“Secondo il compilatore del Reshabat, la fama del giovane Ubeydallàh [Ahrar] si diffuse e a partire dalla prima infanzia fu giudicato particolarmente favorito da Dio. Tal fulgore ed intelligenza risplendevano sulla sua fronte […]. Da parte sua il giovane Khwaja era […] ignaro di esser diverso dagli altri […]. A quell’epoca attraversò la fase della perdita dell’identità personale, che anche nei ricercatori di valore eccezionale avviene solo dopo molti anni di ricerca. […] Quando aveva diciott’anni il suo zikr era diventato così forte che egli, al pari dei dei seguaci di Abdullàh Gujduvani, non udiva né vedeva nulla anche nella confusione d’un bazar affollato. Avendo trascorso due anni a Samarcanda, all’età di ventiquattro anni andò a Heràt dove rimase cinque anni, essendo […] discepolo dei Maestri sufi di primo piano della città.
A 29 anni tornò a Tashkent e si mise a far l’agricoltore. Cominciò con pochi acri di pascolo e con un paio di buoi, ma in quest’attività fu dotato di tali capacità e grazie che entro breve tempo divenne il più grosso coltivatore di Tashkent ed acquistò vaste proprietà. […]
Diceva […]: “Dio Onnipotente elargì sulle mie terre tali benedizioni che ogni anni inviavo dalla mia proprietà al nostro signore Ahmed Mirzà a Samarcanda 800 mila ‘bushel’ [“staja” che, in Italia, per esempio, variano di zona in zona] di grano, quanto basta per nutrire l’intera città” [questo dà la misura: siamo in epoca “timuride” per cui siamo intorno ai 150.000 abitanti al tempo]. A questo proposito, un giorno il Khwaja spiegò la frase Inna a’tayna (Noi ti abbiamo fatto vedere), che sta a significare che a quei ricercatori i quali perseguono un unico scopo viene data la facoltà di mostrare il potere di Dio. “Dio non Si manifesta direttamente alle creature, ma Lo possono conoscere per mezzo della sua attività coloro ai quali è stato dato il dono della visione interiore. Le loro opere diventano di per sé manifestazioni della potenza di Dio e sono testimoni [NB] della Sua presenza nella creazione. Coloro che hanno questo potere debbono [NB] mostrarlo [SON VINCOLATI, cioè]: non è il caso di vergognarsi [NB] o di nascondersi”. Finché non conseguì l’abilità di maestro, Ubeydullàh fu continuamente impegnato nel servizio [NB].
Mentre era a Heràt, soleva andare dall’ Hammàn […] per servir là i clienti senza ricevere compenso. Diceva: “Io non appresi le vie del sufismo dai libri, bensì servendo la gente. Dio guida ciascun spirito a Lui a suo modo: io fui guidato mediante il sentiero del servizio. Ecco perché amo ed apprezzo così tanto il servizio. Se qualcuno di cui desidero la prosperità viene da me, lo consiglio di mettere in pratica l’arte del servire” [un BUON CONSIGLIO]”. J. G. BENNETT, Gurdjieff. Un nuovo mondo, Ubaldini Editore, Roma 1981, pp. 55-56, corsivi in originale, grassetti miei, miei commenti fra parentesi quadre. Qua il punto centrale sta nel fatto che “Dio NON Si manifesta DIRETTAMENTE” – ma ciò cambierà con la “NOVA IERUSALEM” – ed dunque: chi ha ricevuto un “particolare” potere di “ATTIVITÀ” (per usare la terminologia islamica) “NON È il caso” che si nasconda cioè DEVE usare tal potere – cioè mostrarlo – , una cosa che, tra l’altro, lo salvaguarderà da tentazioni sempre – SEMPRE! – possibili e che, potenzialmente, SEMPRE potranno portarlo fuori strada. Sul servizio: sottoscrivo. Quanto allo zikr, esso è la pronuncia persiana – e turca – dell’arabo “dhikr” ovvero l’invocazione interiore, di solito con Nomi di Dio (ma NON de “IL” nome …) …
“Ascriviamo ai corpi tutta una serie di cose che non potranno mai avere, e cerchiamo di contrabbandare il mondo fisico come risposta ai nostri problemi [ci sarà presto un “ritrovato tecnico” che “risolverà-ogni-problema”, o presto ci sarà “un programma elettorale” che “risolverà-ogni-problema”, o ci sarà una meditazione o una recitazione di formula che, presto, “risolverà-ogni-problema”, oppure ti convertirai a quell’altra religione e questo, presto, “risolverà-ogni-problema”, e così via: nessuna “cosa” che noi possiamo “fare” potrà MAI “risolvere-ogni-problema”, SE rimane soltanto corporea! Ed eccola la risposta per la quale taluni si danno a “ritualità magiche” senza – per loro, e NOSTRA, FORTUNA! – alcun successo (a volte trovano ciò che NON VOLEVANO invece!: il che PERÒ È BEN PEGGIO)]. Però nel mondo corporeo il vero cambiamento non è possibile: esso sottostà a troppe leggi [però è possibile che “altro” – dall’ “ALTO” così come dal “BASSO” – POSSA **MANIFESTARSI IN** QUESTO MONDO dei CORPI]. […]
Grazie alla conoscenza delle leggi che condizionano il mondo fisico siamo in grado di manipolarlo. In questo momento l’uomo ci riesce molto bene; però non si rende conto che ciò non significa nulla per il suo essere ed anzi lo allontana ancor di più dalla vita [VERA, che non può essere SE NON “divina”]. Dietro tutto questo vi sono gli influssi distruttivi delle leggi dell’illusione [NB], che Gurdjieff chiamò le ‘malefiche conseguenze dell’organo kundabuffer’ [legato ANCHE alla KUNDALINÌ]. Malgrado tutto ciò [NB] rimaniamo tenacemente attaccati a questo mondo e non vogliamo lasciarlo. […] Fanā-i akhām significa disillusione totale [si noti: TOTALE] rispetto al mondo corporeo [ma ciò è proprio l’ “ABC” della VERA spiritualità, OGGI così TANTO disattesa da TANTI che “anche” s’ “interessano” di questi “temi”, ma che, tuttavia, rimangono “attaccati” al “mondo CORPOREO” **ESATTAMENTE** COME QUELLI CHE NON s’ “interessano”] e a tutte [TUTTE …] le percezioni ed i pensieri che l’accompagnano. È il rendersi conto che questo mondo non può soddisfarci e che nessuna combinazione [**NESSUNA**] di eventi in questo mondo [“IN” …] potrà mai soddisfarci. Essa [la disillusione TOTALE, totale] ci dà la possibilità di entrare nel mondo dello spirito [ciò è un “controsenso” SOLO APPARENTE]”.
ID., L’uomo superiore, Ubaldini Editore, Roma 1985, pp. 235-236, corsivi in originale, grassetti miei, miei commenti fra parentesi quadre. [*]
Sul “mondo DELLO spirito” o “DEGLI” spiriti: “Il modo di capire tutto ciò, è affermare che esiste un mondo popolato da spiriti, spiriti buoni, spiriti cattivi, spiriti umani, spiriti della natura e così via, si ottiene così un quadro errato [ESATTO!] nel quale questi spiriti son rappresentati come esseri. Questo non è esatto, malgrado sia vero che vi sono spiriti, ivi compresi spiriti non-umani, che hanno una specie di realtà [appunto: solo “UNA SPECIE” di realtà, ché NON SONO un “essere vivente”]. Il punto è che non sono una persona [ESATTO]. Non hanno un corpo [per questo alcuni di tali “spiriti” RICERCANO la “corporeizzazione”, che può esser “loro fornita” SOLO dagli esseri umani o dai viventi in generale, anche animali detti “superiori” per intenderci: si sta capendo “IL” PUNTO …?], e il tipo di organizzazione che hanno [e ne hanno PURE UNO!] è molto difficile da vedere in termini oggettivi [di qui quei TANTI PROBLEMI che attanagliano – e NON risolvibili nel loro punto di vista – coloro i quali “pensano” di tali “‘forze’ SOTTILI” come DI “persone” ORGANIZZATE: NON È così proprio per nulla!]”.
Ivi, pp. 221-222, mie commenti fra parentesi quadre.
@i
[*] Dopo aver parlato dell’uso del rito “sacrificale” per scopi di natura individuale, per “vantaggi materiali”, e, quindi, di assenza del sacrificio, anche nel senso devozionale, poi così continuava: “Oggi, purtroppo, per l’umanità irretita dalla cosiddetta civiltà della macchina che ha tutto ridotto al comun denominatore del ‘do ut des’, autentico Regno di Mammona, dove tutti, maschi e femmine, sono dei mercenari pronti a qualsiasi abiezione pur di guadagnar denaro per appagare quasi sempre inutili desideri fatti passare per bisogni; dove si parla in continuazione di libertà e ci si serrano sempre più le catene della più orrenda schiavitù (quella di servitori delle macchine), e si si riempie la bocca dei termini di uguaglianza e di fratellanza mentre imperano la prepotenza, la rapina, omicidio e la strage [pare contemporanea questa frase, non degli anni Settanta del secolo scorso …], il senso del sacrificio, sia pur moralistico o devozionale, è andato pressoché, se non del tutto [del tutto], perduto. Ed ecco perché coloro che si avviano o credono di avviarsi sulla via verso l’iniziazione finiscono quasi sempre [NB] su quella della contro iniziazione asservendosi sempre più a Mammona nella ricerca di potenza terrena [NB]: perché, mandando loro il senso del sacrificio moralistico, devozionale o materiale, non hanno un punto di riferimento per indirizzarsi verso quello rituale, oppure ritengono che, eseguendo o seguendo il rito, si ottengano gli effetti che pseudo maestri o scritturi professionisti nel senso del ‘do ut des’ già detto, autentici mercanti dell’occulto, hanno loro lasciato intendere. Se qualcuno di costoro riuscisse [fortunatamente molto ma molto pochi] (e purtroppo c’è sempre qualcuno che attira e scatena forze telluriche [per vari motivi lunghi a spiegarsi]) a far funzionare il rito sacrificale, non creerebbe il ponte col suo Creatore o con le forze che tale creazione hanno determinato, o con gli eroi della sua stirpe, acquistandone la gloria; creerebbe invece un’infida passerella verso forze temibili, oscure e incontrollabili [soprattutto questo: incontrollabili, son specialisti i “contro iniziati” nello scatenare delle “forze” del genere, delle quali le forze atomiche - “scatenate” degli ordigni nucleari - sono un’immagine PRECISA e CORRETTA] che lo travolgerebbero [ancor ancora un caso meno grave] o, se si servissero di lui e di chi gli ha creduto [il che, di certo, è peggio], ne farebbero degli schiavi incapaci di risalire verso la Luce. E ciò perché, generalmente, chi appartiene a questa categoria, non è entrato nello spirito del rito, non ha capito la sua genesi”, G. VENTURA, Il mistero del rito sacrificale, Edizioni “La Luna Nera” - Gruppo Brancato Editore, San Giovanni La Punta (CA) 2011, p. 22, corsivi e grassetti miei, mie osservazioni fra parentesi quadre.
A buon intenditor …
venerdì 7 febbraio 2025
RispondiElimina“Note di chiusura”, 2007 - link sul gemello blog -
Cf.
https://associazionefederigoiisvevia.wordpress.com/2025/02/01/note-di-chiusura-2007-link/.
@i
1 commento:
EliminaBlog **dedicato a** “Federico II Hohenstaufen”8 febbraio 2025 alle ore 00:12
Repetita NON Juvant ... NON ... cf.
https://associazione-federicoii.blogspot.com/2020/11/repetita-juvant-un-altro-link-sullaltro.html
“Slow pace Apocalypse” … Apocalisse “al rallentatore” … “step by step” Apocaslypse … Now!
RispondiEliminadomenica 2 febbraio 2025
RispondiElimina“Fragmenta” ovvero: Alcuni Brani da, 1995-2025 – trent’anni fa, 1. Link sul gemello blog
Cf.
https://associazionefederigoiisvevia.wordpress.com/wp-content/uploads/2025/01/fragmenta.-alcuni-brani-da-2-.pdf
@i
Pubblicato da Blog **dedicato a** “Federico II Hohenstaufen” alle 00:06 Invia tramite emailPostalo sul blogCondividi su XCondividi su FacebookCondividi su Pinterest
Etichette: Link utili online
3 commenti:
Gestore2 febbraio 2025 alle ore 23:21
Laggente non si accorge di nulla, rimbambita com’è da messaggi perennemente accesi, che sia “tivvù” o computer o telefonini, gli arrivano! Non se ne accorgerà che quando è troppo tardi: allora chiederà un “salvatore” e … l’avrà! Ah ah …
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Blog **dedicato a** “Federico II Hohenstaufen”5 febbraio 2025 alle ore 22:49
Cf.
https://associazione-federicoii.blogspot.com/2022/03/verso-il-chaos-systemico-dal-quale.html
Rispondi
Blog **dedicato a** “Federico II Hohenstaufen”5 febbraio 2025 alle ore 22:49
Cf.
https://associazione-federicoii.blogspot.com/2022/03/balena-in-un-baleno.html
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