sabato 3 settembre 2016

Copertine di “varia” (Evola “dadà”, Zhirinovskij, “Il Libretto rosso” di Mao, del 1969)


Lettere di J. Evola e T. Tzara (1919-1923), a cura di E. Valento, Introduzione di G. de Turris, Fondazione Julius Evola, Roma 1994, Copertina[1].



[1] Su questi temi, cfr. F. A. A. Ianniello - F. Franci, Evola Dadaista “Dada non significa nulla”, Giuseppe Vozza Editore, 21 dicembre 2011, giorno del solstizio d’inverno, Copertina con due disegni originali del pittore G. Del Prete. 

[Integrazione all’originale. In relazione all’affermazione di Aurobindo, che, enumerando certi aspetti positivi della modernità – in ordine alla “possibilità di “diffusione” delle tematiche, cosa verissima ma oh quanto sopravvalutata (visto che poi è stata alterata) – aggiungeva che il punto era che il mondo vitale “voleva discendere” in quello corporeo, fisico, e che questo era, insieme, sia l’opportunità sia il grosso problema. 
Non direi, quindi, che questo sia un “un” problema grosso, ma direi di più: esso è “ilproblema decisivo (sia detto per inciso: abbiamo perso quella “congiuntura speciale” che avrebbe consentito di risolvere il “nodo”, e, di conseguenza, il problema della “discesa-del-mondo-vitale-**nel**-mondo-corporeo” è divenuto fondamentale; ma non è il caso di dirne di più, salvo aggiungere che vi è il “Piano B”, ma il “nodo” è divenuto questo; di conseguenza, siamo in una situazione del typo “Forza domatrice del piccolo” = esa. 9 dell’ I-Ching [Yijing] - ovvero: si vince con lo yin)

Sul problema del “mondo ‘vitale’” e del nodoche rappresenta, cfr. ivi, contributo di A. A. Ianniello (Andar oltre … Una riflessione generale, ma sintetica, su Evola a partire dalla sua opera dadaista), pp. 38-39, nelle Note di chiusura; sia detto per inciso, per chi volesse, questo breve scritto - completo di note a pie’ pagina e di Note di chiusura, sia detto chiaramente - costituisce come una piccola “summa” del mio pensiero, che, sappiamo benissimo, scontenterà molti – grazie a Dio … - in quanto chi scrive non si “schiera” proprio per nulla: il non esser neonazionalisti o coltivare “chimere in vaso chiuso” non significa ipso facto non studiare certi argomenti, dei quali nessuno è padrone, si può avere la proprietà di un ritrovato tecnico, di uno scritto, di un qualcosa di concreto, non di un’ idea (A. A. Ianniello)]
 







G. Frazer - G. Lancelle, Il Libretto Nero di Vladimir Zhirinovskij, Garzanti, Milano 1994 - Prefazione di Barbara Spinelli, Copertina. 

Frontespizio, in ivi



Citazioni dalle opere del Presidente Mao Tse-tung, Edizioni in lingue straniere, Pechino 1969, Copertina[1].




[1] Il libretto è effettivamente rosso




Data di pubblicazione, in ivi



Autografo di Lin Piao, in ivi


Traduzione dell’autografo di qui sopra, in ivi

La Grande Muraglia, nel 1934.

 Pechino 1934. 




Figura in J. Needham, Scienza e civiltà in Cina, vol. 1 Lineamenti introduttivi, Einaudi editore, Torino 1981. 





Legenda esplicativa della figura di qui sopra,

in ivi, p. v


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F. Rabelais, Gargantua e Pantagruele, Gherardo Casini Editore, riprodotto dal Club del libro Fratelli Melita Editori, 1991, Copertina.



Ora, per far da pendant con Evola, un’interssante Copertina, 
dove le luci circolari della parola “M O T E L 
ricorda le pietre del giardino del
Monatero Zen di Ryoanji. 


 J. Kerouac, I vagabondi del Dharma, Oscar Mondadori, Milano 2007, Copertina. 



Dopo aver ricordato il dadaismo, non si può non ricordare il futurismo, che ha aperto 
la via a tutte le avanguardie novecentesche, con un libro introvabile oggi, probabilmente occorrerebbe che chi vi fosse interesstao chieda direttamente all’editore, per vedere se gli fossero rimaste delle copie. 



AA.VV., Sulle orme del futurismo, a cura di V. De Rosa, Giuseppe Vozza editore, Casolla-Caserta 2009, Copertina. 





Ripensando all’epoca delle avanguardie novecentesche, con tutti i loro limiti, era comunque meglio muoversi che la stagnazione in cui è finito il Novecento e che ha trasmesso al XXI° secolo, meglio acqua corrente, seppur assai torbida, che acque stagnanti, quantunque meno torbide, ma solo a volte, altre volte le acque stagnanti sono colme di bacilli.



@i
























8 commenti:


  1. https://associazionefederigoiisvevia.files.wordpress.com/2014/03/il-e2809clibretto-neroe2809d-il-caffc3a8-30-dicembre-2003-anno-vi-n-48-274.jpg

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  2. “Anche quando il nazionalismo parla di tradizione, non si ha nulla che possa richiamare ciò che nelle antiche civiltà corrispondeva a tale parola.
    Si tratta piuttosto di un mito o di una continuità fittizia, basata su di un minimo comun denominatore, dato dalla mera appartenenza ad un dato gruppo. Con la stessa “tradizione” il nazionalismo mira a consolidare uno stato di folla, nella dimensione del tempo oltre che in quella dello spazio, ponendo dietro al singolo l’unità mitica, divinizzata e collettivistica di tutti coloro che lo precedettero.
    La dimensione della trascendenza, di ciò che è superiore alla storia, vi manca del tutto”.
    J. EVOLA, “Rivolta contro il mondo moderno”, Edizioni Mediterranee, Roma 1969, p. 411.

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  3. Bisogna**va** conoscer Dugin, Zhirinovsky, sennò Putin non lo capite - ormai è troppo tardi -

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  4. Insomma – e s’era ormai capito – è il sud il punto, è il mare: i mari “caldi”, l’ossessione storica della Russia … la fissazione di Zhirinovsky: “La corsa finale verso sud”, un libro che i politicanti “occidetaloidi” avrebbero dovuto leggere: ma ormai “It’s too late baby, it’s too late”, vecchia canciòn … E **non è** affatto un “blitzkrieg” ….

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    1. È recentemente morto Zhirinovskij, ho visto, ed è stato proprio Zhirinovskij che, di fatto, ha detto cosa sarebbe successo, e che la strategia russa non è mai stata Kiev, come dicono, ma il sud.
      Il problema russo è che si son infognati proprio a sud, e non a Kiev: questo è il loro vero problema, i tentativi di “succhione” in altre parti sono stati – com’era prevedibile – fallimentari, mentre la Nato e gli stati atlantisti stan dando armi nuove all’Ucraina e la Russia usa ferrivecchi.
      Per cui, di fatto, vi è la sconfitta per la Russia.
      Probabilmente ha qualche ultima chance per evitarlo, ma non è detto – essendo Putin buon tattico ma scarso stratega – riesca a trar profitto delle ultime chance che ha.
      Intanto però, tanto gli atlantisti quanto gli eurasisti, **convergenti**, stanno minando il sistema economico come non si è **mai** visto. Siamo sull’orlo del “chaos systemico” come la gente non s’immagina nemmeno. Una tizia vende aspirapolveri in tivvù, e non so per quanto ancora lo potrai fare . . .
      E dove sono gli antivax? i no green pass?
      Il problema, il segno, è che i buoni del tesoro Usa non sono più appetiti, ed è da trent’anni che non succedeva. Il che ci parla di una crisi sistemica potenziale, che dovranno cercar di risolvere con una sorta di Bretton Woods 2, come la chiamo, e rivedere il sistema valutario interazionale, probabilmente passando a varie forme valuta digitale. Insomma, dovrebbero intervenire per ristabilizzare il sistema, tutto il sistema, e porre un termine a queste tendenze alla destablizzazione che stann crescendo da tempo senza se ne vede il termine. Ma questo è buon senso, difficile che oggi possa esser accettato . . .
      Stamo vedendo che la globalizzazione viene fatta a pezzi da coloro i quali hanno cominciato quel mooto, e nessuno dice: ah . . .

      Per cui, ecco la cosa che si può dedurre: il sistema non può durare ancor per molto tempo in questo stato “sospeso” e deve scaricare le contraddizioni. E non può scaricarle solo in Russia, o meglio: che la Russia dia default, cosa sempre più probabile, non potrà esser così “indolore” come negli anni Novanta del secolo e del Millennio scorsi perché il **sistema** è cambiato. Si rendono conto che la grande prostituta, NELLE CUI VENE scorre PETROLIO, o gas oppure altro del genere, sta in affanno? mortale?
      IL che lascia due soleopzioni sul campo: 1) che finalmente si cominci ad intervenire per ristabilizzare il sistema delle valute internazionali, oltre che delle relazioni internazionali (due cose strettamente legate, peraltro: se non ristabilizzi la prima della seconda ti puoi dimenticare); 2) che la crisi continui, comunque vadano le cose nella guerra.
      Questo perché trattasi di crisi **sistemica**, più volte si è detto che ci saremmo entrati: e ci siamo entrati.






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  5. Che poi non fosse un “blitzkrieg” era stra chiaro già il 5 marzo scorso: la Russia, ormai è evidente, non possiede né armamenti né uomini addestrati per il famoso “blitzkrieg” . . .

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  6. Le armi segrete di cui parla Putin si trovano scritte nelle vecchie dichiarazioni di Zhirinovskij – mi sto ritrovando con tante cose che si dicevano negli anni Novanta – e si chiamerebbe l’ “eliptone”, che, sembrerebbe, una sorta di arma a radiazioni, come una bomba a neutroni (che uccide persone ma non cose) ma formato “pocket”, ridotto ed dunque utilizzabile, ovvero, in alternativa, un’arma a impulsi elettromagnetici.



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