«Anche quando il nazionalismo parla di tradizione, non si ha nulla che possa richiamare ciò che nelle antiche civiltà corrispondeva a tale parola. Si tratta piuttosto di un mito o di una continuità fittizia, basata su di un minimo comun denominatore, dato dalla mera appartenenza ad un dato gruppo. Con la stessa “tradizione” il nazionalismo mira a consolidare uno stato di folla, nella dimensione del tempo oltre che in quella dello spazio, ponendo dietro al singolo l’unità mitica, divinizzata e collettivistica di tutti coloro che lo precedettero. La dimensione della trascendenza, di ciò che è superiore alla storia, vi manca del tutto». Julius Evola, “Rivolta contro il mondo moderno”, Edizioni Mediterranee, Roma 1969, p. 411.
Un post **contro** il “tradizionalismo” …
RispondiElimina«Anche quando il nazionalismo parla di tradizione, non si ha nulla che possa richiamare ciò che nelle antiche civiltà corrispondeva a tale parola.
RispondiEliminaSi tratta piuttosto di un mito o di una continuità fittizia, basata su di un minimo comun denominatore, dato dalla mera appartenenza ad un dato gruppo. Con la stessa “tradizione” il nazionalismo mira a consolidare uno stato di folla, nella dimensione del tempo oltre che in quella dello spazio, ponendo dietro al singolo l’unità mitica, divinizzata e collettivistica di tutti coloro che lo precedettero.
La dimensione della trascendenza, di ciò che è superiore alla storia, vi manca del tutto».
Julius Evola, “Rivolta contro il mondo moderno”, Edizioni Mediterranee, Roma 1969, p. 411.