I.
“Frase-Chiave”
“Hai dimenticato
lo scopo della lezione (…) Ti sei bloccato. Quando pensi di mettere in mostra
quel che sai fare o di sconfiggere un avversario, l’autocoscienza interferisce
con l’azione (…) La sensazione di essere tu ad agire
dev’essere assente (…) Adesso hai la chiave per risolvere l’antico koan zen: ‘Quando lo
cerchi non puoi trovarlo’” (da un libro di Hyams, in: Winston L. King, “Lo
Zen e la Via
della Spada”,
Ubaldini 2000, p. 273, corsivi di King).
Così King
commenta il passo appena citato: “Per l’ennesima volta, viene messa in risalto
l’utilità di vivere nel presente (il passato è morto, anche l’attimo appena
trascorso), di fare solo una cosa alla volta, dedicando con naturalezza e
spontaneità tutta l’attenzione al compito imminente (…). Secondo un’altra
lezione appresa durante una competizione (…), quando si perdono le staffe, si
perde l’autocontrollo e la capacità di dominare la situazione presente, di
qualunque genere essa sia” (ibid., p. 274).
In ogni caso,
l’influsso dello Zen su queste posizione è detto da King “implicito” (ibid.),
tuttavia valido e diffondibile ampiamente proprio – anche – per questo.
Apparente paradosso…
II.
“Io vado a mani vuote
e tuttavia
stringo in mano
la vanga.
Io me ne vado a piedi
e tuttavia
son sul dorso
d’un bue”.
(Fudaishi)
III.
“La Trasformazione Universale…
La
Trasformazione Universale…”
“Lasciarsi dominare dai
beni di questo mondo e corrompere con la volgarità la propria natura è davvero
come camminare sulla propria testa” (“Zhuang-zi [Chuang-tzu]”,
Adelphi 1982, p. 142).
“Il Santo comprende
l’intrico del mondo ed abbraccia l’universo senza sapere perché” (ibid., p. 234).
“Un principe non deve
mostrarsi né trascurato né pignolo” (ibid., p. 240).
“Tutti conoscono
l’utilità dell’utile, ma nessuno sa l’utilità dell’inutile” (ibid., p. 48).
Una volta Confucio andò
da Lao-tzu, e gli chiese perché, pur lui – Confucio – affannandosi a diffondere
il comportamento del principe basandolo su quello dei re santi della venerata
Antichità, tuttavia nulla succedeva. Lao-tzu gli disse – dopo averlo chiamato
“figlio mio” – che i Libri cui lui faceva riferimento erano le orme dei Saggi,
ma non spiegavano il piede che ha impresso quelle orme stesse. “Kong-zi
[Confucio]
si rinchiuse in casa per tre anni; dopo di che andò a
trovare Lao Dan [altro
nome di Lao-tzu]. ‘Ho capito, adesso’ gli disse. ‘I
corvi e le gazze covano le loro uova; i pesci si trasmettono la saliva; la
vespa genera per metamorfosi; quando nasce il fratello minore il maggiore
piange. E’ da molto tempo che non partecipo a queste trasformazioni. E come
potrebbe, colui che non partecipa alla trasformazione, trasformare gli altri
uomini?’.
‘Bene’
disse Lao Dan; ‘Qiu [altro
nome di Confucio], voi avete capito’” (ibid., p. 134).
Brevi, ma degni di riflessione attenta.
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