sabato 28 giugno 2025

Ricordo quel … [cancellato] – 1945-2025, ottant’anni dopo 5 – 1975-2025, CINQUANT’ Anni dopo, 4 […] 10 anni fa, esatti … 2

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Post cancellato ma, poi, salvato qui, cf.

https://associazionefederigoiisvevia.wordpress.com/wp-content/uploads/2024/12/ricordo-quel-e280a6.pdf

 

Il “MERIDIANO ZERO” = “IL punto d’ ‘INDECIBILITÀ’” … Cf.

https://associazionefederigoiisvevia.wordpress.com/wp-content/uploads/2024/12/incontro-alla-feltrinelli-recuperato-1.-2018.pdf 

 

 

UN COMMENTO.

A distanza di 6 anni: proprio non ci siamo, e la comprensione rimane zero. Rimanere “rocciosamente” – testardamente – legati ai “fatti” ed alle cifre, agli “imperi” ed alla “geopolitica” o alle relazioni internazionali – che dir si voglia –, insomma l’esser “realisti” è la via giusta oggi per essere del tutto irreali –, perché non sono queste cose in questione – … Che poi vi siano ANCHE tutte queste cose NON ci piove, ma SOLO queste? NO!

Il “realismo” è dunque, oggi, del tutto irreale … Tutto questo abbarbicarsi al – sin troppo! – “ben noto” sottovaluta la radicalità – profonda! – della crisi attualmente in azione sulla superficie del pianeta Terra. Non vi è uscita “semplice” dalla modernità perché “noi crediamo che tutta l’epoca moderna nel suo insieme rappresenti per il mondo un periodo di crisi”, R. GUÉNON, La Crisi del mondo moderno, Edizioni Mediterranee, Roma 1972, p. 18, corsivi in originale. “Per il mondo” – cioè tutto – compreso l’India, la Cina e l’ “Oriente” supposto sempre “intemerato e puro” ed dunque anche il mondo islamico, tutto il mondo e del tutto. La Terra intera; insomma: un crisi radicale, “onnisconvolgente” quindi.

La modernità non può essere salvata nei suoi stessi termini – ciò è sempre più chiaro e sempre meno visto –, ma neppure “tornando” alla “tradizione” (intesa nel suo senso MIGLIORE) perché la modernità è un “tornado” che sommuove tutto e lo sposta, lo DISLOCA. Una “dislocazione” generale.

In una parola: è IRREVERSIBILE. Questo è “IL” punto. Solo dal riconoscimento della radicalità di questa “cosa” qui – mascherata in mille modi, ne convengo, donde la difficoltà NEL e DEL riconoscerlo – può nascere la “salute” o la “risposta” eventuali. Ogni altro modo di pensare a questi eventi è stato travolto, per quanto NON si voglia riconoscerlo, ed ha mostrato di NON funzionare, messo “alla prova” delle realtà effettive. Sia, poi, detto per inciso: Guénon, esattamente dopo il passo testé “quivi suso” riportato, scriveva: “Sembra d’altronde che ci si avvicini alla soluzione [del problema della “Crisi del mondo moderno” intendeva]”, ibid., corsivi in originale, miei commenti fra parentesi quadre. Il testo di Guénon è del – lontanissimo 1927, cioè novantotto anni fa e, da quel tempo – illo tempore – abbiam visto che NON abbiam visto ALCUNA soluzione profilarsi. Ma perché? Perché si è continuato a sottovalutare la radicalità della crisi generata dalla modernità su tutta la Terra, non solo in Occidente. Così, lo stesso Guénon – ne La Crisi – sottostimava la crisi stessa, parlando di “civiltà ‘materiale’” cioè dello “strumento ‘critico’ di lavoro” della stragrande maggioranza dei tradizionalisti e spiritualisti vari, buoni o cattivi che siano stati o ancor siano.

Questo punto di vista è datato, è superato dal corso degli eventi: il “materialismo” ha strafatto la sua epoca, qualsiasi “critica” che rimango su ed in questo piano si equivale a combattere delle ombre. Il punto di vista – dello stesso Guénon – in Il Regno della Quantità ha superato quello de La Crisi.

Dire “civiltà materiale” significa dire che rimane – seppur ridotto al “ghetto” – uno spazio “spirituale” **relativamente** intoccato, corrotto magari, ma in sostanza “libero” e – sempre relativamente “intonso” ma, in realtà, NON È COSÌ proprio perché la radice – vero: è OCCULTA, e di qui tante difficoltà di comprendonio! – della modernità, che NON È altro se non una maschera, la radice della modernità NON È “materiale” affatto! Morale della favola, favola triste nonché dell’horror: la crisi deve – deve – raggiungere anche il piano spirituale cioè, nelle condizioni date del momento cosmico che “Si” vive, il piano religioso. Come ho avuto modo di dire varie: la modernità non è nata dall’ “ateismo” né dalla “scienza moderna” – suo strumento principe, che ha chiuso la porta sul passato, et tuttavia non è la “testa dell’idra” – ma dalla religione. Quindi solo dalla religione può cambiare. Se non si tocca “il” punto – “QUEL” punto lì , non potrà MAI avvenire alcun cambiamento di sostanza. Ed i fatti stan qui a dimostrarlo “al di là d’ogni ragionevole dubbio” come dicevano i vecchi telefilm americani.

Giunger “al” punto sarà però ancora “dura lotta”  

 

 

 

Andrea A. Ianniello

 

 

 

 

PS. Scelgo l’edizione vecchia del – lontano 1972 perché l’ultima edizione (sempre delle Mediterranee, del 2015, diec’anni fa) cerca di riconciliare Guénon con Evola, in ciò sbagliando, a mio avviso, E MOLTO anche.

 

 

 

 

 

 

22 commenti:

  1. Infatti all’epoca (del “Millennium Bug” e del “2012” come pseudo mito) - seppur totalmente mal intesi! -, vi era un briciolo di consapevolezza collettiva in più mentre oggi: SONNO TOTALE. Sonno totale: “signum” magnum.







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  2. Sì, incredibile come nella coscienza collettiva sembra non stia avvenendo nulla di che.

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    1. E questo è precisamente “il” signum de “la” fine ... peraltro, il consenso - come si diceva in “Impolitiche” - è “il” punto centrale. Sempre. Oggi potresti giungere al peggio (comunque definito) senza che alcuno se ne accorga ... e, se non vi si giunge, non è certo per causa delle azioni umane di un qualche genere ...
      A tanto siamo giunti! Chiaro che una “cosa” del genere, una sorta di “apocalysse” a “rallenti” e a puntate, una serie su qualche mezzo digitale insomma, ha un senso, un significato, che, poi, è “il” punto vero.
      E - di nuovo - l’inferno sarà “colmo di gioia segreta” come scrisse Th. Mann nel “Doctor Faustus”, cf. “Impolitiche” p. 26, in nota!








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    2. Le “forze ‘avverse’” hanno “preso corpo” sul pianeta Terra nel XXI secolo, e questo “cambia molte cose nella vita” per dirla con un Battiato “vintage” … Non aggiungo “purtroppo” a le «“forze ‘avverse’” hanno “preso corpo” sul pianeta Terra» perché da un lato è ovvio e, dall’altro, è inutile: pare infatti non sia successo! Ed è **questo** il vero successo: che accada tutto come se non accadesse. Questa è “la gioia segreta dell’inferno” (T. Mann) perché si è come dire: Avete visto cos’è l’uomo?! Eccolo! Basta poco e te lo compri. E questo ci riporta agli strati più arcaici del Vecchio testamento, quando Satana va da Dio e gli dice: Ah ma lo sai perché il tal de’ Tali ti loda? Perché le cose gli vanno bene! Ecco perché ti loda. Che ne dici che gli tolga tutto? Poi vedrai se ti loda! E Dio gli dice: Ok, fa’ come dici. (Si tratta del capitolo iniziale del “Libro di Giobbe”) A questa sfida gli uomini religiosi han sempre risposto cercando di mantenersi “vicini a Dio” e lodarlo nella buona così come nella cattiva sorte, peccato però che il loro cuore non sia felice: ben pochi lodano davvero nella cattiva sorte! Le parole dicono una cosa, ma il loro cuore dice tutt’altro! E così “Dio rimane silente” come accade oggi, con questi cumuli di preghiere senza effetto: ma perché i cuoi dicono ben altro delle parole! Volere prender in giro Dio? Questa duplicità mi piace dirla in inglese: “to pull up God’s leg” – “pull up the leg” è l’espressione colloquiale per “prendere in giro” – cioè come se Dio avesse una gamba! Ovvio che no, non ha gambe Dio né corpo, ma il punto è il cuore, l’intenzione più profonda. Quella non cambia. È normale l’esser tristi ed arrabbiati nella cattiva sorte, il difficile è l’ “andar oltre” cioè il “guardare al di là dei limiti presenti” e cioè quel che sempre ha predicato qualsiasi spiritualità ma raramente ha praticato … Mi ricorda quel detto di Sri Aurobindo che dice che chi cerca la vita dello spirito dev’esser pronto ad affrontare difficoltà ed esami **senza fine** però tutti i candidati cercano solo di corrompere l’esaminatore … Siamo così – chi più chi meno –, perché questa è la natura umana.
      Le persone più razionali non è che non siano così ma è che se ne rendon conto e non giocano a nascondino. Sarebbe inutile, peraltro, ma l’uomo lo fa lo stesso … Solo che dire una cosa mentre il “pensiero” vero, il pensiero profondo è di esser ferito – perché poi questa è la realtà – non fa che aggiungere altro materiale al lato negativo della Bilancia cosmica: non è proprio il caso. A che serve? Dico sul serio.

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    3. Le parole di consolazione a Giobbe sono quelle classiche di ogni religione quando si passan guai d’un qualche genere: Giobbe le rifiuta! Non lo aiutano. E qui ricordo una frase di S. Quinzio, che ho già ricordato da qualche parte, secondo la quale chi vuol minimizzare, giustificare la sofferenza “offende mortalmente chi soffre” … così è … solo che noi lo facciamo ogni giorno … Alla fine ogni religione non ha soluzione a questo problema, lo stesso Giobbe alla fine dice parole che ogni religione – nel corso della sua storia – non ha potuto che lenire, minimizzare o tendere a porre da canto. Sono risposte parziali e un “peggior andare” giusto per dir qualcosa e dare qualche giustificazione al dolore, ma non sono mai “la” risposta. Nel “Libro di Giobbe” Dio mostra Sé Stesso e dice a Giobbe: Tu c’eri il giorno dell’inizio del mondo? Conosci tu il Livyatàn e il (o “i” anzi: “le”) Behemoth? Che sai tu? E Giobbe paragona Dio ad un “mysterium tremendum” che non può capirsi con la mente. Nel “Bhagavad Gita” Arjuna chiede perché deve combattere, perché deve partecipare a quel macello del quale non vede il senso. Dopo averlo richiamato al suo dovere di “kshatriya” ed avergli detto della trasmigrazione, Arjuna ritorna ai suoi doveri, ma – di fatto – non ha ricevuto alcuna reale risposta. Poi risponde, non con le parole, l’ho detto altre volte, ma mostrando Sé Stesso. La vera risposta al “male” non può esser altro che questa, i due testi – diversissimi per epoca e contesti culturali – convergono nell’essenziale. Non vi è risposta “discorsiva” ma solo risposta essenziale.

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    4. Nel frattempo che ognuno segua i suoi doveri - sembra dire la “Gîta” -, e chi vuol dare dia, ma non per ragioni politiche o religiose o economiche o di qualsiasi genere, ma solo perché condivide la sofferenza dell’altro, per non offenderlo mortalmente con un’altra pugnalata, senza minimizzare senza giustificare, condividere. Questo è “agàpe” cioè “l’amore” di cui parlava Cristo, questo è quanto. E “si dà una mano” senza chieder niente in cambio: questo è fondamentale. Si aiutano gli altri, se si può farlo, come esseri umani. Stop. Nient’altro.
      Ma la risposta reale, profonda, non è “agàpe” – ch’è quella pratica –, è il “disvelamento” di Sé Stesso. Tu vuoi conoscere il “perché vero” del mondo e delle cose? Anche delle cose cattive, del male nel mondo al di là dell’uomo, del male cosmico? Devi “chiedere” a Lui. Ed Egli verrà ed Egli te lo “dirà” ma senza parole: non vi è frase che possa contener “quello” … non vi è altra “soluzione” …
      Nel frattempo, il mondo è ben istradato verso l’ **anti-soluzione** o contro-soluzione, ovvero: la dissoluzione …!







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  3. Il punto vero è dove si porrà la giunzione tra un System, digitale ormai quasi pronto e “certe” forze magistiche: qui è vi è un punto complicato perché “il sottile non è adatto a lavorare con lo spesso” diceva D. Fortune.







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  4. Ora soltanto scoprono che il cosiddetto “diritto internazionale” pian piano ed insieme in un momento, è sparito: fuori tempo massimo! Qui lo si dice da degli anni! E si va verso lo “stato d’eccezione” globale. Ed anche questo qui lo diciamo da degli anni …







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  5. La Visvharupa o “Forma Universale” della Gita è cmq più “terribile” che “affascinante”, piccolo inciso…Arjuna combatte contro il suo stesso “sangue” per questo trova quella guerra insensata …
    Guerra che è inizio del KALI YUGA, guerra provocata dai Kaurava (cugini dei Pandava, Arjuna è uno dei 5 Pandava) perché truccarono una partita a dadi (i cicli indù sono strettamente connessi ai “dadi”, il loro simbolismo intendo), e nonostante ciò (i Pandava sapevano del trucco) non rifiutarono la partita, perché la sfida è lo “svadharma” degli Ksatriya.
    Ma dopo nonostante questa conoscenza, Arjuna si fa sopraffare dall’emotività… dalla “pietà” e qui Krsna si “svela”, si svela attraverso la “Forma Universale” ... e “richiama Arjuna al suo “Dovere” .
    Nonostante la “Gita” sia un testo “bakhtico” , la metafisica affiora in maniera prepotente .
    Nulla contro il “Libro di Giobbe” …ma diciamo che fa sembrare Dio e satana come “pari” …sembra una “Poltrona per due “ , dove i fratelli Duke , giocano a fare i demiurghi per un dollaro…

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    1. Guerra che segna l’inizio del “Kali Yuga” secondo gli indù e cioè con una data che, secondo Guénon, è, a sua volta, una maschera ... Il “Kali Yuga” è il lancio peggiore ai dadi, dadi simboli di Dioniso tra le altre cose ... No che non è come quel film che dici! Né Dio e Satàn (Avversario, Nemico) son sullo stesso piano! Ma il Nemico (Gorthaur di Tolkien) è contro Giobbe, non Dio, attenzione al punto. Vuol dire che il Divino non è come lo pensa la natura umana. Vuol dire che anche il male è al servizio del Divino il che perà **non** giustifica il Male, attenzione di nuovo al punto.









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    2. E' sempre la "Possibilità Universale" che si manifesta come vuole , non come vuole o vorrebbe l'uomo...
      Sempre facendo raffronti con la "Bhakti Vaisnava" , nei commenti si afferma che anche i più grandi Raksasa sono "devoti" di Krsna, in quanto pur di star vicini alla Sua Ipostasi , si manifestano come "nemici" .
      Riguardo il libro di Giobbe , ribadisco nulla contro il "contenuto" , la traduzione induce a fraintendimenti , è la forma che contesto , non il contenuto, la forma è poco "potabile", poco "appetibile" , almeno per me!

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    3. Questa è un’idea diffusa pure nel Buddhismo: vi è u “prototypo essenziale” in sé stesso buono, e porre fine alle forme malefiche vuol dire reintegrarle nelle loro “forme essenziale” ma – che sia il “Libro di Giobbe” o il “Bhagavad-Gita” – tutto ciò non ci spiega – proprio per nulla! – perché sia intervenuta quella distorsione, se così vogliamo chiamarla!, che ha fatto sì che quelle “cose” si allontanassero così tanto dal loro “prototypo essenziale” da distorcerle così tanto. In poche parole: non ci è spiegato niente perché non vi è una “spiegazione” in effetti. La spiegazione non è “discorsiva” né ora né mai.
      Peraltro chi sia vittima di sofferenza vuol solo che tali sofferenze si fermino. Se ne frega della “spiegazioni” …







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  6. Cf.
    https://associazione-federicoii.blogspot.com/2020/11/repetita-juvant-un-altro-link-sullaltro.html






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  7. Satana e Dio, Thor e Loki: all’inizio erano amici, poi nemici irreconciliabili – si disse in un vecchio post – : il mistero di queste “cose” non è discorsivo, quand’anche discorsività indù …





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  8. Krishna richiama prima Arjuna al proprio dovere esenziale - il dharma proprio - e solo dopo rivela Sé Stesso. Ma perché? Perché il mero richiamo al Dovere cosiddetto è del tutto insufficiente a spiegare il male che Arjuna comunque vede. Parallelamente per Giobbe: le frasi dei consolatori di Giobbe sono le classiche frasi giustificative religiose, che, in salsa diversa, tutte le religioni usano: ma qualcosa in fondo avrai fatto, ma vedrai questo e quello, ma su, e via dicendo. Per chi soffre davvero tutto ciò = 0. La grandezza dei protagonisti umani di tali apologhi sacri sta nel non fermarsi alle cose convenzionali, ma di chiedere LA risposta, come che sia tale risposta. La vera crisi oggi sta proprio nel fatto che nesusno chiede LA risposta.
    Chi dunque difende la Terra Sacra symbolica oggi?
    Nessuno.
    Nessuno.
    Nessuno.







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  9. Bisogna uscire – definitivamente –, una volta per tutte, da quelle che chiamo “illusioni novecentesche” che si son rivelate fallimentari nella realtà. Le cose si pongono su altre basi proprio.







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  10. Il “Veda ‘eterno’” – meglio dir “perenne” – NON È una determinata Scrittura in una determinata forma in un determinato periodo storico, ma l’Essenza delle “Rivelazione Primordiale” che sussiste al “Passaggio cyclico” **alias** “Passaggio delle Acque” verso cui – ma dopo tutta una complicata transizione solo **parzialmente** conclusa, pur tuttavia **ben avviata** – siamo istradati. Chiariamocele una buona volta ‘ste cose.






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  11. Ci sarà tra non molto il Piccolo Stop. E poi ci sarà il Grande Stop ...






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  12. Come dallo stato più basso di “dissolutio” si passi al più alto dell’inizio del “Nuovo Cyclo” ed immediatamente, NON per mezzo di stadi e fasi? Questo si chiedeva – “illo tempore” Guénon ne “Il Regno” del 1945, ben ottant’anni fa! Questo è “IL” segreto …








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  13. La mozione contro il capo dell’attuale Commissione Eu è un segno. Niente di più ma un segno.







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  14. Sulle recenti (pseudo) novità su mister T. - ma si è stati abbastanza chairi che han solo rimandato -, **non** rinunciato ...








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