Questo post ultimo ([1])
credo sia l’ultimo dei post lunghi per quest’anno, per il resto del mese o
niente o post di “piccolo cabotaggio”; simile andamento per il mese prossimo,
salvo la situazione del mondo acceleri, cosa di cui non c’è alcun bisogno: questo mondo andando per la sua strada discensiva senz’alcun bisogno
di “aiuti” o “interventi” di alcun genere … Nondimeno, se dovesse accadere, ci
si sentirà …
Chiaro che un tal “intervento”
sarebbe solo finalizzato non certo a far andare o istradare il modo su di un
cammino **sul quale già sta**, ma in
direzione di una “precipitazione” della situazione: solo questo potrebbe darsi.
Blog **dedicato a** “Federigo II Hohen Staufen” (ed
altri temi)
[1]
Cf.
https://associazione-federicoii.blogspot.com/2019/12/le-societa-target.html.
[Aggiunta del 02/12/2019] I “cagot” dei quali
si parla in questo link (postato qui sopra ieri)
son ricollegati al cosiddetto “carnabal”,
sul quale cf.
Tornando alla questione
dei cosiddetti “UFO’s”, è interessante questo passo: “La ‘mitologia’
extraterrestre non è estranea al mistero più generale di Rennes, come ha
acutamente osservato Jean Robin. Del resto la credenza negli UFO, da parte
degli abitanti del luogo, è molto radicata, per quanto in passato si
attribuissero ad altre cause le misteriose a’apparizioni extraterrestri’. Poco
lontano da Rennes, nella chiesetta di Limoux, è sepolto l’abate Montfauçon de
Villars, nativo del Razès ed assassinato in circostanze misteriose nel 1675.
Era stato l’autore di un piccolo trattato in chiave satirica intitolato: Il Conte de Ganalis, ovvero conversazioni
sulle scienze secrete, stampato a Parigi da Barbin nel 1670. Si dice che de
Villars sia stato ucciso dai Rosacroce, perché ne avrebbe rivelato i segreti,
dopo esser stato iniziato ai misteri della confraternita, in alcune pagine del
volumetto, il Conte di Gabalis sostiene che ‘il famoso cabalista Zedechia,
durante il regno del vostro Pipino, si era prefisso di convincere la gente che
gli elementi son abitati da tutti quei popoli dei quali vi ho descritto la
natura. L’espediente che escogitò fu di consigliare ai Silfi [“elementali” – o
“elementari” (spiriti) – dell’elemento Aër]
di mostrarsi a tutti nell’aere. Essi lo fecero con magnificenza, si vedevano
nell’aria queste meravigliose creature in forma umana, schierate a battaglia,
che marciavano di buon ordine, o reggendo le armi … oppure su navi aeree di una
mirabile struttura, la cui flotta volante navigava secondo gli zefiri … Il
popolo credette subito che fossero stregoni che si erano impossessati dell’aria
per suscitare tempeste e far grandinare sulle messi. I sapienti, i teologi e i
giureconsulti, furono ben presto della stessa opinione; lo credettero anche gli
Imperatori, tanto che il saggio Carlo Magno, e dopo di lui Luigi il Buono, comminarono
grandi pene a questi pretesi tiranni dell’aria … I Silfi … per disperdere la cattiva opinione
che si aveva della loro flotta innocente, risolsero di rapire uomini da ogni
parte, per mostrare le loro belle donne, la loro repubblica e il loro governo,
e poi di rimetterli a terra in vari luoghi del mondo. Fecero ciò che avevano
progettato. La gente che vedeva scendere questi uomini … preoccupati che
fossero stregoni …. Trascinavano quegli innocenti al supplizio … Avvenne che un
giorno, tra gli altri, a Lione si videro scendere dalle navi aeree tre uomini e
una donna …’. Sarà una coincidenza ma l’abate de Villars fu assassinato proprio
vicino a Lione. Comunque sia è interessante notare come in un libro scritto più
di tre secoli orsono, si parli di navi volanti, di rapimenti, d’incontri
‘ravvicinati’, con una terminologia diversa, ma simile nella sostanza a quella
usata dalla stampa moderna specializzata in ufologia. […] Del resto, che Rennes
sia sede di ripetuti, strani, ‘fenomeni’ ce lo ricorda un esoterista come
Guénon, in una lettera scritta ad un amico [e datata 22 maggio 1932] dopo un breve soggiorno nel
paesino del Razès”, M. Bizzarri –
F. Scurria, Sulle tracce del Graal. Alla ricerca dell’immortalità. Il mistero di
Rennes Le Château, Edizioni Mediterranee, Roma 1996, pp. 65-67, corsivi in
originale, miei commenti fra parentesi quadre. Lo scritto di Montfaucon de
Villars fu fatto pubblicare in Italia da don Raimondo Di Sangro, significativo
notarlo, il passo di de Villars citato dagli autori appena riportati è tratto
dalla seguente edizione: N. H. Montafaucon de Villars – G. F. Borri, Il Conte di Gabalì, ragionamenti sulle
scienze segrete, commenti a cura di C. Miccinelli e C. Animato, ECIG,
Genova 1985. Quest’ultima è, con
Prefazione aggiunta, la ristampa del testo fatto pubblicare dal Principe di
Sansevero, e che tanti problemi arrecò a quest’ultimo (cf. A. E. Piedimonte, Raimondo di Sangro Principe di Sansevero,
con un saggio di F. Höbel su “La Massoneria nel Regno di Napoli nel
Settecento”, Edizioni Intra Moenia, Napoli 2010, p. 21). Ma questo conferma che
qui siamo in presenza di un “qualcosa” dove “il tema del Graal s’intreccia e si
ricongiunge con un certo Ermetismo deviato”,
M. Bizzarri – F. Scurria, Sulle tracce del Graal, cit., p. 228, corsivi in originale. “Il
‘Graal? Di cui è questione a Rennes, infatti, ha poco o nulla a che vedere con
quella ‘presenza celeste’ di cui parla la Tradizione esoterica. Il simbolismo
della chiesa di S. Maria Maddalena adombra ben altri ‘Misteri’ e rinvia ad oscure tradizioni, appannaggio del filone magico ed occultistico della controiniziazione”, ivi, p. 229, corsivi miei. Non
può esservi dubbio, a questo punto, sulla
centralità del simbolismo invertito nel cupo
“affaire” (affetto da molti “depistaggi”)
di Rennes Le Château. Un esempio è questo passo, l’antefatto del quale è la
colonna visigotica rovesciata sulla quale vien posta da B. Saunière una statua
tutta bianca della Madonna, che non è tale secondo gli autori citati, che
formulano questa tutt’altro che peregrina ipotesi: “Se – come abbiamo
ipotizzato – la figura sul pilastro è la Grande Madre Bianca dei Celti, l’Iside
degli Egiziani, la Diana degli Sciti – il suo tempio non poteva, allora, essere
circoscritto da muri, di cui ‘la Dea aveva orrore’. Può esserci un recinto sacro, ma in sostanza deve
riprodurre le caratteristiche del luogo di culto della Dea, la radura nel
bosco, l’acqua, la grotta. Di fronte all’inquietante statua bianca della dea si
staglia contro il cielo l’immagine del Figlio di Dio visto, ucciso dagli uomini
per aver affermato la propria origine divina, quindi non il ‘presunto mago’ di
certuni occultisti o ‘l’iniziato’ dei Vangeli gnostici, bensì lo sconosciuto
Gesù di Nazareth, il figlio di un falegname. Quale umiliate punizione riservata
dalla Grande Dea a questo novello Prometeo, osannato da milioni di persone
cieche e folli! Gli viene riservata non la Morte – per non permetterne la
sopravvivenza tra le ombre – e neanche la Vita (sacrificata dal Messia per la
Liberazione degli uomini), ma lo si fissa al centro della Croce celtica,
laddove non vi è più ‘né Tempo né Mutazione’. E’ certo un concetto difficile
d’afferrare per noi uomini del XX secolo, ma largamente diffuso nei circoli
magici ed occultistici che erano venuti in rapporto con Saunière. Presso
costoro, già da molto tempo, circolavano copie, più o meno spurie, di un
tenebroso testo, d’origine sumera, alcuni elementi del quale avrebbero ispirato
il Necronomicon, o Libro dei Nomi Morti,
riportato in auge dai racconti di H. P. Lovecraft e frutto […] di una
manipolazione letteraria. […] Possediamo due versioni derivate dall’originale
(e successivamente ascritte nella genealogia del Necronomicon), alquanto corrotte, dubbie […]. La prima venne
redatta a Damasco nel 730 d.C., circa, dall’arabo Abdul Al.Hazred – pervenuta
per vie misteriose nella mani del famigerato mago inglese John Dee. Un’altra,
anonima, pubblicata a Venezia agli inizi del Cinquecento, pressoché in
concomitanza con l’edizione del Libro di
Abramelin il Mago. La ‘ricomparsa’ di questi testi determinò la
riproposizione dei ‘culti lunari’ nel Mediterraneo, il recupero tutto
rinascimentale della figura di Asmodeo, ed influenzò prepotentemente la Magia
al punto tale da esser utilizzato d’Aleister Crowley nella strutturazione dell’Ordo
Templi Orientis. La tradizione sabeana (ampiamente valorizzata dai racconti del
già ricordato Lovecraft) parla degli Antichi,
Dei e Signori della terra in tempi immemorabili che, avendo voluto sfidare i
‘Sovrani Primigeni’, furono sconfitti e scacciati dalla ‘Terra di sotto’: ‘[…].
Gli Antichi ora dimorano non negli Spazi noti agli Uomini, bensì negli Angoli
fra Essi …’. Con un incredibile rovesciamento dei ruoli e del simbolismo
tradizionale – cui pure Rennes dovrebbe averci abituato – quest’ultima sarebbe,
in sostanza, la punizione’ riservata dalla Grande Madre al ‘Dio’ dei cristiani,
relegato ‘nell’angolo’, dove ‘non c’è né Tempo, né Mutazione’”, ivi, pp. 128-129, corsivi in originale. Interessante, poi, sia detto solo en passant, il simbolismo negativo della “lepre”, cioè lepus/lebus, donde “Terra di Lavoro”, per esempio. Si può dire, comunque,
che, più che nel campo strettamente “alchemico”, siamo invece nel campo del
“magismo” deviato, di qualche
“evocazione finita male”, come si diceva – non
senza ironia – nel post il cui link è riportato qui sopra. Il
punto è che gli effetti di tali
“evocazioni mal riuscite” – eufemismo – fra i secc. XVIII e XIX li subiamo
ancor oggi … Il che, ci porta quindi a riportare un interessante passo relativo
ad un’evocazione del Principe di Sansevero, effettuata nei sotterranei del suo
palazzo: “E’ proprio lì, nei sotterranei, nel 1755 (dunque nel pieno della
bufera scatenata contro di lui), ha luogo il famoso esperimento raccontato
dall’Origlia che, presumibilmente, si fece suggestionare o forse volle
romanzarlo un po’ raccontando di misteriosi ‘Sali’ (provenienti dalla
calcinazione delle ossa umane) che a contatto con una fornace si trasformano
per un attimo in una gigantesca figura umana barbuta terrorizzando gli astanti.
L’episodio fu spiegato dallo stesso principe con una suggestiva teoria che solo
tre secoli dopo avrebbe trovato spazio in campi di ricerca scientifici, ovvero la
‘memoria della forma precedente’ della materia. Tema che, com’è facile
immaginare, sarà poi approfondito anche sull’altro versante, quello del
paranormale, come ricorderà Buonoconto nel suo bel libro sul principe: ‘…
energie latenti che si palesavano, per un attimo illusorio, in presenza di
determinati avvenimenti fisici ed
atmosferici (dandoci forse una spiegazione razionale – l’unica tentata fino
ad oggi – del fenomeno dei fantasmi)”, A. E. Piedimonte,
Raimondo di Sangro Principe di Sansevero,
cit., pp. 23-24, corsivi in originale. Insomma, il Principe di Sansevero si
dedicava alla magia scienza “sperimentale”, questo è il punto; e non era per niente il solo, in quel tempo,
anche se di lui alcuni han voluto farne una sorta di “negromante”, cosa che non era per niente. Il problema è la
pericolosità di tali pratiche, la loro potenziale “incontrollabilità”,
soprattutto se, come voleva Guénon, non è che ogni magia scienza “sperimentale”
sia malefica, ma può capitare che, soprattutto quando le cose non sono fatte a
dovere, e vi si aprono degli “spazi”,
delle “altre” forze intervengano nell’ “esperimento”, portandolo ad esiti del tutto non voluti dello “sperimentatore”
stesso, ma, ormai (gli esiti),
resi del tutto irreversibili. Occorre sempre pensar
bene – discuterne i motivi ci porterebbe troppo
lontano – alla natura irreversibile
di un’ “operazione” od “esperimento” magistico.
Di ogni esperimento magistico.
(Andrea A.
Ianniello)
E poi è successo . . .
RispondiEliminaQuindi abbiam proceduto . . .
Moltissime visualizzazioni di questo post.
RispondiEliminaCf.
RispondiEliminahttps://associazione-federicoii.blogspot.com/2021/06/frasi-sparse_22.html
Cf.
https://associazione-federicoii.blogspot.com/2019/12/le-societa-target.html