“Per conoscere le ragioni di questa perversione della spiritualità, bisogna per un momento lasciare la tradizione celtica e rivolgersi all’antica tradizione egizia, e meditare su una lettera dal Cairo, datata 22 aprile 1932 [90 anni fa!, si noti quanti due …!], in cui Guénon parla della sopravvivenza d’una magia molto pericolosa e d’ordine infero, d’origine egiziana, che sembra essersi rifugiata principalmente in certe regioni del Sudan. Non si può far a meno di stabilire una relazione fra queste tenebrose influenze — la cui terra d’elezione divenne la ‘remota regione del Sudan, cui allude ancora Guénon nel Regno della Quantità (cap. XXVI) — e il ‘crepuscolo degli dèi’ che, oscurando la tradizione celtica ed egizia, ridussero gli antichi santuari abbandonati a luoghi di rifugio di questi ‘residui psichici’, i soli che permangono allorché lo Spirito si è ritirato. Vedremo più avanti che ci sono delle ragioni ben precise per cui si associano i destini pervertiti del Celtismo con quelli della tradizione egizia [e qui – qui – si pone il tenebroso “affaire” di Rennes-le-Château …]. in ogni caso, il Belen gallico non fu maggiormente risparmiato del suo omologo greco […] e il Cristianesimo fece scadere il luminoso Apollo al rango di demone. Fu l’ Apollion dell’ Apocalisse (IX, II) … Non ci sarebbe nulla d’inverosimile nel fatto che, in terra celtica, il dio dalla testa di lupo, dopo l’occultamento del suo aspetto solare e propriamente apollineo, abbia ceduto il posto a questo dio dalla testa d’asino, d’origine egiziana, ma destinato ad un ‘impero’ universale”.
J. ROBIN, René Guénon. Testimone della Tradizione, Edizioni “Il Cinabro”, Catania 1993, p. 43, corsivi miei, mie osservazioni fra parentesi quadre.
“Si considera generalmente la maschera che copre i volti delle mummie egiziane come un ritratto stilizzato del defunto; ma ciò è vero solo in parte, benché questa maschera divenga realmente, verso la fine dell’antico mondo egiziano e sotto l’influsso dell’arte greco-romana, un vero proprio ritratto funebre. Prima di questa decadenza la maschera non mostra il defunto com’egli era, ma come sarebbe dovuto diventare: è un volto umano che si avvicina in qualche modo alla forma immutabile e luminosa degli astri. Ora, questa maschera svolge un ruolo ben determinato nell’evoluzione postuma dell’anima: secondo la dottrina egiziana, la modalità sottile inferiore dell’uomo — quella che gli Ebrei chiamano ‘il soffio delle ossa’ [detto in ebraico “OB”, da R. GUÉNON, L’errore dello spiritismo, cap. VII] e che si dissolve di norma dopo la morte — può essere trattenuta e fissata dalla forma sacra della mummia. Questa forma — o questa maschera — svolgerà dunque, in rapporto a quest’insieme di forze sottili insieme diffuse e centrifughe, il ruolo d’un principio formale [che dà “forma”, cioè limite]: essa sublimerà [passaggio dal fisso al gassoso senza passare per lo stato liquido: è un paragone, ma rende l’idea] questo ‘soffio’ [stesso termine che in Cina] e lo fisserà [punto decisivo], facendone un legame fra questo mondo e l’anima stessa del defunto, un ‘ponte’ attraverso il quale le incantazioni e le offerte dei vivi raggiungeranno l’anima, e la benedizione del defunto potrà raggiungere i vivi [in buona sostanza, “il culto degli antenati” è questo scambio, symbolico, e cioè reale]. Questa fissazione del ‘soffio delle ossa’, d’altronde, si produce spontaneamente alla morte di un santo [è un fenomeno alchemico, infatti], da cui la virtù specifica delle reliquie [fatto ben noto ma, di solito, non spiegato]. Nell’uomo che ha raggiunto la santità, la modalità psichica inferiore [“OB”] — o la coscienza corporea [due cose collegate …] — è già stata trasformata nel corso della sua vita terrena: essa è diventata veicolo d’una presenza spirituale, che verrà poi fissata alle reliquie ed alla tomba del santo. È probabile che, in origine, gli Egiziani consacrassero soltanto le mummie di uomini d’alto rango spirituale, poiché non si può trattenere senza pericolo la modalità psicofisica di chicchessia. Per tutto il tempo in cui il quadro tradizionale restò intatto, questo pericolo poteva esser neutralizzato; esso si manifesterà quando uomini di una civiltà affatto diversa, completamente ignari delle realtà sottili, infrangeranno i sigilli dei sepolcri”
T. BURCHARDT, Simboli della scienza sacra, Archè, Milano 1979, pp. 19-20, corsivi e grassetti miei, miei commenti fra parentesi quadre.[1]
100 anni fa (4 novembre 1922) – e un giorno –, la scoperta della famosa tomba di Tut-ankh-Amòn – in origine: Tut-ankh-Atòn –, dove ankh è la “vita”, ma in un’accezione superiore, cioè non bìos ma zoê.
Peraltro in greco bìos, vita biologica, e bìos, arco (quello di Apollo), si dicono uguale …
“Hesy aveva perso completamente la bussola: […] esclamò:
‘Maestro, non avevamo mai sentito nulla di simile! Se tale verità è nascosta sotto un’erronea apparenza, perché non rivelarla?’
‘Non è ciò che sto facendo qui per alcune persone? La massa non può comprender l’insegnamento di certe leggi causali; in tal caso, è meglio il silenzio che la profanazione.’
‘Maestro, questo silenzio non ha fatto giudicare l’opera di Akhenaton come una violenza blasfema, come la creazione arbitraria d’un culto eretico?’
‘Solo gl’ignoranti hanno accettato quest’interpretazione umana.’
‘Gli ignoranti sono la maggioranza: perché lasciarli nell’errore?’
‘È meglio un errore nelle cose umane che una divulgazione che profani le Leggi divine.’ [typicamente egizio]
Hesy, dopo aver riflettuto, rispose:
‘Tuttavia è evidente che c’è stata una volontà di distruzione dei monumenti e dei simboli Amoniani!’
Il Saggio replicò:
‘Se la rivoluzione di Akhenaton avesse avuto come origine un odio personale contro un certo clero o un certo principio, egli avrebbe raso al suolo il tempio di Apet-Sut che era il cuore del culto di Amon, anziché scalpellarne semplicemente i simboli. In tal modo si sarebbe realizzata una distruzione definitiva, ben più semplice che il martellare le pietre con tanta precauzione da far sì che le forme restino spesso percettibili … E che traspaiano certi attributi o certe parti del corpo necessarie alla funzione ch’esse contribuivano a svolgere nelle scene in cui sono rappresentate. Pensate quale doveva essere stato il lavoro dei sorveglianti iniziati che han controllato i minimi tratti di tutti quei monumenti, muri, steli, obelischi, per preservare i segni che dovevano esser rispettati! Io posso mostrarvi una stele dove un certo aspetto di un Neter è stato eliminato, mentre l’altro è rimasto per adattare il simbolo al “momento” caratteristico. Chi desidera altre prove, può trovarne innumerevoli. La regina madre Tii non aveva il suo palazzo nella città di Akhenaton? Avrebbe forse dimorato presso suo figlio, se ci fosse stato conflitto fra lui e suo padre Neb-Maât-Re, i quale addirittura si stabilì per qualche tempo a El-Amarna? Tut-ankh-Amon non visse in un primo tempo ad Amarna con il nome di Tut-ankh-Aton, facendo così d’anello di collegamento tra il periodo Atoniano e il periodo di Amon-Râ?’
Hesy scuoteva la testa in riprovazione”, I. SCHWALLER de LUBICZ, Her-Bak (Cecio), L’Ottava Edizioni, Milano 1985, pp. 334-335, corsivo in originale, grassetti miei, mie osservazioni fra parentesi quadre.
Andrea A. Ianniello
[1] “La maschera sacra non suggerisce sempre una presenza angelica o divina; essa può costituire anche l’espressione ed il supporto di una presenza ‘asurica’ o demoniaca, senza che ciò implichi necessariamente una ‘deviazione’; poiché questa presenza è in sé malefica, essa può essere domata da un’influenza superiore e captata per scopi espiatori, come accade in certi riti lamaisti. Ricordiamo anche, come esempio ben noto, il combattimento del Barong e della strega Rangda nel teatro sacro di Bali; il Barong, che ha la forma di un leone fantastico ed è comunemente considerato come il genio protettore del villaggio, è in realtà il leone solare, simbolo della luce divina, come indicano i suoi ornamenti dorati. Egli deve affrontare la strega Rangda, personificazione delle potenze tenebrose. Ambedue queste maschere sono supporti di d’ influenze sottili che si comunicano a tutti coloro che partecipano al dramma, fra i quali si svolge un reale combattimento. Ad un certo momento, dei giovani in trance si gettano contro la strega Rangda per pugnalarla; ma il potere magico della maschera li spinge a rivolgere i loro kriss contro se stessi. Alla fine il Barong respinge la strega Rangda. Quest’ultima è, in realtà, una forma della dea Kali, della potenza divina considerata nella sua funzione distruttrice e trasformante; ed è in virtù di questa funzione implicitamente divina della maschera che il suo portatore la può assumere impunemente”, ivi, p. 16, corsivi in originale, grassetti miei.
NEMO ME IMPUNE LACESSIT …
“En Attente”, cf.
RispondiEliminahttps://associazione-federicoii.blogspot.com/2018/08/in-attesa-di-peste-terremoti-eccetera.html
In poche parole: chi crede di potersi limitare al “tattico” non ha capito cosa sia un’arma nucleare.
RispondiEliminaIl nucleare è l’arma “illimitata” per definizione, creder di poterlo limitare non è che funesta illusione. Ogni altro discorso è farsa inutile o maschera ipocrita d’inconfessabili – ed inconfessati – interessi di tenebra. Di tenebra … “verde” …
Naturalmente qui per “verdi” **non** si fa riferimento ad alcun ed a qualsiasi partito politico che usi tal colore come suo segno distintivo, eh . . .
EliminaSi fa riferimento ad “altro” . . .
Signori, lasciate che ve ’l dica chiaramente, “apertis verbis” e “senz’ambagi”, come suol dirsi: **Se voi poteste “cambiare” col voto, voi **NON** votereste**, anzi: voi potete votare proprio **perché** col voto NON POTETE CAMBIAR NULLA d’ ESSENZIALE, stop. Ogni altro discorso è chiacchiera inutile. I fatti stan qui a dimostrarlo: puoi non accettarlo, può darti “fastidio”, fa’ come credi – a me, personalmente, non me ne può importar di meno: che ognuno “facci” come “credi” –, ma è così che vanno le cose sul pianeta Terra nell’ A.D. 2022. Perché così sono andate per tanto, ma tanto, ma super tanto tempo sulla dolente, stanca faccia del pianeta Terra.
RispondiEliminaSolo che il giochetto non è che possa durar per sempre, non lo dico all’individuo comune – fuori gioco tanto più quanto più gli fan credere di poter “contare” – ma lo dico ai cosiddetti “decisori”, che hanno in testa di mangiarsi questo stanco, dolente pianeta “sine die”. “I am waiting”, dice Qualcuno … E vi attende, non dubitatene … “Se tarda aspettala, perché arriverà, senza tardare”, dice Abacuc da qualche parte (cito a memoria), questo è il paradosso classico della profezia. L’attesa che si dilata, perché non è un mero problema quantitativo. Se Dio è oltre il Tempo – partiamo da quest’assunto – perché mai dovrebbe farsi un problema del “quanto” tempo? Non se lo fa, infatti, quindi può attender per sempre, se del caso. Quindi non è qui che sta il punto. L’uomo non ha questo tempo infinito (**né la Terra**), si dirà; giustissimo: quindi non è Dio a “decidere”, bensì l’ “uomo, e cioè: chi? **Quali** uomini? L’insieme dell’umanità, o forse la sua maggioranza? Non funziona così. Proprio non funziona così (di qui viene il fatto che i nostri contemporanei si avvoltolano, si bisticciano con questi temi senza però mai riuscir davvero a venirne a capo: è il punto di vista, sin dell’inizio, che non è corretto). Ciò che decide è “qualcosa” dentro l’essere umano (la “bilancia di Maât”, quella che il “giorno del Giudizio”, altresì detto della “pesatura del ‘cuore’”, **infallibilmente** attesta il posto di ognuno). Cose molto “sottili”, davvero. Il punto si è che per “l’uomo d’oggi” queste cose “sottili” non esistono, ma il punto è che CI SONO = la decisione **appare** inconscia (meglio dire: “subconscia”), ed dico “appare” perché non lo è davvero, lo è solo nella percezione dei nostri contemporanei, e saranno anche miliardi, ma il loro numero vale zero in relazione a questo “qualcosa” qua.
La “bilancia di Maât” – la quale Maât “ha pochi servitori”, come abbiam visto in un vecchio post – la “bilancia di Maât” si muove anche solo per un alito di vento, per un nonnulla, per una piuma. O anche per meno d’una piuma, per molto meno.
La cosa fondamentale: quest’asteroide, ultimo scoperto, che potrebbe impattare la Terra, lo farebbe solo fra molti e molti anni, probabilmente non lo farà, ma, se del caso, se e parla fra molto tempo; il punto si è che tanti asteroidi son nascosti dalla luce solare, hanno scoperto questo. Quindi,, c’è sempre modo …
RispondiEliminaCf.
RispondiEliminahttps://associazione-federicoii.blogspot.com/2021/12/un-altra-piu-che-necessaria-precisazione.html
Mmmh "verdi" verde ovunque ultimamente, si capisce infatti dove porterà il "green" che di vera protezione dell'ambiente non ha nulla a che fare...Piccolo off topic ...l occhio che si nota ovunque credo non abbia nulla a che fare con la massoneria,forse riconduce alla "società degli oculisti" dell 500 quella sì che è strana...
RispondiEliminaNon è il verde cosiddetto “green” …
EliminaSull’altra osservazione: non è affatto impossibile … Occorrerebbe poi dire quanto la massoneria poi abbia “ereditato” da delle altre”società segrete” e quanto, in realtà, sia “davvero” suo … ma il discorso ci porterebbe troppo lontano.
Tra l’altro, è interessante notare come sia recente la notizia dell’apertura d’un tunnel per un’importante tomba, sempre parlando di mummie.
RispondiEliminaSì ho sentito della tomba,interessante...sull eredità di certe cose da parte della massoneria come dice è quasi impossibile distinguere il vero dall inquinato...Off topic mi scusi ancora ma le chiedo un consiglio...all inagurazione dell anno accademico nella mia università ci sarà un archistar in fissa con il mettere sensori ovunque 5G eccetera...visto che bisogna registrarsi prima perchè i posti sono limitati mi chiedevo se andare e con qualche domanda cercare di far riflettere tutti dal rettore alla platea sul fatto che la digitalizzazione porta disumanizzazione ma non saprei...poi il 22 mmmh molto esoterica come data,che ne pare?
RispondiEliminaPeraltro il 4 novembre del 1922 – di qua il titolo del post – fu aperto il tunnel che, dopo, avrebbe consentito – il 26 novembre immediatamente successivo – di poter entrare nella tomba, mai toccata, di Tut-ankh-Amòn (che, precedentemente, si chiamava Tut-ankh-Atòn). Dunque far riflettere chi disponibile in realtà è sempre una cosa buona, ma l’accademia è tale, quindi si vede sempre che aria tira, cosa domina tra i colleghi ecc. ecc. Quindi questo lei lo deve misurar lei. Tra l’altro è recentissima – finalmente – una sentenza positiva per un tizio che, avendo lavorato col telefonino per degli anni, ha sviluppato un cancro al cervello, e la corte ha riconosciuto l’influenza di una apparecchio digitale forte, dalle forti emissioni cioè, tenuto per troppo tempo a troppo breve distanza: un inizio di un cambiamento di corrente, ma troppo debole ancora. Dunque, che lei possa far ragionare un “archistar”, lasciamo stare. Qualche collega magari sì, qualche studente magari sì, questo si può fare. Quindi entro questi – ristretti e restrittivi – limiti, non vi è ragione di non porre qualche domandina utile a far ragionare, peraltro dovrebbe poi essere la “missione” dell’università, cosa che – lei lo sa meglio di me – si guardan bene dal perseguire … L’università è accuratamente incolore, insapore, inodore … Lei non fa che porre dei problemi, legittimamente peraltro. Quindi non vi è ragione di non farlo, purché, però, non ci s’illuda sui risultati e si abbia l’unico – e solo – scopo che i “nostri” tempi consentono: presentare una voce critica. Senz’attendersi risultati di sorta.
EliminaUn altro post, nei cui commenti vi è un accenno alla questione elettromagnetica, cf.
RispondiEliminahttps://associazione-federicoii.blogspot.com/2021/08/detti.html
Battiato cantava ..."La barba col rasoio elettrico non la faccio più"
RispondiEliminaovviamente nei primi '80 non avevo contezza del reale significato...
di questa e di altre frasi... di alcune "canzonette" ....
Tuttavia era cmq iniziato un "percorso" ....
sotto invece uno stralcio di come viene interpretata la stessa frase
da "critici" ....
in quella che risulta come una rivolta personale al modernismo ed un ritorno all’antico (La barba col rasoio elettrico non la faccio più) proprio a quel tempo in cui tutto era blu, non grigio come nel presente.
PS
Non vale la pena esporsi ; lo scrivo qui ma principalmente è rivolto a me stesso .
PPS
"Siate puri come colombe e astuti come serpenti" Matteo 10, 16
Certo ricordo la frase evangelica, ma la gentile commentatrice chiedeva un parere in ordine ad un aspetto critico che una istituzione pubblica non può non avere, si tratta di un mero dovere, certo - come si è detto - con tutte le “specifiche” del caso e senza proprio alcuna illusione di sorta sugli effetti probabili. Magari capita che qualcuno ascolti . . . chissà . . . certo non lo dirà (di aver ascoltato), però ascolterà . . . .
EliminaSul "pubblico" .....legge di Murphy ... Questo è il "pubblico " oggi in Italia ...non che prima fosse meglio ....ma oggi .....
EliminaEh sì, questo è il “pubblico” oggi, siamo a livelli molto ma molto ma molto bassi, prima non è che fosse ‘sto granché, ma negli ultimi tempi l’abbassamento di livello è super percettibile, senz’alcun dubbio.
EliminaMa tant’è, questa decadenza, peraltro prevedibilissima, è stata prevista tanto ma tanto tempo fa.
Il mondo era “blu”, oggi è grigio, “en attente” . . . in attesa . . .
RispondiEliminaIn attesa di che??
In attesa del **nero** . . . .
EliminaA black that is luminous in appearance, isn't it... Some telltale signs that can be grasped looking at the soon to be released simulator video game "I am Jesus Christ": https://www.youtube.com/watch?v=nfbz1KuLXTc
EliminaThan you and yes it is, a black that is appearently luminous . . . Is not just this what is gona come in this world? . . . .
EliminaAlso cf.
Eliminahttps://associazionefederigoiisvevia.wordpress.com/2022/10/06/m-si-poi-si-si-sa-ma-certo-chiaro/
Grazie delle osservazioni vajra sulla canzone di Battiato interessante...infatti il mio timore è espormi,visto che sarà tutto registrato non vorrei diventare un meme...comunque non è questo il problema quanto la giornata scelta il 22-sto numero ritorna sempre bah...-a ridosso della luna nuova,non vorrei si muovesse "qualcosa" sulle archistar sono parecchio paranoica...Sull unanimismo ho notato...
RispondiEliminaInfatti avevo capito che c’era un problemino: in tal caso, non si esponga inutilmente, se poi teme che le “archistar” siano in vista di “muovere” qualcosa, tanto più vero. Magari ci son altri sistemi, una recensione della cosa, un commento su alcune posizioni dette in tal convegno, anche senza far nomi, chiaro, ma commentando le posizioni: insomma, si può sempre “far qualcosa” … Per il resto, non ci si preoccupi: non sarà su questo né su quello in particolare, ma, se qualcuno non ha capito cosa sia in questione – ma stavolta per davvero, senza “isterismi” da “complottisti” ottusi (“green pass” ed altri specchietti per allodole) –, dirò ‘l “apertis verbis”, hic et nunc: la scelta sarà sempre di più fra l’ “unanimismo coatto” e che si diffonde senza che **nessuno** – nessuno! – apertamente lo imponga – con buona pace dei soliti illusi di cui sopra, che cercano Hitler o Stalin oggi (e taccio della ridicola, perenne “reductio ad Hitlerum” della quale abbiam visto una recentissima applicazione: Hitler è un caso raro nella storia, e **non** si ripeterà, punto!) –, la scelta sarà sempre di più, si diceva, fra l’ “unanimità completa” che si diffonde senza che **nessuno** apertamente lo imponga e, dall’altro lato, l’indipendenza mentale. Indipendenza = assenza di “dipendenza”, il fenomeno della dipendenza (psicologica) è oggi la cifra del “System” in cui si vive: non è un caso. Questa sarà la scelta. E la stragrande maggioranza dell’umanità, nessun dubbio al riguardo, sceglierà la dipendenza, l’unanimità, punto.
EliminaLe cose stanno esattamente così, quel che abbiam visto sotto i nostri occhi è solo e soltanto l’ “entrée” di un pasto - che deve ancora durare. Allungo (come scrivo per “i-scherzo”). …
Il num. 22 … Veda il cosiddetto “Comma 22”, che corrisponde all’espressione – in “itagliano” – di “circolo vizioso”, e cos’è che caratterizza le dinamiche della dipendenza (psicologica), in particolare dipendenza **indotta**? Il “circolo vizioso” …
EliminaMa guarda un po’, ma guarda,
Il giochetto si sta scoprendo eh . . .
RispondiEliminaDoveva venir qualcosa che rallentava l’escalation, come s’è detto, e che la cosa non sarebbe stata facile pure s’è detto, però, al momento, qualcosa è cambiato, per pressioni di certe forze, chiaro; per il resto, tuttavia, le cose continuano – e continueranno – per la loro via: il cambiamento di rotta c’è stato, ed è definitivo, nel senso d’ “irreversibile”, non ci si può “revertere” alla situazione precedente.
EliminaMamma mia stà cosa se prendere la parola alla lectio o meno-che poi non so se fanno intervenire- mi sta mandando in un loop di Feynman succhiandomi energie,grazie per le sue osservazioni sul numero 22,il loop l aggancio è un marchio di fabbrica registrato di certe forze...Ho pure consultato l iching mi è uscito l'esagramma 26 che muta-tree linee-in esagramma 6 bah non so che dire...
RispondiEliminaMa no, non si faccia mandare in “loop Feynman”, veda il punto: lei vorrebbe fare, benissimo (dal mio punto di vista), però le condizioni nelle quali vive non glielo consentono facilmente (peraltro è un problema mica solo suo, ma oggi lo è di tanti!). Trovi altre maniere per farlo, come suggerivo (recensioni anche anonime o sotto pseudonimo, e non del convegno ma di temi affini, per esempio). Peraltro l’esa. 26 che muta in 6 le dà un prezioso indizio: il 6 – detto “La lite” – in realtà è sull’ **evitare** la lite stessa, il 26 è anche la capacità di dominare la forza, con possibilità, però, di poterla esprimere, però indirizzata, non nella direzione della lite, del contrasto evidente. Come dicevo, ci possono esser tanti modi … Ci pensi su, che troverà una soluzione. Linee mutevoli: 1, starsi fermi; 3, migliorar sé stessi, appunto cercando una soluzione, che magari “uòra uòra” – siccome dicunt in Sikelìa – non ci sta, ma non è affatto detto non vi sia in assoluto! Poi, linee mutevole 4 e 5: capire che l’esprimersi direttamente in un convegno non sarebbe la cosa migliore, e 5: trovar il modo giusto, e lo si trova, perché questo è il senso di quella linea mutevole, che vuol dire aver ben chiaro l’obiettivo e colpirlo senza problemi ma pure senza liti o reazioni eccessive. Si viene al punto, dunque, in modo efficace ma senza liti, in modo indolore.
EliminaSe ci pensa su, secondo me alla soluzione ci arriva.
Eh sì, il 22 è interessante …
La ringrazio per la lettura,in effetti le linee mutanti nel mio caso sono la prima la terza e l'ultima rispettivamente tutte yang.Avevo dato un responso simile al suo nel senso che in una lectio magistralis di un archistar qualsiasi intervento buono andrebbe sprecato e provochrebbe solo problemi-magari divento caso nazionale u signur...-sotto sotto mi sa che si nasconde un senso di colpa per aver sprecato un'occasione del tipo intervento ripreso dalle telecamere e quindi mando un messaggio stile ispirazione per le giovani generazioni ma forse sopravvaluto la situazione .
RispondiEliminaNon c entra niente ma mi è venuto in mente il seppuku di Mishima-e il suo fallito colpo di stato-dove voleva svegliare i giovani e invece...era così nel giappone del 70 figurarsi oggi...
Beh sì, effettivamente il responso è simile: ma cosa vuol dire? Vuol dire che il “verso” delle cose”, il “clima ‘cosmico’” – alias: clima “sottile” – punta nella direzione che le avevo, più o meno, “grosso modo”, detto (ma basta solo aver un pochino di sensibilità verso i “venti sottili” – pessimi – che spirano SUL e NEL “nostro” spirante mondo), e l’ “I-Ching” [Yijing] si è limitato a rispecchiarli, prima cosa, e, seconda cosa – più importante – le ha suggerito una via d’uscita dalla situazione. Ovviamente, “astra inclinant non necessitant”, ed ognuno può prendere le decisioni che crede, però sarebbe sbagliato non accettare il consiglio, del tutto disinteressato, datole dal “Libro de’ Mutamenti” … Peraltro le ha detto anche che lei può far diversamente, con altre modalità, precisamente ciò che sente di dover fare: il responso non è affatto negativo ma nemmeno del tutto positivo, è “discorsivo”, si tratta di ragionare sulle “modalità” piuttosto che sul fare o non fare una certa cosa. Certo, capisco benissimo che lei sente – giustamente! - non sa quanto la capisco! – d’aver un poco sprecato una **reale** possibilità, che però è assai più apparente che reale, potendole poi costare (poi non so qual sia il suo ruolo precisamente, ma se ha la possibilità d’esercitare un’influenza effettiva potrebbe **davvero** capitarle) un inutile passaggio in televisione, perché poi chi attacca “certe cose” (fra cui anche le “archistar”) è considerato negativamente (la recentissima vicenda della guerra in Ucraina docet, dove chi semplicemente chiedeva di ragionare in realtà è stato fortemente ostracizzato, la dice lunga …) … Si potrebbe pensare ad altre modalità, come ho suggerito …
EliminaEh sì, era così anche nel Giappone degli anni ‘70, con la grossa differenza che al tempo il mondo era meno “spettacolarizzato”, e proprio la “spettacolarizzazione” – con un’ottica di tipo “situazionista”, che oggi è trapassato prossimo ed inutile – con sé comportava un aspetto “critico” che oggi non esiste proprio più. Direi proprio che quest’aspetto critico sarebbe il punto di base. Che poi è la cosa che oggi tanto manca. Vi sono le apparenti “critiche” – “complottistit” ed affini – ma stiamo parlando di clown: oggi tutti fanno i clown o “chat”, chiacchiere, tutto finisce in chiacchiere: vi è quel vecchio detto che nell’età dell’Anticristo l’uomo sarebbe stato legato al peso tremendo delle chiacchiere inutili, e poi buttato nell’oceano, col risultato di affondarci. Il meccanismo è che chi crede di “criticare” in realtà sta seguendo il copione che gli viene imposto, quello della scarsa serietà, di cose campate in aria. Critiche serie oggi se ne vedono poche, critiche isteriche tantissime. Ed allora i guardiani del System hanno buon gioco nel far osservare: eccoli lì, eccoli, guardate, se n’escono con tali sciocchezze che non li si può credere. Segue il ritorno di fiamma del “consenso” verso il sistema, consenso che l’incapacità di gestione, da parte del sistema, dei problemi nati dal suo stesso svilupparsi, ha eroso pian piano. La risposta da parte dei guardiani è il portare all’eccesso le critiche, così si vede che chi critica è un illuso. Quel che loro temono non è certo la critica isterica, ma la critica piana e puntuale, il porre sul piatto i problemi perché mostra chiaramente quanto costoro siano incapaci, strutturalmente incapaci, di risolverli.
Lei faccia in altra occasione, con modalità diverse - un articolo, un commento, anche con uno pseudonimo - , una critica sensata, insomma. Punto. Chi vuol capire capirà, non vi è al momento alcuna possibilità di poter influenzare in maniera significativa il consenso generale o la pubblica opinione.
RispondiEliminaSi pone un problema. Che però certi temi possano venir fuori nella e sulla piazza, nella pubblica opinione, nel dibattito pubblico, senza passare per mezzo di spesse lenti distorcenti, è assai difficile oggi, per non dire chimerico. Tanti temi oggi devono essere trattati in modo di far dire: oh! Dopodiché seguirà un altro: oh!, e si rimane come prima, esattamente come prima. Così funziona oggi. Di strillo in strillo, di chiacchiera in chiacchiera, niente cambia, tutto va per inerzia, è la cosa più evidente del sistema di oggi. Talvolta qualcuno vuol fare ciò che spesso chiama, ed osa farlo, una “riforma” cosiddetta: di solito fallisce … tutto va per inerzia, è la cosa più evidente del sistema di oggi …
Cf.
RispondiEliminahttps://associazione-federicoii.blogspot.com/2021/12/un-altra-piu-che-necessaria-precisazione.html
Bah alla fine non era così importante mi aspettavo qualcosa di più "istituzionale" per così dire,non si poteva intervenire ma almeno il rappresentante degli studenti ha fatto un discorso contro la gentrificazione ha fatto capire che il digitale di certo non risolverà il problema...
RispondiEliminaDomanda da un milione di dollari:cos'è possibile fare in concreto per contrastare tra non molto l'ingegneria sociale stile numero 6 indotta da blockchain,smart contracts e gli sdg dell'agenda2030?
Stanno devastando la socialità vera creando tramite strumenti di finanza digitale una socialità forzata,come fare?
La mia idea è creare piccoli gruppi di massimo venti persone meglio se nel luogo in cui si vive che offrano delle alterenative al binomio mostruoso ingegneria sociale più digitalizzazione...creando un minimo di autosufficienza...
Bene mi fapiacere, così alla fine non era tanto importante: cultura spettacolo, come si dice, però almeno allora date un poco di spettacolo . . . Come vede, vi è spazio, se il rappresentante degli studenti **comunque** ha presentato un intervento **critico**, magari non chissà che però attesta che vi è una qualche concreta esigenza di un punto di vista critico . . .
EliminaSì è così, stanno devastando al socialità vera, è così, ma l’attrattiva di certi strumenti è para ipnotica: basta guidare con l’auto, si vedrà quanta gente – improvvisamente – va piano, a rilento: sta solo rispondendo a qualche “What zappata” o qualsiasi pseudo emergenza temporanea. Tutto fuorché fare quel che sta davvero facendo: guidare …
La sua idea non è cattiva, peraltro era l'idea Sì è così, stanno devastando la socialità vera, è così, ma l’attrattiva di certi strumenti è para ipnotica: basta guidare con l’auto, si vedrà quanta gente – improvvisamente – va piano, a rilento: sta solo rispondendo a qualche “What zappata” o qualsiasi pseudo emergenza temporanea. Tutto fuorché fare quel che sta davvero facendo: guidare …
“benedettiana” di anni fa, senza l’aspetto religioso, che **non c’era** nemmeno allora, poiché l’idea era quella d’ispirarsi al futuro – all’inizio. San Benedetto quando si ritrova di fronte il problema della “decadenza **irrimediabile**”, capendo che si deve rispondere ad esso – problema – in modo concreto. No astratto:**questo** è “il” punto vero! Per cui, va bene.
Grazie della risposta alla fine l i ching ha sempre ragione,sì avevo notato le auto che vanno a rilento ma non credo siano solo i telefonini altrimenti questa cosa l avremmo vista anni fa,probabilmente la ggggente è ora giunta ad un punto di saturazione in cui i corpi sottili sono rimasti letteralmente incollati al cloud,brutta roba...Alla fine siamo sempre lì ovvero:come si esplica questo rapporto incollante tra il cloud -dei borg- e i corpi sottili del soggetto?Più in dettaglio: c'è un punto di non ritorno?Bisognerebbe indagare....
RispondiEliminaInfatti stavo meditando sul da farsi e mi vengono in mente sempre esempi come quello di Benedetto da Norcia che come fa notare lei l elemento spirituale non è che fosse così presente...oppure il letterato cinese che si ritira in campagna,le varie realtà di resistenza agli imperi ecc...Niente ecovillaggi per carità,la mia idea è un luogo rifugio per massimo piccoli gruppi es cascine col terreno intorno,quartieri che resistono,il tutto senza digitale e roba faraonica,piccole realtà insomma...così quando arriverà il crollo o la situazione si metterà moooolto male-invasione di gog e magog-i volenterosi sapranno cosa fare...
Sicuramente vi è un “punto di saturazione”, nessun dubbio. Ma che significa? Significa che le cose non possono continuare così per lungo tempo ancora … e che dev’esserci – **deve** avvenire – un cambio di direzione. E poiché siamo ancora in questo “cyclo”, seppur nel “sandhya”, “ergo” deve prodursi un “cambiamento” systemico … 2+2= 4 …
EliminaCerto che vi è una relazione: l’attenzione … come si genera? Come si manipola? E certo che vi è un “punto di non ritorno” …
Anche il letterato cinese, ma stavolta in più persone, **non** necessariamente legate direttamente (stesso luogo, ecc. ecc.), ma seguenti la stessa **idea** … il punto è lì …
Nell esempio del letterato cinese davo per scontato che deve essere fatto da più persone non necessariamente legate al proprio luogo così come non serve a nulla andare all estero o in posti strani sara lo spirito che poi unirà i migliori tra noi.Con punto di non ritorno- a mio parere raggiunto da un po di anni a questa parte per quanto riguarda il digitale-intendevo l effetto sul singolo individuo di questo stare attaccati al digitale cioè un punto in cui per via dei danni fatti a livello sottile il soggetto diventa irrecuperabile del tipo tossico in stazione centrale,quando si raggiunge?.Cambiando discorso....c è un simulacro o un acclimatamento dietro alle mode che vengono lanciate sui social pesudo ambientaliste del tipo non lavarsi,non riscaldarti d inverno,a momenti manca che dicano che gli antibiotici non devono essere usati perchè la loro produzione emette co2 ahahaah e questo sarebbe ambientalismo? Io ci vedo satanismo di quello vero,mi scusi l'esagerazione ma ricorda il tipo di tortura psicologica degradante che facevano i nazisti agli internati nei campi di sterminio...
RispondiEliminaAllora sul punto 1), chiaro. Sul punto 2), quando si raggiunge il livello “tossico da stazione centrale” – per capirsi – questo dipende da molti fattori, non esclusi quelli assolutamente individuali. Quindi la domanda diverrebbe: quando si raggiunge il “punto di non ritorno” **da parte di un numero -sufficiente- d’individui**, tal che si possa poi avere l’effetto “valanga”? Quando tutta una serie d’altri fattori si allineeranno. Cosa che non appare poi tanto lontana … Sul punto 3), infatti col vero ambientalismo – tra cui era diffuso l’anti cementificazione, per tornare ad altre tematiche, cosa che sembra oggi molto debole – tutto ciò c’entra poco. Su tratta di acclimatazione, la simulazione sta proprio nel tema che dovrebbe “salvare” il “modo”, e cioè quelle strutture costruite che non hanno base (“suimulatio”, mere immagini, e solo tali, ma si vive d’immagini oggi, ben si sa).
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