lunedì 2 marzo 2020

“Va considerato che …”





















Va considerato che, finché ci son terremoti, pesti o epidemie varie, o catastrofi economiche, siamo ancora **nella storia**, ergo **non siamo** nell’apocalisse ma solo nella “poca lisse”, molto poca – oh nella storia di morbi tremendi ce ne son stati tanti – e non è mai venuto alcun “anticristo” da questi morbi o in seguito ad essi –: consolatevi – se vi può consolar …

Il che significa, visto il panico che c’è stato: l’epidemia sottile ci va forte, l’esperimento ha successo, e si tenga conto che ciò avviene per un virus che non va sottovalutato, ma che è ancora gestibile nella sostanza.

Pensate se venissero gli “Ufo” … se si manifestassero.

Questo per dire i soliti: “non ‘ci’ dicono la verità” …

Beh se anche la dicessero – posto che la conoscano, e mica questo è certo (come sostiene J. Vallée non è così, e neanche i centri decisionali sanno con che cosa davvero abbiano a che fare …) –, chissà cosa succederebbe, “laggente” ha dimostrato le sue fortissime capacità di **panico** … Ed anche questo non era imprevedibile affatto …  





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PS. Piccolo particolare, di nessuna importanza: l’ “apocalisse” può avvenire se e solo se la storia sia “finita”, probabilmente non è chiaro ciò … La storia deve “terminare”, perché si abbia “la” cosiddetta “apocalisse”, e non solo la “poca lisse” …
Il mondo ha conosciuto epidemie tremende – basta studiarsi la storia – e non consta che alcun “anticristo” si sia manifestato. Di conseguenza non son questi gli “indicatori” della “sua venuta” cosiddetta, se vogliamo usare questo termine.
In una parola, l’ Apocalisse di Giovanni è un libro pericoloso, basta fare un piccolo errore interpretativo, o basta trascurare un piccolo particolare, in apparenza di scarsa importanza, e subito l’interpretazione devia[1].









[1] Su Tali temi, cf.
Ora quest’ultimo richiede, sì, che le strutture sociali siano “implose” – e ci siamo assai vicini o sempre più vicini – ma non ogni sociale “implosione” può dare quell’esito. Ergo vi è dell’ “altro”, e la chiave di volta è proprio nel comprender bene o per davvero questo “altro”, appunto …  






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