martedì 8 ottobre 2024

Reminder 22. 30 anni fa [ripubblicazione di un post, ormai di 4 anni fa, dunque: **34 anni** fa#]

 

 

 

 

 

 

Ricordiamo questo passo, peraltro già riportato, ma in un’edizione posteriore. Quindi non sono cose ch’erano non conosciute, anzi …

Senza Commento

 

 

W. B. Seabrook, Aventures en Arabie (Gallimard, Paris)

Questo libro, al pari di quelli dello stesso autore che sono già stati tradotti (L’Ile magique e Les Secrets de la jungle), si differenzia in meglio dagli abituali «racconti di viaggio»; senza dubbio perché in questo caso si tratta di un personaggio che non porta appresso dappertutto certe idee preconcette, e, soprattutto, che non è per niente convinto che gli Occidentali siano superiori a tutti gli altri popoli. Certo, talvolta vi sono delle ingenuità, degli stupori singolari di fronte a cose molto semplici e molto elementari; ma anche questo ci sembra essere, tutto sommato, una garanzia di sincerità, in verità, il titolo è poco appropriato, poiché l’autore non è stato proprio in Arabia, ma solo nelle regioni situate a nord di essa, e per esaurire subito le critiche, diciamo anche che i termini arabi sono talvolta bizzarramente deformati, come da chi provasse a trascrivere approssimativamente i suoni che ascolta, senza preoccuparsi dell’ortografia, mentre alcun frasi citate sono tradotte in maniera piuttosto fantastica. Infine, abbiamo potuto notare, ancora una volta, un fatto curioso: nei libri occidentali destinati al «grande pubblico», la shahâdah non è, per così dire, mai riprodotta esattamente; si tratta di un fatto puramente occidentale o non è piuttosto il caso di pensare che qualcosa si oppone a che essa possa essere pronunciata dalla massa dei lettori ostili o semplicemente indifferenti?

La prima parte, che è la più lunga, riguarda la vita dei Beduini ed è quasi interamente descrittiva, il che non vuol dire sia priva d’interesse; ma nelle seguenti vi è qualcosa di più. Una di esse, ove si parla dei Dervisci, contiene in particolare delle conversazioni con lo sheikh Mawlawi, ed il loro significato, senz’alcun dubbio, è stato riprodotto fedelmente: per dissipare l’incomprensione che l’autore manifesta nei confronti di certe turuq, questo sheikh gli spiega che «per giungere a Dio non vi è un’unica via stretta e diretta, ma un numero infinito di sentieri»; è un peccato che questi non abbia avuto l’occasione per fargli comprendere ance che il Sufismo non ha nulla in comune né col panteismo né con l’eterodossia … Per contro, è proprio di sette eterodosse, e della più enigmatiche, che egli parla nelle altre due parti del libro: i Drusi e gli Yezidi; e su entrambi vi son delle informazioni interessanti, senza peraltro alcuna pretese di far conoscere e di spiegare tutto. Per quanto riguarda i Drusi, vi è un punto che rimane particolarmente oscuro: il culto che hanno fama di rendere ad un «vitello d’oro» o ad una «testa di vitello»; si tratta di qualcosa che potrebbe dar luogo a moti accostamenti, dei quali l’autore sembra averne intravisto soltanto qualcuno; ma quantomeno egli ha capito che simbolismo non significa idolatria … Per quanto riguarda gli Yezidi, se ne potrà trarre un’idea discretamente diversa da quella che si ricavava dalla conferenza della quale abbiamo parlato ultimamente nelle nostre recensioni delle riviste (n ° di novembre): qui non si parla più del «Mazdeismo» e, almeno sotto questo profilo, è sicuramente più giusto; ma l’«adorazione del diavolo» potrebbe suscitare delle discussioni più difficili da risolvere, e la vera natura del Malak Tâwûs resta ancora un mistero. Quello che forse è più interessante, anche se all’insaputa dell’autore, che malgrado ciò che ha visto si rifiuta di credervi, è ciò che riguarda le «sette torri del diavolo», centri di proiezioni d’influenza sataniche nel mondo; che una di queste torri sia situata presso gli Yezidi non prova affatto che essi siano dei «satanisti», ma solamente che, come molte altre sette eterodosse, possono essere utilizzati per facilitare l’azione di forze ch’essi ignorano. A questo proposito, è significativo che i sacerdoti yezidi regolari si astengano dal compiere qualsiasi rito in questa torre, mentre alcuni tipi di maghi erranti vengano spesso a trascorrervi molti giorni; cosa rappresentano esattamente questi personaggi? In ogni caso, se la torre non è altro che il supporto tangibile e «localizzato» di uno dei centri della «contro-iniziazione» al quale presiedono gli awliyâ esh-Shaythân, non è affatto necessario che essa sia abitata permanentemente. Questi ultimi, tramite la costituzione di questi sette centri, pretendono di opporsi all’influenza dei sette Aqtâb o «Poli» terrestri, subordinati al «Polo» supremo, benché quest’opposizione non possa essere che illusoria, poiché il dominio spirituale è necessariamente precluso alla «contro-iniziazione»”, R. Guénon, Considerazioni sull’esoterismo islamico e sul taoismo – – La metafisica orientale, Arktos Oggero Editore, Carmagnola (TO) 1990, pp. 109-111, corsivi in originale[1]. Un mondo fa. Ma rimane vero quanto detto.

[Ripubblicato lo stesso testo nell’edizione Adelphi del 1993]

 

 

 

Andrea A. Ianniello

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

https://associazione-federicoii.blogspot.com/2020/03/30-anni-fa.html

[cancellato]

 



[1] Lo scritto La metafisica orientale in realtà è l’ unica conferenza pubblica di Guénon, “tenuta alla Sorbona il 12 dicembre 1925”, ivi, p. 140, corsivo e grassetto miei.

 

8 commenti:

  1. Con questo post poniamo termine alla serie di post intitolati “Reminder” seguito da un numero successivo in serie aritmetica; quelli che son rimasti, son rimasti, e quelli cancellati non ci son più.









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    1. Cronache televisive: si discuteva se colpire le "riserve nucleari" dell'Iran o limitarsi alle basi militari. Poi da Washington arriva la decisione "prudente" di non farlo. (ma si possono spiattellare certe cose e non riscontrare alcun effetto sulla popolazione?). Cecità totale, loro non sanno manco quello che dicono, e le masse lontanissime dal comprendere. Fosse successo ai tempi della Guerra Fredda, le pizze di mezzo mondo sarebbero esplose. Poco dopo: in Italia si discute per il "nucleare sostenibile", ma questo fa già ridere (e piangere) così. Buona notte e sogni di piombo, e buio, nero pece.

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    2. Certo che si può e senza incontrare nessuna significativa, **reale** resistenza: a tanto sono giunte le cosiddette “opinioni ‘pubbliche’” (senza più “spirito pubblico”); il consenso no? Di ciò si parla precisamente in “Impolitiche Considerazioni” e sta tutto lì … Possono anche buttare la bombetta atomica (ma che sarà mai, su? … – a tanto siamo giunti – e in pochi anni eh …!) ed avrebbero **il consenso**, sta tutto qui. Questa è la realtà, non si trova da nessuna parte una difesa reale: ma qui lo diciamo da degli anni! Tranne le sciocchezze pseudo neo nazionalistiche o pseudo “sovraniste” …
      Sulla vicenda del nucleare mi son espresso con chiarezza: i fatti dell’uso del nucleare in Corea li ho ricordati da qualche parte; McArthur fu fermato, sennò ne buttavano un’altra, in Corea … Non riescono nemmeno ad imporre il cosiddetto “first strike” a tutte le potenza in possesso di nucleare: solo due, per quel che ne so, l’accettano, Cina ed India, quando questo è il “minimo sindacale” mentre ci vorrebbe ben di più: il bando perpetuo delle armi nucleari. Ed è quanto dire … Cecità totale delle “opinioni” (pseudo) “pubbliche” poiché il modello – Baudrillard dicebat “illo tempore” – ci sta solo il “privato” ed è questo il modello che, dalla fine degli anni Settanta, si è andato imponendo nell’ “Occidente” così come nel mondo intero, seppur con ritmi diversi: e qui stiamo misurando esattamente la differenza di stato tra “Occidente” e “resto del mondo” proprio in relazione a tal aspetto! Come si dice in “Impolitiche”? La mentalità è: “io sto bene, per il resto vale: ‘so’ casi tua’” … così è oggi. La tecnica si è mangiata le società … Full stop. “Game Over” come dicevano i – vetusti ormai! – “video game” … All’epoca della Guerra fredda le piazze sarebbero esplose, nessun dubbio: così si misura la “glaciazione delle società” che, in “La sinistra divina” (Francia 1985, Italia 1986, Feltrinelli editore, se non ricordo male), Baudrillard prevedeva … “Game Over” …
      Credono ciò sia senza conseguenze, che non sia monitorato attentamente, “in primis” da “certe” forze – quelle che progettano “l’esternazione” (chiamiamola così eufemisticamente) –, poi dal Divino “Lui meme” per dirla un po’ alla lontana … sbagliato! Credono che “il peccato contro lo Spirito” non esista: idem!
      Siamo nel nero pece, nessun dubbio, ma non ancora totale. Che si diceva quii? Che si andrà nei giorni neri … Appunto!












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    3. Han dato, e mi fa piacere, il Nobèl all’associazione dei sopravvissuti Nihòn Hidakyò che fa informazione utilissima sul nucleare. Ci fa piacere, peccato che ciò avvenga in Norvegia, recente membro Nato e cioè di una potenza che ha fatto di tutto per avvicinare la possibilità di riuso del nucleare. Ah, straparlano di nucleare “tattico” che avrebbe reso obsoleta la dottrina militare “MAD” (Mutual Assured Destruction) e cioè quella dottrina che **fermò** McArthur. Perché la storia si deve conoscerla tutta … Bene, le cosiddette “tattiche” sono più potenti delle due bombe di Hiròshima e Nagasaki, fra cui, peraltro, quella di Nagasaki era più potente … è quanto dire …







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  2. Questi (“certe” forze, diciamo così …) si stanno preparando per il disastro, cioè per risponder al disastro da esse compiuto, la “mutazione” systemica di cui si disse anni fa … tanti non riescono proprio a capire quanto sia grave la “situazione” (in senso **post** “pasoliniano” direi, ormai) …
    Siamo a quel che si diceva tempo fa: siamo sull’orlo del “toccare” l’Iràn ed dunque di conseguenze sul campo **systemico** di portata importante. Il “System” non può tornare indietro alla fase di sua stabilità, che, poi, è il messaggio chiave d’ “Impolitiche” e che, poi, viene colto con difficoltà vedo …









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  3. Siamo dunque, ormai, ben dentro nella "situazione eccezionale" che "certe" forze tanto han contribuito a formare, a determinare.

    Questo è "il" punto, quello vero.

    Tanti non vogliono vederlo: non ci posso far niente.
    Non posso far vedere quel che si rifiuta di vedere.







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  4. Manpupuner – non distante dal Dyatlov Pass, tra l’altro – “sa” di qualche resto di antico “centro” sciamanico, in qualche modo; peraltro, le leggende locali trattano del fatto che dei “giganti samoiedi” volevano distruggere il popolo Mansi ma uno sciamano (mansi) – usando il tamburo “di guerra” (tamburo sciamanico) – ne provocò l’indurimento fino a farli ghiacciare … ovviamente la leggende nasconde “altro” …







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  5. Mettiamola così, nell’ “esercito del male” puoi anche raggiungere un altro grado, ma il comandante non lo sarai mai … anche se **sembra** – sembra – tu possa esserlo … sembra!

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