lunedì 3 giugno 2013

“I monumenti che si collegano al solstizio, cristallizzazioni in pietra del solstizio Stonehenge, Karnak , Castel del Monte”

“I monumenti che si collegano al solstizio, cristallizzazioni in pietra del solstizio:
Stonehenge, Karnak , Castel del Monte”

Introduzione. 1. La terra è “signata
La Terra non è un mero insieme quantitativo di estensione. Essa, al contrario, è “signata”, secondo la teoria medioevale delle “signaturae”, dove ogni cosa riporta su di sé la cristallizzazione di un simbolo reso percettibile. Sempre vi sono esistite anche costruzioni non “signatae”, ma nate da uno scopo solo utilitaristico, per potervi vivere ed abitare sul momento. Ma è solo con l’avvento della modernità che tale gene di costruzioni è divenuto prima rilevante, poi dominante, infine schiacciante, com’è oggi,. Dove le proporzioni si sono inverse: mentre in altre epoche gli edifici che “non significavano” erano la minoranza o appena la maggioranza relativa, oggi essi sono la super-schiacciante stra-maggioranza, insignificante e molto silenziosa. Son costruzioni mute, sono pietre che non parlano, pensare che cantino, poi, è assolutamente un sogno. Certo, nonostante questo, taluni particolari edifici li si continua a costruire con delle caratteristiche orientative speciali, ma, ripetiamolo, sono la stragrande minoranza. Al contrario dell’oggi, la pietra parla, e talvolta essa è un canto fermato e cristallizzato. Questa concezione è antichissima, in Occidente si conosce soprattutto, ma non unicamente, riguardo all’influsso giudaico, secondo il quale la Creazione in sostanza è una Parola, Parola fermata nella Torah e il cui “nocciolo duro”, il Nome Segreto d’Iddio, solo il Gran Sacerdote faceva riecheggiare a Pesach nel Tempio gerosolimitano: come si sa, tale Parola è perduta. Ma, in realtà, anche il mondo cosiddetto “pagano” sostanzialmente, con accenti molto diversi, pur tuttavia faceva riferimento alla Voce ed alla Parola come elemento creativo del mondo, nei Veda indù riecheggia chiaramente la stessa concezione con le dovute varianti specifiche, ovviamente, ed anche in estremo oriente, sebbene lì superato dalla maggior eminenza della scrittura sulla Parola, vi è una concezione simile. Nel Vangelo di Giovanni, Cristo-Logos è Parola, alla fin fine.
Il mondo si scrive? O si legge? Temi vastissimi, cui qui è solo dato accennarvi.

2. Terra è Cielo sono legati
La terra si ricollega col cielo, nel pensiero della gran parte delle civiltà antiche, e quindi vi era l’anno zodiacale a far da riferimento, con quattro “porte” fondamentali, i due solstizi e i due equinozi, il cui significato differiva su di un cardine sostanziale: gli equinozi erano il luogo del passaggio equilibrato, mentre i solstizi erano – e sono – i punti dove la corrente cambia. In essi o il giorno vince la notte, o la notte vince il giorno. O la luce vince le tenebre o viceversa, così non è certo casuale che la nascita di Cristo sostanzialmente corrisponda a quando la Luce vince le tenebre. Il solstizio d’estate è quando il corso diurno del sole raggiunge il suo culmine: non può andare oltre, dunque inizia a decrescere. Era considerato il punto dove i demoni si risvegliavano, di qui la credenza nel cosiddetto “demone meridiano”, il demone delle 12, dell’ora più calda: nel simbolismo cristiano corrisponde a San Giovanni Battista, che deve decrescere per far sì che il Cristo sorga. Al contrario, l’altro San Giovanni, l’Evangelista, corrisponde al solstizio d’inverno: esso è “l’ora più buia”, ma precede l’alba. Nella Bhâgavad-Gîtâ come nel resto dell’Induismo si parla delle due porte, la pitri-yâna, la Porta dei “padri” – ovvero gli Antenati -, che corrisponde al solstizio d’estate, e della deva-yâna, la Porta degli Dèi, che corrisponde al solstizio d’inverno. Nella civiltà classica, tra gli altri, è il Mitraismo che diede la massima importanza al Natalis Solis Invicti, il Sole Invitto, ovvero mai vinto, che sempre risorge dalle sue ceneri. Il senso del solstizio d’estate, invece, è diverso: un tempo anche da noi si accendevano i fuochi di san Giovanni, e nei paesi nordici quest’usanza è ancora molto viva a livello popolare, trattasi di una festa conviviale, con anche una relazione speciale con l’acqua e anche la fecondità, diversamente dal Sol Invictus.
Ora osserviamo tre monumenti, fra degli altri possibili, che son orientati sull’asse solstiziale, ovvero l’asse del mutamento della corrente. La pietra cristallizza il momento cosmico, come si è già brevemente detto. Sono: Karnak, Stonehenge, Castel del Monte. Son tre monumenti volutamente scelti come appartenenti a tre diverse civiltà, che ben poco altrimenti hanno in comune, salvo – ma guarda che strano caso… - l’orientarsi secondo i punti celesti, questo per sottolineare che stiamo avendo a che fare con un sostrato particolarmente costante tra le diverse civiltà umane.

Karnak. esso è ricollegato direttamente a Sirio in ascesa, che, all’epoca della sua costruzione, era direttamente collegato con il solstizio d’estate: la Sala principale è allineata con il solstizio d’estate.
Vi era un santuario più interno che veniva illuminato direttamemnte dai raggi del sole al solstizio d’estate, come poi accadeva anche ad Assuan, nel tempio di Ramses II1. Ma torniamo a Karnak: “I Templi dell’antico Egitto furono allineati con precisione secondo eventi astronomici, in modo che vi fosse corrispondenza con i calendari politici, economici e religiosi. Questo è il risultato ottenuto attraverso lo studio di 650 diversi Templi, alcuni dei quali databili al 3000 a.C. Ad esempio, il Nuovo Anno coincideva con il momento in cui il sole del solstizio invernale inondava il santuario centrale del Tempio di Karnak, situato nell’odierna Luqsor - afferma l’archeoastronomo Juan Belmonte dell’Istituto Astrofisico delle Canarie di Tenerife, Spagna. I geroglifici presenti sulle pareti del Tempio suggeriscono l’impiego dell’Astronomia nell’architettura, come nel caso delle rappresentazioni riferite al rito “dell’allungamento della corda”, nel quale il Faraone stabiliva l’allineamento del Tempio, per mezzo di una fune. Belmonte e Mosalam Shaltout, dell’Osservatorio Helwan del Cairo, avrebbero riscontrato l’effettiva corrispondenza tra l’allineamento dei Templi e alcuni eventi astronomicamente significativi, come potrebbe essere un solstizio, un equinozio o il sorgere di Sirio, la stella più luminosa del cielo. Secondo gli studiosi esisteva quindi qualcuno effettivamente addetto a recarsi sul sito prescelto per ospitare un Tempio, durante un evento solare, lunare o stellare e provvedere a segnare la posizione che l’asse del Tempio doveva avere per stabilire la corrispondenza. Per i Templi più importanti, questa figura poteva essere anche il Faraone in persona, come mostrerebbero i rilievi di Karnak.”2.

Stonehenge. “Le pietre di Stonehenge sono allineate con un significato particolare ai punti di solstizio ed equinozio. Di conseguenza alcuni sostengono che Stonehenge rappresenti un ‘antico osservatorio astronomico’, anche se l’importanza del suo uso per tale scopo è dibattuta.”3.
Riguardo alla data della sua costruzione, vi è dibattito tra gli studiosi: vi sarebbe il nucleo meno antico che, comunque, daterebbe tra il 2800 e il 2000 a.C., e quello più antico, con il terrapieno, che addirittura daterebbe intorno al 3100, sempre a.C., ovviamente. Esso è, dunque, più antico di Karnak, il cui complesso è stato molto rimaneggiato nel corso della sua lunga storia – tra l’altro: è il tempio egizio meno “toccato” e più integro, che ha meno subito spogli da parte cristiana – ma il cui nucleo primo data al Medio regno, tra il 1987 a.C. ed il 1780 a.C..
Certamente, però, nonostante sia divenuto il centro della religione, o credenza, neopagana della Wicca, Stonehenge non è stata costruita dai druidi, che già l’usavano, e nonostante le molte leggende che, inevitabilmente, circondano questo sito straordinario. Ad esempio, “Stonehenge è associato alla leggenda di Re Artù. Goffredo di Monmouth disse che il mago Merlino diresse la sua rimozione dall’Irlanda, dove era stato costruito sul Monte Killaraus, da Giganti che portarono le pietre dall’Africa. Dopo essere stato ricostruito vicino ad Amesbury, Goffredo narra come, prima Uther Pendragon, e poi Costantino III, vennero seppelliti all’interno dell’anello di pietre. In molti punti della sua Historia Regum Britanniae Goffredo mischia la leggenda britannica con la sua immaginazione; è suggestivo il fatto che colleghi Ambrosio Aureliano con questo monumento preistorico, portando come prova la connessione tra ‘Ambrosius’ e la vicina ‘Amesbury’. Stonehenge è inoltre associato a molte altre leggende. I Druidi ad esempio utilizzavano queste enormi pietre come templi sacri dove si recavano sovente a pregare.”4. Le storie popolari parlano del “Tallone del Frate”, “Friar’s Heel”, dove un frate avrebbe sfidato il diavolo cercando di capire come le pietre enormi di Stonehenge fossero arrivate a Salisbury, ma il diavolo, lanciando una pietra per impedire che tale mistero fosse svelato, colpì il tallone del frate, motivo del tallone, interessantissimo. Nulla è più complesso e stratificato della tradizione popolare. Ora, sicuramente si tratta di una corruzione anglicizzante di Freya, che è stata cambiata in “Friar” (frate), in inglese sono molto simili. Ma, diversamente da come pensa la fonte Wikipedia appena citata, Freya non è un divinità celtica, bensì germanica, è Venere, donde Friday, il giorno di Freya, il venerdì. Freya, tra l’altro, ha delle caratteristiche assai simili alla Venus greco-romana, a testimonianza di un fondo indoeuropeo comune.
Rimane il problema della costruzione “pratica” di Stonehenge, come di tanti edifici del passato, che sfidano i mezzi moderni di costruzione. La pietra dell’altare è costituita da un blocco di cinque metri di arenaria verde. Le pietre principali della costruzione sono composte invece da una forma estremamente dura di arenaria silicea, che si trova a circa trenta chilometri più a nord, sulle Marlborough Downs. La struttura interna, poiché Stonehenge è costituita da due anelli di età differente, ed è conosciuta come “Bluestone Horseshoe”, è costituita di pietre invece molto più piccole, che pesano in media quattro tonnellate. Queste pietre sono state estratte dalle Montagne Preseli, nel Galles sud-occidentale.
E veniamo all’ultimo ma non ultimo (last but not least): Castel del Monte, che è, molto evidentemente, più che un monumento volto al culto pubblico, un edificio dedicato ad un culto privato e, assai probabilmente, iniziatico.

Castel del Monte. “L’intera costruzione è intrisa di forti simboli astrologici, e la sua posizione è studiata in modo che nei giorni di solstizio ed equinozio le ombre gettate dalle pareti abbiano una particolare direzione. A mezzogiorno dell’equinozio di autunno, ad esempio, le ombre delle mura raggiungono perfettamente la lunghezza del cortile interno, ed esattamente un mese dopo coprono anche l’intera lunghezza delle stanze.”5.
“Castel del Monte, noto insediamento federiciano del XII sec. situato su un colle che domina le campagne tra Andria, Corato e Ruvo (Ba), in particolari date e in particolari orari svela le funzioni di alcune delle sue strutture. L’intero edificio ha una sua rilevanza astrologica, infatti la sua posizione è studiata in modo che nei giorni di solstizio ed equinozio le ombre gettate dalle pareti abbiano una particolare direzione: ad esempio a mezzogiorno dell’equinozio d’autunno le ombre delle mura perimetrali raggiungono l’intera lunghezza del cortile interno e delle stanze.
Sulle colonne di accesso dell’entrata vi sono due leoni, i quali guardano in due direzioni opposte (precisamente quello di sinistra scruta verso destra e viceversa), rivolti verso i punti all’orizzonte dove sorge il sole nei due solstizi e molte altre sono le “coincidenze” che possono verificarsi con le diverse posizioni del sole. L’esempio più significativo è quello del numero 8 che si ripete continuamente a partire dalle 8 torri del castello alle 8 stanze interne, dagli 8 fiori quadrifogli ( (8:2) X 8) sulla cornice sinistra del portale di ingresso alle 8 foglie di vite sulla chiave di volta della prima sala del piano terra, otto foglie di girasole sulla chiave di volta di un’altra sala, otto foglie ed otto petali su quella della quinta sala, otto foglie di acanto sulla chiave di volta dell’ottava sala, otto foglie di fico sulla chiave di volta dell’ottava sala del piano superiore ecc…”6.
Ancora: “La pianta di Castel del Monte, a stella ottagonale, è identica al simbolo mandalico che ritroviamo nelle architetture paleocristiane, bizantine, musulmane e nella Cupola della Roccia a Gerusalemme. Federico II di Svevia ha “voluto” trasferire nel suo Tempio la sacralizzazione del “mandato divino” che voleva nella sua persona l’unione del Regnum e del Sacerdotium. Negli ultimi anni sono state avanzate molte ipotesi circa la pratica fruizione della domus federiciana: castello di difesa, castello di caccia, antica villa romana ecc., ma tutte queste “libere interpretazioni”, una dopo l’altra, sono crollate nel momento in cui ho incominciato ad esternare pubblicamente i risultati da me ottenuti dalla ‘decodifica esoterica’ dei criptogrammi ubicati all’interno di Castel del Monte. Bastava, infatti, inforcare ‘gli occhiali del non profano’ per accorgersi che ci si trovava di fronte ad un vero e proprio Tempio iniziatico., dove più volte il ‘Gran Maestro Federico’ aveva incontrato i capi degli ordini più potenti dell’epoca. Tutto all’interno di Castel del Monte ci ricorda che ci troviamo in presenza di un ‘luogo sacro’ dove il tempo e lo spazio sono intangibili per l’Homo Faber che, colpo dopo colpo, deve sgrezzare e modellare la sua coscienza per giungere, purificato, al cospetto del Delta Luminoso. Entrando nel cortile dove un volta, al centro, era situato un vascone ottagonale, dobbiamo effettuare la nostra prima scelta di “iniziando” e cioè andiamo a destra od a sinistra? Il dubbio viene fugato solo dopo aver ‘letto’ il primo criptogramma che si trova sulla parete di fronte all’ingresso. L’incisione, coeva dell’epoca, formata da simboli latini, cufici, magici e puntatura ermetica, recita così:
‘Va a sinistra e guarda in alto il volto di pietra (cepam) deforme (versus docto diabolo) e poi recati nella stanza dei cerchi, dove, nel giorno più lungo (solstizio d’estate), brilla la sacra pietra’.”7
“Ma c’è dell’altro. In alcuni luoghi del Tempio è possibile registrare la musica delle sfere celesti, da me individuate sui gradini della scala a chiocciola che dal pianoterra portano alla torre del tempo e sul terrazzo. Dopo aver misurato la scala diatonica, prodotta dal “sibilo”, ho notato che la stessa frequenza porta ad una “mutazione di stato” attraverso l’emissione di una vibrazione sonora che si attesta intorno al valore di 4,9 – 5,1 dec. , gli stessi valori rilevati all’interno dei cerchi di grano. Inoltre, in prossimità del 23 giugno (solstizio d’estate esoterico) di ogni anno, sempre negli stessi ambienti di Castel del Monte (stanza araba, torre del Tempo, sala del Trono) si rilevano degli strani campi magnetici che, oltre a mettere fuori uso videocamere, macchine fotografiche ecc., provocano nelle persone più sensibili: vertigini, nausea, alterazione del battito cardiaco….percezioni extrasensoriali. C’è da precisare che i fenomeni, su illustrati, non sono assolutamente collegabili all’inquinamento da elettrosmog, in quanto, gli stessi avvengono in maniera preponderante solo il 23 giugno….quando Vega si specchia nell’acqua sapienziale. Basta alzare lo sguardo per accorgersi che le chiavi di volta ed i criptogrammi vogliono “indicare” che tutti i segreti della natura sono celati nella grande macchina divina: l’Uomo.
La chiave di volta posta al centro dell’ottava stanza: la Sala del Trono, ci mostra il Grande Architetto, il cui volto è formato da una vacca (a destra) da un cane (a sinistra) e, capovolgendo l’immagine, da una civetta con le ali aperte dalla cui testa origina la fiamma della Conoscenza.”8.

Brevi Conclusioni.
L’argomento è vastissimo e va ben oltre le poche sparse considerazioni di questo breve intervento. Se ne trarranno delle conclusioni che, in effetti, son più degli spunti per l’acuto osservatore o indagatore.
E’ quindi esistita una “gheographia sacra”, essa è esistita e, in parte, perdura anche oggi. Essa continua ancor oggi, per esempio è anche correlata con luoghi come Roma, La Mecca e Gerusalemme, o Lhasa e Benares. In altre parole: è forse casuale che questi “luoghi sacri” stiano lì dove sono? Com’è possibile che, spesso, le varie religioni si “passino” gli stessi luoghi? Se ne deve dedurre che la Terra è “qualificata”, ovvero: non tutti i posti hanno lo stesso significato e sprigionano le stesse influenze. Si è notato talvolta che il vulcanesimo “domato” o le fonti d’acqua, anche sotterranee, così come talune caverne o cime, siano portatrici di influssi impalpabili ancorché ben reali.
Quel che è cambiato è piuttosto la conoscenza di questi fatti. Essa sopravvive nella sitologia cinese, fêng-shui [fengshui], che ne è una rimanenza, così come le cattedrali e la Massoneria come vestigia, e difatti la massoneria festeggia i Due San Giovanni. Taluni argomentano che, all’origine di tutto questo, vi siano delle “correnti” di forza che principiano sin dall’epoca megalitica: su questo tema complesso si può solo qui accennare9.


Immagini 10

1 “Una caratteristica celeste molto interessante di questo tempio è a 61 giorni prima e dopo il Solstizio d’Inverno ogni anno, il sole sorge in una posizione dove essa si proietta nel tempio di luce direttamente su 3 delle 4 statue lasciando l’ultima nel buio, il dio della morte.”
(http://www.tripadvisor.it/ShowUserReviews-g297540-d2703881-r142687292-Temple_Ramses_II-Abu_Simbel_Aswan_Governorate_Nile_River_Valley.html)
“Qui, grazie all’orientamento del tempio calcolato dagli architetti, due volte all’anno, il 21 febbraio, il giorno della nascita di Ramses II, ed il 21 ottobre, giorno della sua incoronazione il primo raggio del sole si focalizza sul volto della statua del faraone. I raggi illuminano parzialmente anche Amon-Ra e Ra-Harakhti. Secondo gli antichi egizi i raggi del sole avrebbero così ricaricato di energia la figura del faraone.[1] Il dio Ptah considerato dio delle tenebre non viene mai illuminato.
Dopo lo spostamento del tempio non si è riuscito a replicare questo fenomeno che cominciò a verificarsi il 22 febbraio e il 22 ottobre.”
(http://it.wikipedia.org/wiki/Abu_Simbel)
“Nel ricostruire i templi fu mantenuto l’originale orientamento rispetto agli astri ed al sole, in modo da consentire (seppur con lo sfalsamento di un giorno) al sorgere del sole, due volte l’anno - il 22 febbraio e il 22 ottobre - di illuminare la camera centrale del tempio maggiore ove troneggiano le quattro divinità sedute: Ptah, Amon, Ramses II e Ra.”
2 http://egittophilia.freeforumzone.leonardo.it/discussione.aspx?idd=8790538. Anche: “L’orientamento del tempio di Karnak con la levata del Sole al Solstizio d’Inverno è un dato di fatto.” (ibid.)


3 http://it.wikipedia.org/wiki/Stonehenge. Probabilmente tale sua natura era nota sin dall’antichità: “Lo scrittore greco Diodoro Siculo (I secolo a.C.) potrebbe fare riferimento a Stonehenge in un passo della sua Bibliotheca historica. Citando Ecateo di Abdera, uno storico del IV secolo e ‘certi altri’, Diodoro dice che ‘in una terra oltre i Celti’ (cioè la Gallia) c’è ‘un’isola non più piccola della Sicilia’ nel mare del nord chiamata Hyperborea, chiamata così perché è al di là del luogo di origine del vento del nord o Borea. Gli abitanti di questo luogo principalmente adorano Apollo, e c’è ‘sia una magnifica zona sacra di Apollo sia un tempio notevole che è adornato con molte offerte votive ed è di forma sferica’. Alcuni scrittori hanno suggerito che l’ ‘Hyperborea’ di Diodoro forse indica la Gran Bretagna e che il tempio di forma sferica può essere un primo riferimento iniziale di Stonehenge. Uno storico locale ha asserito che ‘il recinto di Apollo’ può riferirsi al campo vicino di Vespasiano. Tuttavia l’archeologo Aubrey Burl ha rilevato che altre parti della descrizione di Diodoro la rendono scarsamente adeguata a Stonehenge e al suo circondario. Diodoro dice anche che in quella zona Apollo (intendendo il sole o la luna) ‘sfiorava la terra ad un’altezza molto bassa’. Tuttavia sia il sole sia la luna si muovono sempre molto al di sopra dell’orizzonte alla latitudine di Stronehenge; è solo 500 miglia più a nord di quanto possano essere osservati che rimangono vicino all’orizzonte.” (ibid.)
4 http://it.wikipedia.org/wiki/Stonehenge.
5 http://it.wikipedia.org/wiki/Castel_del_Monte.
6 http://www.climatrix.org/2008/06/solstizio-castel-del-monte_21.html.
7 http://www.vdpoint.net/federico2/mistero%202.htm.
8 Ibidem.
9 I megaliti, difatti, sono posizionati non casualmente, né riguardo al luogo né riguardo alla loro successione: sono le cosiddette “ley lines”, ovvero le “linee temporanee” ipotizzate nel 1921 da Alfred Watkins, un archeologo dilettante. Se cinque massi megalitici si allineano, si formerà una “linea temporanea” di forza.
Lo stesso Marius Schneider scrisse un “Saggio di ricostruzione della tradizione megalitica”, nel cap. IV di M. Schneider, Gli animali simbolici, Rusconi, Milano 1986, pp. 149-350.
Vi sarebbe un’intera struttura “nascosta” sotto l’Europa, secondo l’ipotesi Alesia, che lo stesso Guénon recensì, criticamente, ma con un qualche valore: insomma, vi è del vero, ma non nel senso immediato e letterale. Questa corrente di “percorsi”, che avrebbe, poi, influenzato i megaliti, “potrebbe far pensare, a questo proposito, soprattutto alla corrente atlantidea, nel periodo in cui essa si diffuse dall’Occidente all’Oriente, dopo la scomparsa della stessa Atlantide. Beninteso, si tratta di un semplice suggerimento, che però farebbe almeno rientrare facilmente nel quadro dei dati tradizionali quanto può esserci di veramente fondato nei risultati di tali ricerche. In ogni caso, è fuor di dubbio che una questione come quella dei ‘luoghi alesiani’ potrebbe essere trattata in maniera esauriente ed esatta solamente dal punto di vista della ‘geografia sacra’; ma bisogna pur dire che questa, fra le antiche scienze tradizionali, è una di quelle la cui ricostruzione incontrerebbe attualmente le più grandi difficoltà, forse anche insormontabili, per molti aspetti; e, di fronte a certi enigmi che si trovano in tale dominio, è lecito chiedersi se, pure nel corso di periodi in cui non si è prodotto alcun cataclisma notevole, la ‘faccia’ del mondo terrestre non sia cambiata talvolta in maniera ben strana” (R. Guénon, Forme tradizionali e cicli cosmici, Mediterranee, Roma 1981, pp. 136-137, corsivi miei, recensione del giugno 1938).
Due annotazioni interessanti: una sul significato “duplice” del numero 666. Di quest’ultimo, in relazione alle Egloghe di Virgilio, afferma e si chiede: “ora, è esatto dire che egli [Virgilio] abbia voluto fare del 666, in particolare la ‘cifra di Cesare’, come sembrerebbe confermato dal fatto che, secondo il commentatore Servio, la Dafne dell’Egloga V, quella centrale, non sarebbe che Cesare stesso? La cosa non sarebbe affatto inverosimile, e questa interpretazione viene suffragata da altri accostamenti abbastanza rilevanti; d’altra parte, in ciò non si dovrebbe vedere un’applicazione semplicemente ‘politica’, nel senso usuale del termine, se si pone mente all’aspetto non solo ‘religioso’ (come riconosce l’autore), ma anche realmente ‘esoterico’ della figura di Cesare” (ibid., p. 141).
Ancora, recensendo un breve studio sullo scorpione come simbolo del popolo giudaico, scriveva: “Un altro punto interessante ed enigmatico consiste nell’attribuzione di simboli comuni, precisamente lo scorpione e il basilisco, alla Sinagoga e alla Dialettica; al riguardo, ci sembrano davvero insufficienti (…), alcune spiegazioni che si sono volute fornire, come quella della fama di abili dialettici, propria dei Giudei. Noi non possiamo fare a meno di pensare ad una tradizione secondo la quale le opere di Aristotele, considerato il Maestro della Dialettica, racchiuderebbero un significato nascosto, che potrà essere penetrato ed applicato soltanto dall’Anticristo, il quale, d’altra parte, si dice che debba essere di stirpe giudea; non sarebbe dunque il caso di volgere le ricerche in questa direzione?” (ibid., p. 94).
10 http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/9/91/Castel_del_Monte_Innenhof.jpg
http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/9/91/Castel_del_Monte_entrance_detail.jpg
Repliche di Stonehenge: http://en.wikipedia.org/wiki/Maryhill_Stonehenge
http://upload.wikimedia.org/wikipedia/en/0/0c/Maryhill_stonehenge_WWI_monument.jpg
http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/2/2a/Stonehenge_at_University_of_Texas_at_the_Permian_Basin_Picture_1851.jpg
http://en.wikipedia.org/wiki/Stonehenge_Aotearoa
http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/8/86/StonehengeAotearoa.JPG
http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/4/47/Stonehenge-Aotearoa.jpg
http://www.astronomynz.org.nz/stonehenge/
http://en.wikipedia.org/wiki/Foamhenge (forse il migliore, il più fedele come pietre)
http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/1/14/Foamhenge_%28Natural_Bridge%29.jpg
Stonehenge originaria e il Solstizio d’estate
http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/b/b8/Stonehenge_vid_midsommar_1700_f_Kr%2C_Nordisk_familjebok.png
http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/c/cb/Stonehenge_plan.jpg
http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/5/52/Summer_Solstice_Sunrise_over_Stonehenge_2005.jpg

[Andrea A. Ianniello]




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