lunedì 26 maggio 2025

RIPROPOSIZIONE, 2 – c.a. – Sul “tradizionalismo” [ovvero: Un “punto interessante” 2.0]

 

 

 

 

 

 

 

 

Ecco un punto interessante: PERCHÉ il “tradizionalismo” non ha mai funzionato, perché non è MAI andato oltre la “chimica antiquaria”, come la chiamo – che m’interessa ed ho coltivato –, PERÒ MAI è andato OLTRE la riflessione. 

E solo e soltanto del “mentale”, senza in nulla incidere nella storia. 

 

La riflessione, sì, è doverosa, ma senza mai l’ illusione di poter cambiare la sostanza dei problemi con queste armi spuntate, che poi è il punto che non va. Quest’illusione implica il non aver mai davvero compreso – “cum prehendere”, prender con sé = far proprio, non un pensiero del “mentale”, che se ne rimane lì, senza conseguenze per noi – senza MAI aver DAVVERO compreso quel che, già illo tempore, Guénon poteva scrivere apertamente:

NOI ENTRIAMO IN UN’EPOCA IN CUI SARÀ PARTICOLARMENTE DIFFICILE ‘DISTINGUERE IL GRANO DALLA MALA ERBA’, EFFETTUARE REALMENTE QUEL CHE I TEOLOGI CHIAMANO ‘LA DISCRIMINAZIONE DEGLI SPIRITI’; CIÒ, PER VIA DI MANIFESTAZIONI DISORDINATE CHE S’INTENSIFICHERANNO E SI MOLTIPLICHERANNO, E ALTRESÌ PER IL DIFETTO DI VERA CONOSCENZA DA PARTE DI COLORO, LA FUNZIONE NORMALE DEI QUALI DOVREBBE ESSERE DI GUIDARE GLI ALTRI, MENTRE OGGI TROPPO SPESSO SONO DELLE ‘GUIDE CIECHE’. SI VEDRÀ ALLORA SE, IN TALI CONDIZIONI, LE SOTTIGLIEZZE DIALETTICHE SARANNO DI UNA QUALCHE UTILITÀ, E SE UNA ‘FILOSOFIA’, SIA ANCHE LA MIGLIORE POSSIBILE, BASTERÀ PER ARRESTARE LO SCATENAMENTO DELLE ‘POTENZE INFERNALI’”[1].

Non basterà. Ed è ovvio. Anzi, già non basta.

E questo è un punto che pone termine a mille discussioni. Per il resto, ognuno la può pensare come crede: PERÒ A CHE SERVE? Sono solo delle opinioni, senza dubbio legittime, ma toccano I “NODI” CENTRALI? Ecco “IL” punto vero.

Seguiva il passo citato un altro passo, sulle varie illusioni che fanno sprecare le già non forti forze a disposizione, in concreto. Il loro nome, dall’epoca in cui scriveva Guénon, È “LEGIONE”, è stato, ed è ancora, “legione”. TANTE LEGIONI.

Che fare” (Cto deljat’), oggi … Si bisogna dismettere le umane pretese, e “andar oltre” …

Non scherziamo: il mondo va nell’ UNICA e SOLA maniera in cui può andare, nel concreto delle situazioni, non nell’astratto di quadri teorici e “scolastici”, per cui, sulla via in cui siamo … Tutto questo – va ripetuto – non significa abdicare alla riflessione, né, men che meno, il non esser consapevoli dei “dati” tradizionali. Ma veniamo alle “conclusioni”, del tutto “incompiute”. Sono delle mere riproposizioni” di quanto già riportato: “Si vedrà allora se, in tali condizioni, le sottigliezze dialettiche saranno di una qualche utilità, e se una ‘filosofia’, sia anche la migliore possibile, basterà per arrestare lo scatenamento delle ‘potenze infernali’”[2]Non basterà. Ed È OVVIO. Anzi, già NON BASTA

Andrea A. Ianniello

 

 

 

http://associazione-federicoii.blogspot.it/2018/03/un-vecchio-passo-di-guenon-molto.html

[Link del post ormai cancellato]

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Ed era stato così ripresentato:

http://associazione-federicoii.blogspot.com/2024/10/un-punto-interessante-sul_10.html

[ricancellato]

 

 



[1] R. Guénon, La Crisi del mondo moderno, edizioni Mediterranee, Roma 1972, p. 160, corsivi e grassetti miei, maiuscole mie. Questo stesso passo è stato citato in Lettera aperta sull’opera di R. Guénon, del lontano 1999. La cosa davvero bella è che, 19 anni dopo, insomma ben venti anni dopo, si possa ripetere – “PARI PARI” – quel che si disse in quel lontano momento. Il famoso “progresso”, giusto?? E cioè, il rimanere bloccati, in determinate forme storiche, in pratica indefinitamente. Cito la vecchia edizione non per caso, ma perché, nella nuova si tenta di “arruolare” Guénon, come si è sempre fatto, nel vasto battaglione perennemente perdente, che sempre porta l’aiuto a coloro che pretende di combattere, dei “difensori dell’Occidente”, che Guénon non condivide, cf. ivi, pp. 141-146. Si ricordi che Guénon qui parlava dell’ “invasione” degli orientali occidentalizzati, si ponga ben attenzione a questo punto. Siffatta affermazione non autorizza né a dedurre che gli occidentali, nel frattempo, si sarebbero de-modernizzata – unica e sola conditio sine qua non per poter davvero sostenere di esser portatori di valori “altri” e NON, semplicemente, “in trincea” rispetto a quelle stesse forze che si sono prima evocate. Né, poi, questa stessa affermazione di Guénon può autorizzare a dedurre che l’esser portatore dei residui dell’Occidente “tradizionale” consenta – com’è il sogno di TUTTI i “tradizionalisti” – di render nuovamente “tradizionale” l’Occidente o del far risorgere la sua tradizione. Tra l’altro, nell’Appendice aggiunta all’ultima edizione, davvero riprovevole, de La Crisi del mondo moderno, si parla di un “ultimo appello”, per cosa … Certa gente NON IMPARA MAI … Tra l’altro, Guénon – OLTRE un certo momento – non credé più alla possibilità di un “ritorno” dell’Occidente alla sua tradizione partendo da se stesso, dalle sue stesse basi.

Questo è stato spesso interpretato come “necessità” di “passare” all’Islàm, anche per “seguire” Guénon, nonostante quest’ultimo avesse sempre detto che questa era una sua questione “personale”, non un “modello” da seguire: poi, ovvio, ognuno è del tutto libero di decider quel che crede opportuno per sé stesso, ma non se n’esca che “glielo ha detto Guénon”. E’ una sua scelta. Però in tali questioni c’è molto, ma molto di più, che qui si può solamente accennare. Infatti, l’Islàm si è giocato la partita globale quando, invece di penetrare per via di convinzione, si è dato al terrorismo globale, in cerca d’impossibili cambiamenti per via violenta, così cedendo alle forze negative al suo stesso interno. E, senza dubbio, vi è anche stata una fase in cui lo stesso Guénon non considerava negativamente un’eventualità del genere. Poi, però, NON NE FU PIÙ CONVINTO. Qualcosa cambiò, forse anche in lui: il discorso ci porterebbe lontano, ma questo è un fatto, un semplice fatto, giudicabile come si vuole, ma che rimane tale. Prevalse in lui una visione “apocalittica”, che lo fece criticare molto, proprio in ambito “tradizionale”, a partire da Schuon, con Evola – come sempre – oscillante fra il “tradizionalismo” e quelli che chiamo gli “attacchi di lucidità” di Evola, che, quando fuoriusciva da certe sue fissazioni (ben note), sapeva esser MOLTO LUCIDO, a volte.  

Ma torniamo a noi. Non c’interessa, qui, dare un “giudizio” su Guénon, ma invece c’interessano certe sue osservazioni, nella misura in cui esse abbiano una loro “proiezione”, o “applicazione”, attuale, presente. Non soltanto Guénon non credé più, da un certo momento in poi, al “ritorno” dell’Occidente alla sua “forma tradizionale”, ma neanche più credeva che un intervento “orientale” potesse, da solo, realizzare quella “rettificazione finale” di cui SPESSO PARLÒ. Ne Il Regno della Quantità, la cui forma originale uscì in francese alla fine del Secondo Conflitto Mondiale – ricordiamocene – sviluppa tutto un quadro, il cui punto “nodale” si può riassumere come segue: il mondo moderno prende la via della quantità, la “quantizzazione” di ogni cosa, ma, dopo la fase – per la modernità – si maggior successo, quella della “solidificazione”, segue un’altra e ben diversa fase: quando si passa dalla riduzione alla quantità continua alla riduzione alla quantità discontinua (la digitalizzazione che dà luogo alla globalizzazione). Questa fase viene designata da Guénon come la FASE della POLVERIZZAZIONE, sorta di frammentatio globalis maxima magnetica. Questa fase porta fatalmente, oltre che necessariamente, alla dissoluzione. Ma – ed ecco il coup de maître di Guénon – la polverizzazione non è sufficiente, non sufficit.

In altre parole: non è sufficiente, per poter raggiungere un’ EFFETTIVA dissolutio, in quanto – sosteneva Guénon – il processo di “polverizzazione”, o di frammentazione, di un compost (evidenti echi alchemici) “lascia sempre dei residui”, affermava. Ergo – ne deduceva – che è necessario (necesse est) che “qualcosaINTERVENGA, e un tal “qualcosa” non poteva più esser un qualcosa di “materiale” – e cioè siamo BEN OLTRE il mondo moderno, dunque – ma doveva “provenire” dal mondo “sottile”. Ed ecco che siamo in piena “stratosfera” = niente più sogni d’impossibili restaurazioni = fine del “tradizionalismo”.  

Ma torniamo al punto di partenza, dopo quest’inevitabile osservazione necessaria.

Secondo Guénon, infatti, non solo le “invasioni orientali”, tanto paventate dai vari “difensori dell’Occidente” – e si sono sbagliati ALLA GRANDE (senza che si sia vista alcuna “autocritica”: ah già, è cosa staliniana, scusate …) –, nemmeno nella forma “attenuata” (l’ “originale” era l’ “invasione russa ‘bolscevica’”, con annessi strilli e reazioni isteriche “doc” d’obbligo) d’invasione “islamica”, non solo le “invasioni orientali” non sono avvenute ma, seppur avvenissero, non sarebbero sufficienti ad operare il “salto” di qualità, il “cambiamento” di “stato”. Del quale s’è detto prima, in breve, semplificando. E qui siamo nella stratosfera, rispetto alle varie forme di “tradizionalismo”, del tutto incapaci non di capire – per carità, e chi lo chiede – ma anche solo di vagamente ammettere la mera possibilità di cose del genere. La “differenza” fra Guénon e i “tradizionalisti” – peraltro criticati ne Il Regno, e davvero “in tempi non sospetti” – si ritrova qui.

Ora però – e comunque la si pensi su questi temi, dove, ovvio, vi è piena libertà di pensare, ripensare, cambiare vedute –, quel che mi avvicina a Guénon è questo: al contrario dei “tradizionalisti”, che “identificano” quel che chiamano “complotto – meglio dire: Piano, un complotto ha sempre uno scopo specifico, e può aver successo o non, un Piano si estende nel tempo e contemplagli stop e gli scacchi che può eventualmente ricevere per i motivi più diversi –, le forze che stanno “dietro” certi eventi sono “maschere”, cangianti e mutevoli. Chi si fa ipnotizzare dalla forma della maschera, non scoprirà mai chi la sta usando. Così, non possono accettare che, per esempio, le forze che stavano dietro Hitler ci siano ancor oggi, e che possano prendere delle forme che, con Hitler e col suo messaggio esplicito, possono averci niente a che vedere, zero in comune. Possono accettare che ci sia il diavolo se e solo se quest’ultimo prenda delle forme per loro accettabili. Ma s’è mai visto un diavolo così? E che diavolo sarebbe?

[2] R. Guénon, La Crisi del mondo moderno, cit., ibid., corsivi miei.

 

10 commenti:

  1. Chiariamoci un punticino, sul non se ne accorgono ... Non se ne accorgono: 1) perché sono massa, e 2) perché totalmente depistate, si cattura l’attenzione col premio (tipo l’osso che viene messo davanti ai cani nei cinodromi) e dopo tutto il resto non vien più visto dall’attenzione “cosciente” (ma sappiamo che la parte cosciente nelle masse è minima: vi predominano i motivi subcoscienti) ed il giuoco è sfatto. Quindi come cavolo si vuole che vedano la “forza” sottile in atto? Impossibile. Peraltro della centralità del consenso si è detto in “Impolitiche Considerazioni” come sul - cosiddetto - “silenzio delle masse” si è detto su tal “quid” qui da ormai molto tempo, e sulla scorta di J. Baudrillard: basta unire i punti e far due più due = quattro.

    Cf.
    https://associazione-federicoii.blogspot.com/2019/02/una-breve-recensione-della-prefazione.html

    E cf.
    https://associazione-federicoii.blogspot.com/2018/12/step-3-40-anni-fa-di-nuovo-allombra.html

    Due più due fa quattro e le cose si **lasciano spiegare** solo che la loro spiegazione può essere assai sgradevole per chi perdura in sé stesso i pregiudizi - privi di basi - della modernità ... sta tutto qui.








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  2. perché totalmente depistate, si cattura l’attenzione col premio (tipo l’osso che viene messo davanti ai cani nei cinodromi)

    Almeno fosse osso vero , è solo una pelle di coniglio acconciata a coniglio , quindi anche qui nulla di vero , solo verosimile , ahahhahahahahah

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  3. Il depistaggio **è** il catturare l’intenzione! Non il messaggio che si dice, ma il catturare l’intenzione appunto ...
    Il premio non può esser vero: appunto solo un simulacro, un osso finto, di pelle di coniglio ... così funziona, e da mooolti anni ormai!
    Nulla di vero ... verso il falso radicale? Direi di sì ... eh eh












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  4. Cf.
    https://associazione-federicoii.blogspot.com/2023/04/lotta-dei-magi-maghi.html







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  5. Da …2 [vecchio post in formato “corretto” … – come il caffè … del 2018: Perché il “tradizionalismo’ ha fallito] – link sul gemello blog

    https://associazionefederigoiisvevia.wordpress.com/2025/04/12/da-2-vecchio-post-in-formato-corretto-come-il-caffe-del-2018/



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  6. La questione dei S.I., cf.
    https://associazione-federicoii.blogspot.com/2025/02/direi-che.html






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  7. Sto leggendo l’Introduzione di A. Grossato al testo sulla corrispondenza tra A. Danélou e R. Guénon, pubblicato dall’Olshki nel 2002 dove, tra le altre cose, nella nota n.8 a p. 5 si legge che M. Lings era probabilmente legato, secondo Grossato, ai servizi segreti inglesi: nulla di decisivo **ma la dice lunga** … certo che figuraccia tanti “seguaci” di Guénon, tutti a prenderne le distanze non appena morto …! ma siamo sempre lì cioè che si tratta d’idee troppo elevate per l’umana pochezza, soprattutto pochezza novecentesca! Le chiamo, infatti: cose novecentesche” cioè illusioni di “poter fare” quel che non si può fare. Alcuni errori di A, Daniélou son ridicoli, e Grossato li sottolinea, come confondere Ouspensky con Ossendowski (grafia alla fransè) ma ciò la dice lunga! Marco Pallis – guénoniano “deluso” – sbrocca su “Agarthi” e tuttavia lo stesso Grossato confonde la montagna di Agartu – in Kazakistàn – con l’ “Agarthi” … Bisogna esser noi “all’altezza” di “certe” cose piuttosto che – disgiuntivo = invece di – pretendere di abbassarle al nostro livello: se si continuerà così – come s’è fatto PER TUTTO il ‘900 – i risultati non ci saranno mai! Mai verrà la “vena regale” nelle nostre piccole vene, tutto rimarrà tutt’al più al livello di cose “mentali” e cioè a dun livello che non ha mai preoccupato alcuno degli “architetti del binario” …! Prova ne sia che ‘sta gente vive bene, non subiscono “attacchi” strani …















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    1. Torniamo a quel che scrisse Guènon nella chiosa de “La Crisi del mondo moderno” e cioè quel passo che qui abbiamo – NON casualmente – ricordato più e più volte: che se bastasse un qualcosa di “mentale” per far sì che si abbia una “rettificazione finale” allora l’avremmo **già** fatto: tutto può dirsi **fuorché** che il Novecento non si sia dato seriamente allo studio delle “dottrine orientali” come Guénon suggeriva. Il risultato l’abbiamo sotto i nostri occhi: il XXI secolo, ben peggio del XX! Tali cose NON bastano! Ma nemmeno lontanissimamente!






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    2. Insomma Guénon “era tenuto d’occhio” da un servizio segreto inglese, come dice: “attenzionato” cioè non sotto controllo ma gli si dava qualche sguardo. Non c’era nulla da temere da Guénon, tuttavia si fece ogni sforzo perché fallisse … il resto sono stati professori universitari o scrittori o giornalisti, qualche artista: magari persone di un qualche valore, ma riconosciute come di nessun pericolo per “certe” cose: di nuovo, ciò la dice lunga, cioè nessuno particolarmente considerato degno d’esser “attenzionato” … di nuovo: cose di “piccolo cabotaggio”, come le chiamo …





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    3. Il vol. (citato qui sopra) dell’Olshki (XXII) ha uno scritto aggiunto, di J.-L. Gabin, secondo cui A. Daniélou e R. Guénon sarebbero – ambedue! – “testimoni della ‘Tradizione’” … no! Daniélou è stato anche un bravo studiosi, ma l’essere studioso NON fa di noi un “testimone della ‘Tradizione’” – eh no! La differenza? Nello “spirito” e NON nel “mentale” ….!






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