi era, ora, David Rockefeller, **qual è** il “senso” della sua lunga opera ...
Dobbiamo sottolineare come D. Rockefeller fosse sia fondatore sia membro autorevole di **tante** organizzazione “para pubbliche” o anche molto “riservate” che han costruito l’**ossatura** della “globalizzaizone” dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale, a partire dagli anni Cinquanta del secolo scorso.
Il “patto” fra i tanti che han guadagnato dal “system” della “Grande Prostituta di Babylonia” e i **pochi** seguaci della “bestia” (vi è poi una “palude” di mezzo, più o meno vasta, più o meno mutevole a seconda dei tempi e degli eventi esterni) - patto del quale Rockefeller è stato unod ei principali garati - si sta sfaldando ...
Ecco di cos’è “signum” questa scomparsa ...
Per il resto, i “cantori di sventura” continuano a “toppare” alla grande e il “system” rimane molto forte, in quanto la difesa del dollaro rimane il pilastro centrale systemico.
Quanto durerà una cosa del genere è difficile dirlo, che non possa durar per sempre è altrettanto certo, ma che la “blindatura” operata dalle banche centrali abbia funzionato e che il corso degli eventi dopo il 2008 sia stato “sventato” è certo lo stesso.
Diciamo che la via rimane quella della “dissolutio” con guerre mascherate e senza territori definiti, in una sorta di “sindrome d’immunodeficienza **acquisita**” però a livello **sociale** quindi senza riuscire a debellare i fenomeni dissolutivi ma nemmeno lasciando a questi utlimi campo libero.
Come camminare sul ghiaccio fino ... scricchiola dappertutto ma non si romme mai davvero, salvo in lontananza, nella “Caoslandia” dell’ultimo vol. di “Limes” ... e se la “Caoslandia” si esnade? Che si fa, in tal caso?
Intanto il semrpe agitato ed erroneamente evocato “terremoto” non c’è stato, tanto per continüar con le errate previsioni astrologiche: ma come uno “stellium” in Aries, con pochi pianeti, e mal aspettato da Giove in Bilancia e Plutone in Capricorno, come può davvero sviluppare il suo potenziale ... Ovvio che ci siano poche possibilità di un terremoto ...
RispondiEliminaQuel che continua è una crisi lenta e continua, questo sì, ma di tipo **implosivo** e **non** esplosivo, che poi è l’errore classico del 99.9% dei commentatori oggi, e cioè che in testa hanno il Novecento. Signori e signore: il Novecento è finito, e **per sempre**, e on esso le avanguardie, l’illusione - e però dava forza dynamica **vera** - di modificare le società, con la risposta della cosiddetta “rivoluzione” conservatrice, e via dicendo.
Tutto finito. Tutto strafinito. Come scriveva Baudrillard nel 1983 (ed è stato citato in un altro post), siamo-eravamo in una fase di stallo dove più ci si muove, meno si avanza. Finché lo stallo finì, ed è iniziata la fase di oggi e cioè una fase di auto-mangiarsi del mondo, di **dissoluzione** ovvero “implosione” e **non** una fase esplosiva.
Capir questo è decisivo.
Se non si afferra bene questo punto, si fanno davvero solo chiacchiere.
Tutto questo ricorda molto l’espressione di A. Momigliano in relazione alla fine dell’Impero romano come “caduta senza rumore” ....
RispondiEliminaInvece i nostri contemporanei, ipnotizzati dalla **visibilità** estrema di questi tempi, non riescono proprio ad afferrar questo punto, per loro una “caduta senza rumore” in pratica **non è** una caduta, per loro una guerra “mondiale” che si attui “a pezzi” **non è** una guerra detta “mondiale” in quanto non ci stanno divisioni di carri armati che corrono per steppe o deserti.
Occorre dir loro che hanno in mente un mondo che, da tanto tempo, none siste più.
Allo stato dei fatti, ora un altro “anello” è come adranno le prossime elezioni in Francia, che taluno diceva esser l’anello che “deve” cadere. Vedremo, considerado che sì la crisi spinge al ribellismo senza testa (Urano in Ariete), ma vi son le regole (Giove in Bilancia) e la paura di perder ciò che, comunque, la politica delle banche centrali post 2008 - in questo ben diversamente da ciò che fecero post 1929 (‘29 che **rimane** l’evento centrale del Novecento ed anche di questo inizio del XXI, come sempre diceva Baudrillard “illo tempore”) - ha preservato, sì diminuendo il **numero** di coloro che han beneficiato, ma comunque **in parte** preservando.
RispondiEliminaProbabilmente quando si **esce** dallo stallo arietino si può iniziare a decidere.
Se guardiamo sia l’elezione di Trump che la Brexit considdetta la chiave di volta della loro elezioni ta nell’aver convinto che la loro elezione non solo non avrebbe toccato il senso di paura di perdere la ricchezza, ma invece avrebbero migliorato la loro condizione.
Sta tutto qui.
Se uniscono questo alla ribellione senza testa, il risultato è ottenuto.
Se questo stia succedendo in Francia oggi è cosa che appureremo fra breve.
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RispondiEliminaCf. https://associazionefederigoiisvevia.wordpress.com/2017/04/16/due-link-su-trump/.
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