“Europa
dall’Atlantico agli Urali”, il sogno di
De Gaulle impossibile con
una Germania unita
ed una Russia potente
I
sognatori impenitenti, che si risvegliano “a giorni alterni”,
stanno sostenendo che ciò che la Russia sta facendo, il revanscismo
para-zarista e lo storico espansionismo, mai davvero terminato, sia
il nucleo per poter poi giungere all’idea, di De Gaulle, dell’
“Europa dall’Atlantico agli Urali”, poiché il principale
nemico di questa “Europa dall’Atlantico agli Urali” sarebbero
gli Usa, cosa vera ma si dimenticano due questioncelle: son solo gli
Usa (e Gedda) il “nemico” di tale idea?
E: l’attuale stato
delle cose sarebbe quello giusto per raggiungere tale obiettivo? In
altri termini: tale obiettivo - l’“Europa dall’Atlantico agli
Urali” - si può raggiungere con l’Europa così com’è ora?
O
richiede una ripensamento radicale, profondono? Ricordiamoci che le
cose stanno esattamente all’opposto, l’Europa dall’Atlantico
agli Urali, secondo De Gaulle, doveva basarsi sulla lotta sia contro
l’imperialismo americano e sia contro “i nostalgici di Mosca”,
come li chiamava: De Gaulle già nei Sessanta e Settanta si rendeva
conto di dove la Russia stava andando.
I primi germi di “eurasismo”
sono prima di Brezhnev, ma nell’epoca Brezhnev, anni Settanta,
l’eurasismo prende forma. Solo che, per poi poter effettivamente
avere spazio, l’“eurasismo” doveva distruggere il bolscevismo,
mantenendo delle parti, che gli sono necessarie; ed ecco il
nazional-bolscevismo di Zhirinovskij, di cui quello di Putin è una
forma più moderata e “presentabile”1
nelle ottuse, stolte capitali europee impestate da torme di bottegai
privi di qualsiasi forma di visione, la cui ossessione son solo i
conti a posto e nulla di più, nulla di oltre.
1 Cfr.
http://associazionefederigoiisvevia.wordpress.com/2014/03/05/il-libretto-nero-il-caffe-30-dicembre-2003-anno-vi-n-48-274/.
Nessun commento:
Posta un commento