Una precisazione: in questo blog l’interesse per il nazismo come fenomeno **storico** non ha niente a che vedere con il supportarlo, detto a chiare lettere, men che meno a particolari simpatie per i “neo” nazi (in linea generale, qui non si valuta bene né laddove il termine “neo” sia un prefisso – per esempio “neonazismo”, neo questo, neo quello, qualsiasi “neo” – né laddove il termine “politica” sia un suffisso, per esempio: “bio-politica” o “eso-politica”).
Quel che in sostanza Cacciari reclama – cioè una democrazia che “decida”, vale a dire una democrazia “non acefala”, per dirla con Cavalli, è pura chimera: le democrazie o generano “uomini della folla” oppure tecnocrati, magari non cattivi –, ma con quella mentalità lì. Ma perché ciò accade? Perché manca lo *SPAZIO* politico – con la conseguente posta in gioco – spazio necessario per poter far emergere i “leader” che potrebbero (ri)dare al sistema democratico una “testa”, rendere la democrazia, per l’appunto, **NON** più “acefala”. Rimarrà invece “acefala”, e questo suo essere tale, cioè acefala, è un fenomeno **STRUTTURALE** nei sistemi democratici “liberali” della fase della loro CRISI grave, per certi aspetti finale. Quelli che possono nascere son solo “uomini della folla”, o il “capo plebeo” – e ve n’è a iosa d’esempi oggi! – ma **non** la leadership nel senso “weberiano” che, in sostanza, è ciò che Cacciari sta sempre ad invocare, reinvocare, ancora invocare. Oppure hai uomini del sistema, tecnocrati; ripeto: non necessariamente “cattivi” – la loro demonizzazione fa parte del cosiddetto “complottismo”, infatti – ma pur sempre tali, cioè tecnocrati, sono e rimangono. La dimensione strettamente “politica” gli è, in sostanza, estranea: su questo Cacciari ha ragione. Ma non ha ragione su altro, invece. Che cos’è la “destra”? La “destra” SI DEFINISCE per la sua incapacità di discriminare fra leadership “reale” e “l’uomo delle folle”, il “capo plebeo”, che, per loro, è “ipso facto” un leader: non è così, come si vede ogni volta che uno di questi si debba confrontare con qualche problema reale, ma loro ci cascano, ci ricascano, e ci cascano: ora e sempre. La “sinistra”, invece, ha un’idiosincrasia per la leadership, ed è per questo che porta sempre a democrazie acefale, a loro volta – quando non si generi una leadership *in senso weberiano*! – generatrici di “capi plebei”. Per questo il “populismo” non è un fenomeno incidentale, un “incidente di percorso” della democrazia, ma una sua possibilità **perenne** di degenerazione.
Interessante il filmato della sera del 28 novembre su La7, cioè il documentario dove O. Stone ripercorre il suo film di trent’anni fa e, con i nuovi documenti, si dimostra che il rapporto della Commisisone Warren è stato un depistaggio. Ecco, questo è un *vero* complotto. A furia di veder “complotti” – pseudo tali – dappertutto, non li si vede dove sono davvero … ecco il risultato del “complottismo” …
Il cosiddetto “complottismo” ci sta **proprio** per fare un gran polverone – la famosa “notte dove tutte le vacche sono nere” – cosicché il vero complotto dorme sonni tranquilli: ci sta per questo.
Gli errori di Cacciari nascono da questo: che per lui – ma non è affatto il solo – la teologia politica cui fa riferimento la democrazia liberale è l’erede di quella classica, cioè quella medioevale – cioè la **cristianizzazione** della teologia politica antico romana – poi a sua volta modificata dalla “nascita dello stato moderno” nei secc. XVI e XVII, a sua volta rimodificata nei secc. XVIII e soprattutto XIX, quando si edifica la democrazia **rappresentativa LIBERALE moderna** OCCIDENTALE, oggi in grave crisi sostanziale, strutturale, basilare o come vogliamo dirlo. In altre parole: la democrazia rappresentativa LIBERALE moderna OCCIDENTALE non è mai stata il “katèchon”, ma, invece, ha vissuto dell’orma, della “coda” del “katèchn” rappresentato da altre strutture istituzionali, di origine precedente. Lui – come tanti altri – sottovaluta i cambiamenti che la “teologia politica occidentale” ha subito con la modernità: ecco il punto vero. Non meno erronei però sono i “tradizionalisti” – tipo Evola – i quali non riescono a vedere la continuità, che si è ostruita *anche* attraverso una certa deviazione in ambito **aristocratico** (la “vieille race dangereuse” può situarsi “anche” qui: chi ha orecchie per intendere, intenda …), ceto che – con alterne vicende – in parte si è alleato, in parte ha combattuto l’ascesa della borghesia che ha suggellato le sorti della modernità **non** tarda (che le aristocrazie abbiano potuto in parte favorire l’emergere della modernità è considerato “fumo negli occhi” da parte dei “tradizionalisti” che voglio proiettare il XIX sec. Nei secc. Precedenti: purtroppo la storia ci conferma che ciò è potuto, in parte avvenire, quanto meno una divisione interna dentro il ceto “nobiliare” cosiddetto, uso questi termini per farmi capire: questioni meramente terminologiche qui non sono gradite). Con la tarda modernità le cose sono assai cambiate, per giungere così ad oggi, alla crisi di **modello** che si vive.
Ma veniamo un po’ alla situazione attuale, dove si vede che le borse reagiscono … Dove si son malamente “incartati”? Sulla questione – ma è un classico dell’ “occidente indecente”– della “possibilità di esprimere il pensiero” che però non vede che si tratta di altro, cioè di un problema di coesione sociale. Una società **NON È** una mera “somma d’individui” ognuno dei quali “ha” gli stessi – teoria eh – diritti: no, una società possiede un suo “proprium”, un qualcosa che ne denota la coesione, che sottende ai vari individui. Per cui, notava “illo tempore” Maraini, se un giapponese “perde ciò in cui crede” nondimeno tende a mantenere le “regole sociali”, mentre un occidentale tenderà piuttosto ad attaccarle, il che – a sua volta, detto a scanso d’equivoci – non significa che “tutti” i giapponesi la pensino uguale o che non vi sia dissenso, che però si manifesterà diversamente: togliendosi dalla società, per esempio, secludendosi ad essa. Il caso della Cina è solo parzialmente diverso qui gli occidentali – che amano ‘sta cosa oltre ogni dire poiché ne supporta tutti gli errori – sottolineano che son “cattivi” perché “autoritari” e ciò spiegherebbe tutto, secondo loro. Ora, però, a parte che il governo cinese **NON È** “onnipotente”, a parte questo, si pesi solo al numero esorbitante di cinesi: se una parte significativa di essi non si fosse adeguata alla “disciplina sociale” – chiamiamola così, così i nostri “illuministi e razionalisti ‘di ritorno’” saran felici! – hai voglia di metter poliziotti per le strade!, non ci sarebbe alcunché da fare. Il **vero** problema della Cina è precisamente questo: che sull’onda dell’occidentalizzazione la sua proverbiale, tradizionale, a tutti nota “coesione sociale” (perché “si è cinesi” di nascita) è stata pian piano intaccato, e di ciò Xi se ne rende ben conto, per questo tenta di ritornare a fatti cosiddetti “identitari”, come si dice oggi, abusando del termine, in Occidente. Probabilmente la crisi dovrà crescere fino ad inglobare le “maggioranze silenziose” che, per ora, mantengono il “consenso tacito” verso il System. Ciò, però, non potrà mai esser raggiunto con cose tipo “no qualcosa”, ci vuol altro. Ci vuol di più, ben di più … Ragionando teoricamente, ci vuole una crisi economica globale che costringa in qualche modo a dei cambiamenti sistemici fondamentali e strutturali, oltre che irreversibili. Cose che chi crede che “il vaccino viene dal diavolo” non può neanche non dico capire, non è da pretendersi da parte di costoro, ma solo ad immaginare: cerca nella direzione sbagliata, ma son specialisti nel campo, l’hanno sempre fatto nella storia. Sempre, nella storia, sono stati usati, e sempre lo saranno. E’ il loro ruolo in essa.
Un’altra considerazione qui: è interessante notare come oggi sia così difficile fare previsioni, di un tipo qualsiasi. Gente abituata a vivere nella “bolla tecnologica” ed dunque a fare previsioni un po’ su tutto, ecco che, improvvisamente, si ritrova a non poterne fare se non di minime! Non solo: ma la tecnologia si **aggiunge** a tali fattori per rendere le previsioni **ancor più complicate**! La “nemesi della modernità” sta qui, altro che “decisione”! La causa dell’aggiungersi della tecnologia digitale a questa già difficile situazione sta proprio nel fatto che la tecnologia tende ad intaccare la coesione sociale, quindi a produrre un estremo individualismo del quale i “no qualcosa” sono i diretti figli e la conseguenza più immediata. Si tratta della “crisi sistemica” di cui parlavano, nel lontano **1995**, Wallerstein e Hopkins, **più volte** ricordati su questo blog.
Per finire queste “considerazioni sparse”, la cosiddetta “nostra” epoca, diciamo “quest’epoca”, quest’epoca è l’epoca del “no”, non si può aver alcun dubbio al riguardo: il “no” la vince, il “no” attira su di sé ogni sorta di attenzione, un “no” impotente, tanto più rancoroso e rabbioso quanto più esso stesso non può vederne l’impotenza, quindi esplode in rabbia. Ed acuisce la **già notevole** crisi della coesione sociale. A chi dice che il “piano” – ciò che così chiamano, più o meno “l’ ‘usare’ la pandemia per imporre una svolta ‘autoritaria’” – fallirà; prima cosa, **NON È** “IL” piano; seconda cosa, chiamiamo le cose col loro nome: digitalizzazione SPINTA. Essa è fallimentare **PER PRINCIPIO**, pertanto ciò attesta che questo ** NON È affatto” “IL” piano … Sul “Cui prodest”; personalmente, **NON DICO** affatto che siano i **governi** di Russia e Cina – ma soprattutto Russia, certe cose puzzano di “disinformatzija” da lontano mille miglia, mentre certe cose generalmente **NON SONO** nel “China style” –, piuttosto, invece, dico che sono delle “agenzie” che si vedono “dietro” le amministrazioni e che, magari tollerate, o anche tacitamente accettate, però **NON COINCIDONO AFFATTO** CON i governi di dette nazioni. In ogni caso, sul tal tema, cf. https://associazione-federicoii.blogspot.com/2019/01/da-il-montaggio-13-punti-tratti-da-sun.html Su altri temi, l’età nella quale siamo entrati, cf. https://associazione-federicoii.blogspot.com/2021/07/noi-siamo-entrati_77.html Tutti costoro **NON RIESCONO NEMMENO A LONTANAMENTE IMMAGINARE** che **LO SCOPO** di detto piano è precisamente quel che loro chiamerebbero – e chiamano – un “fallimento” … perché lo scopo è indebolire il System dall’interno; evidentemente il Giappone non è il “target” preferito di tale azione, come non sembra esserlo l’Inghilterra post Brexit. Ed ecco che le proteste lì non vengono “rinforzate” … Per questo, dunque, tornando al tema, tali gruppi non son convincibili ma ciò **NON SIGNIFICA** che non siano usabili nella lotta globale in atto fra chi vuol “mettere a terra” – ma **SENZA DISTRUGGERLO** – l’attuale calante, zoppicante sistema – sempre più in crisi esiziale – “versus” chi vuol difendere il sistema, cioè i “custodi del sistema”, sempre più indeboliti, che hanno aperto a cose che mai avrebbero – nei loro “tempi di similoro” – accettato. Ma già il fatto che siano “in difesa” la dice lunga, in realtà, sul rapporto di forza … Altra cosa: una parte non secondaria dei “protestanti” di nuovo conio – come li chiamo – fa parte dell’ “implosione ‘dolce’” di cui parlava Baudrillard nel lontano **1978**, sul quale testo cf. https://associazione-federicoii.blogspot.com/2019/02/una-breve-recensione-della-prefazione.html, e cf. https://associazione-federicoii.blogspot.com/2018/12/step-3-40-anni-fa-di-nuovo-allombra.html
I due link, cf. https://associazione-federicoii.blogspot.com/2019/02/una-breve-recensione-della-prefazione.html, e cf. https://associazione-federicoii.blogspot.com/2018/12/step-3-40-anni-fa-di-nuovo-allombra.html, dopo rispettivamente due e tre anni, li sottoscrivo pienamente, **parole per parola**, nulla ne va cambiato. E, tra le altre cose, anche dei recentissimi fenomeni trovan lì una spiegazione chiara.
E’ interessante sottolineare come i testi di Baudrillard da me recensiti – nei due link di qui sopra, così come in qualche altro link – siano degli anni Settanta del secolo scorso: come se un intero ciclo (di quarant’anni tra l’altro!, il 40 così pieno di valenze “bibliche”, un ciclo di prova ed espiazione) si fosse concluso, un compimento, cominciato in quegli anni, ed oggi ormai in via di concludersi … E “It’s only at the turning point that you find out how you fight”, testo de “In the rapids” dei Genesis … sempre anni Settanta (1974, per la precisione). Si avvicina, dunque, il “turning point” … Siamo consapevoli di esser vicino ad un punto di “giro”, di svolta … fa’ dunque silenzio nella tua mente, non ascoltare i troppi messaggi contraddittori, ma cerca di comprendere le vere fattezze delle cose … fuori da isterismi, da vecchie cose che si riciclano: se ciò doveva essere, ora è … La storia è una giungla di fiere, cf. https://associazione-federicoii.blogspot.com/2017/04/la-storia-una-giungla-di-fiere.html Ora ed ancor più di sempre: si salva solo chi sa che può affondare, solo chi sa che “ci sono fiere sul cammino” e non abbocca ad ogni sciocchezza, gli ostacoli son davvero **enormi** oggi, tutto depista. Ma come mai ci sarebbe una sedicente “alternativa” se fa tanto rumore, se viene tanto rinforzata? Non è un’alternativa, la cosa è molto semplice … Dall’illusorio verso ciò-che-è reale … La vittoria su di sé, l’unica che conti, sempre. Sempre. Queste cose u tempo erano testate nella pratica, non nelle chiacchiere, da chi era andato in guerra ed era tornato vivo: come si preserva sé stessi? Un antico guerriero consigliava questo: fa’ testamento, datti epr morto, e tornerai a casa vivo. Sembrano sciocchezze, l’ignorate ne riderà – non può fare altrimenti, non sarebbe tale – ma il saggio comprenderà …
Interessantissime – ancor oggi – le considerazioni di Baudrillard sulla differenza tra morte “naturale” e morte “spettacolare” – che il terrorismo, questo lo aggiungo io eh – avrebbe tentato di riportare in auge, in realtà riuscendoci **pochissimo**, POCHISSIMO davvero, **TRANNE** che per il 9-11, e, soprattutto, sulla relazione fra la sicurezza e la morte, perché contribuisce a spiegare alcune cose che vediamo (cf. J. BAUDRILLARD, “Lo scambio simbolico e la morte”, Feltrinelli, Milano **1979**, pp. 196-200). Vi è l’edizione, dello stesso testo, del 2007, se non ricordo male. Peraltro, direi, che ormai è chiaro ciò che consente a genti, anche diverse, di riunirsi dentro il “no qualcosa”, lo chiamo così, cioè i vari movimenti di “protesta”, che si uniscono solo sul “no” comune però, caratteristica loro distintiva. Per cui la critica che spesso si sente fare loro (“che cosa propongono, allora”) manca il bersaglio: a costoro non interessa “proporre”, interessa “dire di no”, ecco cosa li galvanizza davvero. Bene, ma perché si sono riuniti? Cosa ne costituisce il “trait d’union” famoso, chiaramente oltre al messaggio, che è: “NO” a prescindere (inoltre fermo restando che **NON È** affatto che tutti quelli che siano contro il vaccino son parte di tal movimento, perché NON È AFFATTO così)? Infatti parlo qui della **nutrita** minoranza **ideologizzata**, occorre ben precisare tutto ciò, e non parlo nemmeno di chi afferma: “il vaccino è del diavolo, dunque il diavolo (o l’anticristo – e qui raggiungiamo il ridicolo –) ‘allora’ è il vaccino” (paralogismo evidente), che trattasi di certi lati della perenne “destra religiosa”. Questi lati che ci son sempre stati, peraltro. Ora, tutti questi ultimi, pur indubbiamente facendo parte di detto movimento, son fenomeni però che **non** ci consentono d’ **identificar bene** QUESTO movimento fra TUTTI gli altri. Non ci consentono di capir bene che cosa possa unire – nel “no”, chiaro – tali posizioni tutte **differenti** fra loro. In una parola: si tratta di un fenomeno **implosivo**.
NON . Che sarebbe 600-600-600 … NÉ . Che sarebbe 60-60-60 … Mentre = ϛϛϛ invece sarebbe: 6-6-6 … Ovvero potrebbe anche mascherarsi come: ççç - messo in maiuscolo però - cioè : ÇÇÇ …
Come può accadere. Attualmente la sorveglianza è già fortissima, però succede che le varie banche dati “non dialoghino” – eufemismo per dire che no si passano i dati “storati” dopo esser stati raccolti – ed ovviamente salvo chi **si vende** i dati che son stati accumulati: è fuori legge ma, di fatto, è difficile controllare. Come potrebbe, poi, essere la “cosa”? La cosa necessiterebbe una sorta di “registro unico” in cui far confluire – ovvero potrebbe invece semplicemente questo “registro” accedere a tutti gli altri )le modalità pratiche possono essere diverse ma non cambiano il punto) – tutti i dati raccolti. Ora tu puoi farlo solo partendo da un qualcosa di **finanziario**, solo così potresti avere la giustificazione di farlo. E torniamo al “comprare e vendere” dell’ “Ap.” di Giovanni … Tra l’altro, il “SAN” era variante del “SIGMA”, ch’è simile allo “stigma” – il “segno” famoso dell’ “Ap.” di Giovanni –, per cui potrebbe prender anche un altro modo di esprimersi … Naturalmente, il problema è SEMPRE la RIPETIZIONE (per tre volte) dello stesso carattere … Nulla lo esclude, ma potrebbe – anch’esso – esser mascherato …
Questa può essere una via **pratica**, perché la cosa è pratica, non le solite sciocchezze da destra religiosa, che le dicono da decenni e niente accade, né mai accadrà, nel loro senso. Se si facesse un database, **e** ad esso database vi fosse la possibilità di accesso **in vista** di codici monetari, valutari o para valutari, comunque in ogni caso digitali - poiché trattasi di “comprare e vedere”, dice l’ “Ap.” di Giovanni – che su questo è chiarissima e non lascia dubbi - beh sarebbe possibile. Sarebbe possibile **ora**, nella presente situazione.
Interessante che si riportino delle frasi di Cacciari ormai di molti anni fa (anni Ottanta del secolo scorso), con anche ciò che non condivido affatto delle critiche “cacciariane”, cioè: che senso ha criticare un fatto strutturale, un epilogo logico e fondamentale, ineliminabile, della politica moderna, volendo rimanere all’interno di quello stesso quadro che ha generato la crisi stessa? Nessun senso. Nessun senso poiché l’epoca di “razionalizzazione e di secolarizzazione del Politico” (Cacciari) È FINITA. PER SEMPRE. Di conseguenza – ed è la deduzione importante – NON VI È PIU’ “KATÈCHON” … Siam in un diverso scenario (e non voglio usar “nuovo”, termine che, nella mentalità moderna, si equivale a “buono”, quando non è affatto sicuro che sia così: diciamo soltanto “diverso”, “differente”). Come non vi è più “katèchôn”, allo stesso modo si è nella “perdita totale della ‘Traditio’”, che è quella famosa parola che tanti “tradizionalisti” amano usare. Ecco “DUO SIGNA” di non piccola importanza (chi ha orecchie per intendere, intenda …).
Interessanti anche i due link ai quali dava "illo tempore” accesso il primo link di qui sopra: cf. http://associazione-federicoii.blogspot.it/2016/03/para-docks.html, cf. http://associazione-federicoii.blogspot.it/2016/03/lo-stato-di-emergenza-virilio-ma-globale.html.
Interessante già in quel tempo parlassi di “stato d’emergenza globale”, che alcuni vorrebbero affrontare usando strumenti analitici incredibilmente rozzi. Anzi è peggio: spuntati … In ogni caso, rimane centrale il punto: uno “stato d’emergenza globale” si può trasformare in uno “stato d’ **eccezione** globale”? E se sì, in quali termini, con quali modalità (reali, concrete, niente isterismi da destra religiosa, please, a furia di “attendere” l’ **idea** che si son fatti dell’ “A.” non arriverà mai nulla, e, se mai arriverà, sarà in forme che non si aspetteranno mai, poiché cercano il martedì di mercoledì, sbagliato alla radice. Questa è la questione.
Interessantissime – ancor oggi – le considerazioni di Baudrillard sulla differenza tra morte “naturale” e morte “spettacolare” – che il terrorismo, questo lo aggiungo io eh – avrebbe tentato di riportare in auge, in realtà riuscendoci **pochissimo**, POCHISSIMO davvero, **TRANNE** che per il 9-11, e, soprattutto, sulla relazione fra la sicurezza e la morte, perché contribuisce a spiegare alcune cose che vediamo (cf. J. BAUDRILLARD, “Lo scambio simbolico e la morte”, Feltrinelli, Milano **1979**, pp. 196-200). Vi è l’edizione, dello stesso testo, del 2007, se non ricordo male. Peraltro, direi, che ormai è chiaro ciò che consente a genti, anche diverse, di riunirsi dentro il “no qualcosa”, lo chiamo così, cioè i vari movimenti di “protesta”, che si uniscono solo sul “no” comune però, caratteristica loro distintiva. Per cui la critica che spesso si sente fare loro (“che cosa propongono, allora”) manca il bersaglio: a costoro non interessa “proporre”, interessa “dire di no”, ecco cosa li galvanizza davvero. Bene, ma perché si sono riuniti? Cosa ne costituisce il “trait d’union” famoso, chiaramente oltre al messaggio, che è: “NO” a prescindere (inoltre fermo restando che **NON È** affatto che tutti quelli che siano contro il vaccino son parte di tal movimento, perché NON È AFFATTO così)? Infatti parlo qui della **nutrita** minoranza **ideologizzata**, occorre ben precisare tutto ciò, e non parlo nemmeno di chi afferma: “il vaccino è del diavolo, dunque il diavolo (o l’anticristo – e qui raggiungiamo il ridicolo – ‘allora’ è il vaccino”, che trattasi di certi lati della perenne “destra religiosa”. Questi lati che ci son sempre stati, peraltro. Ora, tutti questi ultimi, pur indubbiamente facendo parte di detto movimento, son fenomeni però che **non** ci consentono d’ **identificar bene** QUESTO movimento fra TUTTI gli altri. Non ci consentono di capir bene che cosa possa unire – nel “no”, chiaro – tali posizioni tutte **differenti** fra loro.
I “no vax” – o i “no green pass” –, ed il “complottismo” tutto, **NON SONO** il cosiddetto “pensiero magico”, qualunque cosa si voglia intendere con quest’ultima espressione (“pensiero magico”, ch’è una cosa seria, non un giocattolo d’agitare, un “babau” che si agiti per spaventare). Quanto alla dicotomia “razionale/irrazionale”, questa comincia col razionalismo, dove – col termine d’ “irrazionale” – s’intende l’ “anti” razionale, dove poi la “ragione” si equivale alla ragione **moderna**, punto anche questo di grande importanza. Il “non razionale” non è affatto necessariamente “anti” razionale. Senza contare che deve pur esistere il “sovra” razionale, cosa che le varie forme di razionalismo negano. Per cui è tutto una distorsione dei termini fondamentale: si parte da un riduzionismo spinto, e poi si “deduce”tutta una serie di conseguenze: ma il nodo è il punto di partenza.
Una precisazione: in questo blog l’interesse per il nazismo come fenomeno **storico** non ha niente a che vedere con il supportarlo, detto a chiare lettere, men che meno a particolari simpatie per i “neo” nazi (in linea generale, qui non si valuta bene né laddove il termine “neo” sia un prefisso – per esempio “neonazismo”, neo questo, neo quello, qualsiasi “neo” – né laddove il termine “politica” sia un suffisso, per esempio: “bio-politica” o “eso-politica”).
RispondiElimina@i
Quel che in sostanza Cacciari reclama – cioè una democrazia che “decida”, vale a dire una democrazia “non acefala”, per dirla con Cavalli, è pura chimera: le democrazie o generano “uomini della folla” oppure tecnocrati, magari non cattivi –, ma con quella mentalità lì.
RispondiEliminaMa perché ciò accade? Perché manca lo *SPAZIO* politico – con la conseguente posta in gioco – spazio necessario per poter far emergere i “leader” che potrebbero (ri)dare al sistema democratico una “testa”, rendere la democrazia, per l’appunto, **NON** più “acefala”. Rimarrà invece “acefala”, e questo suo essere tale, cioè acefala, è un fenomeno **STRUTTURALE** nei sistemi democratici “liberali” della fase della loro CRISI grave, per certi aspetti finale. Quelli che possono nascere son solo “uomini della folla”, o il “capo plebeo” – e ve n’è a iosa d’esempi oggi! – ma **non** la leadership nel senso “weberiano” che, in sostanza, è ciò che Cacciari sta sempre ad invocare, reinvocare, ancora invocare. Oppure hai uomini del sistema, tecnocrati; ripeto: non necessariamente “cattivi” – la loro demonizzazione fa parte del cosiddetto “complottismo”, infatti – ma pur sempre tali, cioè tecnocrati, sono e rimangono. La dimensione strettamente “politica” gli è, in sostanza, estranea: su questo Cacciari ha ragione. Ma non ha ragione su altro, invece.
Che cos’è la “destra”? La “destra” SI DEFINISCE per la sua incapacità di discriminare fra leadership “reale” e “l’uomo delle folle”, il “capo plebeo”, che, per loro, è “ipso facto” un leader: non è così, come si vede ogni volta che uno di questi si debba confrontare con qualche problema reale, ma loro ci cascano, ci ricascano, e ci cascano: ora e sempre. La “sinistra”, invece, ha un’idiosincrasia per la leadership, ed è per questo che porta sempre a democrazie acefale, a loro volta – quando non si generi una leadership *in senso weberiano*! – generatrici di “capi plebei”. Per questo il “populismo” non è un fenomeno incidentale, un “incidente di percorso” della democrazia, ma una sua possibilità **perenne** di degenerazione.
@i
Interessante il filmato della sera del 28 novembre su La7, cioè il documentario dove O. Stone ripercorre il suo film di trent’anni fa e, con i nuovi documenti, si dimostra che il rapporto della Commisisone Warren è stato un depistaggio. Ecco, questo è un *vero* complotto. A furia di veder “complotti” – pseudo tali – dappertutto, non li si vede dove sono davvero … ecco il risultato del “complottismo” …
EliminaIl cosiddetto “complottismo” ci sta **proprio** per fare un gran polverone – la famosa “notte dove tutte le vacche sono nere” – cosicché il vero complotto dorme sonni tranquilli: ci sta per questo.
EliminaGli errori di Cacciari nascono da questo: che per lui – ma non è affatto il solo – la teologia politica cui fa riferimento la democrazia liberale è l’erede di quella classica, cioè quella medioevale – cioè la **cristianizzazione** della teologia politica antico romana – poi a sua volta modificata dalla “nascita dello stato moderno” nei secc. XVI e XVII, a sua volta rimodificata nei secc. XVIII e soprattutto XIX, quando si edifica la democrazia **rappresentativa LIBERALE moderna** OCCIDENTALE, oggi in grave crisi sostanziale, strutturale, basilare o come vogliamo dirlo.
RispondiEliminaIn altre parole: la democrazia rappresentativa LIBERALE moderna OCCIDENTALE non è mai stata il “katèchon”, ma, invece, ha vissuto dell’orma, della “coda” del “katèchn” rappresentato da altre strutture istituzionali, di origine precedente.
Lui – come tanti altri – sottovaluta i cambiamenti che la “teologia politica occidentale” ha subito con la modernità: ecco il punto vero. Non meno erronei però sono i “tradizionalisti” – tipo Evola – i quali non riescono a vedere la continuità, che si è ostruita *anche* attraverso una certa deviazione in ambito **aristocratico** (la “vieille race dangereuse” può situarsi “anche” qui: chi ha orecchie per intendere, intenda …), ceto che – con alterne vicende – in parte si è alleato, in parte ha combattuto l’ascesa della borghesia che ha suggellato le sorti della modernità **non** tarda (che le aristocrazie abbiano potuto in parte favorire l’emergere della modernità è considerato “fumo negli occhi” da parte dei “tradizionalisti” che voglio proiettare il XIX sec. Nei secc. Precedenti: purtroppo la storia ci conferma che ciò è potuto, in parte avvenire, quanto meno una divisione interna dentro il ceto “nobiliare” cosiddetto, uso questi termini per farmi capire: questioni meramente terminologiche qui non sono gradite). Con la tarda modernità le cose sono assai cambiate, per giungere così ad oggi, alla crisi di **modello** che si vive.
“katèchn” qui sopra - nel commento del 27 novembre 2021 00:54 - va cambiato in:
Elimina“katèchon”.
Ma veniamo un po’ alla situazione attuale, dove si vede che le borse reagiscono …
RispondiEliminaDove si son malamente “incartati”?
Sulla questione – ma è un classico dell’ “occidente indecente”– della “possibilità di esprimere il pensiero” che però non vede che si tratta di altro, cioè di un problema di coesione sociale. Una società **NON È** una mera “somma d’individui” ognuno dei quali “ha” gli stessi – teoria eh – diritti: no, una società possiede un suo “proprium”, un qualcosa che ne denota la coesione, che sottende ai vari individui. Per cui, notava “illo tempore” Maraini, se un giapponese “perde ciò in cui crede” nondimeno tende a mantenere le “regole sociali”, mentre un occidentale tenderà piuttosto ad attaccarle, il che – a sua volta, detto a scanso d’equivoci – non significa che “tutti” i giapponesi la pensino uguale o che non vi sia dissenso, che però si manifesterà diversamente: togliendosi dalla società, per esempio, secludendosi ad essa. Il caso della Cina è solo parzialmente diverso qui gli occidentali – che amano ‘sta cosa oltre ogni dire poiché ne supporta tutti gli errori – sottolineano che son “cattivi” perché “autoritari” e ciò spiegherebbe tutto, secondo loro. Ora, però, a parte che il governo cinese **NON È** “onnipotente”, a parte questo, si pesi solo al numero esorbitante di cinesi: se una parte significativa di essi non si fosse adeguata alla “disciplina sociale” – chiamiamola così, così i nostri “illuministi e razionalisti ‘di ritorno’” saran felici! – hai voglia di metter poliziotti per le strade!, non ci sarebbe alcunché da fare. Il **vero** problema della Cina è precisamente questo: che sull’onda dell’occidentalizzazione la sua proverbiale, tradizionale, a tutti nota “coesione sociale” (perché “si è cinesi” di nascita) è stata pian piano intaccato, e di ciò Xi se ne rende ben conto, per questo tenta di ritornare a fatti cosiddetti “identitari”, come si dice oggi, abusando del termine, in Occidente.
Probabilmente la crisi dovrà crescere fino ad inglobare le “maggioranze silenziose” che, per ora, mantengono il “consenso tacito” verso il System. Ciò, però, non potrà mai esser raggiunto con cose tipo “no qualcosa”, ci vuol altro. Ci vuol di più, ben di più …
Ragionando teoricamente, ci vuole una crisi economica globale che costringa in qualche modo a dei cambiamenti sistemici fondamentali e strutturali, oltre che irreversibili. Cose che chi crede che “il vaccino viene dal diavolo” non può neanche non dico capire, non è da pretendersi da parte di costoro, ma solo ad immaginare: cerca nella direzione sbagliata, ma son specialisti nel campo, l’hanno sempre fatto nella storia. Sempre, nella storia, sono stati usati, e sempre lo saranno. E’ il loro ruolo in essa.
Un’altra considerazione qui: è interessante notare come oggi sia così difficile fare previsioni, di un tipo qualsiasi. Gente abituata a vivere nella “bolla tecnologica” ed dunque a fare previsioni un po’ su tutto, ecco che, improvvisamente, si ritrova a non poterne fare se non di minime! Non solo: ma la tecnologia si **aggiunge** a tali fattori per rendere le previsioni **ancor più complicate**! La “nemesi della modernità” sta qui, altro che “decisione”! La causa dell’aggiungersi della tecnologia digitale a questa già difficile situazione sta proprio nel fatto che la tecnologia tende ad intaccare la coesione sociale, quindi a produrre un estremo individualismo del quale i “no qualcosa” sono i diretti figli e la conseguenza più immediata. Si tratta della “crisi sistemica” di cui parlavano, nel lontano **1995**, Wallerstein e Hopkins, **più volte** ricordati su questo blog.
RispondiEliminaPer finire queste “considerazioni sparse”, la cosiddetta “nostra” epoca, diciamo “quest’epoca”, quest’epoca è l’epoca del “no”, non si può aver alcun dubbio al riguardo: il “no” la vince, il “no” attira su di sé ogni sorta di attenzione, un “no” impotente, tanto più rancoroso e rabbioso quanto più esso stesso non può vederne l’impotenza, quindi esplode in rabbia. Ed acuisce la **già notevole** crisi della coesione sociale.
RispondiEliminaA chi dice che il “piano” – ciò che così chiamano, più o meno “l’ ‘usare’ la pandemia per imporre una svolta ‘autoritaria’” – fallirà; prima cosa, **NON È** “IL” piano; seconda cosa, chiamiamo le cose col loro nome: digitalizzazione SPINTA. Essa è fallimentare **PER PRINCIPIO**, pertanto ciò attesta che questo ** NON È affatto” “IL” piano …
Sul “Cui prodest”; personalmente, **NON DICO** affatto che siano i **governi** di Russia e Cina – ma soprattutto Russia, certe cose puzzano di “disinformatzija” da lontano mille miglia, mentre certe cose generalmente **NON SONO** nel “China style” –, piuttosto, invece, dico che sono delle “agenzie” che si vedono “dietro” le amministrazioni e che, magari tollerate, o anche tacitamente accettate, però **NON COINCIDONO AFFATTO** CON i governi di dette nazioni.
In ogni caso, sul tal tema, cf.
https://associazione-federicoii.blogspot.com/2019/01/da-il-montaggio-13-punti-tratti-da-sun.html
Su altri temi, l’età nella quale siamo entrati, cf.
https://associazione-federicoii.blogspot.com/2021/07/noi-siamo-entrati_77.html
Tutti costoro **NON RIESCONO NEMMENO A LONTANAMENTE IMMAGINARE** che **LO SCOPO** di detto piano è precisamente quel che loro chiamerebbero – e chiamano – un “fallimento” … perché lo scopo è indebolire il System dall’interno; evidentemente il Giappone non è il “target” preferito di tale azione, come non sembra esserlo l’Inghilterra post Brexit. Ed ecco che le proteste lì non vengono “rinforzate” … Per questo, dunque, tornando al tema, tali gruppi non son convincibili ma ciò **NON SIGNIFICA** che non siano usabili nella lotta globale in atto fra chi vuol “mettere a terra” – ma **SENZA DISTRUGGERLO** – l’attuale calante, zoppicante sistema – sempre più in crisi esiziale – “versus” chi vuol difendere il sistema, cioè i “custodi del sistema”, sempre più indeboliti, che hanno aperto a cose che mai avrebbero – nei loro “tempi di similoro” – accettato. Ma già il fatto che siano “in difesa” la dice lunga, in realtà, sul rapporto di forza …
Altra cosa: una parte non secondaria dei “protestanti” di nuovo conio – come li chiamo – fa parte dell’ “implosione ‘dolce’” di cui parlava Baudrillard nel lontano **1978**, sul quale testo cf.
https://associazione-federicoii.blogspot.com/2019/02/una-breve-recensione-della-prefazione.html,
e cf.
https://associazione-federicoii.blogspot.com/2018/12/step-3-40-anni-fa-di-nuovo-allombra.html
I due link, cf.
Eliminahttps://associazione-federicoii.blogspot.com/2019/02/una-breve-recensione-della-prefazione.html,
e cf.
https://associazione-federicoii.blogspot.com/2018/12/step-3-40-anni-fa-di-nuovo-allombra.html,
dopo rispettivamente due e tre anni, li sottoscrivo pienamente, **parole per parola**, nulla ne va cambiato.
E, tra le altre cose, anche dei recentissimi fenomeni trovan lì una spiegazione chiara.
E’ interessante sottolineare come i testi di Baudrillard da me recensiti – nei due link di qui sopra, così come in qualche altro link – siano degli anni Settanta del secolo scorso: come se un intero ciclo (di quarant’anni tra l’altro!, il 40 così pieno di valenze “bibliche”, un ciclo di prova ed espiazione) si fosse concluso, un compimento, cominciato in quegli anni, ed oggi ormai in via di concludersi …
EliminaE “It’s only at the turning point that you find out how you fight”, testo de “In the rapids” dei Genesis … sempre anni Settanta (1974, per la precisione). Si avvicina, dunque, il “turning point” …
Siamo consapevoli di esser vicino ad un punto di “giro”, di svolta … fa’ dunque silenzio nella tua mente, non ascoltare i troppi messaggi contraddittori, ma cerca di comprendere le vere fattezze delle cose … fuori da isterismi, da vecchie cose che si riciclano: se ciò doveva essere, ora è …
La storia è una giungla di fiere, cf.
https://associazione-federicoii.blogspot.com/2017/04/la-storia-una-giungla-di-fiere.html
Ora ed ancor più di sempre: si salva solo chi sa che può affondare, solo chi sa che “ci sono fiere sul cammino” e non abbocca ad ogni sciocchezza, gli ostacoli son davvero **enormi** oggi, tutto depista. Ma come mai ci sarebbe una sedicente “alternativa” se fa tanto rumore, se viene tanto rinforzata? Non è un’alternativa, la cosa è molto semplice …
Dall’illusorio verso ciò-che-è reale … La vittoria su di sé, l’unica che conti, sempre. Sempre.
Queste cose u tempo erano testate nella pratica, non nelle chiacchiere, da chi era andato in guerra ed era tornato vivo: come si preserva sé stessi? Un antico guerriero consigliava questo: fa’ testamento, datti epr morto, e tornerai a casa vivo. Sembrano sciocchezze, l’ignorate ne riderà – non può fare altrimenti, non sarebbe tale – ma il saggio comprenderà …
Quest’età del consenso è finita, e con esso il NWO …
RispondiEliminaCf.
Eliminahttps://associazione-federicoii.blogspot.com/2018/12/and-so-nwo-is-definitively-over-sonido.html
Interessantissime – ancor oggi – le considerazioni di Baudrillard sulla differenza tra morte “naturale” e morte “spettacolare” – che il terrorismo, questo lo aggiungo io eh – avrebbe tentato di riportare in auge, in realtà riuscendoci **pochissimo**, POCHISSIMO davvero, **TRANNE** che per il 9-11, e, soprattutto, sulla relazione fra la sicurezza e la morte, perché contribuisce a spiegare alcune cose che vediamo (cf. J. BAUDRILLARD, “Lo scambio simbolico e la morte”, Feltrinelli, Milano **1979**, pp. 196-200). Vi è l’edizione, dello stesso testo, del 2007, se non ricordo male. Peraltro, direi, che ormai è chiaro ciò che consente a genti, anche diverse, di riunirsi dentro il “no qualcosa”, lo chiamo così, cioè i vari movimenti di “protesta”, che si uniscono solo sul “no” comune però, caratteristica loro distintiva. Per cui la critica che spesso si sente fare loro (“che cosa propongono, allora”) manca il bersaglio: a costoro non interessa “proporre”, interessa “dire di no”, ecco cosa li galvanizza davvero. Bene, ma perché si sono riuniti? Cosa ne costituisce il “trait d’union” famoso, chiaramente oltre al messaggio, che è: “NO” a prescindere (inoltre fermo restando che **NON È** affatto che tutti quelli che siano contro il vaccino son parte di tal movimento, perché NON È AFFATTO così)? Infatti parlo qui della **nutrita** minoranza **ideologizzata**, occorre ben precisare tutto ciò, e non parlo nemmeno di chi afferma: “il vaccino è del diavolo, dunque il diavolo (o l’anticristo – e qui raggiungiamo il ridicolo –) ‘allora’ è il vaccino” (paralogismo evidente), che trattasi di certi lati della perenne “destra religiosa”. Questi lati che ci son sempre stati, peraltro. Ora, tutti questi ultimi, pur indubbiamente facendo parte di detto movimento, son fenomeni però che **non** ci consentono d’ **identificar bene** QUESTO movimento fra TUTTI gli altri. Non ci consentono di capir bene che cosa possa unire – nel “no”, chiaro – tali posizioni tutte **differenti** fra loro.
EliminaIn una parola: si tratta di un fenomeno **implosivo**.
“666 = ΧΞϚ ovvero = χξϛ” …
RispondiElimina“CHES” = Xei-KSei-Stigma
Ovvero anche:
“666 = ϚϚϚ = ϛϛϛ” …
NON . Che sarebbe 600-600-600 …
NÉ . Che sarebbe 60-60-60 …
Mentre = ϛϛϛ invece sarebbe: 6-6-6 …
Ovvero potrebbe anche mascherarsi come: ççç - messo in maiuscolo però - cioè : ÇÇÇ …
Come può accadere. Attualmente la sorveglianza è già fortissima, però succede che le varie banche dati “non dialoghino” – eufemismo per dire che no si passano i dati “storati” dopo esser stati raccolti – ed ovviamente salvo chi **si vende** i dati che son stati accumulati: è fuori legge ma, di fatto, è difficile controllare. Come potrebbe, poi, essere la “cosa”? La cosa necessiterebbe una sorta di “registro unico” in cui far confluire – ovvero potrebbe invece semplicemente questo “registro” accedere a tutti gli altri )le modalità pratiche possono essere diverse ma non cambiano il punto) – tutti i dati raccolti. Ora tu puoi farlo solo partendo da un qualcosa di **finanziario**, solo così potresti avere la giustificazione di farlo.
E torniamo al “comprare e vendere” dell’ “Ap.” di Giovanni …
Tra l’altro, il “SAN” era variante del “SIGMA”, ch’è simile allo “stigma” – il “segno” famoso dell’ “Ap.” di Giovanni –, per cui potrebbe prender anche un altro modo di esprimersi …
Naturalmente, il problema è SEMPRE la RIPETIZIONE (per tre volte) dello stesso carattere …
Nulla lo esclude, ma potrebbe – anch’esso – esser mascherato …
Praticamente creare un database universale che abbia come chiave primaria la valuta globale?
RispondiEliminaQuesta può essere una via **pratica**, perché la cosa è pratica, non le solite sciocchezze da destra religiosa, che le dicono da decenni e niente accade, né mai accadrà, nel loro senso. Se si facesse un database, **e** ad esso database vi fosse la possibilità di accesso **in vista** di codici monetari, valutari o para valutari, comunque in ogni caso digitali - poiché trattasi di “comprare e vedere”, dice l’ “Ap.” di Giovanni – che su questo è chiarissima e non lascia dubbi - beh sarebbe possibile.
EliminaSarebbe possibile **ora**, nella presente situazione.
Ripubblicazioni, 9bis. “Da tempo siamo nell’assenza del ‘PROJECTUM’” (post ormai del LONTANO 2016!!
EliminaCf.
https://associazione-federicoii.blogspot.com/2016/03/gia-da-tempo-siamo-nellassenza-del.html
Interessante che si riportino delle frasi di Cacciari ormai di molti anni fa (anni Ottanta del secolo scorso), con anche ciò che non condivido affatto delle critiche “cacciariane”, cioè: che senso ha criticare un fatto strutturale, un epilogo logico e fondamentale, ineliminabile, della politica moderna, volendo rimanere all’interno di quello stesso quadro che ha generato la crisi stessa?
Nessun senso.
Nessun senso poiché l’epoca di “razionalizzazione e di secolarizzazione del Politico” (Cacciari) È FINITA.
PER SEMPRE.
Di conseguenza – ed è la deduzione importante – NON VI È PIU’ “KATÈCHON” …
Siam in un diverso scenario (e non voglio usar “nuovo”, termine che, nella mentalità moderna, si equivale a “buono”, quando non è affatto sicuro che sia così: diciamo soltanto “diverso”, “differente”).
Come non vi è più “katèchôn”, allo stesso modo si è nella “perdita totale della ‘Traditio’”, che è quella famosa parola che tanti “tradizionalisti” amano usare.
Ecco “DUO SIGNA” di non piccola importanza (chi ha orecchie per intendere, intenda …).
Interessanti anche i due link ai quali dava "illo tempore” accesso il primo link di qui sopra: cf.
http://associazione-federicoii.blogspot.it/2016/03/para-docks.html,
cf.
http://associazione-federicoii.blogspot.it/2016/03/lo-stato-di-emergenza-virilio-ma-globale.html.
Interessante già in quel tempo parlassi di “stato d’emergenza globale”, che alcuni vorrebbero affrontare usando strumenti analitici incredibilmente rozzi.
Anzi è peggio: spuntati …
In ogni caso, rimane centrale il punto: uno “stato d’emergenza globale” si può trasformare in uno “stato d’ **eccezione** globale”?
E se sì, in quali termini, con quali modalità (reali, concrete, niente isterismi da destra religiosa, please, a furia di “attendere” l’ **idea** che si son fatti dell’ “A.” non arriverà mai nulla, e, se mai arriverà, sarà in forme che non si aspetteranno mai, poiché cercano il martedì di mercoledì, sbagliato alla radice.
Questa è la questione.
Lo “stato d’emergenza globale” **NON è ancora divenuto** uno “stato d’ **ECCEZIONE** globale”, importante sottolinearlo . . .
EliminaInteressantissime – ancor oggi – le considerazioni di Baudrillard sulla differenza tra morte “naturale” e morte “spettacolare” – che il terrorismo, questo lo aggiungo io eh – avrebbe tentato di riportare in auge, in realtà riuscendoci **pochissimo**, POCHISSIMO davvero, **TRANNE** che per il 9-11, e, soprattutto, sulla relazione fra la sicurezza e la morte, perché contribuisce a spiegare alcune cose che vediamo (cf. J. BAUDRILLARD, “Lo scambio simbolico e la morte”, Feltrinelli, Milano **1979**, pp. 196-200). Vi è l’edizione, dello stesso testo, del 2007, se non ricordo male. Peraltro, direi, che ormai è chiaro ciò che consente a genti, anche diverse, di riunirsi dentro il “no qualcosa”, lo chiamo così, cioè i vari movimenti di “protesta”, che si uniscono solo sul “no” comune però, caratteristica loro distintiva. Per cui la critica che spesso si sente fare loro (“che cosa propongono, allora”) manca il bersaglio: a costoro non interessa “proporre”, interessa “dire di no”, ecco cosa li galvanizza davvero. Bene, ma perché si sono riuniti? Cosa ne costituisce il “trait d’union” famoso, chiaramente oltre al messaggio, che è: “NO” a prescindere (inoltre fermo restando che **NON È** affatto che tutti quelli che siano contro il vaccino son parte di tal movimento, perché NON È AFFATTO così)? Infatti parlo qui della **nutrita** minoranza **ideologizzata**, occorre ben precisare tutto ciò, e non parlo nemmeno di chi afferma: “il vaccino è del diavolo, dunque il diavolo (o l’anticristo – e qui raggiungiamo il ridicolo – ‘allora’ è il vaccino”, che trattasi di certi lati della perenne “destra religiosa”. Questi lati che ci son sempre stati, peraltro. Ora, tutti questi ultimi, pur indubbiamente facendo parte di detto movimento, son fenomeni però che **non** ci consentono d’ **identificar bene** QUESTO movimento fra TUTTI gli altri. Non ci consentono di capir bene che cosa possa unire – nel “no”, chiaro – tali posizioni tutte **differenti** fra loro.
RispondiEliminaI “no vax” – o i “no green pass” –, ed il “complottismo” tutto, **NON SONO** il cosiddetto “pensiero magico”, qualunque cosa si voglia intendere con quest’ultima espressione (“pensiero magico”, ch’è una cosa seria, non un giocattolo d’agitare, un “babau” che si agiti per spaventare). Quanto alla dicotomia “razionale/irrazionale”, questa comincia col razionalismo, dove – col termine d’ “irrazionale” – s’intende l’ “anti” razionale, dove poi la “ragione” si equivale alla ragione **moderna**, punto anche questo di grande importanza. Il “non razionale” non è affatto necessariamente “anti” razionale. Senza contare che deve pur esistere il “sovra” razionale, cosa che le varie forme di razionalismo negano. Per cui è tutto una distorsione dei termini fondamentale: si parte da un riduzionismo spinto, e poi si “deduce”tutta una serie di conseguenze: ma il nodo è il punto di partenza.
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