La situazione
nel “nostro” mondo ricorda il famoso detto di Jack Sparrow: “Tutto quello che
temevamo di subire dal comunismo, che avremmo perso la nostra casa, i nostri
risparmi, che saremmo stati costretti a lavorare per salari da fame, senza
nessuna voce in capitolo all’interno del sistema - è diventato realtà col
capitalismo”[1].
E ricorda il
detto di Aurobindo, di qualche annetto[2] fa, di prima - credo - della Seconda Guerra Mondiale:
“In Europa, la democrazia è il governo del ministro di Stato, del deputato
corrotto e del capitalista egoista, mascherato dalla sovranità occasionale di
un popolino irresoluto. E’ probabile che il socialismo in Europa sarà [visto il
tempo futuro, sembrerebbe una frase di prima del termine della Seconda Guerra
Mondiale, nota mia] il governo del funzionario della polizia, mascherato dalla
sovranità teorica di uno Stato astratto [e così è stato effettivamente, nota
mia]. E’ chimerico chiedere quale dei
due sistemi sia il migliore, è difficile
stabilire quale sia il peggiore”[3].
Ora, però,
siamo in grado di dire qual è peggiore,
perché, mentre nel capitalismo si può parlare, si può esprimersi, si può
protestare, nel comunismo non si poteva! Che grandiosa differenza! Oggi ti
spennano, le ingiustizie sono all’ordine del giorno e lavori per salari da
fame, mentre i tuoi soldi, salvo tu ne abbia davvero tanti, non sono affatto al sicuro. Ma, ecco la grandiosa
differenza: tu puoi protestare!
Ooooh! E ti puoi sfogare sui “social network”, e puoi persino pagare col telefonino senza fare le file alla Posta! Oooh!
Queste son le cose che davvero ti cambiano la vita.
Ooooh! E ti puoi sfogare sui “social network”, e puoi persino pagare col telefonino senza fare le file alla Posta! Oooh!
Queste son le cose che davvero ti cambiano la vita.
Però posso
avere dei salari migliori o non essere spiato per qualsiasi acquisto faccio?
Ma no!, ma
scherzi!
Però posso
farla pagare a chi porta i soldi fuori?
Ma no!, ma
scherzi!
Posso farla
pagare al deputato corrotto, al capitalista egoista?
Ma no!, ma
scherzi!
E che posso
fare?
Puoi
protestare, e, cosa ancor più fondamentale puoi votare!
E queste cose
possono cambiare le cose “di cui sopra”?
Ma no!, ma
scherzi!
Ah ecco. E a
che serve tutto ‘st’ “amabaradàn”, allora?
Ma no!, ma
scherzi!
Ma no!, ma
scherzi!
Ma no!, ma
scherzi!
Ad libitum …
Il messaggio
è questo, dunque: “tu” (= tutti noi), tu vivi nel migliore dei mondi possibili,
possibili praticamente, concretamente; le tue proteste son legittime ma
sostanzialmente inutili.
Accetta di
buon grado la tua sorte di servo.
Ma non era
la “modernità” quella che apriva le opportunità a tutti? Non era la “modernità”
quella che consentiva di mescolare le classi sociali, uscendo fuori dalle
società “tradizionali” dove la tua sorte vi era segnata sin dalla nascita,
quello eri e quello saresti stato per tutta la vita?
La
“modernità” non è solo finita, è sfinita,
e si
è sfinita.
Ma c’è mai
stata davvero?
O non è
stata, invece, un “trucco”, un’illusione che doveva servire a distruggere le
società “tradizionali” facendo balenare la balena bianca di possibilità
impossibili o difficili, che, anzi, perseguite e ricercate, non potevano che
portare all’affondamento come Achab nella sua caccia di Moby Dick?
O dunque, al contrario, il dominio è sempre stato di “minoranze egoiste”,
sin dall’inizio e dal principio stesso della vicenda della “modernità”, sin da
quando si superò il Non Plus Ultra
posto da Ercole sulle famose Colonne d’Ercole comunemente identificate con lo
Stretto di Gibilterra dove si trova il moderno monumento alle Colonne d’Ercole[4]? … ? …
Questa è, infatti, la
teoria di Wallerstein[5]: “Abbiamo
già sostenuto che l’immagine secondo cui il capitalismo storico ha avuto
origine dal rovesciamento di un’aristocrazia arretrata da parte di una
borghesia progressista è sbagliata. Invece, l’immagine di base appropriata è
quella secondo cui il capitalismo storico è nato da un’aristocrazia terriera
che trasformò se stessa in borghesia, poiché il vecchio sistema si stava
disintegrando. Piuttosto che lasciare che la disintegrazione proseguisse verso
esiti incerti, essa s’impegnò in una radicale chirurgia strutturale per
mantenere e accrescere significativamente
la propria capacità di sfruttare i produttori diretti”[6].
Forse il
dominio vero, sotto tanti travestimenti, non è mai, davvero, passato di mano,
tutt’al più ci si è limitati a cooptare delle “aristocrazie del denaro” nei
vari paesi emergenti o, se asiatici, semplicemente ri-emersi ad un ruolo importante che sempre avevano avuto (e qui la
relazione fra la cadente classe mandarina in Cina, passata sotto le maschere
del “comunismo” per poi giungere ad una sorta di “capitalismo di stato”, è
particolarmente significativa ed emblematica).
Tutt’al più
ci si è limitati a fare certe “concessioni” quando vi era una forte opposizione
al sistema stesso. Passata l’opposizione,
finite le concessioni, che non sono
mai state davvero “proprie”, che son sempre
state “concessioni”, mai un
“possesso” definitivo.
Occorrerebbe
ricordarlo a queste Cenerentole che si svegliano sempre dopo le
sbornie, per scoprire che non sono affatto gentili Cenerentole, che, magari, sono invece
le sorelle cattive: il piedone fa testo …
Penso che
una tale immagine sia molto più legata alla realtà che concretamente viviamo e
all’effettivo divenire storico, piuttosto che riciclare delle vecchie immagini.
E, su questo, anche Marx ha “toppato” alla grande: dal non aver visto questo
punto, nasce la sua infatuazione sul
proletariato e sulle sue sorti presunte “rivoluzionarie”.
Dove ha, invece, visto giusto è sulla consustanzialità della crisi al capitalismo e sul suo “imperativo categorico” che lo ha portato ad invadere il “virtuale” per aumentare indefinitamente il suo potenziale di fare “profitto”, tasso di profitto che, inevitabilmente, sarebbe disceso. Ed è la famosa “caduta tendenziale del saggio di profitto”: anche su questo Marx vide giusto, ma per i motivi sbagliati. La sua formulazione è insufficiente, manchevole, tuttavia l’idea di base, al contrario, è giusta.
Se, poi, uno
andasse a ricercare le “radici” di tale sorta di noblesse de robe, di tale “aristocrazia del denaro” mescolatasi con
la borghesia in ascesa (storicamente parlando) e ne volesse tracciare “certi”
legami “occulti”, beh, forse potrebbe trovare tracce interessanti[7] …
[1] Fonte: http://lefrasichemipiacciono.blogspot.it/2013/04/jeff-sparrow-tutto-quello-che-temevamo.html
(aprile 2015 la data del post).
[3] Śri Aurobindo,
Il Dio che sorride. Riflessioni e aforismi. Con uno scritto di Rabrindranath Tagore,
TEA (Tascabili Editori Associati), Milano 1997, p. 95, corsivi miei.
https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/6/68/ThePillarsOfHerkulesModernWorld.jpg/800px-ThePillarsOfHerkulesModernWorld.jpg.
Inoltre, le Colonne d’Ercole si ritrovano proprio all’inizio della vicenda
della modernità, sulla copertina dell’ Instauratio
Magna di Francesco Bacone (edizione 1620), Wikimedia Commons:
https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/0/01/Instauratio_Magna.jpg.
[5] Su Wallerstein, in questo blog: La Rovina del “cash”,
http://associazione-federicoii.blogspot.it/2015/12/la-rovina-del-cash.html.
Ancora su Wallerstein:
CE
o non C’E’? ? - Non CE -,
http://associazione-federicoii.blogspot.it/2016/02/ce-o-non-ce-non-ce.html.
Oggi è il 1° maggio, ieri notte è stata “Walpurgisnacht”, come “La notte di Valpurga”, di G. MEYRINK, romanzo ed autore inevitabilmente apprezzato da J. Evola, che ne curò una prima edizione italiana, autore che Guénon credeva in qualche modo, invece, ricollegato alla “contro iniziazione”, per mezzo di quel che potremmo chiamare “cabalismo deviato” – era infatti convinto che Meyrink avesse “ricevuto” qualcosa via cabalistica … -.
RispondiEliminaEbbene ne La notte di Valpurga”, di G. MEYRINK, si parla di “ewli” (“shàman” che non sciamano) e dell’ “aweysha”, di cui si tratta pure nel libro citato alla nota n.7 al post di qui sopra, http://associazione-federicoii.blogspot.it/2017/04/la-situazione-nel-del-nostro-mondo.html.
Ed anche se ‘n tratta in Enrico Fortunia, “Uno Studio in Blu”,
in Sherlock Magazine nn. 6/7 (DelosBooks, 2006), Da http://theitaliansherlockian.blogspot.it/p/blog-page_4.html.
Purtroppo in n.7 è esaurito, rimane solo il n.6 disponibile alla vendita, cf.
https://www.delosstore.it/delosbooks/22404/sherlock-magazine-6-i-nuovi-studi-di-sherlock-holmes/.
Per ora basta, fase di calma. “ON attend aussi des EVÉNEMENT” ….
Il discorso sarebbe lungo ….
Commento musicale: Dead Can Dance - “Anywhere Out Of The World” (with lyrics) -
https://www.youtube.com/watch?v=UFm57SrUdRs.
Foto da “Assassination Bureau” (1969), con la sua atmosfera da prima della Prima (Guerra Mondiale), cf.
https://alchetron.com/cdn/The-Assassination-Bureau-images-003e068d-cff5-4dde-abf1-6a7863429eb.jpg,
http://shebloggedbynight.com/wp-content/uploads/2013/11/tab3.jpg,
e il poster “vintage”, come usa dirsi oggi:
https://alchetron.com/cdn/The-Assassination-Bureau-images-5e627a4b-62b5-482b-bbff-4c59829e10f.jpg.
RispondiEliminaIn relazione alla nota n.6 di qui sopra, e sul ruolo delle aristocrazie nella nascita del sistema capitalistico, cf. P. JONES, “Economia e società nell’Italia medievale” in “Storia d’Italia. Annali 1”, vol. “Dal feudalesimo al capitalismo”, Einaudi editore, Torino 1978, pp. 371-372. Va però precisato, a tal proposito, quel che segue; 1) le tesi di Jones hanno il limite di considerar poco l’aspetto **culturale** della ritrovata centralità della nobiltà che vien fuori dell’ “autunno del Medioevo”, perché **questa** fu “l’uscita” da detto “autunno”, ma comportò un aspetto culturale che conta, eccome; 2) vero è che l’Italia meridionale aveva un ruolo secondario nell’economia medioevale, eppure **l’aveva**, nonostante tutto: al contrario, con l’epoca moderna e la “rifeudalizzazione”, si ebbe una crescente, fortissima – fortissima – spaccatura fra le aree interne e le coste, queste ultime, pur in posizione **perennemente periferica** (come nel Medioevo), e talvolta davvero subalterna (**non** come nel Medioevo …), coinvolte nei processi economici moderni; 3) la “rifeudalizzazione”, che in altre parti d’Italia aveva anche un aspetto politico, nel Sud l’ebbe solo economico, in quanto la nobiltà non era mai stata messa in questione, nel suo ruolo politico, come lo fu invece in altre parti d’Italia (e d’Europa) dall’ascesa del “borghese”, cioè del membro della città che si sentiva ormai autonomo. Ora, è forse un caso che questa “liaison dangereuse” all’origine del capitalismo – come la pensa Wallerstein – ebbe luogo in altre parti d’Italia e d’Europa, ma non nel Sud – e nemmeno in Spagna, per esempio – e cioè laddove il ruolo delle nobiltà locali non era mai stato messo in questione? E’ forse casuale? Direi, al contrario, che questo è il punto decisivo, in relazione a quel che sostiene Wallerstein, in quanto la “liaison dangereuse” poteva aver luogo solo laddove questa “messa in questione” fosse avvenuta **e** le classi aristocratiche al potere avessero risposto, sostanzialmente in parte “cooptando” una parte delle classi borghesi e venendo al comando dello sviluppo tecnologico influenzando le “correnti mentali” dominanti della società stessa, perché quest’ultima divenisse “trasparente”, non facesse alcuna resistenza allo sviluppo tecnico stesso, che è “l’anima portante” del capitalismo.
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
RispondiEliminaLa “rifeudalizzazione” ebbe un ruolo **sostamzialmente** solo economico nei paesi dell’Est Europa come in quelli del Sud = in **nessuno** dei due contesti – per quanto diversi storicamente e culturalmente in altri aspetti - si è sviluppato il capitalismo … che caso … mero caso eh ….
RispondiEliminaJeff **non** Jack ... un refuso ...
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