“Ad una delle riunioni seguenti si parlò ancora una volta delle vie.
“Per un uomo di cultura occidentale, io dicevo, è naturalmente difficile creder ed accettare l’idea che un fachiro ignorante, un monaco ingenuo, o uno yogi separato dal mondo [come ve n’erano, e ve ne sono, sebbene pochi, ancor oggi, e non uno “yogi” di moda tutt’altro che “separato dal mondo” ….] possano essere sulla via dell’evoluzione, mentre un europeo colto, armato della sua ‘scienza esatta’ e degli ultimi metodi d’investigazione, non ha alcuna possibilità e gira in un cerchio dal quale non può sperare d’uscire”.
“Sì, ed è perché la gente crede nel progresso e nella cultura, disse G., Ma non vi è alcun progresso di nessun genere. Ogni cosa è esattamente com’era migliaia e decine di migliaia di anni fa. L’uomo resta esattamente lo stesso. Le persone colte e civilizzate vivono con gli stessi interessi dei selvaggi più ignoranti. La civiltà moderna è basata sulla violenza, la schiavitù e le belle frasi [soprattutto le belle frasi oggi …]; ma tutte le belle frasi sulla civiltà ed il progresso non sono che parole”.
Questo naturalmente produceva un’impressione particolarmente profonda su di noi, poiché veniva detto nel 1916 [109 anni fa!, e possiamo riportare “pari pari” queste frasi oggi!], quando l’ultima dimostrazione della ‘civiltà’, una guerra quale il mondo non aveva mai visto, non faceva che crescer ed ampliarsi trascinando milioni di uomini nella sua orbita. Mi ricordavo d’aver visto alcuni giorni prima, sulla Liteyny [a San Pietroburgo; al tempo: Pietrogrado: portò tal nome dal 1914 al 1924, 101 anni fa], due enormi camion carichi sino all’altezza di un primo piano di stampelle di legno nuove e neppur ancora verniciate. […] In quelle montagne di di stampelle per gambe che non erano ancora state falciate, vi era un’ironia particolarmente cinica su tutte le illusioni in cui la gente si culla. Mio malgrado, immaginavo che camion esattamente simili stavano attraversando Berlino, Parigi, Vienna, Londra, Roma e Costantinopoli [le capitali delle nazioni impegnate nel Primo Conflitto Mondiale]. E adesso tutte queste città, che io conoscevo ed amavo, […] mi erano diventate ostili, com’erano […] ostili le une alle altre, separate da nuove muraglie di odio e di crimini.
Un giorno in cui eravamo riuniti, parlai di questi camion carichi di stampelle e dei pensieri che erano sorti in me.
“Ma che volete, disse G. Gli uomini sono macchine. Le macchine sono obbligatoriamente cieche, incoscienti, non possono essere altrimenti, e tutte le loro azioni devono corrispondere alla loro natura. Tutto accade. […] Progresso e civiltà nel senso reale di queste parole, possono apparire soltanto al termine di sforzi coscienti. Non possono apparire come risultato di azioni incoscienti e meccaniche. […] E se una macchina è incosciente, cento macchine lo sono pure, e mille e diecimila e milioni di macchine. Ora, l’attività incosciente di milioni di macchine deve necessariamente concludersi in sterminio e rovina. È precisamente nelle manifestazioni incoscienti e involontarie che sta tutto il male. Voi non capite questo e non potete immaginare le conseguenze di questo flagello. Ma verrà il giorno in cui comprenderete” [Quel giorno venne – seppur in parte soltanto – per Ouspensky ma, nel nostro mondo, non è ancora venuto e, sulla corrente attuale, si può senz’altro dire che non verrà mai]”, P. D. OUSPENSKY, Frammenti di un insegnamento sconosciuto, Astrolabio Editore, Roma 1976, pp. 60-61, corsivi in originale, grassetti miei, mie osservazioni fra parentesi quadre.
“Molte cose mi erano divenute chiare con l’idea che ciascun centro non è solamente una forza d’impulso, ma anche un ‘apparecchio ricevente’ che capta influenze diverse e talvolta molto distanti. Quando pensavo a ciò che era stato detto sulle guerre, le rivoluzioni, le migrazioni dei popoli, ecc., quando mi rappresentavo come le masse umane potevano muoversi sotto il controllo d’influenze planetarie, intravedevo il nostro errore fondamentale nel determinare le azioni individuali. Noi consideriamo le azioni di un individuo come aventi origine in lui stesso. Non immaginiamo che le ‘masse’ possono essere formati da automi che obbediscono a stimoli esterni e possono muoversi, non sotto l’influenza della volontà, della coscienza o delle tendenze degli individui, ma sotto l’influenza di stimoli esteriori, proveniente anche da molto lontano”, ivi, p. 130, corsivi e grassetti miei.
@i
Noi siamo qui ed è ciò che conta davvero, sognare d’ Irochesi, arabi, cinesi o quant’altro, India o indiani d’America è zero: cos’abbiamo da dire qui-ed-ora? Niente = siamo niente, gli strepiti sulla democrazia e il “popolo” fan solo piangere. Uno espatria ma la “G. P.” DEVE cadere, e **sta cadendo** - “certe” forze han preso il potere -, PRESTO si andrà nello “stato d’eccezione”, quindi, se non ci siamo già dentro, è SOLO perché NON hanno ancora tutte le variabili sotto controllo, tutto qui …
RispondiEliminaE però sembrerebbe che si siano spaventati dalle conseguenze delle loro stesse azioni, la possibilità - vera - di un blocco - che potrebbe non esser completo et tuttavia essere un altro **grosso** shock economico dopo tanti altri! - su Hormùz possa riaprir “qualche spiraglio”, ma si rimanda soltanto, perché la crisi è sostanziale, cioè con EFFETTI **NON** reversibili.
RispondiEliminaBene così che si fermino “sull’orlo di” … e senza particolari interventi “sottili” (questo ben diversamente dall’anno scorso - giugno-luglio anno scorso intendo) …
RispondiEliminaCose cosiddette “incredibili” accadono ad ogni pie’ sospinto: per ora si riferma, quindi siamo tornati ai “soli” – si fa per dire – “teatri” di guerra e, tecnicamente, “non siamo più” nella “terza guerra ‘mondiale’” cosiddetta, ma tutto può riaccelerare in un baleno! Così è oggi! Quel che dicevo – in altro commento –, sull’ “intervento” fra giugno luglio anno scorso, vuol sottolineare quel che ho detto qua e là ma più volte: non sempre si può fare ogni cosa. Decisivi son gl’ influssi astrali, ed ora, in questa fase, non si può far nulla, né ieri né fino a circa l’inizio di luglio quando si riapre una cosiddetta “finestra” di opportunità (e non sarebbe finita perché in ogni caso si dovrebbe sempre vedere la situazione generale com’è …, inoltre se vi è la possibilità d’intervento niente ci dice che ve ne sia la necessità! …)… Chi crede che tali “cose” siano come spingere un interruttore, non ha capito nulla. Né sta meglio chi crede che siano – un po’ come la credeva J. Evola – “cose” che sempre diano stessi risultati: non è così per niente! La differenza la fanno le forze astrali, cioè il “momento cosmico” in cui si “agisce” in “tal” senso … Se prendo un grave e, poi, lo lascio cadere, inevitabilmente indefettibilmente cadrà verso il suolo in dipendenza della sua massa, ovviamente; non è affatto così nell’ambito “sottile” laddove le stesse “cose” possono aver effetti anche piuttosto differenti a seconda del momento in cui si fanno. Tutto è dunque **molto diverso** dalla varie “rappresentazioni” popolari, sia di oggi sia di sempre.
RispondiEliminaCf.
RispondiEliminahttps://associazione-federicoii.blogspot.com/2024/03/1924-2024-100-anni-fa-4-aquariana-8.html
Cf.
RispondiEliminahttps://associazionefederigoiisvevia.wordpress.com/wp-content/uploads/2024/03/sporcicia-condivisa-1.pdf
La Luna che si allontana – causa del cosiddetto “organo kundabuffer” di G. – genera dei dì più lunghi, pochissimo più lunghi, ma nondimeno più lunghi. In poche parole, la Luna si sta – lentissimamente – allontanando dalla Terra.
RispondiEliminaAppunto condiviso altre volte, cf.
RispondiEliminahttps://associazionefederigoiisvevia.wordpress.com/wp-content/uploads/2024/01/frammmento-10.-frasi-sulla-guerra-di-g.-i.-gurdjieff-e28093-frasi-molto-interessanti-a-rileggersi-ora-hanno-la-loro-bella-e28093-si-fa-per-dire-e28093-guerra-mondiale-portatile-1.pdf