sabato 18 aprile 2015

P. Buttafuoco sulle “Sette torri del diavolo”, link

Tanto per non mancare di lasciare ad altri il discorso su determinati punti - ma naturalmente, staranno lì a mancare stretto in vista della perdente difesa dell’islamizzazione di Guénon in una serie di battaglie di retroguardia senza nessun senso (cfr. “Errori di prospettiva”) -, P. Buttafuoco parla, ed anche alquanto esattamente, anche se l’immagine scelta non è molto congruente, delle “Sette torri del diavolo” su “La Repubblica”, il primo a farlo dopo M. Dolcetta, già ricordato in altri post su questo blog... M. Dolcetta, però, era più affine a certe correnti culturali. Bene, comunque, che “certi” temi escano da determinati “ghetti” culturali, anche se questo, purtroppo, non può avvenire senza dei fraintendimenti; ma va detto che è pur vero d’altro canto che non si possa pretendere che sia ben conosciuto il “retroterra” di “certe” idee.

Ecco il link di Buttafuoco: “Sette torri del diavolo per sfidare il cielo” (sottotitolo: Il mito islamico le colloca tra Siberia, Medio Oriente e Africa)

Una “divulgazione” di “certi” temi senza il retoterra culturale di controllo: ecco cos’han prodotto i “guénoniani” (degli “evolomani” non parliamo proprio, che lì siamo ad un livello ancora più settario). 

Dunque con i “guénoniani” non si può essere se non molto severi. Complimenti cari auto-nominati “guardiani della fiamma”, continüate così...  Non so chi disse che la Tradizione è un Fuoco vivente ma molti credono sia raccogliere ceneri: beh, disse giusto... 
Ma purtroppo sembra che un concetto così semplice si scontri con delle difficoltà di comprensione davvero insormontabili, da parte di molte menti... 

Si tratta di un folle ripiegamento, per nulla tattico, ma che non è altro che il non saper gestire “certe” contraddizioni. Che taluni non sappiano gestirle non vuol dire che non siano gestibili in assoluto. 

Morale della favola: certi temi, che solo Guénon ha introdotto in Occidente - e va detto e ribadito -,  son sottratti al quadro interpretativo che nasce dalla sua opera ed è - il quadro interpretativo - che si basa sull’“Unità tradizionale” e sul concetto di base di Tradizione Primordiale ma non univoca. Quest’ultimo punto, la univoctà della Tradizione Unica, è una forzatura di Guénon. Per reagire a tale forzatura, è nato il rinchiudersi nella forma islamica. Poi è seguito il tentativo di rinchiudere Guénon nel solo mondo isolamico, dimenticandosi che tale forma religiosa vi ha, nella sua opera, tutto sommato un ruolo minore. Può non piacere questa constatazione ma così stanno le cose. Ed è dimostrabile.

La contraddizione è sempre quella: il concetto di Unità tradizionale al di là delle singole forme, ma che non nega queste ultime, né le loro differenze. Sta tutto qui... 

Di nuovo: certi temi, che solo Guénon ha introdotto in Occidente - va detto e ribadito -,  son sottratti al quadro interpretativo che nasce dalla sua opera. Grazie, dunque, ai “guénoniani” si è avuto questo incredibile autogol. 

Passando ad un altro tema, beh, basta guardare dove si svolgono le lotte di oggi ed occorre fare due più due, in ordine alle forze “occulte” che, se di certo non “generano” la storia in quanto tale (pretenderlo sarebbe risibile “complottismo”), di certo la condizionano pesantemente. Non vedere questi condizionamenti è l’altrettanto risibile razionalismo e lo scientismo becero. 

A questo punto, bisognerebbe chiedersi, se mai fosse possibile chiederselo (chissà che non sia una domanda mal posta): com’è che il cosiddetto “complottismo” genera tanti “distinguo” ed alzate di scudi mentre scientismo e razionalismo passano senza generare le stesse resistenze? Non vi sarà in questo un po’ di condizionamento? 

Nooo! No! Ogni individuo, come noi “ben” sappiamo, è una tabula rasa del tutto privo di condizionamenti, e possiede una volontà libera ed indipendente ed è completamente a conoscenza dei termini e delle conseguenze delle sue scelte, assolutamente libere, prive di condizionamenti e totalmente sovrane... Chi mai, sano di mente, oserbbe negarlo? Non trattasi di ciò che la “nostra civiltà” ha diffuso al mondo intero? E tutto denota libertà completa di scelta ed assoluto non condizionamento, oltre che completa e totale sovranità da parte dell’individuo, che è dominatore di se stesso, indiscusso ed indiscutibile possessore di diritti del tutto inalienabili ed assolutamente intangibili... E’ ben noto.

The Prisoner 1967 I’m not a number, I’m a free man 

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