“L’idea che la distruzione del Tempio non sia mai avvenuta ad opera dell’uomo, ma che siano stati gli angeli (o il fuoco celeste [NB! …!]) a bruciarlo, s’incontra spesso nella tradizione. […]
Una versione alternativa dice che fintanto che la Šekinah vi dimorò, il Tempio non poté esser distrutto, ma essa a poco a poco si ritirò dalla sua sede tra i cherubini [DEL *TEMPIO*] e tornò in cielo, lasciando indifesi il Tempio e la città. […] Alcune fonti sostengono invece [NOTA BENE] che la Šekinah non abbia mai lasciato il Muro del Pianto”.
L. GINZBERG, Le leggende degli ebrei, VI. Da Giosuè ad Ester, Adelphi Edizioni, Milano 2016, Note finali dell’autore, p. 472, corsivi in originale, grassetti miei, mie osservazioni fra parentesi quadre. Se la Šekinah non ha mai lasciato il Muro del Pianto, ergo è ancora lì e, DI CONSEGUENZA, l’edificazione del “3° T.” – che NON È la “riedificazione ‘filologicamente corretta’” del “2° T.” (sarebbe solo “DISNEYLAND” del sacro in tal caso ed un “Effetto Beaubourg” di mera simulazione!) –, l’edificazione del “3° T.” avrebbe un’evidente soluzione in vista: ed dunque NON si tratterebbe di “riprendersi” l’ INTERA “spianata della Moschee”, ma SOLO ricollegar suppellettili e arredi riconsacrati con il “Muro del Pianto”, e ciò con tutte le “conseguenze politiche” del caso, NON piccole. “Si potrebbe fare”, nel senso di: diventerebbe possibile, concretamente, NON sogni di registi e fantasie di romanzieri, ma quel che davvero È possibile, cioè … Chi dice di voler “opposi” a questo – peraltro quasi NESSUNO, ed “alla ‘FINE’” ci arriveremo al “Nessuno! Nessuno! Nessuno!” –, a questo momento cosmico, e CREDE di poterlo fare “politicamente” (in un QUALSIASI “senso” di tal termine) NON ha CAPITO “un bel” niente di niente. NON è infatti una “questione politica”, per quanto abbia delle grosse, direi ENORMI conseguenze in ambito politico, pur NON essendo “politica” in sé stessa come questione. Ciò si perde di vista spesso. Per tal motivo, se ci si oppone ad un problema la cui natura è “METAPOLITICA”, rimanendo in ambito politico, DI FATTO, NON si sta opponendo se non in modo FITTIZIO. “SIMULACRALE”, NON “sacrale”.
“Alla distruzione del Tempio (il primo? [IL SECONDO!]) il dono profetico fu tolto ai profeti e dato a bambini e pazzi; Baba’ Batra’ 12b; cfr. anche Mt, 21, 16. Baba’ Batra’ 12a dice anche che benché il dono della profezia sia stato tolto ai profeti, esso rimase presso i saggi, per questo si può dire che questi ultimi son più grandi dei profeti [il testo citato SI PRENDE la responsabilità di questo detto]”.
Ivi, pp. 498-499, corsivi in originale, grassetti miei, mie osservazioni fra parentesi quadre. Il “toglier” il “dono della profezia” a’ profeti è la causa – remota, ma reale – del movimento “apocalittico”, il quale NON fu solo un “genere letterario” pur essendo stato ANCHE questo, senza dubbio. È il “silenzio di Dio” per l’appunto …
Sia detto solo en passant: fu Esdra a separare, di fatto, gli israeliti dal resto dei popoli, avversando i matrimoni misti, cosa che però – in quel tempo – produsse comunque molte proteste. Prima di Esdra, però, NON ERA così “fermo” l’interdetto ed i matrimoni misti erano frequenti.
“In epigrafe ad uno dei suoi libri più toccanti, Il giuramento di Kolvillág, lo scrittore ebreo […] Elie Wiesel ha posto queste parole prese dal Talmūd: “Se i popoli e le nazioni avessero saputo quanto male si facevano distruggendo il Tempio di Gerusalemme, avrebbero pianto più dei figli d’Israele.” Mentre stavo ancor meditando le risonanze lontane di queste righe mi son imbattuto […] in un’altra epigrafe tratta dallo storico Ignaz von Döllinger: “Se mi chiedessero d’indicare il dies nefastus della storia del mondo, mi verrebbe alla mente soltanto il 13 ottobre 1307” (il giorno, cioè, dell’arresto in massa dei Templari francesi per ordine di Filippo il Bello)”.
H. CORBIN, L’immagine del Tempio, Editore Boringhieri, Torino 1983, p. 151, corsivi in originale, grassetti miei.
“Per gli apocalittici il post esilio, LUNGI dall’esser IL TEMPO della RESTAURAZIONE, è il tempo della MASSIMA PERVERSITÀ. […]
Lo stesso TEMPIO era CONTAMINATO”.
Apocrifi dell’Antico Testamento, a cura di P. Sacchi, TEA, Milano 1990, p. 227, dalle note di P. Sacchi, corsivi, grassetti e maiuscole miei. Era, infatti, allora iniziato il tempo del “silenzio di Dio” … Ed dunque, il Tempio **DOVEVA** esser DISTRUTTO DI NUOVO, proprio POICHÉ **CONTAMINATO** … Di qui lo STRUTTURALE “DISSENSO” – profondo ed irrecuperabile, RADICALE – fra religione organizzata – o “chiesa”, QUALSIASI “CHIESA” – ed “APOCALITTICI”. Inoltre, di qui vengono le correnti “apocalittizzanti” CRISTIANE – STAVOLTA –, dove il “3° T.” è “male”, solo che, a LORO VOLTA, queste stesse correnti sono STATE “ISTITUZIONALIZZATE” dunque così perdendo l’originaria carica. Finché oggi: “Nessuno! Nessuno! Nessuno!” ed anche questo fu detto. ERA SCRITTO. È un destino che la Terra deve subire. Ma guai a CHI lo “ATTUA” quel destino.
“E che cos’è mai ‘sta “cosa” qui?”, chiederà qualcuno. “Cioè – continua – “tu sei spinto a far qualcosa che, SE la fai, sei poi punito, cioè ‘metti in moto’ un ‘qualcosa’ che poi paghi pesante in un qualche modo?”
“Precisamente. PRECISAMENTE! E sai come si chiama questo?” “NO!”
“Si chiama “APOCALISSE”! That’s apocalypse, baby! QUESTO È l’ “apocalisse” … Questo è, detto in poche parole. L’umanità NON può NON mietere le conseguenze del suo agire sbagliato ma è spinta precisamente a quell’agire; insomma, è una prova. Ma nel senso antico, di “ordalia”, dove la tua stessa vita – nell’ “‘ALTRO’ mondo”, chiaro, NON in “questo” mondo – viene messa sotto “giudizio”, appunto; “tutto si tiene”, dicono “lè fransè” … Sono tutte angolazioni diverse di una “stessa cosa” tuttavia una cosa, in sé stessa, NON vedibile se NON “syntheticamente” cioè in un’ “intuizione” quindi non in modo analitico, attraverso la mente analizzante. Ma NON È una cosa irrazionale, eh no! È una cosa “sovrarazionale”.
“Risposi e dissi: «Com’è allora che noi troviamo Abramo che, per primo, pregò per i Sodomiti, Mosè per i (nostri) padri che avevano peccato nel deserto, Giosué, dopo di lui, per Israele al tempo di Achan, Samuele al tempo di Saul, David al tempo della pestilenza, Salomone per quelli presso il Tempio, Elia per coloro che ricevettero la pioggia, e perché quel morto vivesse, Ezechia per il popolo al tempo di Sennacherib, e tanti per tanti (altri)? Se dunque ora che è cresciuto quel ch’è corruttibile e si è duplicata l’ingiustizia, i giusti hanno interceduto per i peccatori, perché non sarà così allora?». Mi rispose e disse: «Il mondo attuale non è la fine, e la gloria di Dio non rimane sempre in esso. È per questo che quelli che avevano forza hanno pregato per i deboli, mentre il giorno del giudizio sarà la fine di quest’età. […] Allora, perciò, nessuno potrò avere compassione di colui che sarà stato vinto in giudizio, né sopraffare chi sarà stato vittorioso»”.
Ivi, dall’ apocrifo Quarto Libro di Ezra, pp. 444-445.
In poche parola: la funzione d’intercessione – che “consente” di “mutare la forma” (per così dire) del cosiddetto “esborso karmico” – verrà fermata e non sarà più attiva. Per questo dico “per fortuna ‘si può’ ancora” poiché non siamo ancor in “quel” tempo, seppur ben istradati su tal cammino … “Abbiamo” – cioè “Si” ha, però – ancora qualche “CARTA RESIDUA” … finché non ve ne sarà più alcuna. Quando NON si hanno più carte = “LA” fine. Prima però si deve però concludere la Grande Crisi.
@i
COME SUOL DIRSI: A BUON INTENDITOR …
If 2022 then 2028, If 2020 then 2026.
RispondiEliminaI think 2020.
sabato 1 febbraio 2025
RispondiEliminaNe Meno (= né-...) - ... link
Cf.
https://associazione-federicoii.blogspot.com/2019/06/nemmeno-n-milione-di-volte-baseterebbe.html.
@i
Cf.
Eliminahttps://associazione-federicoii.blogspot.com/2020/01/che-cosa-si-deve-intendere-per.html