venerdì 11 marzo 2016

Lo “stato di emergenza” (Virilio), ma “globale”




Vi è un altro libro da ricordare, in reazione al post precedente (Body (“Bodhi”) Hard - Beau Deer Yard -, http://associazione-federicoii.blogspot.it/2016/03/body-bodhi-hard-beau-deer-yard.html): P. Virilio, Velocità e politica. Saggio di dromologia, Multhipla Edizioni, Milano 1981, sì, 1981 … 

A parte tutto un discorso sulla relazione fra possesso della strada, velocità (e qui rimando al post: Da “Cronache di guerra di Alessandro il Grande”, http://associazione-federicoii.blogspot.it/2016/01/da-cronache-di-guerra-di-alessandro-il.html), e sviluppo dell’“Occidente” - oggi “mondo” tout court -, a parte tutto questo discorso che sviluppava, la cosa interessante è che si concludeva con “lo stato di emergenza” (ivi, p. 113 w agg.), cui noi - OGGI - possiamo aggiungere l’aggettivo: “globale”. 


Quest’ultimo termine - “globale” - all’epoca non era così comune quanto lo è OGGI,  e, inoltre, l’errore di Virilio era che legava tal stato d’emergenza con il nucleare, secondo le preoccupazioni della sua epoca. 

Ma ciò nulla toglie all’intuizione che lo stato generale di accelerazione crescente avrebbe portato allo “stato d’emergenza”, ora sì, però globale, e cioè esteso su tutta la Terra mentre all’epoca in cui Virilio scriveva quelle righe al massimo “Est e Ovest”, come si diceva in quel tempo, sarebbero stati interessati dallo “stato d’emergenza”, mentre vaste parti del globo erano ancora relativamente poco toccate dall’andazzo generale, cosa cambiatissima in questi quarant’anni, in questa sorta di “quarantena dell’umanità” che, finalmente, seppur pian pianino, sta terminando. 


In ogni caso, vi è un’altra considerazione, non meno importante, rispetto a questo cambiamento d’intensità e di quantità diffusiva dello “stato d’emergenza”, globale, come s’è detto. Ed è il cambiamento qualitativo avvenuto nel frattempo. 


In quel tempo, in cui Virilio scriveva, quest’ultimo, seppur critico, dava per scontato che il sistema, nella sua deriva crescentemente “emergenziale”, fosse mantenuto sotto relativo controllo da dei gruppi dirigenti con ancora delle direzioni chiare, e non sclerotizzati nel narcisismo ed infiacchito dalla corruzione. INVECE COSI’ NON E’, OGGI


Questo è il punto decisivo. OGGI non abbiamo le stesse possibilità di “riaggiustamento” sistemico. 


Ed il quadro che porta al “caos sistemico”, secondo Wallerstein (che si è citato, da qualche parte, in qualche precedente post). 


Ecco il punto decisivo


In una tale situazione, l’unica e sola cosa che si possa fare è allungare il brodo, pompare liquidità. Chi critica queste mosse non si rende ben conto che non ve ne son più della altre! 


Vi è solo questo da fare! Concretamente, oggi, qui-ed-ora, hic et nunc, e non in costruzioni mentali che son solo figure di scuola.


Chi critica queste mosse non ha per nulla compreso quello stesso sistema che gli dà da vivere e che così tanto apprezza, e di cui ha una conoscenza, nella migliore delle ipotesi, molto monca.



1 commento:

  1. Sempre in relazione a questi temi, vi è un interessante link (smpre su Baudrillard e su quegli anni):

    http://ideeinoltre.blogspot.it/2014/05/andrea-ianniello-baudrillard-la.html

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