mercoledì 1 ottobre 2025

“VERDI CUPI” …

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

NEL PARCO DI CASERTA

 

Dove il cigno crudele

si liscia e si contorce,

sul pelo dello stagno, tra il fogliame,

si risveglia una sfera, dieci sfere,

una torcia dal fondo, dieci torce,

 

e un sole si bilancia

a stento nella prim’aria,

su domi verdicupi e globi a sghembo

d’auracaria,

 

che scioglie come liane

braccia di pietra, allaccia

senza tregua chi passa

e ne sfila dal punto più remoto

radici e  statue.

 

Le nocche delle Madri s’inaspriscono,

cercano il vuoto.

EUGENIO MONTALE, Le occasioni, 1937”,

in A. GENTILE, Caserta nei ricordi dei viaggiatori italiani e stranieri, Società Editrice Napoletana, Napoli 1982, p. XV, corsivi in originale, grassetti miei.

 

Il fascino “agrodolce” del Parco si esplicava pienamente solo quando non vi erano quei turisti, così tanti, come oggi: occorre che vi sia poca gente, com’era un tempo nient’affatto lontano[°]. Solo allora il Parco esplica il suo “sentore” un po’ “arcadico” direi – nel pieno senso del termine … –, poiché la zona era tutta, nell’antichità classica, considerata sacra – guarda caso –  a Diana …

Quel VERDE CUPO che si sussegue, IN APPARENZA *senza* soluzione di continuità sul far della sera, le ombre crescono ma non sono ancora dominanti, l’aria diventa fresca in previsione d’un autunno alle porte, ormai. O al mattino presto, un sole debole pian piano alza, col suo chiarore, le brume di una notte un po’ più fresca: l’autunno è – di nuovo – alle porte, ormai. Vi è poca gente, gli spazi son vasti, ricordano un po’ certi dipinti di De Chirico ma senza citarli, no: è più “sentore di” che un effettivo rimando esplicito … Il richiamo alle “Madri” mi par PIÙ ESPLICITO, invece … si tratta delle “Matres matutae” di Capua …[*] 

 

 

 

 

 

@i

 

 

 

 

 

[*] Cf.

https://associazione-federicoii.blogspot.com/2019/02/copertina-1-le-madri-di-capva.html

 

 

 

[°] Naturalmente so cosa cercano i visitatori, anche se proprio con la loro presenza l’allontanano: è il senso di “distanza” e di “lontananza” – effetto barocco, “finto” –, poiché in realtà siamo in piena città rumorosissima.

Parrebbe di star “chissà dove” quando si è BEN DENTRO il tessuto urbano invece … Lontananza, distanza … ma in realtà è un dreckeffekt ed una “macchina” barocca …