lunedì 4 luglio 2016

Riflettendo su di un vecchio libro di J. Baudrillard, del lontano **1978**, l’anno “dei due papi”





“In quel tempo” - per echeggiare i Vangeli - apparve, di J. Baudrillard, All’ombra delle maggioranze silenziose, ovvero la morte del sociale, Cappelli, Bologna 1978, il lontano 1978 … Baudrillard è noto, oltre che per altre cose [1], soprattutto per la teoria della simulazione e per la teoria della pubblicità come sistema di simulazione. Ebbene, tuttavia, un altro concetto - non del solo Baudrillard però - è stato sottovalutato: quello d’ implosione.

Nel libro succitato, sosteneva che non si potesse passare dai sistemi “esplosivi” - come l’idea della “rivoluzione” e dell’espansione “capitalistica” occidentale (le “libertà”, soprattutto di commercio e produzione), padroneggiare l’esplosione è stata la chiave della “fase aurea” dei sistemi occidentali - a quelli “implosivi” senza crisi esiziali.

Come quella che viviamo ormai da tempo. E della quale lui, “in quel tempo” (1978), già vedeva segni decisivi in relazione al tentativo, però di “padroneggiare l’implosione”, cosa, secondo lui, impossibile, perché il passaggio dai due sistemi non era mai “lineare” o privo di crisi terribili. Come quella che “noi” - chi n’è consapevole - ormai viviamo da molto ma molto tempo. Senza riuscire a padroneggiarla e nemmeno minimamente a gestirla. Questo lui lo vedeva nel 1978 … Vi è chi - Oggi - non lo vede ancora, non lo vedrà mai … Probabilmente, vederlo non è così decisivo: esser consapevoli di ciò che ti accade non ha mai impedito a ciò che di accade di accadere né, di per se stesso, è lasciapassare della capacità di gestire i passaggi storici fondamentali. Purtroppo, però, “Noi” ne siamo consapevoli, e ci fan ridere le “soluzioni” oggi approntate, cosiddette “soluzioni” che non sono altro se non ulteriori passaggi verso la Dissolutio.

“In quel tempo” occorreva poter vederlo per “Oggi” poterne far qualcosa, una cosa qualsiasi, ma che non segua la via intrapresa, senza per questo illudersi di poterla “evitare” al mondo: eh no, anche quest’ultima è un’illusione, forse l’ultima di cui “il saggio” si debba liberare, per echeggiare il Barnaby di Melville.

E vide anche giusto che il processo “implosivo” non sarebbe durato “un giorno”, in questo “tramonto senza fine” [2] che è la “fine del mondo moderno” …





NOTE
[1] Cfr. http://ideeinoltre.blogspot.it/2014/05/andrea-ianniello-baudrillard-la.html.
[2] Cfr. http://associazione-federicoii.blogspot.it/2016/07/del-tramonto-che-non-traminta-mai.html.
[3] Cfr. http://ideeinoltre.blogspot.it/2014/01/andrea-ianniello-la-fine-del-mondo.html.








6 commenti:

  1. Sarebbe durato magari i famosi 17 anni della profezia del Re del Mondo riportata da Ossendowski, e visto che le altre date alla fine si sono rivelate vere anche letteralmente, magari potrebbero essere davvero 17 anni, che finirebbero quindi nel 2028-2029. Tra l'altro il 2029 è un anno particolare anche secondo il Barbault Planetary Index se non ricordo male.
    Ma potrebbe benissimo durare molto molto di più.

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  2. Il 2011 è la data che si evince dalla “Profezia del Re del Mondo” riportata da Ossendowski (e da me varie volte citata).

    Ci si aggiunga i “18 anni di ‘guerra’”, **evidentemente** da non interpretarsi letteralisticamente, e si ha il 2029 da te giustamente citato.

    Che duri di più è molto dubbio, vista la situazione dei mondi economico e sociale, e del mondo cosmico e naturale terrestre.

    Il “tramonto del mondo moderno è un tramonto che non tramonta mai” (http://associazione-federicoii.blogspot.it/2016/07/del-tramonto-che-non-traminta-mai.html), vero, ma pure “il tramonto che non tramonta” alla fin fine tramonta.


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  3. A tal proposito, sul concetto di “lavoro”, cfr. http://namaqua-land.blogspot.it/2016/06/il-lavoro-e-la-morte-estratto-da-lo_9.html.

    Si noti la **data** del libro di Baudrillard ...

    E fin ora, dove sono stati “lor signori”, illustrirrimi “strologatori” del “flatus vocis” ed imperatori della chiacchiera inutile ...

    E se ci si ritrova di fronte a dei probelmi “strutturali”, vale a dire relativi a **come** funziona il “System”, che sse fa ??

    Domande retoriche, senza dubbio ...

    Quelli che scoprono l’acqua calla “fuori tempo massimo” son come quelli che parlano - oggi - di “tramonto dell’Occidente”, ma se è **già** tramontato? E non ieri?

    Ah forse lor signori non se n’erano accorti, ah ecco: eh beh, tra vacanze in locali di lusso o forse anche in luoghi da cui provengono i profughi oggi, partite di calcio, qualche sito porno, e tante ma tante chiacchiere **al vento**, è altamente probabile non se ne siano accorti ...

    Peccato che accorgersene ora non serva proprio a nulla ...

    Che peccato!!




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  4. Interessante che, in un passo de “Lo scambio simbolico” (e ribadito in “A l’ombre”) Baudrillard sottolinei come le società abbiano una loro sostanza symbolica, che la nostra ha senza dubbio perso (il che ricorda un altro apsso di T. Burckhardt, laddove quest’ultimo sostiene che la “sostanza spirtuale” accumulata d’una civiltà è determinata e dunque l’averla usata come ha fatto la civiltà occidentale, per espandersi tecnologicamente, l’ha (la sostanza “spirituale”, “de facto” consumata ed irreversibilmente.

    Il passo di Baudrillard spiega bene le difficoltà - insormontabili - dell’Ora, in quanto manca proprio la “sostanza” su cui agire.
    Che cosa funga da “collante”, e non da mero “collant”, delle società occidentali? Vi abbasso le tasse?

    Quanto allo slogan “America Great Again” di Trump, trattasi di **simulacro** di grandezza: Trump ha chiarito che vuole un’America ancora più chiusa in se stessa di quella di Obama.

    Dunque sebbene in apparenza i due movimenti siano opposti, in realtà vanno nella stessa direzione.

    Un po’ come l’Europa a guida tedesca che, in realtà, ha indebolito irreversibilmente l’Europa portandola sotto ricatto, ora della Turchia, prima di altri, poi di altri ancora.

    Su questa “Germaniopa” cfr. un post che riporta cose scritte 19 anni fa, nel 1997.
    Si ricorda che l’Euro, come zona di tasso fisso, è nato l’anno seguente al 1997, il 1998 quindi.


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