lunedì 16 settembre 2019

In relazione al film “Essi Vivono” ....

















Il film “Essi Vivono” (J. Carpenter, **1988**) si basa su di un’idea **forte** ed inizia in modo forte ed ha scene molto significative, poi però si perde in un’enorme, ed enormemente inutile, scazzottata, per ragioni evidentemente dovute al porre al centro l’attore protagonista; inoltre, la fine non pare risolutiva, ma sembrerebbe che l’autore – Carpenter – non sapesse come venirne fuori ed ha trovato il classico “escamotage” … Nondimeno, l’idea di base rimane “forte”, non solo, direi più di questo: l’altro (atro) punto davvero “forte” del film, è l’ **immagine** della società che dà, e ci si ricordi che si tratta di un film dell’ormai lontano assai – sia quantitativamente sia in quanto “atmosfera mentale” – **1988**, ormai ben trentun anni fa … !
Una società in dissoluzione, come la “nostra”, **oggi**, una società dove l’individuo sta, in effetti, da **solo** contro dei “moloch”, di fronte a forze che non ben capisce e che è del tutto **impossibilitato**, non dico a “signoreggiare” – e chi lo pretende! – ma solo ad affrontare, dico **solo** ad affrontare, niente di più, niente di meno.
E “l’ unica via d’ uscita è la fuga”, questo sembra voler dire J. Carpenter, ma non certo in (pseudo) “paradisi” tropicali (“pieni di demoni”, per parafrasare il titolo di un noto libro di B. Croce su Napoli e la costa campana, dell’epoca in cui dal Nord e Centro Europa venivan giù a “rifugiarvisi”, vedendo come stanno le cose oggi c’è solo da ridere, ah ah …) … No, non c’è rifugio: questo pare dire Carpenter, non c’è rifugio, questo è il “nostro” tempo, non v’è alcun “Oriente intemerato e ‘puro’” in cui rifugiarsi, non vi son più “paradisi” tropicali, cosiddetti tali (non ci son mai stati, solo che prima le cose non eran colà sì brutte, ecco tutto).
Non vi son rifugi, ma solo fughe. Laterali, marginali, a fronte di un “potere senza volto” – per dirla con Pasolini – e senza nome, che cambia casacche (**non** cosacche, quella gente che si aspettava i cosacchi a San Pietro: e continuano, ma la finiamo?, la finiranno mai ed entreranno nel XXI sec.?, non lo penso e non credo lo faranno mai), che cambia casacche senz’avvertire, che è camaleontico per sua natura. Il che lo possiamo porre in relazione al cambiamento di **paradigma** del potere **ex** “politico” – il potere “politico” è ancora **moderno** e siam oltre la “modernità”, qualunque cosa fosse, o comunque la si voglia definire – che usa tante maschere.
Ma **che cos’è** davvero, si chiedeva illo tempore Pasolini, questo “potere senza volto”, e riusciva solo ad intuire qualcosa, e riusciva solo a dare delle “immagini” del **non** rappresentabile.
Eh sì, siamo alla **fine della rappresentazione**, ch’è anche la fine della “rappresentanza” (cf.
Se – **se**– rappresentanza e rappresentazione, la prima politica e la seconda, **non** casualmente, **teatrale**, nascono in seguito alla stessa “costellazione” della “nascita dello stato **moderno**”, la loro duplice crisi è segno “finale” della fine della modernità, fine che si attua nella costellazione della nascita (una nascita che uccide la sua genitrice, la modernità) di questo “potere senza volto”, che nessuno “sa ‘chi’ è” o “cosa” davvero sia, salvo che c’è, mascherato, scuro nella notte, in mille fogge addobbato, ma in realtà senza foggia, senza volto.
Questo potere senza volto “Essi Vivono” lo rende bene nella metafora degli “alieni” cosiddetti … 






Comunque rimane vero che: “Essi Vivono. Noi Dormiamo” …, cf.
https://www.youtube.com/watch?v=rFOvx_6pw1w

 










@i



 















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