mercoledì 13 marzo 2019

La “messa a terra”, “IL FIL ROUGE” della “messa a terra” – ma NON atterra … eh no … –











Un punto è interessante da precisarsi, fermo restando che non son d’accordo con molte cose dette dall’autrice un passo del cui libro si riporterà, di seguito. Ma, sul passo che qui si riporterà di seguito, ha ragione.
“Ogni operazione magica è destinata a portar giù il potere nei piani alla portata dell’operatore, il quale poi lo applica a qualsiasi fine egli può designare. Parecchi operatori son soddisfatti se possono ottenere risultati puramente soggettivi: cioè, un senso d’esaltazione; altri mirano alla produzione di fenomeni psichici[1]. Dovrebbe essere riconosciuto, comunque, che nessuna operazione è completata finché il processo non è stato espresso in termini di Malkuth, o in altre parole, è sfociato in azione sul piano fisico. Se ciò non vien fatto, la forza che è stata generata non è correttamentemessa a terra’, ed è questa forza libera e abbandonata a causare guai negli esperimenti magici. Può essere che essa non provochi guai in un solo esperimento, in quanto pochi operatori generano sufficiente potere per causare una cosa qualsiasi, lasciando stare i guai; ma in una serie d’esperimenti l’ effetto può essere cumulativo e risultare in un radicale cambiamento psichico e in una serie di sventure e di avvenimenti strani quali quelli che vengono così spesso riferiti dagli sperimentatori. Questa sorta di cose danno un cattivo nome alla magia sperimentale e fanno sì che venga considerata come pericolosa e paragonata all’assuefazione alle droghe. […] E’ la tecnica sbagliata a originare i guai, come fa sempre quando vengono maneggiate potenze attive[2]. Diciamo che sono parole che andrebbero meditate … Non è solo la “tecnica sbagliata”, però, a “causare i ‘guai’”, ma – piuttosto – l’ incoscienza di chi si mette a fare “certe” cose senza l’ adeguata precauzione perché crede che, “tanto”, “a lui non capiterà …”, e poi vien perseguitato dalla cosiddetta “jella”, come suol dirsi. Rientra in tal genere di fenomeni il mescolare “influssi” (“guénonianamente” intesi) vaganti appartenenti a “generi” non letterari, ma diversi. Quindi anche mescolare talismani di tradizioni diverse, fatti per scopi differenti.
Chiariamoci su questo punto: “amuleto” è un qualsiasi oggetto al quale chiunque conferisce un determinato valore per motivi vari, e può essere da una penna ad una pietra, ad una pagina, ad un motto, un passo evangelico o del Corano o di qualsivoglia “testo sacro” si voglia, o un gesto o qualsiasi cosa, per l’appunto, come si è detto. Lo scopo è psicologico, è una forma “magistica” che mira solo ad ottenere degli effetti psicologici, ed è un “fai da te”, un “Do It Yourself”, per così dire. Ben diverso è il talismano, che vien caricato da qualcuno per degli scopi precisi. “Chi” lo “carica” può far male il suo compito, prima cosa, ma, soprattutto, talismani con scopi diversi, se assommati assieme, tendono a fare confusione, provocando influssi potenzialmente negativi.
In linea generale: mai mescolare “influsso” salvo sia specificamente necessario per qualche forma di emergenza speciale.
La ragione del diverso effetto delle due cose sta detta su: nel primo caso, serve da “specchio” per concentrare certe forze psicologiche che già sono dentro chi usi un amuleto. Nel secondo caso, invece, si adoprano “potenze attive”, magari di scarso, scarsissimo valore, tuttavia forse relativamente “esterne” a colui che porta quel talismano. Quindi “potenze attive”, per dirla col passo di qui sopra.

Ancora: “E cos’è un’operazione della Sfera di Malkuth? E’ semplicemente azione sul piano fisico [corsivi miei]. Di conseguenza, i un’invocazione di guarigione, credo che facciamo meglio a invocare il Gran Medico affinché ci manifesti il suo potere tramite il medico umano, in quanto quello è il suo canale naturale,piuttosto che fare affidamento su una forza spirituale per la quale l’unico canale di evocazione è la natura spirituale del paziente, il quale può, o non può, essere capace di mettersi all’altezza della situazione. […] L’intero problema di Malkuth è un problema di canali e di legami di connessione [corsivi miei]. Il resto del lavoro è fatto dalla mente sui piani più sottili [corsivi miei]; la vera difficoltà risiede nella transizione dal sottile al denso [corsivi miei], in quanto il sottile è mal attrezzato a lavorare col denso [corsivi miei]. Questa transizione è effettuata per mezzo del magnetismo delle cose viventi, siano esse organiche o inorganiche. Nelle operazioni magiche c’est le dernier pas qui coûte[3]. Sono frasi molto importanti, dove si “disvelano” molte cose, per l’ attento lettor: a buon intenditor …








Andrea A. Ianniello











[2] D. Fortune, La Cabala mistica, Casa Editrice Astrolabio, Roma 1973, p. 247, corsivi miei. In realtà, più di Cabala “mistica”, qui si parla di magismo cabalistico, cui si legava pure la “Golden Dawn” (l’ “Alba dorata” tornata in auge, ricollegata alla “zona di confine” (borderline) tra un “certo” tipo di “magismo” e una “certa” politica “di ‘destra’ cosiddetta ‘estrema’”). Tra le altre cose, secondo Guénon, sempre a questo “magismo cabalistico”, all’occorrenza “deviato”, era ricollegato Gustav Meyrink, il famoso autore de Il Golem, la cui prima edizione (come libro) fu del 1915, ben centoquattro anni fa, ormai. Quello stesso anno usciva l’omonimo film, “Il Golem”, di H. Galeen e P. Wegener. Poi P. Wegener ne trasse un altro film, ancora sullo stesso tema, col titolo di “Il Golem. Come venne al mondo”, del 1920. Sulla trama di quest’ultimo film, cf.
https://it.wikipedia.org/wiki/Il_Golem_-_Come_venne_al_mondo.
Su questo libro di Meyrink, cf. G. Scholem, La Cabala, Edizioni Mediterranee, Roma 1982, p. 355.
[3] Ivi, pp. 252-253, corsivi in originale, miei corsivi indicati fra parentesi quadre.



1 commento:

  1. In poche parole, un amuleto – che fa parte della cosiddetta “magia ‘simpatica’”, a un dipresso dal folklore, insomma – è un “portafortuna”, che “carichi” tu. Al contrario, un talismano è “caricato” da qualcuno, per degli scopi precisi. Il primo ha effetto “psicologico” e stop. Il secondo, invece, genera un piccolo (raramente più che piccolo, ma è possibile anche quest’eventualità) “nodo” di forze “sottili”, ed è questo il punto importante, dirimente.







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