L’assunto di base della democrazia di una scelta “razionale” è falso alla radice. Le scelte emotivo/emozionali, invece, ne sono alla base.
La storia sta qui a dimostrare che, quando la parte “razionale” si scontra con quelle emozionale, quest’utima vince, per lo meno nelle grandi masse.
Ed anche sui mercati funziona così: “Anche se la parte razionale della sua mente gli dice che non correrà alcun pericolo e che sarà protetto dal regolamento [...], la parte più primitiva della sua psiche non ne è così sicura” (F. J. Lovret, La via della Strategia, Edizioni Mediterranee, Roma 2009, p. 247).
Nella perenne sottovalutazione di questa parte “più primitiva” della psiche umana vi è l’errore perenne, dove nascono i grandi disastri della storia. Questa parte “più primitiva”, per mezzo dell’ “emozione” provoca la conseguente “mozione”, ovvero il movimento, vale a dire l’azione, ben più della parte cosiddetta “razionale” che, più che altro, “imbelletta” il tutto una volta compiuto, dandone una “giustificazione”, come suol dirsi. E che si usi il termine “giustificazione” la dice lunga.
“C’è un detto che dice che l’intelligenza di una folla disordinata è uguale a quella del suo membro più stupido divisa per il numero delle persone presenti nel gruppo. Anche se può sembrare una battuta umoristica, è molto vicina alla realtà” (ivi, p. 259).
“E’ così che gli strateghi più esperti si guadagnano da vivere. Prendono in considerazione l’apparentemente infinito numero di variabili connesse con una battaglia, cercando di modificare ognuna di esse a loro vantaggio. Il vantaggio ottenuto da ognuna delle molte decisioni prese può essere molto piccolo, ma quando le combiniamo tutte assieme, possiamo ottenere un vantaggio devastante” (ivi, p. 264). “... si fonda su questo: utilizzare le reazioni istintive del proprio avversario (ossia quei movimenti su cui ha poco controllo) per aprire ua linea d’attacco. Per riuscirci bisogna saper utilizzare la situazione in cui ci si trova. Studiate il vostro avversario e il terreno. Dopodiché, utilizzate queste informazioni per costringerlo a sconfiggere se stesso” (ivi, p. 265, corsivi miei).
Cfr. Senza dubbio - - “Demokratie über alles”.
La storia sta qui a dimostrare che, quando la parte “razionale” si scontra con quelle emozionale, quest’utima vince, per lo meno nelle grandi masse.
Ed anche sui mercati funziona così: “Anche se la parte razionale della sua mente gli dice che non correrà alcun pericolo e che sarà protetto dal regolamento [...], la parte più primitiva della sua psiche non ne è così sicura” (F. J. Lovret, La via della Strategia, Edizioni Mediterranee, Roma 2009, p. 247).
Nella perenne sottovalutazione di questa parte “più primitiva” della psiche umana vi è l’errore perenne, dove nascono i grandi disastri della storia. Questa parte “più primitiva”, per mezzo dell’ “emozione” provoca la conseguente “mozione”, ovvero il movimento, vale a dire l’azione, ben più della parte cosiddetta “razionale” che, più che altro, “imbelletta” il tutto una volta compiuto, dandone una “giustificazione”, come suol dirsi. E che si usi il termine “giustificazione” la dice lunga.
“C’è un detto che dice che l’intelligenza di una folla disordinata è uguale a quella del suo membro più stupido divisa per il numero delle persone presenti nel gruppo. Anche se può sembrare una battuta umoristica, è molto vicina alla realtà” (ivi, p. 259).
“E’ così che gli strateghi più esperti si guadagnano da vivere. Prendono in considerazione l’apparentemente infinito numero di variabili connesse con una battaglia, cercando di modificare ognuna di esse a loro vantaggio. Il vantaggio ottenuto da ognuna delle molte decisioni prese può essere molto piccolo, ma quando le combiniamo tutte assieme, possiamo ottenere un vantaggio devastante” (ivi, p. 264). “... si fonda su questo: utilizzare le reazioni istintive del proprio avversario (ossia quei movimenti su cui ha poco controllo) per aprire ua linea d’attacco. Per riuscirci bisogna saper utilizzare la situazione in cui ci si trova. Studiate il vostro avversario e il terreno. Dopodiché, utilizzate queste informazioni per costringerlo a sconfiggere se stesso” (ivi, p. 265, corsivi miei).
Cfr. Senza dubbio - - “Demokratie über alles”.
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