Sul “Trittico
dell’Epifania - L’Adorazione dei Magi” di Jeroen Bosch - Museo del Prado,
Madrid
----------
Per tornare alla parte finale di un post precedente, dell’anno scorso (2), la figura che, all’interno della capanna, sta “lì lì per” venir fuori, è l’Anticristo. Bosch riecheggia le vecchie profezie, oggi considerate “anti-giudaiche”, sull’Anticristo di stirpe ebraica, il Messia giudeo - Mashiach - che i Giudei prenderanno per il “vero” Messia, nel frattempo già venuto, ma che essi non han riconosciuto. Se si nota bene, questa figura, che viene dalla “vecchia capanna” che è “l’Antica” Legge, ha i paramenti regali.
Ne scriveva, illo tempore, una storica dell’arte:
Riguardo
al “Trittico dell’Adorazione dei Magi” (1510 ca.), cfr. Wikipedia, https://it.wikipedia.org/wiki/Trittico_dell'Adorazione_dei_Magi,
consideriamo il pannello centrale (1).
Per tornare alla parte finale di un post precedente, dell’anno scorso (2), la figura che, all’interno della capanna, sta “lì lì per” venir fuori, è l’Anticristo. Bosch riecheggia le vecchie profezie, oggi considerate “anti-giudaiche”, sull’Anticristo di stirpe ebraica, il Messia giudeo - Mashiach - che i Giudei prenderanno per il “vero” Messia, nel frattempo già venuto, ma che essi non han riconosciuto. Se si nota bene, questa figura, che viene dalla “vecchia capanna” che è “l’Antica” Legge, ha i paramenti regali.
Ne scriveva, illo tempore, una storica dell’arte:
“La tradizione ebraica e la leggenda cristiana si trovano congiunte,
combinate nell’Anticristo di Bosch.
Egli veste il manto scarlatto portato da Gesù negli episodi della Passione e
della Resurrezione - che egli riuscirà a contraffare, per sedurre gli uomini -
e sul capo ha le spine, avvolte però intorno ad una mitria metallica, così che esse non possano ferirlo. Una delle
spine, contenuta in una capsula di vetro
- oggetto che si riferisce agli artifici alchemici - si converte in un ramo fiorito di gemme. Il prodigio ricorda un
miracolo dell’Anticristo il quale farà rinverdire un albero secco [si allude al
passo del “fico maledetto” in Mt 21,
18, 32, passo che, non certo casualmente, segue immediatamente dopo l’aver
scacciato i venditori dal Tempio, unico
episodio “violento” di Gesù, per cui il fico fu interpretato, nei primi secoli
cristiani, come simbolo della Legge antica giudaica, che l’Anticristo farà “rinverdire”,
e dunque il Tempio in un qualche modo, anch’esso “rinverdirà”; nota mia]. La
natura diabolica del Messia viene sottolineata da alcuni particolari minori che
insistono sul tema del Male. Ad un nastro - sul quale sono ricamate delle rane,
emblema dell’eresia - sta sospesa una campana che non solo è la campana del
povero lebbroso [un passo del Talmud
allude al Messia futuro che starebbe seduto fra poveri lebbrosi, nota mia], ma
anche quella del Cattivo Pastore. Lo strumento metallico che l’Anticristo tiene
in mano è, secondo la Brand Philip, uno degli attributi più noti del falso
profeta, il ‘forno’, allusione scoperta alle pratiche magiche. Esso presenta la
stessa forma d’imbuto rovesciato, dalle pareti scandite da ‘gironi’, dell’inferno
dantesco. A mio avviso, si tratta
piuttosto di un copri tiara, caratterizzato da un ampio foro sulla sommità,
che serva a far emergere la ‘provetta’ con la spina gemmata, e da un fregio che
rappresenta figure (non ben identificabili) che si affacciano da una balaustra
per afferrare il collo di certi volatili,
forse cicogne, o gru. In alto, su un trave della capanna, albergano gli spiriti
impuri, una lucertola ed una gufo. E una
falsa stella, fatta di paglia, è appuntata in cima alla capanna: è la stella del falso Messia
che contrasta con la stella di Cristo, splendente nell’alto del cielo puro. Il
regno dell’Anticristo è dunque il mondo, cioè tutto il paesaggio sullo sfondo;
la danza spensierata dei contadini annuncia le lascivie cui si abbandoneranno gli uomini dopo la
morte dell’Anticristo, prima del
Giudizio Universale; gli eserciti in marcia non sono che le orde di Gog e Magog, idealmente precedute dalle schiere
punitrici del leggendario Prete Gianni; e la città ignota è la Gerusalemme
Celeste, quale sorgerà dalla distruzione finale del mondo. Il trittico del
Prado non è che una terribile ammonizione ed una condanna dell’ignoranza umana, e, soprattutto, è la
prefigurazione dell’ inevitabile avvento dell’Anticristo. E l’Adorazione
non è soltanto un evento mitico, o storico, o leggendario, ma è anzitutto
evento simbolico, poiché è allegoria
del mondo e rappresentazione delle insidie del Male e dell’eresia, sempre presenti
ed attive, anche se occulte, accanto all’uomo. L’Adorazione è, infine, un
episodio destinato a ripetersi, evento già accaduto nel Bene dovrà necessariamente duplicarsi nel Male. I Magi [d’origine iranica, ma le forme iraniche pre-islamiche e non zoroastriane, tra
l’altro i Magi “buoni” son il “buon magismo”, quelli “cattivi” ne sono invece
il lato malvagio; nota mia] che ora vengono ad adorare il Bambino verranno
forse, nel futuro, ad adorare il falso
Messia, l’Anticristo” (3).
NOTE
(1)
https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/7/7a/J._Bosch_Adoration_of_the_Magi_Triptych.jpg/1024px-J._Bosch_Adoration_of_the_Magi_Triptych.jpg. Splendida la Città che si vede in lontananza, essa è la Gerusalemme Celeste, discesa sulla Terra, https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/d/d1/Jheronimus_Bosch_062_central_panel_03_detail_01.jpg.
https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/7/7a/J._Bosch_Adoration_of_the_Magi_Triptych.jpg/1024px-J._Bosch_Adoration_of_the_Magi_Triptych.jpg. Splendida la Città che si vede in lontananza, essa è la Gerusalemme Celeste, discesa sulla Terra, https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/d/d1/Jheronimus_Bosch_062_central_panel_03_detail_01.jpg.
(2)
http://associazione-federicoii.blogspot.it/2015/12/la-rovina-del-cash.html.
(3)
M.
Bussagli - Maria G. Chiappori, I Re Magi.
Realtà storica e tradizione magica, Rusconi Libri, Milano 1985, pp. 253-255,
corsivi miei.
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
RispondiEliminaieri sera 6 gennaio su TV2000 interessante rubrica sui magi nella tradizione cristiana. Importante la disamina dell'evoluzione della tradizione nella raffigurazione pittorica nel corso dei secoli, con riguardo alle esigenze secolari della Chiesa istituzione. Solo fugace la citazione del trittico di Bosch. Segnalo gli interventi di Cardini ( che non mi aspettavo di vedere su TV2000 ma assolutamente nei ranghi)
RispondiEliminaGrazie della segnalazione
RispondiEliminaApparentemente non c’entra, ma è comunque interessante: https://timelessitaly.me/2014/04/07/why-did-michelangelo-put-horns-on-moses/.
RispondiEliminaAnche: http://rabbiartlevine.com/Home/tabid/2652/ID/840/Ki-Tissa-Moses-Horns-Not-a-Mistranslation.aspx.
"Il regno dell’Anticristo è dunque il mondo, cioè tutto il paesaggio sullo sfondo; la danza spensierata dei contadini annuncia le lascivie cui si **abbandoneranno gli uomini dopo la morte dell’Anticristo, prima** del Giudizio Universale."
RispondiEliminaQuindi c'è uno iato temporale tra la morte dell'Anticristo e la distruzione del mondo che apre la strada alla Gerusalemme Celeste?
O è da intendersi più una successione "logica" che "cronologica"?
Ovviamente vi è una relazione “logica”, prima che “cronologica”; ma è vero: “c’è uno iato temporale tra la morte dell’Anticristo e la distruzione del mondo che apre la strada alla Gerusalemme Celeste”.
RispondiEliminaIl che ben si comrpende - **logicamente parlando** - in quanto, se il mondo terminasse con la fine dell’Anticristo, il male da costui posto sulla Terra non potrebbe più esser estirpato e sarebbe “passato agli atti” con sentenza definitiva.
Il che, a sua volta, comporterebbe che questo male passi al prossimo Cyclo, il che sappiamo non poter essere.
Se ne deve **necessariamente** dedurre che debba esser espunto (il male “piantato” dall’Anticristo), ma questo, a sua volta, necessita **per lo meno** di **una** “finestra d’opportunità”, per quanto **minima** la si voglia concepire.
Pertanto è necessario che il “Tempus” debba prolungarsi almeno un altro poco ... Punto così poco comrpso oggi ...
Ecco, questa era una cosa che non mi tornava da tempo, e che mi ero ripromesso di chiederti già da diversi mesi. Ora capisco meglio.
RispondiEliminaInfatti, ricordavo che il Planetary Index di Barbault arrivava fino al 2150, con altri momenti di crisi verso la fine del XXI secolo e qualche decennio del XXII (se non ricordo male).
Ora, se a causa della precessione degli equinozi il Sole cambia segno grossomodo ogni 2160 anni, e l'entrata nei Pesci è symbolicamente correlata all'apparizione di Gesù, significa che probabilmente ci sarà un altro secolo oltre al XXI. Oltretutto il XXII secolo sarebbe anche significativo come numero (22).
Come vedi questo è un ragionamento molto grezzo e impreciso, risale a molti anni fa e non l'ho più sviluppato perché non ne avevo i mezzi, ma quello che non mi tornava era appunto questo: visto che siamo prossimi all' "Adveniens" parodistico – e la dissoluzione sociale in atto ne è testimone e segno – ma pare che le cose debbano durare ancora un po' (il prolungamento del "Tempus), a cosa questo è dovuto??
Mi hai risposto sopra ed ora le cose sono un po' più chiare.
Gli sviluppi che facevi delle tre possibilità future date da Wallerstein, che avevi scritto nell'opuscolo sul Futurismo (che avevo chiesto alla casa editrice ma è terminato) si riferiscono al periodo temporale di questo "interregnum" tra i due eventi?
Questo “interregnum”, se non ricordo male, risale a tempi lontani, come idea. Non credo, però, possa durare decenni, ma molto meno, essendo legata alla “Profezia” del Re del Mondo.
RispondiEliminaSu Wallerstein: lui parla delle possibilità che nascono **dopo** la fine della crisi, che secondo lui - da ragionamenti economici e storici - sarebbe stata dal 2000 al 2015.
Come vedi, i tempi risuonano e son coerenti, pur ognuno vedendolo dal suo proprio punto di vista.
Dunque l’ “interregnum” si pone tra la fine della crisi in cui siamo, di cui si può dare un primo inizio al famoso “Nine Eleven” - il 9-11-01, dopo il 2010 o 2015, e la fine “effettiva” della fase di “sandhya” del Cyclus attuale.
Il “sandhya” è il Crepuscolo cyclico, tra due cycli, e non è pienamente “computabile” perché, proprio come ilc repuscolo, non ha limiti precisi.
Occorrerebbe infatti precisare che i “limiti di un’epoca” son dovuti alla “coscienza” che limita - ovvero determina, caratterizza, “qualifica” - un determinato cyclus.
Quindi l'"interregnum" (parola che mi è uscita mentre scrivevo e su cui non avevo riflettuto - ciò che dici sulla sua provenienza si trova per caso nei volumi sull'Anticristo della Fondazione Valla?) coincide grossomodo con "gli anni di guerra" della profezia del Re del Mondo.
RispondiEliminaNon banale poi identificare come "coscienza" lo spirito del tempo di un determinato (qualitativamente) periodo, trasformando così lo "zeitgeist" da concetto astratto o categoria di studiosi a vera e propria coscienza che dà forma.
Si potrebbe definire la "coscienza" di questo periodo "anticristica"? Se sì, allora sarebbe più comprensibile che la comparsa "in forma umana" ne rappresenterebbe piuttosto il culmine (l'acmé dei Greci)e non l'inizio.
Alla prima domanda: solo in parte, in quanto, dopo la fine della “guerra dell’Anticristo”, si manifesteranno i “popoli” dall’ “Agarthi”, il che lascia chiaramente intendere come i circa venti anni di guerra - dal 2011 - non vadano intesi letteralmente, probabilmente una serie di avanzamenti e ritiri, complessa, con - in un punto, in uno “snodo” decisivo - il “Regnum Antichristi”.
RispondiEliminaLo “Zeitgeist” **è** una “coscienza”, che “colora” di sé una intera epoca, il “clima” - impalpabile eppur percettibile, come quelle sabbie impalpabili del Sahara che, in certe condizioni, rendono l’aria rosa o arancione rossastro eppur quasi non riesci mai ad afferrarne un singolo granello - di un’epoca, un’entità **reale** eppur non pienamente **mai** riconducibile, o fissabile, in un termine solo. Descriverlo richiede una intera tavolozza di colori, non il tratto di solo nero inchiostro.
‘Si potrebbe definire la “coscienza” di questo periodo “anticristica”?’. Senz’alcun dubbio: **Sì**.
Certo è così, la forma “umana” è l’“akmè”, il culmine.
Ed infatti tale forma umana è il “raddensarsi” di un’ “evocatio” collettiva.
La quale - evocazione - consente questa densificazione.
A proposito di propiziare – altrove se ne parlava –, sto leggendo "Pietre che cantano 2". Dovrei dire **studiando** più che leggendo vista l'intensità di ogni pagina e l'enorme interesse che suscitano in me queste cose. Sono infatti stato in grado di rimanere concentrato su quelle pagine per un paio d'ore senza che mi rendessi più conto del tempo che scorreva.
RispondiEliminaImprovvisamente la frase anche un po' ridicola "andiamo su Marte nel 2030" ha preso tutt'altra colorazione, ho cercato su internet e ho visto che si chiama pure "Progetto Aurora"...
Mi pare anche questo un bel "propiziare"...
Dimmi comunque se sto sforando troppo le tematiche del blog.
RispondiEliminaEh sì, l’intensità - direi la “densità” - di ogni cosa è forte: me ne scuso, ma ciò è dovuto alla **scarsezza** di spazi utili, e quindi - piaccia o non, e a me **non**picace, ma vi son costretto - si è forzati a concentrare. E sì, quel che dici è vero, vi è un “Progetto Aurora” che è un “bel propiziare”, come dici ...
RispondiEliminaE no, non stai sforando, il gestore del blog ha **già** sforato, ecco la necessità di cambiare il nome, ma è una petizione di principio, infatti le cose rimarranno come ora, e cioè che, pur partendo dai temi iniziali, **inevitabilmente** si è allargati ad altre tematiche - e tematiche “altre” -, in quanto sottoposti alla pressione dei tempi.
RispondiEliminaUna breve annotazione. Ho ricevuto una email in cui si diceva che, poiché alcune parti di “Pietre che cantano 2” e file annessi su scribd non si scarican bene - ed essendo, chi scriveva la mail, particolarmente interessato a a S. Pietro “ad Montes”, ho deciso di porre il file su questo particolar monumento nell’ “attiguo” blog di “esondazione” di “materiali” sparsi.
Ed ecco il link: https://associazionefederigoiisvevia.wordpress.com/2016/10/15/materiale-online-dal-bog-pietre-che-cantano/, ovviamente in formato pdf. E' scaricabile solo l’ “estratto” sul detto monumento “di cui sopra”, per parlare - ironicamente, ovviamente - in burocratese.
E che semplificazioni (de) buro e cratiche han fatto ultimamente!, da non crederci! Vi è quasi da fermarli, state tropo semplificando ...
In Italia si esagera sempre, si sa ...
O come traduco, in Italia ci si “esagita”, o “eptagita”, sempre ...
http://www.lulu.com/shop/e-fortunia/apocalyptica-una-fanzine-per-la-fine-del-kali-yuga-parte-quinta-iv/ebook/product-21129320.html
RispondiEliminaovviamente gratis
Interessanti le frasi della storica qui sopra riportate . . .
RispondiElimina