martedì 1 aprile 2025

NON È un “pesce d’aprire” …

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Colà, né strepito né silenzio …

Se le piane d’Eriu son belle a mirarsi, innanzi alla Gran Piana son landa desolata …

Incantato è il paese che narro: la giovinezza là giammai invecchia …

Vediamo chiunque e dovunque, nessuno vede noi. – Il dio Midir nel Tocmarc Émaine”.

W. EVANS-WENTZ, Fate. Una fede celtica, Golem Libri, Torino 2016, p. 12, corsivi in originale.

 

The Realm of Fairy is a strange shadow land,

lying just beyond the fields we know”.

Ivi, p. 241, corsivi in originale.

 

 

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RIPROPOSIZIONE 6 (da l’hanno scorzo) [era la RIPROPOSIZIONE 2 in realtà], “IL GIRO dell’ ‘ASINO’”? **A QUANDO** “IL GIRO dell’ ‘ASINO’” …?! – già ben DUE VOLTE cancellato – e NON È un “pesce d’aprile”! – 2005-2025, vent’anni dopo 1

 

 

 

 

 

 

Ai difensori […] dell’interpretazione sessuale, si può solo ricordare il consesso artistico nel quale gli dèi contrapposero la loro arpa, o il loro canto di luce alla chalumeau o al grido degli asini in calore.

E giacché gli antenati si son nettamente decisi a dare la corona della vittoria agli dèi, perché oggi noi vogliamo metterla in testa all’asino? Forse perché il coronamento della nostra epoca sarebbe l’incoronazione dell’asino?”.

M. SCHNEIDER,  La musica primitiva, Adelphi Edizioni, Milano 2009/1992, pp. 100-101, corsivo in originale. Ma nessun dubbio al riguardo: il CORONAMENTO della “NOSTRA” epoca sarà – ED È – l’ INCORONAMENTO dell’ ASINO.

 

 

 

Il carnevale di Limoux rievoca annualmente una tradizione ben viva tra gli abitanti del Razès. È caratterizzato dalla comparsa di personaggi mascherati – i Fécos e i Goudhill – che, ogni domenica, per DIECI SETTIMANE, percorrono tre volte al giorno le strade della cittadina, muovendosi in accordo con i ritmi d’una danza sacra. Nel corso dell’ultima domenica vien dato alle fiamme il fantoccio del carnabal, mentre la “festa” si conclude con il “giro dell’asino”: l’ultimo sposo dell’anno, con in testa un paio di corna, vien caricato su un asino e portato a spasso per le vie del paese. […] I FÉCOS, i GOUDHILL e gli Eremiti sono i vessilliferi di questa parodia rovesciata, le cui origini sono da ricercare a BUGARACH, dove il carnabal comincia con il mercoledì delle ceneri, che vede fuoriuscire gli “eremiti” dalle GROTTE. Avvolti in lunghi MANTELLI, la barba lunga ed incolta, brandiscono una croce su cui, per sfregio, son appesi dei salami e un collare di cavallo. Una scia di giovani li accompagna, il volto truccato con NEROFUMO”, M. BIZZARRI, Rennes le Chateau, dal Vangelo perduto dei Cainiti alle sette segrete, Edizioni Mediterranee, Roma 2005 [“vent’anni dopo” infatti], p. 165, corsivi in originale, maiuscole mie.[1

 

 

 

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PS. Vi è, tuttavia, una serie di malintesi nel pur valido testo di Bizzarri, SIA sulla questione delle “due bestie” che ANCHE su quella “Grande Prostituta” … Ho, poi, scritto che si sarebbe dovuto affrontare il tema, però, SINORA, NON v’è stata  l’occasione per poterlo fare. Vedremo se lo si potrà …

 

 

 

 

[1] Sempre sul carnevale – anzi, sul “carnabal” … –, un vecchio post, ormai di cinque anni fa: cf.

https://associazione-federicoii.blogspot.com/2018/02/sul-carnabal.html 

 

https://associazione-federicoii.blogspot.com/2024/09/il-giro-dellasino-quando-il-giro_48.html

[cancellato]

https://associazione-federicoii.blogspot.com/2025/01/riproposizione-2-da-lhanno-scorzo-il.html

[cancellato again]

 

[Il “giro dell’asino” ha difficoltà nell’esser accettato come reale: ma ci arriveremo: già ve ne son segni vari; SEGNI, NON sogni]

 

 

 

 

 

 

lunedì 31 marzo 2025

“Primo ‘assaggio’” – (= Primo **MASSAGGIO** …??) – di “Neptunus IN Arietem” …

 

 

 

 

 

 

M’indicò dov’era posizionata una scopa. Là erano accumulati dei pezzi  di vetro della vecchia vetrata e fra di essi  sabbia!

Mi dica, è sabbia di mare? — volli sapere, curioso.

Si avvicini: qui la sabbia di mare non è così gialla, così impalpabile […]

C’è bisogno che le spieghi i fenomeni?

No — dichiarai”.

E. FORTUNIA, Uno Studio in Blu in “Sherlock Magazine”, n.6, giugno 2006, p. 167.

 [1]

 

Il ridicolo molto spesso è la porta di servizio della verità”.

Ivi, p. 164.

Quando la verità – come oggi – ha così grandi difficoltà nel trovar posto nel mondo e nell’essere ascoltata in un qualche modo, prende le forme del ridicolo: questo è il senso del detto qui sopra riportato. Essa non può più entrare (metaforicamente) per la “porta principale” ma deve accontentarsi della porta di servizio, del retrobottega per così dire. Allora, prende le forme del ridicolo, di ciò che può anche apparire ridicolo. 

 

Dirigendo infatti  su di esse una luce vera — e non dovuta alla pubblicità, così come succede abitualmente in America — avrò la possibilità di offrire all’occhio interiore di ciascun lettore uno splendido quadro che l’aiuterà a capire con quale forza si è sviluppato fra gli americani — che son considerati da tutti i nostri contemporanei come persone che hanno raggiunto il massimo grado di cultura — quel sentimento che viene chiamato «istinto gregario». La manifestazione di quest’istinto la la ritroviamo nel fatto che l’uomo, invece di agire secondo il proprio ragionamento, segue ciecamente l’esempio degli altri, mostrando così a quale basso livello si situa lo sviluppo del suo pensiero per quanto riguarda la capacità di operar confronti sul piano della logica. Inoltre questo racconto mostrerà, anzi chiarirà del tutto a ciascun lettore delle mie opere uno degli aspetti del costume che si è diffuso dappertutto nello svolgimento della nostra esistenza comune, specialmente presso gli americani, corrispondente al fatto che le persone, nel loro sforzo di raggiungere lo scopo unico e solo, si dividono in diversi «partiti», come si dice oggi, e che secondo me costituisce, soprattutto in questi anni, uno dei maggiori «flagelli» della nostra vita sociale”.

G. I. GURDJIEFF, La vita reale, Manilo Basaia Editore, Roma 1987, p. 75. Questo testo è frammentario: Gurdjieff non lo terminò mai.  Va poi detto che, dopo il 2022, questo “flagello” si è molto esteso. Quanto all’istinto “gregario”, esso si è molto esaltato - e non solo semplicemente rafforzato - con i cosiddetti “social” …

Questa storia dei “partiti” cosiddetti si è ripetuta tremendamente nell’ultimo periodo! E, guarda caso, ricorda quanto avvenuto all’epoca della Prima Guerra Mondiale: la ferita che si aprì allora non si è ancora richiusa …!

[2]

 

 

 

 

 

Cf.

https://associazione-federicoii.blogspot.com/2018/04/su-duna-non-sud-duna-ri-cor-renza.html.

In particolare cf. il passo dove si parla dell’ “ingresso” di Nettuno in Ariete …

 

 

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[1] Citato in cf.

http://www.superzeko.net/doc_incanus/IncanusBreviAppuntiSullaPalingenesi.pdf

 

[2] Riguardo agli “intellettuali” che, al tempo, “improvvisamente” passarono a retoriche bellicistiche – non molto è cambiato … – si vedano le parole di M. Silvestri, in cf.

https://associazionefederigoiisvevia.wordpress.com/2017/07/09/sulla-prima-guerra-mondiale-rivisto/ (in ivi, p. 18, per la precisione) …

Da quel tempo, da quella ferita, non ne siamo mai, davvero, usciti. Non n’è mai venuto fuori l’intero mondo. Qual è, dunque, lo scopo di tal movimento cosmico e storico?

Ecco una domandina molto interessante. Purtroppo le risposte spiaceranno a tantissimi: sono molto ma MOLTO sgradevoli …

Una piccola precisazione storica: poiché da quel momento s’inizia una ferita non mai davvero guarita, magari rimarginata, sì, ma NON guarita, orsù ascoltiamoci le parole del Kaiser Wilhlem II nella sua dichiarazione di guerra:

Kaiser Wilhelm II.’s speech about WWI. - Address to the German people [TRANSLATED], link: https://www.youtube.com/watch?v=eBKzCt-0DyY

Il Kaiser Guglielmo II abdicò in una data fatidica, per la Germania: il 9 novembre, quando vi fu il fallito “putsch della birreria” e quando cadde il Muro di Berlino.

Una casualità …? Davvero? Personalmente non lo credo affatto …

Quando il Kaiser fece queste dichiarazioni, vi furono ambienti che festeggiarono: era ciò per cui avevano – lungamente – “lavorato” per tanto tempo.

E questi “ambienti” ci son anche oggi: nulla è cambiato di sostanziale; si è, certo, in parte de-materializzato, questo sì, è meno brutalmente “materiale” (il che, poi, è anche, in parte, peggio, poiché la crudezza e la durezza della realtà della guerra viene molto ma molto edulcorata oggi) ma il nocciolo quello era, quello è rimasto.

Inoltre ricordo le parole di Gurdjieff proprio di quel periodo, come salvate dall’oblio da Ouspensky (Uspenskij) e sono attualissime, qualcosa si è qui ricordata qua e là qualche tempo fa. Cosa “fare” chiederà senza dubbio qualcuno: ben poco si “può fare” salvo una cosa: chiudere la ferita. Ma ciò non può né mai potrà farsi se: 1) non si capisce qual è lo scopo del movimento storico e cosmico in atto; 2) “si” deve raggiungere quello scopo, in mancanza del quale – “raggiungimento” – le cose andranno sempre peggio. Si possono, è vero – e l’ho detto – addolcire, mitigare le cose, ma senza mai poter davvero risolverle alla radice. “Il” punto vero è che lo scopo vero non è mai detto esplicitamente da quei pochi che lo conoscono, e tutto il resto non sa, letteralmente, ciò che sta facendo.

Et torniamo così a ciò che ne diceva illo tempore Gurdjieff …