Hitler aveva tratti che
– oggi – noi diremmo di tipo “new
age”, è un fatto questo, non lo
dico io. Era vegetariano ed astemio, ed amava la natura e gli animali. Di certo
più della maggior parte degli uomini li amava.
Tutti i profughi potenzialmente
venienti in Europina non potranno esser messi da nessuna parte: i “sovranisti”
faran casini e gli ottusi “globalismi” sogneranno di stare in un mondo che non
c’è già più.
Come si è detto, in tempi non sospetti, il Nwo è
finito: cf.
Matematico – ed anche
questo è stato detto– che la “soluzione” sarà un ulteriore procedere nella direzione
della malattia sociale che fa imploder il mondo … In quanto le strutture del
mondo globalizzate son sotto stress, i voli aerei, il turismo, ecc. ecc., insomma
quel mondo di “turisti e terroristi”[1]
sta prendendo una legnata epocale, il famoso “cigno nero” che qualcuno tanto
evocava è giunto, cioè l’imprevisto che scompagina i calcoli e le previsioni
fatte solo in base a ciò che c’era nel recente passato, estrapolando tendenze
in atto ma con zero consapevolezza di fattori non previsti che possano
scompaginare le proiezioni stesse.
La fine dell’epoca di “turisti
e terroristi” è anche la fine dell’ homo
secularis (R. Calasso[2]).
Ma non si “tornerà alla religioni”, come tanti ottusi pensavano. Quindi? Quindi
“altro” … chi ha orecchie per intendere, intenda.
Volevo solo togliermi
qualche “sassolino dalla scarpa”, come suol dirsi … In realtà, non siamo in presenza
di un puro “cigno nero”, di un evento del tutto imprevedibile, tipo un asteroide,
non di quelli sempre evocati e mai caduti e che rientrano nel genere cosiddetto
“catastrofico”, genere che ha un ruolo, invece, più o meno “securizzante”, ma è
un cigno “grigio”, e cioè si sapeva sarebbe venuto – poiché la
globalizzazione è strutturalmente fragile, in quanto tale, se ne facciano
una ragione – ma non si sarebbe potuto prevedere la forma che tale crisi
dei fattori strutturali,
costitutivi, fondanti, organizzanti,
costruenti quel che si è convenuto chiamare “globalizzazione” avrebbe potuto
prendere. Quest’è tutto. I contrari alla globalizzazione, come me, ma non
nazionalisti – siamo due gatti – se lo son sempre atteso un momento del genere.
Che quindi è giunto, nelle forme meno
attese, ma questo – la forma, non la sostanza – era l’aspetto imprevedibile,
cioè non che sarebbe venuto ma che forma, che aspetto avrebbe rivestito: per questo
parlo di cigno grigio, né nero né bianco. Per quanto son sempre stato
contro la globalizzazione, che ha preso forza dopo la cosiddetta “fine del comunismo”,
non ho niente a che spartire con i “sovranisti” che, anzi, non possono che
peggiorare la situazione nel qual mentre si pretendono “soluzione” ad essa: ne
son la dis-soluzione, l’anti-soluzione, il contrario della soluzione. Né alcunché
ho a che partire con i no Euro di nuovo conio, pur essendo sempre stato contro
l’Euro, ed ho posto in rete i vecchi scritti contro l’Euro. Infatti, si può
esser contro qualcosa da punto di vista molto
differenti.
Personalmente non o mai
fatto proprio quel detto che recita: il nemico del mio nemico è mio amico,
perché è un detto dell’epoca di prima della globalizzazione, che non può misurare
in modo adeguato il cambiamento avvenuto, cambiamento che ha confuso le acque,
ha confuso la distinzione stessa di “amico” e “nemico”, e cioè ha alterato –
irreversibilmente – la “categoria del politico” (C. Schmitt) in quanto tale.
La realtà è che la
fragilità della globalizzazione era sotto gli occhi di tutti. Non si è rivelata
perché ha goduto di un lungo periodo di bonaccia. Questo non toglie che la cosiddetta
“soluzione” sarà l’ andare ancor più sulla via dell’iper tecnologismo[3],
che è il tallone d’Achille della globalizzazione stessa.
E si giungerà – che gli
auto nominati “sacerdoti” del neoliberismo e della globalizzazione se ne
facciano una ragione – al punto in cui si dovranno dare i soldi direttamente
alla “gente”, con sistemi digitali, ed ognuno sarà inevitabilmente schedato –
ma per favore: non uscitevene con la Stasi!, né colla Gestapo eh!, son fenomeni
diversi, non è detto che chi ti “scheda” lo faccia per le stesse ragioni … – quindi si va verso quel “certo” quadro …
Ed anche di questo se n’è
qui parlato, come di una “dystopia”[4]
cosiddetta …
Andrea A.
Ianniello
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