venerdì 29 novembre 2013

“Frammenti”



Dirò subito che la religione dei Cafiri è poco conosciuta. Probabilmente si trova in uno stato di degradazione, di disfacimento finale, e si presenta quindi come una realtà non solo complessa, ma confusa. Nella nostra breve visita ho avuto l’impressione che i Cafiri stessi abbiano perso in gran parte ormai il contatto con le forze spirituali della loro fede, ripiegandosi sugli elementi d’un superstizioso magismo contadino e pastorale. Nel quadro nebuloso di babuk, shawan, fate, demoni santi, vaghe potenze affacciate dagli orli del nulla, vi sono tuttavia, almeno nella Valle di Bamboret, due personalità divine che godono d’un particolare risalto: Mahandeo e Jestak. Mahandeo ha carattere nettamente virile e guerriero, è il protettore della stirpe, del villaggio, della terra cafira, della caccia, delle greggi […]. Jestak invece ha personalità femminile, e presiede a tutto ciò che riguarda l’abitazione, la famiglia, gli eventi biologici della vita individuale: la gravidanza, la nascita, i bambini, la casa, l’amore, il matrimonio, la malattia e, infine, la morte” (F. Maraini, Gli Ultimi pagani, Red edizioni, Como 1997, ibid., p. 148).

Atto fondamentale del culto è il sacrificio d’animali domestici. Un tempo, nelle occasioni solenni, s’immolavano decine e decine di buoi; le feste allora erano spaventose ecatombi. Oggi, al massimo si sgozzano alcune povere capre. Per compiere un sacrificio viene acceso prima di tutto un fuoco dinnanzi al luogo dove risiede la divinità. Sulle fiamme bruciano alcuni rami del sacro ginepro […]. poi l’animale viene sgozzato e il suo sangue viene gettato sull’ara, spesso insieme al latte o al caglio. […] Ogni cerimonia religiosa importante viene solennizzata con danze e con canti ritmati al battito di tamburo. Come abbiamo visto, vi son due grandi feste annuali: il Chowmas, che ha luogo al solstizio d’inverno, poco prima di Natale, e il Jyoshi che si svolge per tre giorni in primavera, alla metà di maggio. […] Un’idea importantissima, che appare in tutte le manifestazioni della religione cafira, è quella di purità rituale. Ho già ricordato gli importanti tabù che riguardano uno spazio della cucina […]. la casa cafira, e i suoi immediati dintorni, sono cosparsi di questi tabù, come i nostri centri cittadini sono cosparsi di sensi unici, soste vietate e circolazioni rotatorie. Vi sono luoghi puri e luoghi impuri, come vi sono persone in stato di purità e altre in stato d’impurità rituale. Ogni contatto tra i due regimi costituisce infrazione, spesso vero peccato, e richiede sacrifici, talvolta assai costosi, perché venga ristabilito l’ordine sacro” (ibid., pp. 149-150).

Suona familiare a qualcosa... 




The way that you wander is the way that you choose. / 
the day that you tarry is the day that you lose. / 
Sunshine or thunder, a man will always wonder 
where the fair wind blows...
where the fair wind blows.





 

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