domenica 24 maggio 2020

Una predizione giusta – fra tante sbagliate –, che però, come la proverbiale rondine, “non fa primavera”, ma rimane, tuttavia, giusta ….
























Interessante questa predizione da un vecchio libro, predizione relativa all’attuale malattia globale (“pandemia”).
Va però ben precisato che – su tante, ma tante, altre cose – l’autrice (che raccoglie “predizioni varie”) ha invece sbagliato[1]. Questa non è affatto una novità, i “veggenti” vedendo sempre “attraverso” gli “specchi distorcenti” del “mondo sottile”, che richiedono sempre una interpretazione attenta, posto che non siano suggestioni maligne.
A titolo storico documentale, tuttavia, la condividiamo, perché, in ogni caso, è interessante. Non è detto non possa esservi la classica “perla nel fango”. Di questa si parlerà fra breve, sottolineando che non è l’unica, tuttavia[2].

Ma veniamo al punto. Si legge questo: “entro il 2020 diventerà di prassi indossare in pubblico mascherine chirurgiche e guanti di gomma, a causa di un’epidemia di una grave malattia simile alla polmonite, che attaccherà sia i polmoni sia i canali bronchiali e che sarà refrattaria a ogni tipo di cura. Tale patologia sarà particolarmente sconcertante perché, dopo aver provocato un inverno di panico assoluto, sembrerà scomparire completamente per altri dieci anni, rendendo ancor più difficile scoprire la sua causa e la sua cura”[3]. E qui ci ha “preso” notevolmente bene, anche se si tratta – come s’è detto – di un’ eccezione, non della norma.
Dunque la cosa interessante sta nelle parole: “sembrerà particolarmente sconcertante perché dopo aver provocato […] panico […], sembrerà scomparire completamente”. Vedremo se si realizza[4]. Ci sono varie ipotesi – i p o t e s i – sul comportamento futuro del Sars-CoV-2, quindi, al momento, non si può dire altro se non: si vedrà. E comunque senza dubbio vi è la possibilità che, semplicemente, l’epidemia globale sparisca, come che divenga endemica in qualche modo. Quel che, al contrario,  non sparisce, né sparirà come se non fosse mai stato, è l’ insieme delle conseguenze della pandemia, come discusso altrove[5].







Andrea A. Ianniello














[1] Un esempio interessante “di per sé”, contenuto nel libro è laddove si parla dell’Anticristo, dove si fa un “mix” di due concezioni: quella, qui spesso criticata, dell’ “anticristo Gengis Khan”, come la chiamo (il pericolo in apparenza senza nome, il Grande Dittatore, se non il Grande Inquisitore), e quello dell’ “Ingannatore”, ma mescolandola col “personaggio cattivo” del tempo in cui fu scritto il libro: Osama bin Laden, cf. S. Browne, Profezie. Che cosa ci riserva il futuro, Oscar Mondadori, Milano 2006 (n’è stata fatta una ristampa quest’anno), pp. 164-165. Per lo meno, la Browne concepisce che l’Anticristo possa essere ingannatore, non un “guerriero invincibile”: è già qualcosa rispetto ad altri (che vivono nei propri sogni e delle proprie “proiezioni”), ma rimane comunque insufficiente. Non si riesce ad uscire dall’idea, balzana, dell’ “anticristo = personaggio cattivo della **storia**”, che dimostra solo l’incapacità ed impossibilità di capirlo: l’ “anticristo” pone termine alla “storia”. Che tale incapacità sia ovvia e scontata lo si capisce da tante cose, non solo dal perdurare dell’idea “anticristo uomo cattivo”, “uomo nero”. In altri secoli, per esempio, vi erano le raffigurazioni dell’anticristo come un uomo che aveva due pupille in un sol occhio – palese il messaggio symbolico, ma veniva interpretato letteralmente … –, e via dicendo vi erano tante altre immagini mostruose. Lo si capisce proprio dalla rimozione pazzesca che si sta già verificando dei morti e dei disastri, cosa umanamente anche comprensibile, però mostra una mentalità nella quale certi temi han davvero difficoltà nel potersi adeguatamente presentare. Per cui, vi è da dubitare che capiranno mai la centralità del tema dell’inganno, della contraffazione, e porranno sempre una sorta di “copia” sull’originale, a riguardo dell’ “anticristo”, copia basata su questo o quel personaggio storico, come una sorta di “calco”, quando “l’anticristo” – necessariamente – dev’essere un unicum, e senz’alcuna possibilità di “copia”, prima , tantomeno, dopo. In ogni caso, voglio citare la data per la manifestazione dell’Anticristo secondo la Browne: il 2030, che potrebbe avere un suo senso, ma non necessariamente quello che crede l’autrice.
Altro esempio: “Fino circa al 2020 il sistema politico degli Stati Uniti rimarrà immutato rispetto a quello attuale, con i democratici, i repubblicani e gli indipendenti e varie altre correnti in competizione per il controllo della maggioranza nella gestione dei nostri tre attuali poteri di governo (esecutivo, giudiziario e governativo)”, ivi, p. 143. Ma: “Un presidente eletto poco dopo il 2008 morirà all’improvviso per un attacco cardiaco”, ibid., e così non è stato (chiaramente, l’autrice non sapeva che sarebbe stato eletto Obama, ed ovviamente non è certo “colpa” sua, ma serve a dire quanto si possa sbagliare nelle “predizioni” quando si entra così dentro nei particolari). Dell’elezione di Trump, poi (ma era ovvio), non v’è traccia, quando,s e uno conosce l’America profonda, immediatamente vede come Trump sia funzionale all’America di fondo, non N. Y. City o la California, ma l’Alabama, il Midwest, la cosiddetta “Cintura della Bibbia” (“Bible Belt”). Il Michigan, il Wisconsin, l’Idaho, per tacere del Texas, del Missouri, della Louisiana, del Mississippi (come dimenticarsi del Mississippi?, mai dimenticarsi del Mississippi!). Solo nell’Europina “l’America” è solo la “liberatrice della Seconda Guerra Mondiale” – cui la maggioranza degli americani non voleva partecipare, lo si ricordi –, fase che fu solo “A Momentary Lapse of Reason”, per citare un titolo dei Pink Floyd. Son tornati “normali”, cioè quelli che son sempre stati … E la Browne non se ne avvede: tante “visioni” e poi non vede quel che sta sotto il naso, cioè l’inerzialità delle tendenze di fondo nella storia, il fatto che le tendenze di fondo non cambiano facilmente, a meno che non siano scosse alle fondamenta. Un sistema perturbato, e gli USA lo sono indiscutibilmente, tende a confermare i suoi difetti proprio per cercare di perpetuarsi. Tende a confermare i suoi limiti perché tende a chiudersi.
Si legge, poi: “Verso il 2020 circa, sarà abolita la carica di presidente degli Stati Uniti e con ciò avrà fine il costoso e apparentemente incessante ciclo di campagne ed elezioni presidenziali”, ivi, p. 145. Ci piacerebbe senz’altro, ma una cosa del genere richiederebbe un sommovimento tale – in teoria possibile, chiaro, ma in teoria – del quale l’autrice non s’immagina proprio, come accade spessissimo in queste “visioni” cosiddette, cioè che non si tiene conto della concreta realtà. Non ci si fa mai le domande giuste: cosa dovrebbe accadere perché uno scenario simile si realizzi? Ecco “la” domanda. Non è che sia impossibile, ma è che richiede, necessita un sommovimento fortissimo. Ora, ogni sistema è inerziale: tende a perpetuarsi e a preservare se stesso, tende a perseverare nel suo stato contro qualsiasi evidenza esterna. Solo – e soltanto – quando l’elemento, o gli elementi, di base sul quale, o sui quali, tal sistema si reggeva, cadono, s’intaccano, falliscono, solo allora è possibile un cambiamento radicale. Considerazioni molto interessanti al riguardo dell’ultimo post, quello precedente a questo, perché oggi siamo a questo “minare le fondamenta”, e non lo si vede; che poi basti minare perché si abbia il risultato, è, anch’esso, da vedersi: “mai vendere la pelle dell’orso prima d’averlo ucciso”; ha, infatti, tal sistema beneficiato di un trattamento (di sottovalutazione) sin troppe volte: le serpi, finché la “testa” non sia schiacciata, possono replicarsi e muoversi. Dunque che termini la carica di presidente USA vuol dire che gli USA, come li conosciamo – pur se oggi dentro grave crisi di sostanza, di ruolo, di scopo – sparirebbero nella forma nota. Vediamolo e poi parliamone, non l’inverso …
Comunque questa non percezione del caos crescente in ogni campo – la dissoluzione, o implosione, in termini “sociologici” – manca quasi del tutto quando si parli di “apocalisse”, come se tutto accadesse dentro una situazione che il tempo stesso non ha modificato, come se tutto accadesse dentro una situazione che fosse rimasta uguale: in una tale situazione “appare” – fungo dopo una pioggia – “l’anticristo” (cattivissimo), con colpa zero da parte umana, ovvio! Dunque: non vi è alcun legame fra “l’anticristo” e le azioni umane, non vi è alcun legame fra “l’anticristo” e il sistema precedente: questa è la sostanza di tal modo di pensare (male), “l’anticristo” sarebbe solo come un fungo dopo una pioggia, senza legami, senza origini e senza ragione, per predare la povera umanità, di per sé innocente, che non ha mai dato il suo consenso ad un sistema specifico e distruttivo. Che incomprensione! Fra i pochi a capir che si andava verso questo crescente momento di generale implosione sociale, capendolo molto prima che vi si entrasse pienamente, vi è stato S. Quinzio, ma conta fra le eccezioni, fra l’eccezioni assolute. Di solito, invece, ci si limita a proiettare il presente nel passato.
[2] Dove si parla di un database globale di riconoscimento vocale, per esempio: cf. ivi, pp. 193-194. Secondo l’autrice, sarebbe in uso per il 2025, cf. ivi, p. 194. Chiaro che all’autrice gli usi “distopici” di un tal database inevitabilmente sfuggono. Per costoro lo sviluppo tecnico, del quale magnificano taluni aspetti, potrebbe andare separatamente dai suoi effetti negativi! Come se fra le due cose non vi fosse una causalità diretta! Che incomprensione.
[3] Ivi, p. 220.
[4] Per esempio, si legge: “il comune raffreddore scomparirà entro il 2009 o il 2020 circa”, ivi, p. 211. E così non è stato. Tra l’altro, il raffreddore è un coronavirus, un virus di quella famiglia di virus. E non è per niente mortale, anche se, sin ora, non c’è una cura specifica che lo annulli. Pertanto i coronavirus possono andare da sindromi molto pericolose a malanni banali. Tra l’altro, il raffreddore è un virus il cui sviluppo è stato quello di divenire blando ma di garantirsi la possibilità di replicazione continua usando come “ospiti” gli umani. Nessuno sulla faccia della Terra sa cosa farà il coronavirus detto Sars-CoV-2, che poi porta alla malattia detta “Covid-19”, ed è quest’impotenza predittiva del sistema tecnico il punto vero: lo scacco che un frammento incompleto di RNA – una cosa incredibilmente primitiva, una “trottolina” per bambini, anzi, mezza trottolina –, nel suo caotico replicarsi, ha potuto fare del complicatissimo sistema tecnologico: ecco il punto vero.
[5]Cf.
Qui si parlava delle conseguenze della caduta della domanda globale per la stabilità sistemica. Si può anche aggiungere che tale domanda globale verrà senz’altro rafforzata, ma in un altro sistema. E qui si potrebbe davvero realizzare quel passo dell’ Apocalisse di Giovanni (cap. 13, vs. 16-17), dove si dice: “E che a tutti, umili e grandi, ricchi e poveri, e i liberi e gli schiavi, s’imprimesse un segno sulla mano destra o sulla fronte, sì che nessuno possa comperare o vendere se non ha quell’impronta col numero della bestia o la cifra del nome suo”, Apocalisse di Giovanni, SE, Milano 1987, p. 57, corsivi miei. Segue il famoso numero: 666, sul quale si sono sprecate tante ipotesi e fiumi d’inchiostro son stati scritti – o di bit nel mondo digitale sparsi – senza però mai giungere a qualcosa di definitivo: ipotesi, anche interessanti, ma che sono rimaste tali. Si è che, se fosse stato facile capirlo, si sarebbe già capito, visto lo sforzo collettivo – encomiabile senza dubbio, lo dico senz’alcuna ironia, nemmeno involontaria – profuso, sforzo che avrebbe ingannato e tradito tante motivazioni che, vogliamo anche dire che molte siano state sbagliate o nate da illusioni, ma che non possono essere tutte cattive. Eppure: niente ancora. Si è che il “can è ben nascosto” … Non l’osso, il cane
Sul “666” c’è un vecchio post, cf.
Ah un’ultima cosa: questo “Regno dell’Anticristo” dominato da una domanda costruita, e “filtrata”, dal “numero della ‘bestia’” vedrà l’Anticristo predicare anche “contro” un tal System diverso e dystopico … Non solo, ma è completamente fuori epoca l’attribuire a questo sistema in fieri la forza e le caratteristiche dei vecchi sistemi “totalitari” novecenteschi, con la loro stabilità e il loro controllo politico. Se la politica è in crisi e la sua relazione con la decisione si è definitivamente alterata (cf.
https://associazione-federicoii.blogspot.com/2020/05/conversazione-con-paolo-broccoli-3.html), come può essere che si vada verso un maggiore controllo politico?
Non è questo il punto; dunque – ergo – quel che deve accadere sarà diverso: si tratta di una banale deduzione, semplicissima. Ora, far capire queste poche cose ad “illustri strologatori” è più inutile della proverbiale fatica di Sisifo …










2 commenti:


  1. Lungo discorso ma, in teoria, è possibile – nota con questo gran casino chiese, moschee o templi buddhisti o anche confuciani dovrebbero esser pieni di gente. Non c’è nessuno ... – che grande differenza con le pandemie del passato …
    Ed anche questa è una differenza piuttosto significativa col passato.




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  2. Vediamo un po’ di dir qualcosa, oggi, quando l’estate ormai è passata da quasi un mese, delle tre cose che diceva la Browne. Con l’estate non è sparito il virus, quindi qui non ha avuto ragione. Delle altre due cose – che sparirà da solo e che fra diec’anni tornerà in forma diversa –: su quest’ultima si vedrà, solo il tempo ci dirà; sulla precedente (che sparirà da solo), dipende da tanti fattori, ma pure qui si vedrà. Ma, in teoria parlando, non è affatto impossibile.


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