“Undici è il numero della spiritualità pura e dell’esoterismo, perché simboleggia l’unità della creatura che si lega all’unità del Creatore, e rappresenta la chiave della comunione mistica. Questo numero ha un ruolo importantissimo sia nel simbolismo musulmano che nelle tradizioni africane.
Il numero dodici, che gli succede, simboleggia l’azione nel mondo ed il sacrificio”.
A. HAMPATÉ BÂ, Il saggio di Bandiagara, L’Ottava Edizioni, Milano 1986, p. 51, nota n.2 a pie’ pagina, corsivi e grassetti miei.
“Quanto alla forma tenebrosa dei negatori malefici, essa s’innalza, al momento del loro exitus, verso la regione designata in astrologia come «la testa e la coda del Drago» (i punti in cui l’orbita della Luna interseca quella del Sole [dando, quindi, ORIGINE alle ECLISSI]), regione di tenebre, nella quale si aggira la massa perditionis di tutti i demoni dell’umanità, massa di pensieri e di progetti malefici che cospirano al fine di produrre le catastrofi che lacerano il mondo degli uomini [“massa” che OGGI vediamo essere in azione, in EBOLLIZIONE]”, H. CORBIN, Storia della filosofia islamica I. Dalle origini alla morte di Averroè, Adelphi Edizioni, Milano 1973, p. 102, corsivi in originale, grassetti miei, mie osservazioni fra parentesi quadre. Su Corbin NON sono mai stato tenero, anche per i suoi – GROSSI – errori su Federico II, cf. ivi p. 147[1], nondimeno talvolta (senza dubbio) ha ragione[2].
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Anche questo passo è importante: “La storia coranica di Adamo viene letta come la storia dell’investitura ricevuta dal giovane Imâm Adamo da parte del padre Honayd, ultimo Imâm del ciclo d’epifania anteriore [vi son infatti cicli di “EPIFANIA” e di “OCCULTAZIONE” nell’esoterismo islamico]. Tutti gli «Angeli terrestri» (i membri della Da’wat [comunità esoterica ismailita]) lo riconobbero [cioè come nuovo Imâm per l’allora veniente “ciclo d’occultazione”], salvo Iblîs-Satana ed i suoi. Iblîs era un dignitario [membro della Da’wah insomma, comunità esoterica, ma di un certo livello, cioè NON il “semplice iniziato” ad un gruppo “esoterico” per capirci] del ciclo anteriore [di EPIFANIA, NB], nella cui persona riappare [NB], in questo momento [!], la forma di Tenebra precipitata sulla Terra [!], in origine [NB], dall’Adamo celeste [il “dramma nei Cieli” prima che il Tempo fosse, cioè]. L’intento d’Iblîs fu quello di commuovere Adamo [facendo leva sul suo “lato buono” perché rompesse la “disciplina dell’arcano” e rivelasse “Il Segreto” – Secretum Secretorum – in un ciclo però d’ OCCULTAMENTO, e NON di epifania! Direi che questo è proprio “Il” diabolico, non è vero?!], di toccare la sua generosità per indurlo a rivelare agli uomini quella «conoscenza di resurrezione» che ambedue avevano avuto dal ciclo precedente [NB; dove SI poteva – “liberamente” – “DIRE” del “segreto” di RESURREZIONE; a questo punto, si veda la conoscenza dei Veda ORIGINARI! 2+2=4 …]. Ed allor Adamo, spinto da un impulso insensato [ci sarebbe di che dirne però del termine “insensato” eh!], tradì [NB], abbandonando all’incomprensione generale [inevitabile in un ciclo d’occultamento] ciò che non poteva esser rivelato che dall’ultimo Imâm del nostro ciclo [NB], l’Imâm della Resurrezione (Qâ’im al-Qiyâmat) [Notarsi]”, ivi, p. 98, corsivi in originale, grassetti miei, mie osservazioni fra parentesi quadre.
Sul “dramma in Cielo” cioè sul “DRAMMA” dell’ “ORIGINE”:
“Tutti i membri del suo [cioè della Decima “Intelligenza” celeste] pleroma[3] furono còlti dal panico vedendo la Tenebra invadere il loro essere [NB: il loro essere].
Dal triplice movimento con il quale essi tentarono vanamente di sfuggirle, derivarono le tre dimensioni dello spazio cosmico [che, dunque, NON sono “male” di per sé stesse, ma insufficienti]. La massa più densa si stabilì al centro, mentre lo spazio cosmico esplose in più direzioni: quelle delle Sfere celesti e quelle degli Elementi. A sua volta, ogni pianeta governò, per la durata d’un millennio, un mondo in gestazione, finché all’inizio del settimo millennio, il ciclo della Luna, apparve, come una pianta che cresce sulla Terra, il primo uomo terrestre, circondato dai suoi compagni”, ivi, p. 96, corsivi e grassetti miei, mie osservazioni fra parentesi quadre.
Andrea A. Ianniello
[1] Ne tratto – criticamente –, “en passant” solo, in: A. A. IANNIELLO, Alcune note di uno scritto apocrifo di Tommaso d'Aquino sull'alchimia, Giuseppe Cozza editore, Caserta-Casolla 2021.
In poche parole, pur se – aggiunge “forse” per mero scrupolo in effetti –, Corbin suggerisce che sia stato Federico II di Hohenstaufen l’ispiratore, o uno degli ispiratori, del famoso – e famigerato – libello De Tribus Impostoribus. Il che NON È vero. Un’edizione del trattatello: ANONIMO, De tribus impostoribus. I tre impostori. Mosè. Gesù. Maometto, a cura di F. Ingravalle, Edizioni di Ar, Padova 2009. Non è una cosa così “scandalosa” come si pensa questo trattatello, ed inoltre rivela due strati: uno più antico, di probabile origine medioevale, seguito da un altro secentesco e dell’epoca del razionalismo imperante, del quale, tutto sommato, riecheggia le posizioni: le polemiche – false alla radice – dei razionalismo europeo contro la religione, nulla di tremendo, argomenti sbagliati alla radice. Il sostrato “pericoloso” è quella precedente, invece. Che riecheggia – ma molto ma MOLTO velato – quel certo, per così dire, “ORIENTE LUCIFERINO” … VENATURE di “Oriente luciferino”, per così dire … E siamo così ricondotti ad un ALTRO punto che Corbin NON poteva capire né accettare, SUL e COL quale ha depistato tanti: NON esiste solo l’ “Oriente delle luci” al quale tante volte fece riferimento Corbin, ma esiste ANCHE un Oriente luciferino … “Chi ha orecchie per” …
[2] “Corbin stavolta” n.1, cf.
https://associazione-federicoii.blogspot.com/2018/09/corbin-stavolta.html.
[3] Letteralmente “pienezza” sottinteso della Luce CELESTE, ad un suo – cioè della Luce – qualche livello: ve ne son tanti di livelli, donde il numerale che denota le VARIE “Intelligenze” CELESTI cosiddette. NON solo usato nello gnosticismo cristiano” ma pure in ambito scritturale cristiano, cf. Gv. 1, 16; Eph. 1, 10; Col. 2, 9.
Grazie.
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