Post cancellato ma, poi, salvato qui, cf.
Il “MERIDIANO ZERO” = “IL punto d’ ‘INDECIBILITÀ’” … Cf.
UN COMMENTO.
A distanza di 6 anni: proprio non ci siamo, e la comprensione rimane zero. Rimanere “rocciosamente” – testardamente – legati ai “fatti” ed alle cifre, agli “imperi” ed alla “geopolitica” o alle relazioni internazionali – che dir si voglia –, insomma l’esser “realisti” è la via giusta oggi per essere del tutto irreali –, perché non sono queste cose in questione – … Che poi vi siano ANCHE tutte queste cose NON ci piove, ma SOLO queste? NO!
Il “realismo” è dunque, oggi, del tutto irreale … Tutto questo abbarbicarsi al – sin troppo! – “ben noto” sottovaluta la radicalità – profonda! – della crisi attualmente in azione sulla superficie del pianeta Terra. Non vi è uscita “semplice” dalla modernità perché “noi crediamo che tutta l’epoca moderna nel suo insieme rappresenti per il mondo un periodo di crisi”, R. GUÉNON, La Crisi del mondo moderno, Edizioni Mediterranee, Roma 1972, p. 18, corsivi in originale. “Per il mondo” – cioè tutto – compreso l’India, la Cina e l’ “Oriente” supposto sempre “intemerato e puro” ed dunque anche il mondo islamico, tutto il mondo e del tutto. La Terra intera; insomma: un crisi radicale, “onnisconvolgente” quindi.
La modernità non può essere salvata nei suoi stessi termini – ciò è sempre più chiaro e sempre meno visto –, ma neppure “tornando” alla “tradizione” (intesa nel suo senso MIGLIORE) perché la modernità è un “tornado” che sommuove tutto e lo sposta, lo DISLOCA. Una “dislocazione” generale.
In una parola: è IRREVERSIBILE. Questo è “IL” punto. Solo dal riconoscimento della radicalità di questa “cosa” qui – mascherata in mille modi, ne convengo, donde la difficoltà NEL e DEL riconoscerlo – può nascere la “salute” o la “risposta” eventuali. Ogni altro modo di pensare a questi eventi è stato travolto, per quanto NON si voglia riconoscerlo, ed ha mostrato di NON funzionare, messo “alla prova” delle realtà effettive. Sia, poi, detto per inciso: Guénon, esattamente dopo il passo testé “quivi suso” riportato, scriveva: “Sembra d’altronde che ci si avvicini alla soluzione [del problema della “Crisi del mondo moderno” intendeva]”, ibid., corsivi in originale, miei commenti fra parentesi quadre. Il testo di Guénon è del – lontanissimo – 1927, cioè novantotto anni fa e, da quel tempo – illo tempore – abbiam visto che NON abbiam visto ALCUNA soluzione profilarsi. Ma perché? Perché si è continuato a sottovalutare la radicalità della crisi generata dalla modernità su tutta la Terra, non solo in Occidente. Così, lo stesso Guénon – ne La Crisi – sottostimava la crisi stessa, parlando di “civiltà ‘materiale’” cioè dello “strumento ‘critico’ di lavoro” della stragrande maggioranza dei tradizionalisti e spiritualisti vari, buoni o cattivi che siano stati o ancor siano.
Questo punto di vista è datato, è superato dal corso degli eventi: il “materialismo” ha strafatto la sua epoca, qualsiasi “critica” che rimango su ed in questo piano si equivale a combattere delle ombre. Il punto di vista – dello stesso Guénon – in Il Regno della Quantità ha superato quello de La Crisi.
Dire “civiltà materiale” significa dire che rimane – seppur ridotto al “ghetto” – uno spazio “spirituale” **relativamente** intoccato, corrotto magari, ma in sostanza “libero” e – sempre relativamente – “intonso” ma, in realtà, NON È COSÌ proprio perché la radice – vero: è OCCULTA, e di qui tante difficoltà di comprendonio! – della modernità, che NON È altro se non una maschera, la radice della modernità NON È “materiale” affatto! Morale della favola, favola triste nonché dell’horror: la crisi deve – deve – raggiungere anche il piano spirituale cioè, nelle condizioni date del momento cosmico che “Si” vive, il piano religioso. Come ho avuto modo di dire varie: la modernità non è nata dall’ “ateismo” né dalla “scienza moderna” – suo strumento principe, che ha chiuso la porta sul passato, et tuttavia non è la “testa dell’idra” – ma dalla religione. Quindi solo dalla religione può cambiare. Se non si tocca “il” punto – “QUEL” punto lì – , non potrà MAI avvenire alcun cambiamento di sostanza. Ed i fatti stan qui a dimostrarlo “al di là d’ogni ragionevole dubbio” come dicevano i vecchi telefilm americani.
Giunger “al” punto sarà però ancora “dura lotta” …
Andrea A. Ianniello
PS. Scelgo l’edizione vecchia del – lontano – 1972 perché l’ultima edizione (sempre delle Mediterranee, del 2015, diec’anni fa) cerca di riconciliare Guénon con Evola, in ciò sbagliando, a mio avviso, E MOLTO anche.